Dramma struggente, ottimamente diretto ed interpretato, sullo sfondo di una periferia grigia e depressa.
John è un ragazzo positivo, un bravo figlio, un amico disponibile ed un fratello che fa ciò che può: dopotutto deve prendersi cura di una madre vittima di un alcolismo terminale, ormai spalle al muro con la sua condizione, non più protraibile a lungo. Necessita di cure, cure costose e dunque poco sostenibili per una famiglia senza un padre da anni e con un figlio tassista notturno, professione che poco restituisce dal punto di vista monetario. John dovrà dunque inerpicarsi in un affare losco ma redditizio, cercando nel frattempo di non perdere la tenerezza e l'altruismo che lo contraddinstinguono.
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Dramma struggente, ottimamente diretto ed interpretato, sullo sfondo di una periferia grigia e depressa.
John è un ragazzo positivo, un bravo figlio, un amico disponibile ed un fratello che fa ciò che può: dopotutto deve prendersi cura di una madre vittima di un alcolismo terminale, ormai spalle al muro con la sua condizione, non più protraibile a lungo. Necessita di cure, cure costose e dunque poco sostenibili per una famiglia senza un padre da anni e con un figlio tassista notturno, professione che poco restituisce dal punto di vista monetario. John dovrà dunque inerpicarsi in un affare losco ma redditizio, cercando nel frattempo di non perdere la tenerezza e l'altruismo che lo contraddinstinguono.
Depresso ma abitato da buoni sentimenti, questo Glassland si configura come opera vividamente cruda, senza fronzoli, dagli ottimi dialoghi che permettono alla narrazione di cementarsi e giustificarsi, lasciando volutamente nell'ombra le azioni eticamente più spregevoli, corollario strutturalmente importante ma non pivotale. La cifra registica è notevole, con grande fiducia nell'affidarsi a primi piani solidamente sostenuti, inframmezzati da istantanee su di un ambiente piovoso e grigio, dove gli spiragli di luce sono praticamente inesistenti. Ottima la costruzione dei rapporti tra i personaggi, con scene profondamente drammatiche ed umane, senza scendere nell'inutile patetismo.
Molto riuscito, nonostante rimanga fondamentalmente sullo sfondo, il rapporto tra i coetanei John e Shane, simboli di una riuscita opposizione caratteriale e di situazione: senso di responsabilità, rapporto con i genitori, visione della vita sono i cardini entro i quali i due si muovono in direzioni opposte, finendo per avvicinarsi astrattamente allontanandosi.
Nel ribaltamento dei ruoli con la madre, rileviamo poi una sostituzione del ruolo del padre, assente da anni, causa della dipendenza viziosa della donna, fornendo una spalla accogliente per i balli oramai lontani, teneramente replicati in un presente difficilissimo.
Di grande spessore le interpretazioni, su tutte quelle di un Jack Reynor sugli scudi, spalleggiato da una Toni Collette consumata.
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