Una famiglia anomala: un padre e due figli in una baracca, lontani dal centro abitato. Si nascondono, sfuggono alla civilta', che vorrebbe imporre loro una vita che non vogliono. Quello che vogliono loro e' un'utopia: la bella vita, fatta di liberta', vita rude e semplice, a contatto con la natura, vivendo del necessario, trascurando il superfluo. Eppure, ai ragazzi ormai quella vita sta stretta. Costringe a privarsi di tutto: lavoro, ragazze, divertimento. E costringe a fuggire continuamente, cambiare posto, rinunciare agli affetti. Il figlio piu' grande fugge, una notte, a cavallo, in cerca di una vita normale, di un lavoro. Il piu' giovane resta col padre, che ama, che capisce.
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Una famiglia anomala: un padre e due figli in una baracca, lontani dal centro abitato. Si nascondono, sfuggono alla civilta', che vorrebbe imporre loro una vita che non vogliono. Quello che vogliono loro e' un'utopia: la bella vita, fatta di liberta', vita rude e semplice, a contatto con la natura, vivendo del necessario, trascurando il superfluo. Eppure, ai ragazzi ormai quella vita sta stretta. Costringe a privarsi di tutto: lavoro, ragazze, divertimento. E costringe a fuggire continuamente, cambiare posto, rinunciare agli affetti. Il figlio piu' grande fugge, una notte, a cavallo, in cerca di una vita normale, di un lavoro. Il piu' giovane resta col padre, che ama, che capisce. Ma ancora per poco. Una ragazza, Gilda, e l'ansia di normalita' lo convinceranno finalmente a prendere in mano la sua vita. Non senza riconoscere pero' al padre la sua sofferta onesta'.
Il cinema francese ha quasi sempre saputo descrivere bene l'adolescenza, i suoi problemi, i suoi entusiasmi. Anche il regista Denizot ci riesce, senza puntare al capolavoro, cioe' senza esibire un'esteriore autorialita'. Ben narrato, ben fotografato e dotato di un'ottima musica, il film regala una storia coinvolgente,con due personaggi (il padre e Sylvain, il figlio piu' giovane) ricchi di sfumature e interpretati da attori all'altezza. E scusate se e' poco!
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