giuseppetoro
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sabato 19 settembre 2020
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commedia simpatica
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Una commedia molto simpatica. Un uomo veramente tirchio che vive la sua vita nel terrore di spendere e di consumare. Ma sua figlia...
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brunopepi
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giovedì 17 settembre 2020
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un boon non superlativo
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Non mi perdo un film di Dany Boon, eminenza nella commedia transalpina, ma in questo suo impegno cinematografico si nota un certo appannamento nell'interpretazione del personaggio da attribuire più alla regia che a lui. Il film è senza dubbio piacevole ma perde spesso il ritmo della risata sciupando una buona carica umoristica causa gli alti e bassi alla fine alquanto deludenti. Un finale sempliciotto e alla spicciolata toglie ulteriormente la sensazione di aver visto un film da raccomandare anche se, ripeto, aggraziato e godibile nel suo complesso che, per l'originalità del soggetto poteva andare meglio. Non tra i migliori film per un'icona della risata francese.
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Non mi perdo un film di Dany Boon, eminenza nella commedia transalpina, ma in questo suo impegno cinematografico si nota un certo appannamento nell'interpretazione del personaggio da attribuire più alla regia che a lui. Il film è senza dubbio piacevole ma perde spesso il ritmo della risata sciupando una buona carica umoristica causa gli alti e bassi alla fine alquanto deludenti. Un finale sempliciotto e alla spicciolata toglie ulteriormente la sensazione di aver visto un film da raccomandare anche se, ripeto, aggraziato e godibile nel suo complesso che, per l'originalità del soggetto poteva andare meglio. Non tra i migliori film per un'icona della risata francese.
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belliteam
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venerdì 3 aprile 2020
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un tirchio parecchio imperfetto
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Blockbuster francese che mette l'accento ironizzando (?) Sull'attitudine all'essere tirchio da parte del protagonista. Ma purtroppo il film non riesce mai a strappare alcuna risata in quanto dopo 2 minuti, capito il cliche', tutto risulta scontato e ci si puo' divertire al piu' solamente cercando di anticipare le gag ... riuscendoci poi quasi sempre. Insomma un film evitare senz'altro, nulla a che vedere con altre commedie ben piu' riuscite arrivate da oltr'alpe in questi ultimi anni.
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vepra81
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mercoledì 18 luglio 2018
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vero come falso
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E' un film talmente coinvolgente che ti verrebbe voglia di prendere a sberle il protagonista per il suo comportamento. Lo spettatore si trova catapultato nel film incapace di poter agire e cambiare le cose. E poi verso la fine quanto sta per redimersi ecco che straccia l'assegno. Poi come molte commedie francesci il finale è sempre molto toccante che fa riflettere davvero. Un bel film per una bella serata.
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gabrisaltgr
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mercoledì 23 maggio 2018
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l’avarizia di lasciarsi amare
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Uno strepitoso Dany Boon ci regala una commedia dal tipico retrogusto malinconico e incompiuto, tipico dei film francesi. È solo lui che trascina il film, lo vivifica. Gli altri personaggi ruotano intorno a lui in modo approssimativo e piuttosto superficiale, senza incidere. L’avarizia dei sentimenti è forse più evidente di quella del denaro. La condizione di padre latitante è l’essenza di una pellicola, volta (probabilmente) a porre l’attenzione sui vuoti che tale figura può lasciare nel cuore dei figli. Per il resto la trama è piuttosto debole e anche la regia non è delle più riuscite.
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liuk!
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sabato 9 settembre 2017
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a tratti defilippiano
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Commedia francese interpretata dal solito Dany Boon (sembra che in Francia abbiano solo lui!) con trama semplice e buonista. Un avaro che si redime e diventa, quasi, generoso per non essere emarginato dalla famiglia. A tratti divertente a tratti troppo buonista in stile defilippiano. purtroppo non Peppino ma Maria.
Sufficiente, 2 stelle e mezza, si può vedere.
