|
lunedì 9 novembre 2020
|
saw in salsa western
|
|
|
|
Il cinema è horror o non è. Il resto è vita.
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
wolvie
|
domenica 27 settembre 2020
|
sadismo e vendetta nel west
|
|
|
|
Che strana coproduzione questo film, tra buona parte dell' Europa e gli U.S.A, realizzata da Martin Koolhoven, autore anche del soggetto.
Diviso in 4 capitoli: Rivelazione, Esodo, Genesi e Castigo, narra un epopea sfacciatamente biblica, nell' accezione da Vecchio Testamento, dove gli stupri, gli incesti, le violenze e le vendette sanguinose sono all' ordine del giorno.
Si sviluppa, come un feuleitton ottocentesco (e mi sovviene "Justine" del marchese De Sade), raccontandoci le disavventure di Liz, tra passato e presente, che sfuggita al padre padrone, predicatore protestante notevolmente incline alla pazzia e follia psicopatico religiosa, che la vuole come nuova moglie, trova rifugio in un bordello, dove l aspettano drammi in serie, legati alla sua condizione di donna, simile a carne da macello.
[+]
Che strana coproduzione questo film, tra buona parte dell' Europa e gli U.S.A, realizzata da Martin Koolhoven, autore anche del soggetto.
Diviso in 4 capitoli: Rivelazione, Esodo, Genesi e Castigo, narra un epopea sfacciatamente biblica, nell' accezione da Vecchio Testamento, dove gli stupri, gli incesti, le violenze e le vendette sanguinose sono all' ordine del giorno.
Si sviluppa, come un feuleitton ottocentesco (e mi sovviene "Justine" del marchese De Sade), raccontandoci le disavventure di Liz, tra passato e presente, che sfuggita al padre padrone, predicatore protestante notevolmente incline alla pazzia e follia psicopatico religiosa, che la vuole come nuova moglie, trova rifugio in un bordello, dove l aspettano drammi in serie, legati alla sua condizione di donna, simile a carne da macello. Il predicatore non tarderà a trovarla anche qui, ma la fuga proseguirà fino a trovare serenità verso ovest e a rifarsi una famiglia.
La furia del predicatore non le darà scampo fino all' agognata resa dei conti.
Western atipico, a tratti quasi horror, che non lesina in violenze ed efferatezze, ma dalla sua ha un buon senso della narrazione e una notevole colonna sonora.
Da segnalare la presenza in piccoli ruoli del Jon Snow e della Strega Rossa del "Trono di Spade" che non faranno ad onor del vero una bella fine.
Guy Pearce oramai abbonato a personaggi " oltre il limite", spesso dediti al sadismo, quindi, si rischia spesso l' overacting , comunque il film riesce a farsi seguire con discreta attenzione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a wolvie »
[ - ] lascia un commento a wolvie »
|
|
d'accordo? |
|
|
giovedì 30 luglio 2020
|
dare una stella a questo film è blasfemia!
|
|
|
|
Meno male che non ho tenuto conto della sua recensione. Mi sarei perso un capolavoro.
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
venerdì 17 luglio 2020
|
brimstone, baggianata!
|
|
|
|
Ho fatto molta, molta, molta fatica vedere Brimstone per la seconda volta perchè più andavo avanti più mi sembrava autoindulgente e una bagganata. Sono daccordo co te su tutto quello che dici nella tua critica. Luciano Benini
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
venerdì 8 marzo 2019
|
giudizio un pò troppo severo
|
|
|
|
non voglio convincer nessuno, ma dare una stella...! il suo giudizio mi sembra veramente ingeneroso e totalmente soggettivo. non analizza nulla in maniera tecnica o professionale. che il regista sia "particolarmente orgoglioso" nel mostrare sbudellamenti è un giudizio totalmente gratuito che, oltre a non essere necessariamente vero, non ne farebbe comunque un difetto. perchè non ammettere che è stato piacevole e accattivante?(tutto, non solo il primo capitolo). con tre facciate in legno e tre attori principali il regista ha mostrato un mondo credibile e una storia che gioca con i generi e si fa seguire senza cali e, con le dovute licenze, è coerente e curata nella messa in scena. ci mostra un personaggio femminile interessante e ha un ottimo senso del racconto e controllo della regia e dei movimenti macchina.
