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domenica 11 ottobre 2020
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più di una bellissima recensione
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Una bellissima recensione che ha il passo la dolcezza e lo struggimento lieve e penetrante del film. Uno scritto di valore.
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eugenio
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venerdì 27 settembre 2019
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la cognizione del dolore e della speranza parigina
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Qualche piccola sorpresa nella cinematografia francese recente c’è. Si tratta di Quel giorno d’estate una semplicità che tocca le corde umane, nella sua ineluttabile drammaticità.
Francia. Giorni nostri.
Parigi edulcorata, scevra da quelle immagini di massa che la rendono la capitale mondana nota per romantiche fughe d’amore.
Parigi, città familiare, colta in retrospettiva orizzontale da una bicicletta nelle vicinanze del parco del Louvre;
Parigi, lo sguardo di un ragazzo poco più che ventenne, lavori saltuari tra cui la gestione di alcuni appartamenti su Airbnb per turisti stranieri e la manutenzione nei parchi della città, una vita precaria sia affettiva che priva di uno svolta nei confronti di un futuro che il giovane de-responsabilizza e di cui non ha nessuna idea, rifiutando salti nel buio in un eterno limbo instabile.
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Qualche piccola sorpresa nella cinematografia francese recente c’è. Si tratta di Quel giorno d’estate una semplicità che tocca le corde umane, nella sua ineluttabile drammaticità.
Francia. Giorni nostri.
Parigi edulcorata, scevra da quelle immagini di massa che la rendono la capitale mondana nota per romantiche fughe d’amore.
Parigi, città familiare, colta in retrospettiva orizzontale da una bicicletta nelle vicinanze del parco del Louvre;
Parigi, lo sguardo di un ragazzo poco più che ventenne, lavori saltuari tra cui la gestione di alcuni appartamenti su Airbnb per turisti stranieri e la manutenzione nei parchi della città, una vita precaria sia affettiva che priva di uno svolta nei confronti di un futuro che il giovane de-responsabilizza e di cui non ha nessuna idea, rifiutando salti nel buio in un eterno limbo instabile.
Parigi, affettiva nella sorella maggiore del ragazzo e della piccola nipotina Amanda, un amore che non riesce a sbocciare in pieno con Lena, un’altra solitudine di numero primo appena conosciuta.
Parigi, mossa da un atto di crudeltà: un attentato di matrice islamica nel parco, la sorella maggiore uccisa, il germoglio gravemente ferito, una nipote a cui badare come se fosse diventato fratello maggiore. E con esso un carico di consapevolezza che spezzerà per sempre la scanzonata-eterna giovinezza verso una maggiore maturità e consapevolezza dell’essere propriamente uomo.
David e sullo sfondo proprio questa Parigi in un soggetto cinematografico forte che non ha bisogno di sofismi e che Mikhael Hers, regista di rohmeriana memoria, incapsula con uno sguardo minimale in cui tutto sembra a posto e niente fuori forma. Persino il dolore appare contenuto, in secondo piano, come se fosse nell’intento del regista non esacerbare lo spettatore con retorismi di fondo ma concentrarsi su un delicato tema, l’elaborazione del lutto.
Con discrezione, Hers miscela eventi ahimè reali (l’attentato) in una matrice pur se affollata inventata (il parco), andando oltre il semplice cronachismo. Si focalizza su tre personaggi, sulla difficile strada di redenzione del giovane David che si troverà a crescere con lo scotto dei suoi anni insieme alla piccola Amanda, sui suoi rapporti deliziosi, frutto di un amore puro e incondizionato con Lena, sconvolta, ferita ma ancora viva dopo l’attentato, sul difficile rientro alla quotidineità di quel giorno d’estate in cui tutto cambiò.
Quel giorno d’estateaffronta tematiche similari a Manchester by the sea. Ma con grazia, dolcezza, cura e attenzione ai dettagli sulla sindrome post-traumatica grazie una buona caratterizzazione attoriale (David è interpretato da Vincent Lacoste, accompagnato dalla dolcezza di una convincente Lena-Stacy Martine della giovanissima Isaure Multrier nel ruolo di Amanda), a un riuscito doppiaggio e a una giusta empatia dolorosa. E perché noi, anche di gioia inaspettata.
Da vedere.
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angelo umana
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mercoledì 26 giugno 2019
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la vita non finisce mai di stupire ed anche i film
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Quel giorno d'estate avvenne tutto. Un film di Mikhael Hers, apprezzabile perché fa assorbire lentamente le emozioni, quasi in modo dolce, graduale. Bello è poi che la macchina da presa inquadri i luoghi dove le vicende si svolgono, per ben collocarci, osserva tutto come se quanto avviene sia assolutamente reale, non recitato.
