ghiribizzo
|
mercoledì 25 giugno 2014
|
pregi e difetti di ore 18 in punto
|
|
|
|
Ho visto Ore Diciotto in Punto incuriosita dai commenti estasiati che ho letto qua e là, soprattutto su facebook. È un bel film, non c'è dubbio. Mi limito a giudicare ciò che ho visto, quello che può valutare un comune spettatore. Ciò che riguarda la produzione e tutto quello che ha preceduto il giorno in cui è uscito al cinema non lo conosco abbastanza da parlarne e da considerarlo miracoloso.
Mi è piaciuta la fotografia, ci sono immagini che sono dei capolavori, ma ho anche potuto constatare una certa discontinuità: alti e bassi. Fortunatamente i "bassi" sono trascurabili, pursempre apprezzabili.
Il soggetto è bello, la storia è ben delineata, con le sue sorprese e un finale travolgente.
[+]
Ho visto Ore Diciotto in Punto incuriosita dai commenti estasiati che ho letto qua e là, soprattutto su facebook. È un bel film, non c'è dubbio. Mi limito a giudicare ciò che ho visto, quello che può valutare un comune spettatore. Ciò che riguarda la produzione e tutto quello che ha preceduto il giorno in cui è uscito al cinema non lo conosco abbastanza da parlarne e da considerarlo miracoloso.
Mi è piaciuta la fotografia, ci sono immagini che sono dei capolavori, ma ho anche potuto constatare una certa discontinuità: alti e bassi. Fortunatamente i "bassi" sono trascurabili, pursempre apprezzabili.
Il soggetto è bello, la storia è ben delineata, con le sue sorprese e un finale travolgente. Forse meritava dei dialoghi più elevati, li ho travati un po' ingenui.
Un grande difetto, a mio parere, risiede purtroppo nel trucco. Forse si tratta sì di una favola ma non è certo un cartone animato, è ambientata nel mondo reale e il trucco così carico mi ha un po' disturbata.
Ho trovato il montaggio veramente eccezionale, non ti fa mai perdere, conduce perfettamente lo spettatore con la giusta leggerezza verso il finale che è veramente un portento, un crescendo senza fine! Gli ultimi 10/15 minuti del film si guardano trattenendo il fiato.
Anche la scenografia ha dei difetti, in alcuni casi la trovo addirittura imbarazzante, l'ufficio, per esempio, non lascia intravedere nulla di mistico, allo spettatore arriva solo la "soluzione low cost". Poiché il problema non si ripropone in molti altri momenti sono convinta che ciò era evitabile.
I costumi sono belli, l'abito di Paride è delizioso e ti fa scorgere immediatamente il personaggio anche se si trova nascosto in un angolino dello schermo. Fantastica l'idea dell'uniforme dei "soprannaturali", un semplice cappellino rosso.
Mediamente buona la recitazione, spiccano i due bravissimi protagonisti Paride Benassai e Salvo Piparo.
La colonna sonora è un gioiello, grande punto di forza del film, degna delle grosse produzioni holliwoodiane.
Tirando le somme non posso fare altro che consigliarne la visione. Malgrado i difetti è un film che appassiona, sorprende ed emoziona: tre cose che fanno di un film un bel film.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ghiribizzo »
[ - ] lascia un commento a ghiribizzo »
|
|
d'accordo? |
|
r. impallomeni
|
sabato 14 giugno 2014
|
la magia dell'autoproduzione diventa favola
|
|
|
|
"Ore diciotto in punto" è una favola senza tempo, di quelle favole che occorre rileggere/rivedere di tanto in tanto, per ricordare a noi stessi che le regole esistono solo nella nostra mente, che possiamo essere padroni del nostro destino, e che le seconde occasioni esistono, basta saperle cogliere e sfruttare al meglio.
Nicola (un ottimo Salvo Piparo) è un barbone palermitano deciso a farla finita.
[+]
"Ore diciotto in punto" è una favola senza tempo, di quelle favole che occorre rileggere/rivedere di tanto in tanto, per ricordare a noi stessi che le regole esistono solo nella nostra mente, che possiamo essere padroni del nostro destino, e che le seconde occasioni esistono, basta saperle cogliere e sfruttare al meglio.
