dandy
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venerdì 7 aprile 2017
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un nuovo sweeney todd?
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Il debutto alla regia di Carlyle,che adatta l'omonimo romanzo di Douglas Lindsay,è una commedia british con un bell'humor nero,situazioni paradossali e una buona riflessione sulle svolte impreviste e sconvolenti in una vita grigia e monotona.Ben diretti gli attori.Simpaticamente tragico il finale.Nulla di eccezionale comunque,ma un esordio da tenere in considerazione.Da noi non è mai arrivato in sala.E probabilmente sarebbe passato inosservato...
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carloalberto
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giovedì 3 dicembre 2020
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divertente black comedy quasi perfetta
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Robert Carlyle,esordiente regista, si autodirige in una divertente black comedy,The Legend of Barney Thomson,distribuita in Italia con due titoli diversi, Delitti perfetti e La bottega degli errori, entrambi lontani dall’originale ed entrambi poco azzeccati.
Carlyle, che si dimostra attore dal talento eclettico e versatile, perfettamente a suo agio sia in ruoli drammatici che, come in questo caso, comici, è attorniato da un cast all’altezza della sua bravura, in cui figurano, tra gli altri, Emma Thompson e Ray Winstone, che riesce nella caratterizzazione dei personaggi che risultano tratteggiati a tutto tondo e finanche di quelli minori, come il padre di una delle vittime casuali dell’imbranato barbiere interpretato da James Cosmo.
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Robert Carlyle,esordiente regista, si autodirige in una divertente black comedy,The Legend of Barney Thomson,distribuita in Italia con due titoli diversi, Delitti perfetti e La bottega degli errori, entrambi lontani dall’originale ed entrambi poco azzeccati.
Carlyle, che si dimostra attore dal talento eclettico e versatile, perfettamente a suo agio sia in ruoli drammatici che, come in questo caso, comici, è attorniato da un cast all’altezza della sua bravura, in cui figurano, tra gli altri, Emma Thompson e Ray Winstone, che riesce nella caratterizzazione dei personaggi che risultano tratteggiati a tutto tondo e finanche di quelli minori, come il padre di una delle vittime casuali dell’imbranato barbiere interpretato da James Cosmo.
La pellicola pur non avendo nulla di nuovo da aggiungere agli stereotipi della classica commedia thriller intrisa di umorismo nero in stile anglosassone, rifacendosi, tra l’altro, seppur alla lontana, all’archetipo del La piccola bottega degli orrori del 1960, richiamato in uno dei due titoli italiani, si distingue per l’armonia con la quale si fondono gli ingredienti tipici di questo genere, modernizzato, si fa per dire, da un linguaggio scurrile ed attuale.
Nelle sequenze finali, purtroppo, con un repentino cambio di registro, si passa dal tono mantenuto fino a quel punto, sempre in bilico tra l’ironico ed il sarcastico, al grottesco della farsa sfiorando la comicità demenziale, il che non giova all’omogeneità e alla coerenza di un lavoro che altrimenti sarebbe stato perfetto nel suo genere.
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