hosh
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mercoledì 9 agosto 2023
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l''isolamento...beh l''arte del rinascimento...film.
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Non tutte le opere degli artisti possono essere apprezzabili se non
si conoscono le tecniche con le quali
dipingevano talune e tal stuazioni, qualcuno diceva che il suo scolpire fosse
togliendo il superfluo dal marmo o pietra che fosse
guardando il david sembra che il sommo con il suo
killing david slowly, cioè ricamando il david superfluo che non
sembrava cantare quelle note genial artistico modellasse quello
riprodotto, come un congegno di minuzonismo e intensità in stile alla
metropolitana 34 menatine di scalpello al minuto forse di più, e che non
fosse stanca l'opera, chi può dire però quando un'opera d'arte
stanca.
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Non tutte le opere degli artisti possono essere apprezzabili se non
si conoscono le tecniche con le quali
dipingevano talune e tal stuazioni, qualcuno diceva che il suo scolpire fosse
togliendo il superfluo dal marmo o pietra che fosse
guardando il david sembra che il sommo con il suo
killing david slowly, cioè ricamando il david superfluo che non
sembrava cantare quelle note genial artistico modellasse quello
riprodotto, come un congegno di minuzonismo e intensità in stile alla
metropolitana 34 menatine di scalpello al minuto forse di più, e che non
fosse stanca l'opera, chi può dire però quando un'opera d'arte
stanca... la gente, nessuno forse, si può dire mi piace
o non mi piace e sembra che il Vasari notando altresì le bellezze dell'arte;
quando tolse il velo all'opera di pietra mormorò,
scrutando david elaborato nel marmo;
toglie l'urlo a tutte le altre statue, hi hi. Quell'opinione sembra comunque
riportare l'effetiva composizione dell'opera del rinascimento, che
se non sei emancipato... da quell'orizzonte che percepisce comunque
la gente del rinascimento... non si potrà comprendere neanche
dopo secoli, con impegni, e il possibie spettacolo del film.
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devo27
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mercoledì 15 luglio 2020
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l''arte che emoziona
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Innanzitutto chiariamo che non si tratta di un documentario biografico su Michelangelo, ma di un docu-fiction che attraversa la sua produzione artistica, almeno quella più significativa. La scelta dei due attori è azzeccata e così pure l'impostazione della 'trama'. Quel che resta alla fine è l'emozione che le opere di Michelangelo suscitano in chi le osserva, con l'aggiunta di un significato personale e introspettivo e di musiche sintoniche: Michelangelo era ossessionato, era solo, maniacale nella sua creatività, che non si fermò nemmeno di fronte all'avanzare della morte. Non era semplice fare una carrellata meritevole della sua arte, senza annoiare lo spettatore, e senza perdersi in descrizioni tecniche ed elitarie.
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Innanzitutto chiariamo che non si tratta di un documentario biografico su Michelangelo, ma di un docu-fiction che attraversa la sua produzione artistica, almeno quella più significativa. La scelta dei due attori è azzeccata e così pure l'impostazione della 'trama'. Quel che resta alla fine è l'emozione che le opere di Michelangelo suscitano in chi le osserva, con l'aggiunta di un significato personale e introspettivo e di musiche sintoniche: Michelangelo era ossessionato, era solo, maniacale nella sua creatività, che non si fermò nemmeno di fronte all'avanzare della morte. Non era semplice fare una carrellata meritevole della sua arte, senza annoiare lo spettatore, e senza perdersi in descrizioni tecniche ed elitarie. Le critiche di chi lo reputa un film inesatto, incompleto o superficiale, probabilmente vanno etichettate come pignole devozioni. Profondamente divulgativo (sono d'accordo con Casella) e, ribadisco, emozionante.