[+]
non voglio convincer nessuno, ma dare una stella...! il suo giudizio mi sembra veramente ingeneroso e totalmente soggettivo. non analizza nulla in maniera tecnica o professionale. che il regista sia "particolarmente orgoglioso" nel mostrare sbudellamenti è un giudizio totalmente gratuito che, oltre a non essere necessariamente vero, non ne farebbe comunque un difetto. perchè non ammettere che è stato piacevole e accattivante?(tutto, non solo il primo capitolo). con tre facciate in legno e tre attori principali il regista ha mostrato un mondo credibile e una storia che gioca con i generi e si fa seguire senza cali e, con le dovute licenze, è coerente e curata nella messa in scena. ci mostra un personaggio femminile interessante e ha un ottimo senso del racconto e controllo della regia e dei movimenti macchina. non so in base a che cosa lei dica poi che non ha una "passione reale e rispettosa per l'arte (che noia!) a cui concorre" e che è "particolarmente orgoglioso (???) nell'illustrazione compiaciuta della libidine". io non ci ho trovato nulla di pruriginoso o di troppo mostrato. ha raccontato una situazione terribile e lo ha fatto bene. le storie non vanno analizzate solo in maniera cerebrale, è bene lasciarsi andare. non ha la pretesa di essere un capolavoro ma è un buon prodotto. ci metterei la firma se i film da una stella fossero così.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
markym
|
sabato 14 luglio 2018
|
niente di che
|
|
|
|
Prometteva mooolto bene questo film in cui sono presenti di rilievo.
Una famiglia con un reverendo direi pazzo ,perde la testa per la figlia dopo la morte della madre e incomincia la fuga della ragazza che scopre la crudelta del mondo di quei tempi.
|
|
[+] lascia un commento a markym »
[ - ] lascia un commento a markym »
|
|
d'accordo? |
|
ashtray_bliss
|
sabato 25 marzo 2017
|
parabola discendente di violenza e coraggio.
|
|
|
|
"Non è un paese per donne" avrebbe potuto essere il titolo alternativo al Brimstone di Koolhoven, e avrebbe calzato a pennello questa discendente parabola dark ambientata nel far west americano, spietato e crudele, come la storia che si svolge sullo schermo. Suddiviso in quattro capitoli dagli espliciti riferimenti biblici l'opera di Koolhoven si contraddistingue subito per il notevole impatto visivo in cui ruba la scena la fotografia: cupa ed evanescente che incornicia alla perfezione l'ambiente freddo, misterioso, scarno e crudo nel quale si svolge l'azione, o per meglio dire si consuma il dramma. La pellicola infatti colpisce sin dalle prime inquadrature dove si introduce la figura dell'enigmatica Liz, giovane madre e moglie muta che aiuta a partorire le donne di una anonima cittadina del West.
[+]
"Non è un paese per donne" avrebbe potuto essere il titolo alternativo al Brimstone di Koolhoven, e avrebbe calzato a pennello questa discendente parabola dark ambientata nel far west americano, spietato e crudele, come la storia che si svolge sullo schermo. Suddiviso in quattro capitoli dagli espliciti riferimenti biblici l'opera di Koolhoven si contraddistingue subito per il notevole impatto visivo in cui ruba la scena la fotografia: cupa ed evanescente che incornicia alla perfezione l'ambiente freddo, misterioso, scarno e crudo nel quale si svolge l'azione, o per meglio dire si consuma il dramma. La pellicola infatti colpisce sin dalle prime inquadrature dove si introduce la figura dell'enigmatica Liz, giovane madre e moglie muta che aiuta a partorire le donne di una anonima cittadina del West. Poco dopo assistiamo all'entrata in scena della controparte di Liz, un austero reverendo che incute timore e brividi tanto nella protagonista quanto negli spettatori, non appena sale sul altare della chiesa e inizia la sua predica moralista. Da quel momento in poi avrà inizio una crudelissima lotta per la sopravvivenza che vede Liz nella parte della vittima e il temibile reverendo in quella del carnefice.
