Queen of the Desert

Ho visto questo film in TV che sicuramente non rende merito alla splendida fotografia. Ho trovato il film piuttosto noioso e molto improbabile. Mille volte meglio "Lawrence d'Arabia"!
Nicole Kidman da quando si è rifatta il viso ha perso quell'incisività e quella varietà di espressioni che aveva da giovane. E' troppo alta, troppo maestosa, troppo impalata, molto mpococ credibile. Abbiamo visto attrici fantastiche cimentarsi in questi ruoli di donne battagliere in Africa (Meryl Streep ad esempio) e ci sembra che questa interpretazione siano deludende. L'amore poi è impercepibile e alla fine, tutto sommato, Gertrude Bell più che una coraggiosa esploratrice sembra una ricca viziata che rimane anche un pò antipatica. [+]

Ho visto questo film in TV che sicuramente non rende merito alla splendida fotografia. Ho trovato il film piuttosto noioso e molto improbabile. Mille volte meglio "Lawrence d'Arabia"!
Nicole Kidman da quando si è rifatta il viso ha perso quell'incisività e quella varietà di espressioni che aveva da giovane. E' troppo alta, troppo maestosa, troppo impalata, molto mpococ credibile. Abbiamo visto attrici fantastiche cimentarsi in questi ruoli di donne battagliere in Africa (Meryl Streep ad esempio) e ci sembra che questa interpretazione siano deludende. L'amore poi è impercepibile e alla fine, tutto sommato, Gertrude Bell più che una coraggiosa esploratrice sembra una ricca viziata che rimane anche un pò antipatica. Forse Herzog non era il regista più adatto per narrare questa storia.  [-]

Ambientato a cavallo della prima guerra mondiale, la pellicola di Herzok ci porta tra le terre desolate iraniane, la turchia, siria, i deserti arabici, inseguendo i viaggi fotografici (e le storie d'amore, James Franco) di una splendida nobildonna Britannica  Gertrude Bell, interpretata in maniera sublime da Nicole Kidman. Conoscera' sceicchi e diventera' una influente personalita' al tempo di Churchill nelle vicende politiche dell'epoca. Un film diretto con maestria da un fuoriclasse come Herzok, che qui firma uno dei suoi indiscussi capolavori, da gustare lentamente magari come un buon whisky d'annata.