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lorenza laetitia
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mercoledì 9 gennaio 2019
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michelangelo
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Decisamente deludente. Non rende neanche lontanamente l’immagine di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Michelangelo, in un improbabile accento siciliano, appare un personaggio mediocre mosso e roso dall’ambizione di far vedere che è più bravo di tutti. Niente di quello che è stato lo spessore intellettuale e la sensibilità artistica di questa figura e che emergono evidenti in primis dai suoi lavori ma anche da tutti i documenti che ci ha lasciato: epistole e poesie. Alla fine un’occasione mancata per fare qualcosa di buono. Lo sconsiglio a tutti soprattutto a chi conosce Michelangelo
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adriana rosas
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martedì 20 novembre 2018
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un documentario ben confezionato (un po' noioso)
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Non è un film, ma un documentario ben confezionato. Una lezione di storia dell’arte, con bellissime immagini (sottolineate da una bella colonna sonora), tutto sommato noiosa, sicuramente non emozionante.
I testi sono abbastanza banali, presentati senza enfasi e senza emozioni da attori che non mi hanno particolarmente convinto né per l’aspetto fisico (dov’è finito il naso rotto di Michelangelo?) né per il carattere (Michelangelo era sanguigno, scontroso, bizzoso, certamente poco pacato) né per la dizione (sia Michelangelo sia Vasari erano toscani: impossibile che parlassero senza accento!).
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alesimoni
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martedì 9 ottobre 2018
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infinita bellezza
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Bellissima operazione , nel solco dei documentari e docu-fiction che lo hanno preceduto. Qui ci sono, oltre alle opere rappresentate con le migliori tecniche digitali, due ottimi attori come Ivano Marescotti e Enrico Lo Verso che rende bene i tormenti interiori del Genio. Da sottolineare la sequenza del Mosè sottolineata da una colonna sonora rock perfetta.
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giu
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domenica 7 ottobre 2018
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inutilmente retorico
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Inutilmente retorico, insufficiente del tutto nella rcostruzione dei rapporti con la Repubblica fiorentina e con Giulio ||. Gravissimo che nel profluivio di inutili parole fatte scandire da Lo Verso non vi sia stato nemmeno un sonetto di Michelangelo o un passo delle epistole. Nel delineare il rapporto delicato con Vittoria Colonne (e attraverso di lei con la Riforma) si rimane ad un livello del tutto superficiale, mentre si trattò di un profondo scambio intellettuale. Il bel materiale iconografico avrebbe desiderato un apparato letterario di altro livello. Fastidioso l'utilizzo di una anastatica con rilegatura moderna dell'opera di Vasari. Musiche melense rispetto al patrimonio musicale coevo a Michelagelo.
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Inutilmente retorico, insufficiente del tutto nella rcostruzione dei rapporti con la Repubblica fiorentina e con Giulio ||. Gravissimo che nel profluivio di inutili parole fatte scandire da Lo Verso non vi sia stato nemmeno un sonetto di Michelangelo o un passo delle epistole. Nel delineare il rapporto delicato con Vittoria Colonne (e attraverso di lei con la Riforma) si rimane ad un livello del tutto superficiale, mentre si trattò di un profondo scambio intellettuale. Il bel materiale iconografico avrebbe desiderato un apparato letterario di altro livello. Fastidioso l'utilizzo di una anastatica con rilegatura moderna dell'opera di Vasari. Musiche melense rispetto al patrimonio musicale coevo a Michelagelo. Si salva la lettura di Vasari da parte di Marescotti.
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martedì 2 ottobre 2018
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vieri leidi gardi
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Ma secondo voi Michelangelo parlava con accento siciliano ? (Senza togliere nulla alla bravura di Enrico Loverso) Un incongruenza che però mi ha sciupato tutto il film, anche se ben articolato e esplicativo soprattutto nelle descrizioni storiche e artistiche delle opere. Forse anche perché sono un po' all'antica, preferendo il vero cinema o il classico documentario a questi moderni docu-fiction che vanno tanto di moda.