Ma l'origine della tormentata vicenda che unisce il reverendo alla fragile ma tenace Liz ha inizio nel passato e il regista con grande maestria ci svela la drammatica storia della protagonista portandoci a ritroso nel tempo, attraverso una narrazione non lineare che incatena lo spettatore allo schermo, incrementando caparbiamente il suo interesse, ed infine catapultandolo al centro di questa fiaba oscura e crepuscolare dalle tinte horror dove regna il sadismo e la violenza più becera, anche se infine quello che trionfa e risuona è la determinazione e il coraggio straordinario mostrato dalla protagonista. Un'eroina certamente atipica e anticonvenzionale segnata da un passato tragico e da un destino ineluttabile che nonostante tutto non si arrende mai. Si ribella e combatte non soltanto contro un'uomo, il reverendo dal quale scappa, ma conseguentemente la sua è una battaglia contro la società repressiva, patriarcale e misogina che confina le donne all'interno delle mura di casa (o di un bordello), oppure si avvale dei testi sacri per scatenare tutta la propria morbosità e malvagità su di esse, come il reverendo.
Brimstone non è quindi solo un'opera che mette in evidenza come la religione possa facilmente diventare un mezzo di imposizione, ideologica e violenta, sugli altri; ma è altresì uno spaccato terribile della società fallocentrica del 18esimo secolo che tiene le donne ancorate in rigidi ruoli sociali e le mantiene sottoposte all'autoritàmaschile, sia che esso sia un padre o un marito. La battaglia di Liz/ Joane (il perchè del doppio nome spiegato nel procedere del racconto) non è solo contro un satanico reverendo che la segue ovunque, non dandole tregua e distruggendo tutto ciò che ama; ma è sopratutto una guerra per l'emancipazione femminile, contro lo status quo che impedisce alle donne di autodeterminarsi.
Ne esce quindi un affresco affascinante, decadente e spietato del selvaggio West dei coloni dove regna la violenza e la vendetta. Ma spicca incontrastata la storia emotivamente coinvolgente ed angosciante di Liz, donna sola e muta, in lotta per la sopravvivenza di lei stessa e della figlioletta ma anche in fuga da un crudele e sinistro reverendo. A questo punto bisogna riconoscere la grandiosità di un attore del calibro di Guy Pearce che riesce a immedesimarsi col suo personaggio, facendo emergere la quintessenza della malvagità, illogica e irrazionale, fatta persona. Pearce dona spessore alla figura del reverendo riuscendo pienamente nell'intento di far immedesimare lo spettatore con Liz, e disprezzare, nonchè odiare, quel truce e vile essere umano che professa la parola di Dio.
E qui si arriva all'altro caposaldo della pellicola: la critica rivolta ai fondamentalismi religiosi di qualsiasi genere. I contenuti dei testi sacri, dei vangeli e della Bibbia quando finiscono nelle mani sbagliate posso essere distorti e strumentalizzati a proprio piacimento con l'intento d'imporsi su gli altri, controllarli e soggiogarli. La religiosità acritica e di facciata non porta altro che dolore e sofferenze, e in questa pellicola a farne le spese sono la protagonista e sua madre, vittime dell'ottusità e furia del padre-padrone che usando la religione come pretesto impone sadiche, e inutili, punizioni.
Violenza (fisica e psicologica) e soprusi di ogni genere stanno al centro di questo oscuro racconto. Eppure al centro brilla la forza di volontà, la grintosità e l'audacia di un'eroina come Liz, interpretata da una intensa Dakota Fanning che pur senza parlare, riesce a veicolare e trasmettere al pubblico tutte le emozioni della sua travagliata protagonista. E alla fine, come in ogni western che si rispetti, arriva la vendetta, la nemesi che ristabilisce il senso di giustizia da tanto bramato, portando alla katharsis.
