wolvie
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domenica 21 marzo 2021
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più noia che altro
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Drama/mistery, fuori fuoco e fuori registro, di una concezione narrativa all' apparenza strana, ma che invece a giochi fatti risulta banale, a volte, come il male che ci circonda.
Oramai è di moda sviluppare/narrare i film partendo da un dato punto temporale, tornando poi indietro di anni, continuando a saltabeccare da un piano temporale all' altro in attesa della risoluzione con sorpresa ( NOIA !!!).
Tratto da un romanzo di Laura Lippmann e sceneggiato da Nicole Holofcener, ci immerge in una fotografia livida, sporca, malata.
Il film mette in campo una posse di donne: Frances McDormand produttrice, le attrici Diane Lane, Elizabeth Banks e Dakota Fanning, ma su tutte spicca la disturbante e sconosciuta Danielle MacDonald, vero motore perverso della storia, che riesce a trasmettere una repulsivita' trasversale a tutta la sua interpretazione.
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Drama/mistery, fuori fuoco e fuori registro, di una concezione narrativa all' apparenza strana, ma che invece a giochi fatti risulta banale, a volte, come il male che ci circonda.
Oramai è di moda sviluppare/narrare i film partendo da un dato punto temporale, tornando poi indietro di anni, continuando a saltabeccare da un piano temporale all' altro in attesa della risoluzione con sorpresa ( NOIA !!!).
Tratto da un romanzo di Laura Lippmann e sceneggiato da Nicole Holofcener, ci immerge in una fotografia livida, sporca, malata.
Il film mette in campo una posse di donne: Frances McDormand produttrice, le attrici Diane Lane, Elizabeth Banks e Dakota Fanning, ma su tutte spicca la disturbante e sconosciuta Danielle MacDonald, vero motore perverso della storia, che riesce a trasmettere una repulsivita' trasversale a tutta la sua interpretazione.
Due bambine di 8 anni rapiscono una neonata di pochi mesi (sospensione della credibilità narrativa!!!) e la uccidono, non si sa quanto volutamente o accidentalmente.
Uscite dal riformatorio, l' integrazione sociale non è facile. Una delle due nasconde più di quel che sembri e per giunta ha una madre che mostra qualche segno inquietante. Scomparsa un' altra bambina in città, entra in gioco la detective che aveva seguito l' altra indagine anni prima.
Insomma, quando Il film trova la sua strada siamo vicinissimi alla fine.
Niente di speciale, più NOIA che altro.
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carloalberto
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martedì 4 agosto 2020
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insipido nonostante cast e plot discreti
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Nonostante la buona performance del cast, impreziosito da Diane Lane e Dakota Fanning, con il ruolo di protagonista affidato a Danielle Macdonald, convincente nella parte dell’adolescente obesa per colpa di una madre anaffettiva ed instabile, la disarmonia della costruzione filmica di Amy Berg, con continui e inutilmente prolissi flashback, che rompono la trama, tratta da un giallo della Lippman, frammentandola e complicandola senza necessità, e la semplificazione all’eccesso del profilo psicologico di alcuni personaggi centrali, che avrebbero meritato ben altro rilievo, rendono il film un prodotto mediocre, più adatto alla televisione, come telefilm, che alla grande sala.
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Nonostante la buona performance del cast, impreziosito da Diane Lane e Dakota Fanning, con il ruolo di protagonista affidato a Danielle Macdonald, convincente nella parte dell’adolescente obesa per colpa di una madre anaffettiva ed instabile, la disarmonia della costruzione filmica di Amy Berg, con continui e inutilmente prolissi flashback, che rompono la trama, tratta da un giallo della Lippman, frammentandola e complicandola senza necessità, e la semplificazione all’eccesso del profilo psicologico di alcuni personaggi centrali, che avrebbero meritato ben altro rilievo, rendono il film un prodotto mediocre, più adatto alla televisione, come telefilm, che alla grande sala.
Il tentativo di costruire siparietti familiari e dare credibilità e spessore a personaggi secondari, che in un libro possono essere resi meglio nella loro complessità, fallisce, sia per la specificità del linguaggio cinematografico, che esige sintesi, sia per la scarsa rappresentatività drammatica delle immagini e dei dialoghi e gli stessi finiscono per essere appena abbozzati, come la coppia a cui rapiscono la bambina, o stereotipati in figure convenzionali, come i due detectives, con il risultato di sorvolare, poi, sul dramma vero, la tragedia che si consuma in sordina ed è quasi accennata.
Insomma, troppi ingredienti per uno chef maldestro e ne esce un prodotto da fast food, in cui la sovrapposizione caotica di temi e di generi, dal noir al patetico-familiare, dal giallo-thriller all’introspettivo-drammatico, finisce per annullare tutti i sapori fino a raggiungere, nel complesso, l’insipidità assoluta.
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mae
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sabato 2 maggio 2020
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segreti e bugie
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La sparizione di una bambina viene collegata al passato di due giovani ragazze Alice e Ronnie, uscite dal riformatorio da un anno. Nel loro passato c'è il rapimento di una bambina e la sua morte, oltre a tanti segreti.