Nicola (un ottimo Salvo Piparo) è un barbone palermitano deciso a farla finita. Ma l'ora del suo suicidio, le fatidiche diciotto in punto del titolo, sancita anche dai documenti prodotti dal bizzarro ufficio “celeste” dedicato ai suicidi (i cui impiegati sono i magnifici Paride Benassai, Lollo Franco, Giuseppe Santostefano, Stefania Blandeburgo, Ernesto Maria Ponte e Marco Correnti) viene disattesa e apparentemente ritardata da un evento imprevisto. Il luogo e il momento della fine diventano così il luogo e il momento dell’inizio. L’incontro con Stella, interpretata da Roberta Murgia, darà il via a una serie di disvelamenti continui, di scelte alternative e di cambiamenti, nei quali metterà lo zampino la barbona Duchessa (Valentina Gebbia, che ha anche collaborato con il regista Giuseppe Gigliorosso alla stesura dei dialoghi), amica e “protettrice” di Nicola. Sullo sfondo, una vibrante Palermo arricchisce gli avvenimenti con le vertiginose e affascinati altezze di Castello Utveggio, con la lussureggiante flora dell’Orto Botanico, con le luci dei suoi storici teatri, ma anche con il degrado e le palazzine sgretolate del centro storico.
"Ore diciotto in punto" è soprattutto un film emotivo, che tocca le corde del cuore: si lascia la sala con un sorriso e con l'impressione che la bellezza possa davvero salvare il mondo. Che sia la bellezza di un prato fiorito e di una corsa da bambini, quella di un colonnato illuminato dalla luna e di una città che riposa tra cielo e mare, o quella che si sprigiona dai tasti di un pianoforte, non importa. Come ci dice la pellicola, questa bellezza è in grado di farsi comprendere da ciascuno di noi, a prescindere dall'istruzione o dalla condizione sociale.
Ultima - notevole - curiosità: progetto made in Sicily, che ha visto i propri attori e tecnici in veste di produttori, il film è nato in un periodo in cui la cultura italiana sembra scricchiolare sempre più, costretta a sopportare gli sforzi di lavorazioni forzatamente a costo zero e senza finanziamenti pubblici. Selezionato al Taormina Film Festival, ha già vinto il premio per la migliore regia al Festival dell’Arte Cinematografica di Imperia e il premio del pubblico allo Sciacca Film Fest.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a r. impallomeni »
[ - ] lascia un commento a r. impallomeni »
|
|
d'accordo? |
|
sirius 21
|
domenica 20 luglio 2014
|
una storia fantastica che arriva al cuore
|
|
|
|
Ore Diciotto in Punto è un piccolo miracolo. La sfida era produrre un film da zero, senza fondi, senza un vero produttore, solo con il contributo economico degli stessi attori, della troupe e delle offerte fatte dal pubblico col simbolico acquisto di 18 centimetri di pellicola. Quando ho sentito parlare per la prima volta di questo progetto, sinceramente, non avrei scommesso che sarebbe arrivato nelle sale. È invece è successo. La sfida è stata vinta.
Ma ad essere felici non sono solo coloro che hanno lavorato a questo progetto. Lo è anche il pubblico. Perché il film è bello ed emozionante. Quando hanno cominciato a scorrere i titoli di coda, al cinema ho visto qualcuno accennare un applauso, qualche signora con gli occhi lucidi.
[+]
Ore Diciotto in Punto è un piccolo miracolo. La sfida era produrre un film da zero, senza fondi, senza un vero produttore, solo con il contributo economico degli stessi attori, della troupe e delle offerte fatte dal pubblico col simbolico acquisto di 18 centimetri di pellicola. Quando ho sentito parlare per la prima volta di questo progetto, sinceramente, non avrei scommesso che sarebbe arrivato nelle sale. È invece è successo. La sfida è stata vinta.
Ma ad essere felici non sono solo coloro che hanno lavorato a questo progetto. Lo è anche il pubblico. Perché il film è bello ed emozionante. Quando hanno cominciato a scorrere i titoli di coda, al cinema ho visto qualcuno accennare un applauso, qualche signora con gli occhi lucidi. Non mi capita spesso di vedere queste scene in sala.
Il soggetto è semplice, ma colpisce, perché parla di un amore che va contro le convenzioni, contro le regole. Ma Ore Diciotto in Punto parla soprattutto dell'uomo e della sua instancabile tensione ad affermare il suo libero arbitrio. La sceneggiatura è un po' acerba, probabilmente in mano a uno sceneggiatore esperto si sarebbe sviluppata meglio, ma la regia ha il pregio di farti apprezzare i protagonisti, di farti scoprire i loro sentimenti, di farti affezionare a loro. L'ottimo Salvo Piparo è affiancato da un Paride Benassai in stato di grazia, che porta un fondamentale tocco di ironia. Il suo personaggio è il vero motore del film. Duchessa, ottimamente interpretata da Valentina Gebbia, è forse il personaggio più intrigante e avrebbe meritato un maggiore approfondimento. Roberta Murgia paga il prezzo dell'inesperienza ma mostra potenzialità. Bravi sono anche i comprimari, in tutti i ruoli. Bellissime le musiche, che ti restano in testa quando esci dal cinema.