Brimstone è dunque un western atipico, made in Europe, ma significativamente emozionante e coinvolgente. Spicca la sua ottima fotografia talvolta evocativa e talvolta suggestiva e la regia di altissimo livello. Gli unici nei sono qualche incongruenza, specialmente tra il primo e il secondo capitolo, e l'eccesso nel rappresentare le scene violente, sfiorando in alcuni casi il gore, il che non si addice allo stile del racconto. Ma sorvolando questi particolari, abbiamo a che fare con un piccolo capolavoro. Una seducente parabola di sofferenze e vendette all'interno d'un contesto sociale e storico straordinariamente complicato.
Interpretazioni da brividi e attori protagonisti da Oscar, mentre figurano benissimo anche Carice Van Houten e Kit Harrington, ritrovati nuovamente fuori dal set di Game of Thrones. In definitiva? Un piccolo gioiello del cinema europeo con una storia di fondo agghiacciante ma che alla fine trionfale è il messaggio di (auto)determinazione femminile che trascende gli ostacoli e le difficoltà. 4,5/5.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ashtray_bliss »
[ - ] lascia un commento a ashtray_bliss »
|
|
d'accordo? |
|
dunkan
|
mercoledì 22 marzo 2017
|
religione usata come giustificazione per il male
|
|
|
|
ottimo film a tratti disturbante con scene forti di indubbio impatto, solo un po prolisso e con alcuni passaggi forzati che non ne sminuiscono il valore,eccelso guy pierce nella parte del reverendo,dakota troppo inespressiva,"jhon snow" ottima conparsa ,il voto più basso ai recensori di my movies,sono anni che non ne imbroccano una,per fortuna ho smesso di leggere qualsiasi vostra recensione anni fa,non saro questo cinefilo, ma i vostri recensori sono una massa di cinofili
|
|
[+] lascia un commento a dunkan »
[ - ] lascia un commento a dunkan »
|
|
d'accordo? |
|
peer gynt
|
domenica 4 settembre 2016
|
l'infernale reverendo
|
|
|
|
Joanna è una ragazza muta sposata ad un bravo colono. Ma perché tutti la chiamano Liz? E perché il Reverendo, quando parla del Male da cui guardarsi, sembra alludere proprio a lei? Perché Joanna ha paura di lui? Forse lo conosce già? A queste domande, poste tutte dal primo capitolo del film (intitolato "Apocalisse"), daranno adeguata e sconcertante risposta i successivi tre capitoli di questo western cupo e violento: "Esodo", "Genesi", "Castigo". La violenza viene esibita con un gusto quasi sadico, mentre i fatti narrati sono concentrati con una densità talvolta forzata che non può non far ricordare il romanzo d'appendice del secolo 19.
[+]
Joanna è una ragazza muta sposata ad un bravo colono. Ma perché tutti la chiamano Liz? E perché il Reverendo, quando parla del Male da cui guardarsi, sembra alludere proprio a lei? Perché Joanna ha paura di lui? Forse lo conosce già? A queste domande, poste tutte dal primo capitolo del film (intitolato "Apocalisse"), daranno adeguata e sconcertante risposta i successivi tre capitoli di questo western cupo e violento: "Esodo", "Genesi", "Castigo". La violenza viene esibita con un gusto quasi sadico, mentre i fatti narrati sono concentrati con una densità talvolta forzata che non può non far ricordare il romanzo d'appendice del secolo 19. Lo spirito che anima lo spietato e indistruttibile villain (un ottimo Guy Pearce) è quello del più bieco integralismo religioso, lo spirito di un Cotton Mather, per intenderci. Lui è l'infernale sacerdote del Male, lei l'eroina sulla quale si addensano, quasi convogliate da un'implacabile Predestinazione, tutte le tragedie possibili La suddivisione del racconto filmico in quattro capitoli gli conferisce una patina letteraria che ha il sapore dell'antico. Film che si segue appassionatamene, anche se bisogna ammettere che qualche caduta di tono, qualche scelta narrativa scriteriata (dove in alcuni momenti si sfiora il ridicolo) e alcune forzature soprattutto nel finale gli impediscono di raggiungere livelli più alti. Ma il piacere del racconto attenua questi difetti e li fa quasi dimenticare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a peer gynt »
[ - ] lascia un commento a peer gynt »
|
|
d'accordo? |
|
|