alex62
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venerdì 29 agosto 2014
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walk of fame o shame? (successo o vergogna?)
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È una bellissima ragazza americana del Massachussets, con i tipici tratti ereditati dai coloni tedeschi: occhi azzurri; capelli biondi; pelle da bionda autentica. Ma poi anche: sorriso irresistibile, denti perfetti (ma non troppo) e corpo molto, molto, molto ben proporzionato. Insomma una delle tante starlets della walk of fame losangelina?!? Macché, questa qui è una vera attrice, una professionista che a 40 anni ha ancora enormi margini di miglioramento e di carriera davanti. Anzi sembra che la sua carriera sia iniziata poco fa, con il resistibile The next three days, con Russel Crowe. Ma anche se il film non era un capolavoro, come dimenticare che il regista era nientepopodimenoche Paul Haggis, sì proprio quello di Crash e sceneggiatore di un film evento degli anni '90: American Beauty.
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È una bellissima ragazza americana del Massachussets, con i tipici tratti ereditati dai coloni tedeschi: occhi azzurri; capelli biondi; pelle da bionda autentica. Ma poi anche: sorriso irresistibile, denti perfetti (ma non troppo) e corpo molto, molto, molto ben proporzionato. Insomma una delle tante starlets della walk of fame losangelina?!? Macché, questa qui è una vera attrice, una professionista che a 40 anni ha ancora enormi margini di miglioramento e di carriera davanti. Anzi sembra che la sua carriera sia iniziata poco fa, con il resistibile The next three days, con Russel Crowe. Ma anche se il film non era un capolavoro, come dimenticare che il regista era nientepopodimenoche Paul Haggis, sì proprio quello di Crash e sceneggiatore di un film evento degli anni '90: American Beauty. Ma mi piacerebbe avere lo spazio per elencare tutte le sue sceneggiature: una lista da brivido! E lì già ci eravamo accorti che c'era qualcosa che non quadrava: com'era possibile che l'ex-gladiatore venisse messo al tappeto da una principiante scipita, nel ruolo della moglie accusata ingiustamente per un omicidio non commesso. Già lì Elizabeth Banks faceva un figurone, autorevole come donna, come sposa e come madre in fuga. Insomma, perfettamente nel personaggio. Poi scopriamo che ha un vero talento comico ed autoironico, che quel corpicino delizioso si accompagna a un talento grande e ben utilizzato, autorevole appunto.
Sì, d'accordo, è una commediola, ma provate voi a far ridere, senza turpiloquio e senza nudi e sesso caldo una torma di adolescenti americani assatanati alle prime estive...!?! E lei ci riesce, lei ci fa ridere tutti, ma ci fa anche una grande tenerezza, perché ce lo fa davvero credere che è una brava ragazza, si proprio una brava ragazza americana di quelle di una volta, cresciute a pancake e torta di mele (poco dell'uno e delle altre, considerata la forma perfetta!), a sciroppo d'acero e bacon abbrustolito (idem come prima!), insomma una bella, brava ragazza degli anni...'50? No, del 2014. La sua recitazione è moderna, dal ritmo contemporaneo, scattosa ma non isterica, anzi rilassata. Ricorda un po' le splendide figure dei film di Howard Hawks, quelle stupende, morbide ragazze, appositamente selezionate dalla seconda moglie di Hawks, Slim Keith (stupenda anche lei) tra le sue amiche più care - il nome Lauren Bacall vi dice qualcosa? -, per cercare inutilmente di arginare le numerose "scappatelle" del grande regista.
Il climax del film è nella "topaia del crack", lei, attorniata da tre tossici spacciatori e anche lì è formidabile. Anzi di più (come dicono a Roma)!
Avete presente quelle ragazze americane "superdotate", brave a scuola, adorate in società, prive di scandali, tipo Grace Kelly prima del Principato, insomma. Elizabeth ci ricorda che dalla Walk of fame è facilissimo passare alla Walk of shame, la via della vergogna; tanto è vero che, a Hollywood, è facilissimo scantonare da Beverly Hills o Bel Air sul Sunset Boolevard (viale del tramonto).
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sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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la rivincita delle bionde
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Megan lavora come giornalista su un network locale a Los Angeles ed è in lizza per un incarico di primo piano su una rete nazionale. Proprio quando sembra che il lavoro sarà suo, il produttore le comunica che è stata scelta un’altra giornalista e, subito dopo, scopre di essere stata lasciata dal suo compagno. A questo punto le sue amiche la convincono ad uscire e ad indossare un sexy vestitino giallo invece che uno dei suoi soliti tailleur.