La scena che più mi resta in mente è quella dove David, 24enne protagonista, prima di accogliere sorridente e disponibile alla stazione dei turisti che pernotteranno a Parigi - e l'incarico di fare occupare degli appartamenti è uno dei lavoretti che svolge - scoppia in un pianto che non può contenere, si sente soverchiato da una grave perdita e dalla responsabilità di adottare Amanda (titolo originale), la bambina di 8 anni figlia di sua sorella, che è stata uccisa in un attentato.
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Quel giorno d'estate avvenne tutto. Un film di Mikhael Hers, apprezzabile perché fa assorbire lentamente le emozioni, quasi in modo dolce, graduale. Bello è poi che la macchina da presa inquadri i luoghi dove le vicende si svolgono, per ben collocarci, osserva tutto come se quanto avviene sia assolutamente reale, non recitato.
La scena che più mi resta in mente è quella dove David, 24enne protagonista, prima di accogliere sorridente e disponibile alla stazione dei turisti che pernotteranno a Parigi - e l'incarico di fare occupare degli appartamenti è uno dei lavoretti che svolge - scoppia in un pianto che non può contenere, si sente soverchiato da una grave perdita e dalla responsabilità di adottare Amanda (titolo originale), la bambina di 8 anni figlia di sua sorella, che è stata uccisa in un attentato. Un pianto così forte a volte aiuta quando non si hanno soluzioni, quando altro non si può fare o gli eventi non si riescono a modificare.
Nel suo ruolo deve consolare la sua nipotina, i pianti e gli incubi notturni di questa, troppo piccola per accettare l'assenza della madre, troppo presto per rielaborare l'accaduto. La cosa avverrà lentamente, ma i film mettono a posto tutto nel tempo della proiezione (106'). In un viaggio a Wimbledon vedranno che una partita di tennis non è finita fino all'ultima palla giocata e che la vita stessa ci riserva sempre delle possibilità. Il viaggio era stato programmato dalla sorella di David, madre di Amanda, anche per rivedere la madre dei due, Greta Scacchi: aveva lasciato la famiglia ed era partita per Londra molti anni prima senza più fare ritorno. Chissà, forse un affetto nuovo con cui confortarsi. Ricorda molto Manchester by the sea, anche lì c'era uno zio che adottava un nipote, ed eventi più sconvolgenti.
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bonny
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venerdì 31 maggio 2019
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una storia di speranza in una parigi autentica
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Un attentato nel cuore porta via la mamma della piccola Amanda. Alla bambina non resta che lo zio ventenne che si trova improvvisamente caricato di una responsabilità immensa. Il film racconta le conseguenze di una morte improvvisa su chi resta. Il regista descrive con delicatezza l'evoluzione del rapporto tra il giovane David e la nipotina Amanda, in una Parigi lontana dai luoghi da cartolina dove ferve la vita quotidiana dei suoi abitanti. Mi ha molto colpito l'atmosfera di autenticità che si respira nel film e le interpretazioni degli attori, in paricolare Vincent Lacoste e la piccola protagonista Isauer Multrier. L'ho trovato molto commovente ma carico di speranza.
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Un attentato nel cuore porta via la mamma della piccola Amanda. Alla bambina non resta che lo zio ventenne che si trova improvvisamente caricato di una responsabilità immensa. Il film racconta le conseguenze di una morte improvvisa su chi resta. Il regista descrive con delicatezza l'evoluzione del rapporto tra il giovane David e la nipotina Amanda, in una Parigi lontana dai luoghi da cartolina dove ferve la vita quotidiana dei suoi abitanti. Mi ha molto colpito l'atmosfera di autenticità che si respira nel film e le interpretazioni degli attori, in paricolare Vincent Lacoste e la piccola protagonista Isauer Multrier. L'ho trovato molto commovente ma carico di speranza.
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stefania
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venerdì 31 maggio 2019
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splendido e delicato. commuove con i gesti e gli sguardi.
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Con una delicatezza rara, il regista ci racconta il “la vita dopo” un attentato terroristico. Con estrema naturalezza e grande rispetto, riusciamo a sentire lo stesso vuoto che i protagonisti del film cercano di colmare. Ci si commuove e ci si affeziona ai personaggi, così naturali e sinceri che il loro dolore assolutamente autentico. Da vedere.
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sabato 1 settembre 2018
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bellissimo. interpretazione da oscar
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Ottimo film. Vibrante, appassionante, toccante, intenso. Da Oscar l'interpretazione di Amanda (non conosco il nome della giovanissima interprete, Brava!). Bravi tutti. Ottimo film.
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(di mana1971)
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