Ronnie é carina, con una famiglia che nessuno si augurerebbe mai di avere; Alice é figlia unica di una madre single che preferisce più Ronnie alla sua "robusta" figlia che così poco le somiglia. Ronnie é interpretata da Dakota Fanning e che sia una certezza come attrice non c'è dubbio, Alice é interpretata da Danielle McDonald già vista in "Voglio una vita a forma di me" - Dumpling nel titolo originale al fianco di Jennifer Aniston ed anche lei è credibile nel rendere il suo diabolico personaggio.
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La sparizione di una bambina viene collegata al passato di due giovani ragazze Alice e Ronnie, uscite dal riformatorio da un anno. Nel loro passato c'è il rapimento di una bambina e la sua morte, oltre a tanti segreti.
Ronnie é carina, con una famiglia che nessuno si augurerebbe mai di avere; Alice é figlia unica di una madre single che preferisce più Ronnie alla sua "robusta" figlia che così poco le somiglia. Ronnie é interpretata da Dakota Fanning e che sia una certezza come attrice non c'è dubbio, Alice é interpretata da Danielle McDonald già vista in "Voglio una vita a forma di me" - Dumpling nel titolo originale al fianco di Jennifer Aniston ed anche lei è credibile nel rendere il suo diabolico personaggio.
Film che merita di essere visto per come costruisce la narrazione e per il cast femminile di tutto rispetto, soprattutto la Fanning e la McDonald.
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alfa999
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giovedì 9 luglio 2015
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poco convincente.
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Ho visto il film in quanto ammiratore di Dakota Fanning e seppure parzialmente le mie valutazioni possono essere segnate da questo elemento.
Ho trovato l'intera pellicola poco convincente e troppo psicologica.
La figura di Alice esce come una vera incarnazione demoniaca: distrutta da un rapporto molto negativo con la madre cerca di distruggere reiteratamente Ronnie che risulta essere molto più in sintonia con essa.
Posso anche comprendere il meccanismo mentale eccentrico delle due adolescenti fanciulle ma il percorso non riesce a proseguire fino in fondo.
Fino al momento del rapimento della bambina riesco ancora a seguire l'iter ma il momento successivo (catastrofe) non posso concepirlo: proprio Ronnie (un angelo) sarebbe la responsabile dell'atto a prescindere dalla sua determinazione corretta a recuperare la situazione riportando a casa la piccola e dalla pressione sempre presente dell'essere malefico oltre che dall'evidente timore di doversi confrontare con una incomprensione totale nell'ambito del nucleo familiare.
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Ho visto il film in quanto ammiratore di Dakota Fanning e seppure parzialmente le mie valutazioni possono essere segnate da questo elemento.
Ho trovato l'intera pellicola poco convincente e troppo psicologica.
La figura di Alice esce come una vera incarnazione demoniaca: distrutta da un rapporto molto negativo con la madre cerca di distruggere reiteratamente Ronnie che risulta essere molto più in sintonia con essa.
Posso anche comprendere il meccanismo mentale eccentrico delle due adolescenti fanciulle ma il percorso non riesce a proseguire fino in fondo.
Fino al momento del rapimento della bambina riesco ancora a seguire l'iter ma il momento successivo (catastrofe) non posso concepirlo: proprio Ronnie (un angelo) sarebbe la responsabile dell'atto a prescindere dalla sua determinazione corretta a recuperare la situazione riportando a casa la piccola e dalla pressione sempre presente dell'essere malefico oltre che dall'evidente timore di doversi confrontare con una incomprensione totale nell'ambito del nucleo familiare.
Non penso che una fanciulla delle fattezze di Ronnie nella pellicola sarebbe capace di una cosa del genere a prescindere da tutti i fattori pur essendo consapevole della potenza enorme dei fattori di condizionamento sociale.
Naturalmente questa valutazione non può far altro che divenire ancora più decisa dato che Ronnie viene impersonata da Dakota che poi compie tutto ciò che è lecito attendersi da una giovane donna angelo: essa infatti non riuscendo in alcun modo a superare il momento demoniaco della propria esistenza andrà incontro dopo aver respinto il secondo assalto delle forze oscure al necessario momento espiatorio con la propria autodistruzione.
Trovo grande difficoltà a comprendere il passaggio della catastrofe originaria: a mio modo di vedere è veramente di una estrema gravità pensare al ragionamento demoniaco di Alice ma soprattutto al comportamento di Ronnie.
Superato il momento inconcepibile il percorso può anche essere accettabile e la conclusione scontata: un angelo commette un atto contrario a tutto il suo essere e deve pagare con la espiazione necessaria totale per tornare ad essere tale.
Comunque per gli ammiratori di Dakota alla fine la visione della pellicola è consigliata anche se dispiace vederla così tormentata e triste nella parte dell'angelo perduto quasi che da fanciulla troppo aliena rispetto alla disumanità imperante essa debba avere incontrato l'abominio per rendersi effettivamente umana e proprio per questo abbia poi pagato il prezzo necessario per tornare ad essere aliena e angelo.
Intendendo la cosa in grande come metafora della dicotomia fra la sopravvivenza e la vita relativamente alla intera specie umana sul pianeta la pellicola potrebbe anche essere apprezzata pur in presenza del dubbio iniziale.
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