Il mattino dopo si sveglia a casa di un barista appena conosciuto di nome Gordon e, ancora stordita dai postumi della sbronza, viene a sapere che il lavoro al network è stato assegnato proprio a lei. Da adesso, Megan ha 8 ore per presentarsi al colloquio più importante della sua vita, ma sarà tutt’altro che semplice.
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Megan lavora come giornalista su un network locale a Los Angeles ed è in lizza per un incarico di primo piano su una rete nazionale. Proprio quando sembra che il lavoro sarà suo, il produttore le comunica che è stata scelta un’altra giornalista e, subito dopo, scopre di essere stata lasciata dal suo compagno. A questo punto le sue amiche la convincono ad uscire e ad indossare un sexy vestitino giallo invece che uno dei suoi soliti tailleur.
Il mattino dopo si sveglia a casa di un barista appena conosciuto di nome Gordon e, ancora stordita dai postumi della sbronza, viene a sapere che il lavoro al network è stato assegnato proprio a lei. Da adesso, Megan ha 8 ore per presentarsi al colloquio più importante della sua vita, ma sarà tutt’altro che semplice.
Senza macchina, borsa e telefonino e con indosso un audace vestitino giallo, la giornalista dovrà affrontare una serie d’imprevisti per riuscire ad arrivare in tempo.
In una stagione in cui la commedia americana non riesce a decollare, “Una notte in giallo” riesce a distinguersi. Ed è piacevole trascorrere 90 minuti con Megan e le sue disavventure, tra prostitute, poliziotti incapaci e spacciatori dal cuore tenero.
Con questo film il regista Steven Brill va sul sicuro, ispirandosi alla fortunata trilogia de “Una notte da leoni”, da cui riprende sia i temi trattati (droga, sesso e malintesi sono infatti gli ingredienti principali), sia i tratti salienti del carattere della protagonista, che risulta essere un mix ben riuscito tra il sexy Phil, l’imbranato Alan e il perfettino Stu.
Azzeccata è anche la scelta della protagonista. Elizabeth Banks si dimostra perfetta in ogni situazione, mai banale o eccessiva, sempre divertente e autoironica.
Anche i personaggi minori sono ben riusciti. La banda di spacciatori è esilarante e le due amiche di Megan sono spiritose e tenere.
Non sarà il film dell’anno, ma in un periodo di siccità come questo, “Una notte in giallo” è una sorsata d’acqua fresca.
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elgatoloco
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giovedì 21 maggio 2015
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tra commedia e(poca, vaga)suspense
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Sempre in bilico tra commedia e commedia "gialla"(meglio, della sorpresa, dato che di"giallo"in senso proprio non ha nulla, in realtà), questo"Walk of Shame"(il titolo italiano è semplificante/orientante lo spettatore in senso improprio)è senz'altro "brillante", comico, a tratti effervescente, anche per merito di un'attrice come Elizabeth Banks e di ottimi/e caratteristi/e(agli USA si può rimproverare tutto, ad iniziare dal c^oté storico-politico, ma non di non disporre di uno straordinario "parco-attori"). Merito anche e forse principalmente del regista Steven Brill, a suo agio con la commedia variamente declinata, dove il genere hitchockiano à la"Caccia al ladro"non è minimamente contemplato.
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Sempre in bilico tra commedia e commedia "gialla"(meglio, della sorpresa, dato che di"giallo"in senso proprio non ha nulla, in realtà), questo"Walk of Shame"(il titolo italiano è semplificante/orientante lo spettatore in senso improprio)è senz'altro "brillante", comico, a tratti effervescente, anche per merito di un'attrice come Elizabeth Banks e di ottimi/e caratteristi/e(agli USA si può rimproverare tutto, ad iniziare dal c^oté storico-politico, ma non di non disporre di uno straordinario "parco-attori"). Merito anche e forse principalmente del regista Steven Brill, a suo agio con la commedia variamente declinata, dove il genere hitchockiano à la"Caccia al ladro"non è minimamente contemplato. Hitch era un genio, qui abbiamo a che fare con ottimi realizzatori, che però(inutile ripeterlo troppo)sono altra cosa. Da apprezzare, pur se con le debite riserve legate a un genere"minore", anche nell'ambito della commedia(Woody Allen e Mel Brooks, tra loro peraltro diversissimi, sono altro e lo esprimono). El Gato
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