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francesco di benedetto
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domenica 24 agosto 2025
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il desiderio, l'altezza e la fantasia
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Sister ? un film fantasioso sul desiderio che ? un desiderio di altezza fra le piste da sci della Svizzera che staccano da terra e dalle isolate case popolari ed ? il desiderio di un'unica donna, bellissima, perduta e crudele, che ? la nostra madre/sorella. L'altezza stacca i piedi dalla soggezione al classismo e ci rende ladri di sci e occhiali da sole ma ? l'altezza che ci separa dal corpo della nostra madre/sorella che vorremmo toccare e non vorremmo mai smettere di guardare anche se siamo perduti.
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francesco di benedetto
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venerdì 22 agosto 2025
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l'altezza, il desiderio e la fantasia
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Sister ? un film fantasioso sul desiderio che ? un desiderio di altezza fra le piste da sci della Svizzera che staccano da terra e dalle isolate case popolari ed ? il desiderio di un'unica donna, bellissima, perduta e crudele, che ? la nostra madre/sorella. L'altezza stacca i piedi dalla soggezione al classismo e ci rende ladri di sci e occhiali da sole ma ? l'altezza che ci separa dal corpo della nostra madre/sorella che vorremmo toccare e non vorremmo mai smettere di guardare anche se siamo perduti.
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stefano capasso
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sabato 29 gennaio 2022
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dramma famigliare inaspettato
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Simon ha 12 anni, vive in un paese svizzero ai piedi delle montagne dove ricchi turisti trascorrono le loro vacanze invernali. Vive con la sorella, senza genitori, e mentre lui provvede a sbarcare il lunario rubando e rivendendo ogni giorni attrezzattura da sci rubata in montagna, la sorella passa da un lavoro all’altro e da una delusione amorosa all’altra.
Il film di Ursula Meier coinvolge piano piano lo spettatore con i suoi piccoli grandi colpi di scena che fanno compiere alla narrazione, apparentemente monotona, scatti in avanti. E’ una storia piena di contrasti, a cominciare dalla possibilità stessa di essere credibile: società ricca e borghese che vive in alto tra nevi e resort, e quella più povera che vive in basso, dove non c’è nemmeno quel po' di neve che potrebbe rappresentare un diversivo; il contrasto famigliare stesso, tra i due protagonisti, che assume forme diverse lungo la durata del film; il contrasto tra la manovalanza, sia essa in montagna che ai suoi piedi che si litiga le briciole per poter vivere meglio.
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Simon ha 12 anni, vive in un paese svizzero ai piedi delle montagne dove ricchi turisti trascorrono le loro vacanze invernali. Vive con la sorella, senza genitori, e mentre lui provvede a sbarcare il lunario rubando e rivendendo ogni giorni attrezzattura da sci rubata in montagna, la sorella passa da un lavoro all’altro e da una delusione amorosa all’altra.
Il film di Ursula Meier coinvolge piano piano lo spettatore con i suoi piccoli grandi colpi di scena che fanno compiere alla narrazione, apparentemente monotona, scatti in avanti. E’ una storia piena di contrasti, a cominciare dalla possibilità stessa di essere credibile: società ricca e borghese che vive in alto tra nevi e resort, e quella più povera che vive in basso, dove non c’è nemmeno quel po' di neve che potrebbe rappresentare un diversivo; il contrasto famigliare stesso, tra i due protagonisti, che assume forme diverse lungo la durata del film; il contrasto tra la manovalanza, sia essa in montagna che ai suoi piedi che si litiga le briciole per poter vivere meglio. Alla base di tutto c’è però il dramma famigliare che viene continuamente alimentato da episodi che possono sembrare irreali solo a prima apparenza; un dramma che ad un certo punto diventa una vera e propria colluttazione, nel quale però, e ancora inaspettatamente, proprio sul finire della stagione invernale, si apre uno spiraglio di possibilità diverso.
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angelo umana
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giovedì 9 settembre 2021
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cronaca naturalistica dei fatti...
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Ma cosa vuol dire esattamente "cronaca naturalistica dei fatti" nel contesto della storia rappresentata in qst film? Forse le parole dei critici di professione si allontanano dalle espressioni comuni, della gente della strada. Grazie.
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vepra81
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venerdì 23 dicembre 2016
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dalla cima all abisso
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Un film che fa riflettere, che mette a confronto la ricchezza di chi si diverte e di chi lotta ogni giorno x vivere. Non la solita povertà delle grandi periferie metropolitane ma una povertà di un paese di montagna che vive di sci e turismo. Ottimo film.
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niks00
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venerdì 9 settembre 2016
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riflessione sulla società e sull'infanzia negata
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Un film profondo, dal ritmo lento per mettere in scena una storia che può essere riassunta in poche parole; la vita del dodicenne Simon, che trascorre le giornate facendo la spola della sua umile abitazione agli impianti sciistici di una località montana della Svizzera per rubare scii e accessori sciistici da rivendere. I suoi affetti si limitano alla relazione con la sorella, unica parente in vita, con la quale coabita, ma che spesso si assenta da casa con uomini improbabili senza dargli spiegazioni. E' senza dubbio un film crudo che lo spettatore segue fino all'ultima scena sperando che intervenga qualcuno o sopraggiunga qualche evento in aiuto di queste anime, fratello e sorella, completamente abbandonate al loro misero destino.
