elgatoloco
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mercoledì 22 luglio 2020
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ari aster novità nell''horro fantastico
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Ari Aster con"Hereditary"/regista e autore Aster)del 2018 ci dà indubbiamente un film terrificante, nella migliore tradizione horror-fantasztica, con chiari eelementi medianico-spiritici o"spirtistici"che dir si voglia: funzione sempre,nel film, dll'ijnizio alla fine, la sorprsa al momento giusto, sempre adeguatamente preparata con una suspense o meglio con il procsso che porta alla suspense, ossia di progressiva intensificazione della paura-.aspettazione dello"spaventoso", che chiamiamo con vari nomi, ma che, in buona sostanza, è un accumulo e poi progressivamente un dis-accumulo per poi procedere a una"ricarica"forte e in qualche modo"imperiosa"della vicenda.
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Ari Aster con"Hereditary"/regista e autore Aster)del 2018 ci dà indubbiamente un film terrificante, nella migliore tradizione horror-fantasztica, con chiari eelementi medianico-spiritici o"spirtistici"che dir si voglia: funzione sempre,nel film, dll'ijnizio alla fine, la sorprsa al momento giusto, sempre adeguatamente preparata con una suspense o meglio con il procsso che porta alla suspense, ossia di progressiva intensificazione della paura-.aspettazione dello"spaventoso", che chiamiamo con vari nomi, ma che, in buona sostanza, è un accumulo e poi progressivamente un dis-accumulo per poi procedere a una"ricarica"forte e in qualche modo"imperiosa"della vicenda. Qui, in un ambiente dlela provincia USA(senza che siano particolari elementi identificativ), una serie di lutti (la madre, poi la figlia tredicenne, in maniera ttagicamente inaspettata)porta una donna di"mezza età"con velleità aritstiche ad avvicinarsi allo psichismo, all'evoazione medianica etc., con risultati che saranno, progressiv<amente, tragici. C'è poi il figlio maggiore, ormai alla con clusione degli studi liceali(o paralleli-simili)che si troverà a dover essere depositario di un potere maligno del tutto inaspettato quanto, quasi certamente, fatale....Le musiche di Colin Stelson sono assolutamente adeguate(come a suo tempo quelle dei Goblin per vari film di Dario Argento, per fare un paragone made in Italy), ma soprattutto la macchina da presa(o meglio la"camera" di Aster ci conduce attraverso il film, di cui gran parte si svolge nella casa dei protagonisti, con un grandangolo e una totale nell'ingresso, con una straordinaria casa in miniatura, che nel film ricorrerà varie volte). Interpreti adeguati, da Toni Collette(protagonsita, possiamo dire, "assoluta")a Grabiel Byrne(il marito)a Milly Shapiro, la giovanissima vittima quasi all'inizio del film, ad Alex Wolff, il neo-dèmone(anzi di più, nella gerarchia"nera"), senza trascurare il ruolo diAnne Dowd, la"consulente"-medium self made, in qualche modo"introduttiva", pur se si presenta a film ampiamente inizato, circa a metà, per la precisione. Poi una considerazione finale: a parte il risorgere di tentazioni"diaboliche", mai sopite nel cinema, dal grande film di Polansky"Rosemary's Baby"(1968!)in poi, lo spiritismo sembra tornato di gran moda, come quanto , nel 1800, Victor Hugo, tra gli altri, faceva ballare tavolini ; se si desse retta a Chesterton: !QUando la gente non crede più in Dio, crede a tutto".... El Gato
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felicity
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giovedì 18 giugno 2020
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un gioco di scatole cinesi e toni collette superba
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Hereditary è un gioco di scatole cinesi, dove nulla è ciò che appare.
L’angoscia e il senso di pericolo scandiscono la progressione narrativa di Hereditary lavorando su schemi già esplorati, ma riproposti con una visione a tratti vibrante.
Come spesso accade in questo tipo di storie la sceneggiatura e la messa in scena preferiscono insinuare il dubbio: l’orrore è frutto della mente senza controllo della protagonista oppure qualcosa di orribile sta veramente per accadere?
Aster riesce a controllare il ritmo del racconto per prolungare il più possibile tale incertezza, in un crescendo drammatico di enorme impatto che conduce a una parte finale genuinamente spaventosa, con almeno un paio di momenti destinati a essere ricordati.
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Hereditary è un gioco di scatole cinesi, dove nulla è ciò che appare.
L’angoscia e il senso di pericolo scandiscono la progressione narrativa di Hereditary lavorando su schemi già esplorati, ma riproposti con una visione a tratti vibrante.
Come spesso accade in questo tipo di storie la sceneggiatura e la messa in scena preferiscono insinuare il dubbio: l’orrore è frutto della mente senza controllo della protagonista oppure qualcosa di orribile sta veramente per accadere?
Aster riesce a controllare il ritmo del racconto per prolungare il più possibile tale incertezza, in un crescendo drammatico di enorme impatto che conduce a una parte finale genuinamente spaventosa, con almeno un paio di momenti destinati a essere ricordati.