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marco
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sabato 29 settembre 2018
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michelangelo ai confini dello spazio
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Ecco il mio piccolo appunto su infinito di Michelangelo: premetto che son andato con occhi spuri, senza aspettarmi niente di che, anche se conoscevo quasi tutte le opere di Michelangelo elencate nel film. A mio avviso è stato questa ultima considerazione che ha salvato inesorabilmente le sorti di questo docu-film: l’ aver visto le opere mi ha aiutato ad entrare meglio in simbiosi con lo stesso, altrimenti mi sarei annoiato come non mai. Più che un docu film mi sembrava di stare a teatro durante tutta una serie di monologhi in cui gli attori, tra l’altro neanche tanto nella parte, dipanavano loro pensieri astrusi e non sul come meglio definire l’arte . Alla fine ne emergerà un affresco “quasi” riuscito sul modo di intendere e di far arte di Michelangelo: tante sfide decantate dal Vasari danno il la’ a tante spiegazioni, in stile lezione di storia dell’arte a scuola, sulle opere più importanti di Michelangelo.
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Ecco il mio piccolo appunto su infinito di Michelangelo: premetto che son andato con occhi spuri, senza aspettarmi niente di che, anche se conoscevo quasi tutte le opere di Michelangelo elencate nel film. A mio avviso è stato questa ultima considerazione che ha salvato inesorabilmente le sorti di questo docu-film: l’ aver visto le opere mi ha aiutato ad entrare meglio in simbiosi con lo stesso, altrimenti mi sarei annoiato come non mai. Più che un docu film mi sembrava di stare a teatro durante tutta una serie di monologhi in cui gli attori, tra l’altro neanche tanto nella parte, dipanavano loro pensieri astrusi e non sul come meglio definire l’arte . Alla fine ne emergerà un affresco “quasi” riuscito sul modo di intendere e di far arte di Michelangelo: tante sfide decantate dal Vasari danno il la’ a tante spiegazioni, in stile lezione di storia dell’arte a scuola, sulle opere più importanti di Michelangelo. Si va dalla tauromachia degli esordi fino al non finito della Pietà Rondanini del palazzo Sforzesco, attraverso un compendio di bellissime inquadrature ( perfetta la fotografia, non potrebbe essere altrimenti per un film del genere, in cui a farla da padrone c’è sempre la voglia di sfida di Michelangelo nell’accettare ogni minimo incarico per far vedere come lui sia il più bravo al mondo: prima con Leonardo per la battaglia di Cascina( Cascina Vs Anghiari di Leonardo) e poi con Raffaello (cappella Sistina Vs Stanze Vaticane di Raffaello). Sembrava quasi di essere, nei suoi lunghi monologhi, tra le cave di Massa Carrara, all’interno di “2001 odissea nello spazio” di Kubrick nel momento in cui il monolite nero dello stesso venisse preso, stavolta, a martellate nel film “Infinito” da un sempre iracondo Michelangelo Buonarroti. In tutta questa pioggia di critiche da annoverare, si salvano a mio avviso però, come in una perfetta lezione tenuta da Piero ed Alberto Angela, le bellissime descrizioni e conseguenti sequenze su: David della Galleria dell’Accademia a Fi, la cappella Sistina ed il stupefacente Giudizio Universale, sempre presente all’interno dello stesso il tutto molto ben spiegato e suggestivo al massimo delle loro possibilità. Solo queste tre “ben riuscite” sequenze valgono il prezzo del biglietto, per il resto tanti sbadigli e poche vere emozioni. Alla strenua di tutto appena ciò elencato consiglio questo film a chi soprattutto apprezzi l’arte e non la vuole mettere da parte, e soprattutto che se ne intenda almeno un po’ delle opere di Michelangelo, magari avendole già viste ed annoverate nel proprio bagaglio culturale. Per meglio capirci, una produzione simile, ma incentrata sul genio di Dali’, ne è uscita invece quasi come fosse capolavoro al confronto.
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no_data
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venerdì 28 settembre 2018
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emozionante
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Bei testi, ottime recitazioni. Immagini emozionanti. Traspare l'amore per l'arte di tutte le persone che hanno collaborato alla realizzazione di questo magnifico film. Dieci euri ben spesi.
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