gi�marian
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martedì 3 maggio 2016
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da vedere
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Ho visto questo film a Vicenza e sono stato piacevolmente sorpreso. All'inizio ero un po' scettico perchè mi aspettavo un prodotto amatoriale, considerato che è stato girato con un budget ridottisssimo e mezzi "poveri". Dopo la visione, però, mi sono dovuto ricredere: siamo di fronte a un film vero, costruito su una solida sceneggiatura, privo di retorica, che si avvale di un'ottima fotografia e di scelte registiche di tutto rispetto. Qualche piccola imperfezione tecnica, dovuta probabilmente proprio al tipo di attrezzatura utilizzata, passa davvero in secondo piano rispetto al livello generale del film. Bravi anche gli attori, che danno vita a un lavoro corale ben confezionato e soprattutto che emoziona.
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Ho visto questo film a Vicenza e sono stato piacevolmente sorpreso. All'inizio ero un po' scettico perchè mi aspettavo un prodotto amatoriale, considerato che è stato girato con un budget ridottisssimo e mezzi "poveri". Dopo la visione, però, mi sono dovuto ricredere: siamo di fronte a un film vero, costruito su una solida sceneggiatura, privo di retorica, che si avvale di un'ottima fotografia e di scelte registiche di tutto rispetto. Qualche piccola imperfezione tecnica, dovuta probabilmente proprio al tipo di attrezzatura utilizzata, passa davvero in secondo piano rispetto al livello generale del film. Bravi anche gli attori, che danno vita a un lavoro corale ben confezionato e soprattutto che emoziona. Il cameo finale di Rigillo, poi, non fa che confermare la qualità dell'opera, regalando un velo di commozione autentica. Il che non guasta.
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gabriella
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lunedì 25 aprile 2016
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chi salva una vita salva il mondo intero
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Oscar fa parte di quelle piccole grandi storie , di piccoli e grandi gesti eroici da parte di gente semplice durante la seconda guerra mondiale, gente comune, ignara della loro missione salvifica che ridà dignità al mondo e lo valorizza rendendolo un luogo migliore. La vicenda si svolge in un paese dell’alto vicentino dove la famiglia Klein, ebrea ha trovato ospitalità in seguito alle persecuzioni naziste. Oscar, figlio di un sarto , ha la passione della musica e grazie a questo stringe amicizia con i figli del podestà ( Emma e Vittorio) che riescono a farlo entrare nella banda paesana con l’aiuto anche del parroco. Tra Oscar e Emma nasce un tenero sentimento, sconvolto però dall’arrivo dei tedeschi che vogliono arrestare tutti gli ebrei e costringendo la famiglia Klein a lasciare il paese, aiutati dai partigiani e da una staffetta che li condurrà dapprima in un convento di suore e successivamente in un rifugio in montagna.
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Oscar fa parte di quelle piccole grandi storie , di piccoli e grandi gesti eroici da parte di gente semplice durante la seconda guerra mondiale, gente comune, ignara della loro missione salvifica che ridà dignità al mondo e lo valorizza rendendolo un luogo migliore. La vicenda si svolge in un paese dell’alto vicentino dove la famiglia Klein, ebrea ha trovato ospitalità in seguito alle persecuzioni naziste. Oscar, figlio di un sarto , ha la passione della musica e grazie a questo stringe amicizia con i figli del podestà ( Emma e Vittorio) che riescono a farlo entrare nella banda paesana con l’aiuto anche del parroco. Tra Oscar e Emma nasce un tenero sentimento, sconvolto però dall’arrivo dei tedeschi che vogliono arrestare tutti gli ebrei e costringendo la famiglia Klein a lasciare il paese, aiutati dai partigiani e da una staffetta che li condurrà dapprima in un convento di suore e successivamente in un rifugio in montagna. Fino all’espatrio in Svizzera.
Il film di Dennis Dellai, regista thienese già autore di Terre rosse, è un lavoro che a mio avviso non ha nulla da invidiare a tanto cinema accreditato; considerando poi il budget ridotto e il solo aiuto finanziario da enti locali e imprenditori vicentini che hanno creduto nel progetto, assume ancor di più merito e apprezzamento. E’ una storia che commuove e che entra nel cuore dello spettatore grazie a un’interpretazione sentita, alla quale va aggiunta e riconosciuta una splendida fotografia e una colonna sonora molto efficace. Ci sono scene davvero toccanti e intense, ad esempio quella dell’allarme che costringe la gente riunita in piazza durante una festa a trovare riparo nel vicino rifugio, mentre Oscar, fuori, prende una tromba e suona un pezzo di Gershwin, Summertime, ( Oscar Klein è stato un musicista jazz che ha suonato con le più grandi orchestre ed è scomparso nel 2006 ), una ninna nanna che per un attimo rassicura la gente dentro il rifugio sul loro futuro e crea un legame di solidarietà e armonia, mentre gli aerei oscurano il cielo. Oppure quella finale che vede l’entrata in scena di Mariano Rigillo ( che interpreta Oscar anziano), un cameo che dà ancora di più spessore e pregio al lavoro.C’è anche un omaggio a Steven Spielberg, nella scena dell’assalto al convoglio ferroviario da parte dei partigiani nel tentativo di salvare gli ebrei, una bambina col cappottino rosso inginocchiata davanti al corpo senza vita della mamma. Consiglio la visione di questo bel film, nulla a che vedere con il fatto che sia veneta, o la familiarità con i luoghi che ho visto e percorso tante volte non influenza affatto il mio giudizio. Mi auguro di vedere ancora, prossimamente un altro film di Dellai, perché la passione e la dedizione per questo lavoro è evidente e ammirevole e ciò che riesce a trasmettere è davvero emozionante, ti porta dentro la storia e la sua realtà.
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