Toni Collette è l’anima dolorosa e inquietante di Hereditary, perfetta in un ruolo pulsante e sempre in bilico tra isteria e naturalezza.
Accanto a lei meritano segnalazione anche le prove maiuscole dei giovani Alex Wolff e Milly Shapiro. Sono i tre attori a fare di Hereditary un prodotto a tratti agghiacciante, rendendolo uno dei titoli di genere più riusciti degli ultimi anni.
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elgatoloco
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venerdì 30 agosto 2019
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confuso, assurdo, senza essere"dell'assurdo"
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So di essere in controtendenza rispetto alla maggior parte delle recensioni del film esistenti, ma non me ne importa molto: "Hereditary"(2018, Ari Aster, al suo esordio registico, ha scritto anche il film da solo, avendo dietro di sé anche un romanzo, che non conosco)è un film confuso, disorganizzato, insulso, francamente. Intendiamoci. se il film fosse pura creatività, a-logico, sarebbe un conto, perché sceglierebbe comunque una strada precisa, Qui, invece, il film parte in maniera strutturata(la donna che perde la madre, peraltro molto criticata, poi la figlia deforme), con un impianto, in qualche modo"psicanalitico"o almeno psicologicamente strutturato poi invece arriva al più insulso pseudoonirismo-falso surreale, ponendo più attenzione alla paura indotta nello spettatore(e qualche volta, anche qui, l'effetto paura-sorpressa funziona, bisogna ammetterlo), arrivando poi alla denomologia, allo spiritismo nel modo più acritico, senza in qualche modo tenere conto di quanto era stato detto/mostrato prima, dove la protagonista si rifà, semplicemnete, agli appunti di spiritismo(testuale)della madre, dove il figlio e il marito, che pure hanno una funzione importante quale"feticci", vengono ad essere, in definitiva, meri"tramite", ponti e punti di passaggio per la dimensione"altra".
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So di essere in controtendenza rispetto alla maggior parte delle recensioni del film esistenti, ma non me ne importa molto: "Hereditary"(2018, Ari Aster, al suo esordio registico, ha scritto anche il film da solo, avendo dietro di sé anche un romanzo, che non conosco)è un film confuso, disorganizzato, insulso, francamente. Intendiamoci. se il film fosse pura creatività, a-logico, sarebbe un conto, perché sceglierebbe comunque una strada precisa, Qui, invece, il film parte in maniera strutturata(la donna che perde la madre, peraltro molto criticata, poi la figlia deforme), con un impianto, in qualche modo"psicanalitico"o almeno psicologicamente strutturato poi invece arriva al più insulso pseudoonirismo-falso surreale, ponendo più attenzione alla paura indotta nello spettatore(e qualche volta, anche qui, l'effetto paura-sorpressa funziona, bisogna ammetterlo), arrivando poi alla denomologia, allo spiritismo nel modo più acritico, senza in qualche modo tenere conto di quanto era stato detto/mostrato prima, dove la protagonista si rifà, semplicemnete, agli appunti di spiritismo(testuale)della madre, dove il figlio e il marito, che pure hanno una funzione importante quale"feticci", vengono ad essere, in definitiva, meri"tramite", ponti e punti di passaggio per la dimensione"altra". Chi scrive non ha mai irriso a fenomeni"parapsciologici"o di "realtà altra", ma proposti in questo modo sembrano francamente fenomeni da baraccone o poco più, Sarà forse un'espressione iperbolica, ma devo considerare"Hereditary"(non parliamo del titolo italiano, ancora più banalizzante)un film da poco, quasi cialtronesco, dove i riferimenti culturali oscillano tra l'ìintegralismo cristiano-.evangelico e una forma di neopaganesimo spiritistico francamente parossistico, maniaco, ai limti della totale assurdità, con la totale assenza, da parte dell'autore, di un minimo di autoironia... Brutto, forse, esprimersi così, ma non mi ha convinto neppure l'interpretazione di Toni COllette, protagonista, né quella di Gabriel Byrne, né quella di Alex Wolff, in realtà quella di nessun/a interprete, in un film che credo pieno di molte pretese, ma fondamentalmente rimasto a uno stadio di non-realizzazione. Forse , direi, manca anche una visione di fondo, anche culturale, che Ari Aster, che possiamo considerare ancora "molto giovane"non ha ancora maturato. El Gato
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max821966
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mercoledì 10 luglio 2019
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peccato di lesa maesta'
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SCUSATE MA NELL'ELENCARE I CAPOLAVORI DEL GENERE IN QUESTIONE, HO SCORDATO ALCUNI MASTERPIECE CHE SOTTERRANO LETTERALMENTE hereditary:
L'ESORCISTA, REC 1° E 2°, ROSEMARY'S BABY, MARTYRS, 28 GIORNI DOPO, LA COSA (1982), iL VILLAGGIO DEI DANNATI (1960), PUNTO DI NON RITORNO (1997), THE FOG, THE OTHERS........ECC ECC. SE PARLIAMO DI FILM RECENTI, "A QUIET PLACE", QUESTO SI CHE FA SALTARE SULLA SEDIA: kRAZINSKI ALLA SUA 3A REGIA SEPPELLISCE LETTERALMENTE IL POVERO ARI ASTER ALLA SUA 1A E ,SPERO ,ULTIMA REGIA.