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alberto
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sabato 27 maggio 2017
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graziosa esagerazione della figura dell'avaro
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Dany Boon è uno tra i comici francesi più famosi, grazie soprattutto a quel "Giù al nord" rifatto poi dal "nostro" regista Luca Miniero con il dittico "Benvenuti al...", e a qualche altra commedia come "Supercondriaco". Questa volta non è al suo fianco Kad Merad, ma si mostra come assoluto protagonista di una farsa che sembra continuare con la presa in giro di determinati caratteri: dall'ipocondriaco del film sopracitato si cimenta nel ruolo di Francois, un uomo degno del teatro classico che definire avaro o tirchio è eufemismo, a tal punto che usa il lampione del giardino condominiale per illuminare casa sua, mangia cibo scaduto e gli avanzi che gli capitano e quando una persona pronuncia davanti a lui la parola "regalo" rabbrividisce.
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Dany Boon è uno tra i comici francesi più famosi, grazie soprattutto a quel "Giù al nord" rifatto poi dal "nostro" regista Luca Miniero con il dittico "Benvenuti al...", e a qualche altra commedia come "Supercondriaco". Questa volta non è al suo fianco Kad Merad, ma si mostra come assoluto protagonista di una farsa che sembra continuare con la presa in giro di determinati caratteri: dall'ipocondriaco del film sopracitato si cimenta nel ruolo di Francois, un uomo degno del teatro classico che definire avaro o tirchio è eufemismo, a tal punto che usa il lampione del giardino condominiale per illuminare casa sua, mangia cibo scaduto e gli avanzi che gli capitano e quando una persona pronuncia davanti a lui la parola "regalo" rabbrividisce. Un giorno però la sua pignoleria dovrà fare i conti con una ragazza che sostiene di essere sua figlia, nata peraltro sempre a causa della strana ma non rara indole paterna. Forse in fondo in fondo non è solo quello che tutti superficialmente danno per scontato che sia (anche se è un dato di fatto: basti pensare alle storie che fa ad una cassiera per tre centesimi). Boon offre un'interpretazione assolutamente degna di nota e per niente facile, dato che il suo personaggio, pur rimanendo un'iperbolica, esagerata rappresentazione di uno dei sette peccati capitali, mostra anche una certa complessità, una tendenza che non vorrebbe avere, che lo fa stare male, lo fa tornare a casa a testa bassa e triste: l'attore francese riesce a trasmettere tutto il potenziale comico di questo character, tra disperate urla in risposta a fattori "costosi", smorfie e momenti di tensione dovuti allo spaventoso e pericolosissimo arrivo del cameriere col conto alquanto salato, nella scena migliore della pellicola, il culmine dei suoi isterismi, con annesso solito omaggio di "Shining" (ascia più porta). Ma riesce anche ad essere credibile nelle sequenze ricolme di lacrime. La regia è di Fred Cavayé che, anche in veste di cosceneggiatore, realizza un filmetto leggero, grazioso, un pò buonista e a tratti smielato, ma comunque in grado di strappare non poche risate, grazie soprattutto a Boon, caratterista d'eccezione, salvando una storia che difatti ha solo bisogno di un attore con grande mimica che la regga.
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emanuele1968
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lunedì 24 aprile 2017
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divertentissimo!
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Non è il mio genere ( drammatico, melodrammatico, autobiografico ) e non è un capolavoro, però personalmente è divertentissimo, è troppo forte, una realtà dove in parecchi si rispecchiano ma non danno a vedere, dal trailer ero dubbioso, invece mi sono ricreduto, gran parte del pubblico era visibilmente divertita.
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totemx
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sabato 22 aprile 2017
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divertente, non banale, chiusura troppo rapida
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Ho trovato il film molto divertente, a tratti esilarante, partendo da un presupposto assurdo (il protagonista tirchio all'esasperazione) via via è un crescendo tra comicità e aspetti seri. L'accompagnamento di musica classica è ben orchestrato, inserito nella trama per farne parte e rendere la visione più gradevole, le tematiche affrontate, seppur nella comicità, non sono banali ed il messaggio finale è bello e toccante nel modo con cui affronta il rapporto padre/figlia e delle persone col denaro. Personalmente l'ho trovato ben sopra la media. L'unica pecca è la conclusione un pochino dispersiva e affrettata.
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pierdelmonte
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venerdì 31 marzo 2017
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sei meno meno
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le commedie francesi le trovo per lo piu’ insopportabili, molto fastidiose, beh questa son riuscito a guardarla fino in fondo, niente di eccezionale pero’ godibile al minimo.
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