Il film procede forse con qualche incertezza, a tratti il ritmo rallenta nella prima parte, ma, anche se non manca qualche difetto tecnico, riesce a interessare e catturare lo spettatore, portandolo verso un finale emozionante. Merita di essere visto. E avrebbe meritato di essere prodotto con mezzi e fondi maggiori. Tanto di cappello a chi, con tenacia, ha creduto fino in fondo in questa bella storia.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sirius 21 »
[ - ] lascia un commento a sirius 21 »
|
|
d'accordo? |
|
dana81
|
giovedì 26 giugno 2014
|
"non c'è destino senza la volontà degli uomini"
|
|
|
|
Un ufficio affollato e alquanto caotico, dove non mancano impiegati che si lamentano dei turni, organizzano lotte sindacali ed entrano in contrasto con i superiori. Queste sono le immagini con cui si apre “Ore Diciotto in Punto” di Pippo Gigliorosso. Ma non fatevi ingannare dalle apparenze: non si tratta di un film ambientato alle Poste Italiane!
Perché questi impiegati, come capiremo da un certo momento in avanti, non sono esseri umani… ma angeli. Strani angeli in papalina rossa, che dopo il lavoro amano guardare i tramonti e che a bordo di taxi gialli vanno a compiere il proprio dovere: prelevare le anime dei suicidi e guidarle verso il luogo a cui sono destinate, attenendosi a regole estremamente rigide e a una procedura infallibile.
[+]
Un ufficio affollato e alquanto caotico, dove non mancano impiegati che si lamentano dei turni, organizzano lotte sindacali ed entrano in contrasto con i superiori. Queste sono le immagini con cui si apre “Ore Diciotto in Punto” di Pippo Gigliorosso. Ma non fatevi ingannare dalle apparenze: non si tratta di un film ambientato alle Poste Italiane!
Perché questi impiegati, come capiremo da un certo momento in avanti, non sono esseri umani… ma angeli. Strani angeli in papalina rossa, che dopo il lavoro amano guardare i tramonti e che a bordo di taxi gialli vanno a compiere il proprio dovere: prelevare le anime dei suicidi e guidarle verso il luogo a cui sono destinate, attenendosi a regole estremamente rigide e a una procedura infallibile. Infallibile almeno fino al giorno in cui l’angelo Paride, che svolge questo lavoro da un ragguardevole periodo di tempo (più di tremila anni, secolo più, secolo meno), va incontro al più inatteso e impensabile dei contrattempi: uno dei suoi “protetti”, il barbone Nicola, il cui suicidio era previsto a Palermo alle ore diciotto in punto, accantona il suo progetto a causa dello squillo del telefonino perso da una sconosciuta, gettando così nel panico e nell’imbarazzo l’intero ufficio celeste.
“Ore Diciotto in Punto” è una rarità, un miracolo sotto molti punti di vista. E’ un film indipendente, e lo è nel senso letterale del termine, autofinanziato interamente da cast e troupe, in un’impresa coraggiosa e folle, di quella follia che accomuna i bambini, i sognatori e i poeti. Strano a dirsi, questo film girato con tanta scarsità di mezzi (economici, perché l’inventiva e la professionalità non mancano di certo) ha davvero poco da invidiare ai suoi fratelli maggiori realizzati a suon di soldoni; anzi, forse li batte in curva sotto molti punti di vista, perché possiede quella magia, quella leggerezza e quella capacità di osare che i film di oggi hanno un po’ perso, un profumo antico che sa di candore e di innocenza, e che ci riporta un po’ alla mente le commedie “alla Frank Capra”. In un paese completamente a digiuno di filmografia fantastica, e in cui ambientare a Palermo un film che non parli di mafia è considerata blasfemia, ecco che ci piomba dal cielo questa piccola perla, una storia semplice e profonda, accompagnata da una fotografia talmente intensa da lasciare a bocca aperta e da una stupefacente colonna sonora.
Un film che tutti dovrebbero vedere, perché fa bene al cuore, perché fa ridere, fa piangere, fa pensare. Un applauso a tutti gli attori, con una menzione d’onore al terzetto composto dall’ottimo Paride Benassai (Paride), dalla simpaticissima Valentina Gebbia (la barbona Duchessa, amica e protettrice del protagonista) e da Salvo Piparo (Nicola), il cui sguardo spaurito e malinconico, in una sola, straordinaria sequenza, basta a restituirci tutta la solitudine e la disperazione degli “invisibili”, di quel mondo sotterraneo che scorre parallelo al nostro ma che ci sforziamo a tutti costi di ignorare.
Impossibile descrivere la bellezza del finale, sorretto da un montaggio perfetto e da una musica sublime; in assoluto uno dei migliori che abbia mai visto.
Emozionante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dana81 »
[ - ] lascia un commento a dana81 »
|
|
d'accordo? |
|
|