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max821966
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mercoledì 10 luglio 2019
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horror?
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Molto rumore per nulla.
Rubando il titolo a Sir W.Shakespeare, ho voluto rendere chiaro il fatto che questo ridicolo horror non mi sia piaciuto. Sarà l'età (53 anni) , la mia passione sfrenata per la SETTIMA ARTE, mi chiedo: qual'è la qualità principale di un horror?
Deve farti saltare sulla sedia, spaventarti tanto da non voler vedere alcune sequenze.......
Chi ha visto questo film e parla di un horror fantastico, credo che abbia la soglia della paura molto bassa. Non c'è pathos, la sceneggiatura faacqua da tutte le parti, prevedibile (dal momento che il cadavere della nonna, sai già he si trova in soffitta).
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Molto rumore per nulla.
Rubando il titolo a Sir W.Shakespeare, ho voluto rendere chiaro il fatto che questo ridicolo horror non mi sia piaciuto. Sarà l'età (53 anni) , la mia passione sfrenata per la SETTIMA ARTE, mi chiedo: qual'è la qualità principale di un horror?
Deve farti saltare sulla sedia, spaventarti tanto da non voler vedere alcune sequenze.......
Chi ha visto questo film e parla di un horror fantastico, credo che abbia la soglia della paura molto bassa. Non c'è pathos, la sceneggiatura faacqua da tutte le parti, prevedibile (dal momento che il cadavere della nonna, sai già he si trova in soffitta). Non credo che valga la pena di scomodare Shining, Alien, Psyco, The silence of tbelamb, The sixth sense.....sono capolavori inarrivabili. Questa ridicola pellicola la possiamo accomunare, x es. a Get out, The blair witch project.....film da incassi record senza avere alcun merito.
Poche righe x la parte tecnica:
Regia: è all'esordio e si vede.
Attori: Gabriel Byrne: non ti accorgi neanche checi sia; Toni Colette: inarrivabile mamma del piccolo Osment ne Il sesto senso, sprecata in questo film....sui giovani protagonisti non mi pronuncio: rischierei di offendere qualche categoria protetta.
Musica disastrosa, fotografia sufficente .
Direi basta così.... x fortuna non ho buttato soldi al cinema e il Blu Ray mi è stato regalato, (messo da parte come regalo di Natale riciclato)
Bleah!!!!!!
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sabato 8 giugno 2019
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niente di che...
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Io di horror in questo film ho visto solo la faccia della bambina....stop.
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(di max821966)
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lunedì 3 giugno 2019
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film
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Film inquietante è raccapricciante! Gira abbastanza lentamente e ciò fa terrorizzare ancora di più. Film horror peggiore che abbia mai visto!!
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dandy
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venerdì 26 aprile 2019
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il male ereditario...
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Osannato da critica e pubblico in patria,il film d'esordio di Aster(anche sceneggiatore),affronta temi non nuovi con indubbia efficacia e innovazione.Si cerca una dimensione intimista,con adesione pressochè totale ai protagonisti,come tagliati fuori dal resto del mondo(emblematiche in questo senso,le inquadrature dei plastici di Annie a cominciare da quella iniziale).Il punto di forza sta nel ritmo dilatato,statico,con pochi schock bene assestati e la capacità di porre dubbi sui vari indizi disseminati nella progressione(la malattia mentale,il sonnabulismo).Evidenti i riferimenti a "L'esorcista" e "Rosemary's Baby",con cui molti hanno fatto il confronto.
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Osannato da critica e pubblico in patria,il film d'esordio di Aster(anche sceneggiatore),affronta temi non nuovi con indubbia efficacia e innovazione.Si cerca una dimensione intimista,con adesione pressochè totale ai protagonisti,come tagliati fuori dal resto del mondo(emblematiche in questo senso,le inquadrature dei plastici di Annie a cominciare da quella iniziale).Il punto di forza sta nel ritmo dilatato,statico,con pochi schock bene assestati e la capacità di porre dubbi sui vari indizi disseminati nella progressione(la malattia mentale,il sonnabulismo).Evidenti i riferimenti a "L'esorcista" e "Rosemary's Baby",con cui molti hanno fatto il confronto.Veramente bravissimi gli attori.Tony Collette mette i brividi,e la piccola Shapiro è angosciosa.Peccato che il finale,che sembra pescare a piene mani da "Le streghe di Salem",riporti il tutto su un piano banale,per non dire deludente.Sebbene non manchi di una certa suggestione visiva.Indubbiamente interessante e personale,fa sperare assai bene per il futuro del regista.
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newalessiomarta
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mercoledì 23 gennaio 2019
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un ottimo horror
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L'interpretazione della Collette fantastica
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domenica 13 gennaio 2019
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orrendo
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Il film più brutto che abbia mai visto
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