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Un film profondo, dal ritmo lento per mettere in scena una storia che può essere riassunta in poche parole; la vita del dodicenne Simon, che trascorre le giornate facendo la spola della sua umile abitazione agli impianti sciistici di una località montana della Svizzera per rubare scii e accessori sciistici da rivendere. I suoi affetti si limitano alla relazione con la sorella, unica parente in vita, con la quale coabita, ma che spesso si assenta da casa con uomini improbabili senza dargli spiegazioni. E' senza dubbio un film crudo che lo spettatore segue fino all'ultima scena sperando che intervenga qualcuno o sopraggiunga qualche evento in aiuto di queste anime, fratello e sorella, completamente abbandonate al loro misero destino. Tutti i personaggi in cui i due fratelli si abbattono si rivelano presto impietosi e incapaci di comprendere, ascoltare o salvarli dalla situazione. Simon è come un piccolo Robin Hood che ruba ai benestanti, cioè a coloro che si possono permettere delle vacanze o di praticare uno sport costoso come lo scii, per dare ai poveri; ma in questo caso è lo stesso Simon il povero. Sorprende la sua scaltrezza, l'intraprendenza, il coraggio, l'abilita e le sue "doti" di ladro, ma anche la sua gentilezza d'animo che si scontrano con l'inettitudine e la rassegnazione della sorella. Commuove il bisogno di affetto che il ragazzino esterna, e per il quale è anche disposto a pagare. Nell'ambientazione dominano il fango e la neve, forse rispettivamente simbolo del peccato e della purezza; più volte i due protagonisti, per gioco, per disperazione o rabbia, ruzzolano e si imbrattano nel fango. Ma, se ci fermiamo a riflettere: chi sono veramente i peccatori, i colpevoli, i responsabili di questa triste vicenda?
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achab50
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martedì 9 giugno 2015
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la vera ricerca di simon
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Nella ricchissima Svizzera che si crogiola nel proprio ottuso perbenismo si svolge la vicenda di due ragazzi che non potrebbero essere diversi: lui dodicenne sveglio e concreto sbarca il lunario con furtarelli effettuati sui campi da sci; lei più matura ma totalmente vuota di sentimenti e di prospettive, vive alla giornata, non disdegnando nemmeno l'esercizio della prostituzione da cui non ricava per altro nulla. Ecco il film è tutto qui. La vicenda procede con grande linearità senza flash back, senza effetti speciali, così, quasi sottotraccia rispetto ad un mondo estremamente esclusivo ed anche violento.
A metà della vicenda una "spiegazione" capovolge e devasta la visione che ci eravamo costruiti e ci costringe e rivedere sotto questa luce gli avvenimenti già trascorsi e quelli che stanno per succedere.
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Nella ricchissima Svizzera che si crogiola nel proprio ottuso perbenismo si svolge la vicenda di due ragazzi che non potrebbero essere diversi: lui dodicenne sveglio e concreto sbarca il lunario con furtarelli effettuati sui campi da sci; lei più matura ma totalmente vuota di sentimenti e di prospettive, vive alla giornata, non disdegnando nemmeno l'esercizio della prostituzione da cui non ricava per altro nulla. Ecco il film è tutto qui. La vicenda procede con grande linearità senza flash back, senza effetti speciali, così, quasi sottotraccia rispetto ad un mondo estremamente esclusivo ed anche violento.
A metà della vicenda una "spiegazione" capovolge e devasta la visione che ci eravamo costruiti e ci costringe e rivedere sotto questa luce gli avvenimenti già trascorsi e quelli che stanno per succedere. Con straordinarie capacità recitative il giovanissimo Kacey Mottet Klein risulta perfettamente immerso nella parte e gli si prospetta un promettentissimo futuro d'attore. Léa Seydoux si dimostra duttile nella sua parte dolente, inconsapevole e perdente senza speranza.
Molto buona la regìa; raffinata la sceneggiatura che ci immerge nella vicenda passo dopo passo.... persino il finale aperto non lascia adito a speranze. La vera ricerca di Simon è un po' d'amore, in tutto il film in tutti i personaggi il grande assente è l'amore, o la sua pur dignitosa sottospecie che è l'affetto.
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ginoantoniomario
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sabato 21 giugno 2014
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ma siamo sicuri ?
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Ma siamo sicuri che chi ha scritto la recensione ha visto il film ?
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jean remi
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giovedì 1 agosto 2013
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non un barlume di speranza!
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Tristezza ed impotenza di fronte a questi due personaggi (figlio-sorella-madre) che stanno consumando la loro vita nell’assoluta mancanza di ogni valore, morale - etico – affettivo. Non stanno vivendo ma sopravvivendo.
Simon, simpatico ladro che diventa perfino cleptomane nell’episodio del furto dell’orologio alla signora inglese (non aveva alcun senso quel furto), ha un bisogno estremo di affetto che gli altri non sanno cogliere a partire dalla sorella-madre personaggio “fuori” che raggiunge l’ abiezione di farselo pagare questo affetto (200 franchi per dormire accanto a lei).
Emblematica la scena finale dell’incontro tra le cabine della funivia, loro non si incontreranno “affettivamente” mai.
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Tristezza ed impotenza di fronte a questi due personaggi (figlio-sorella-madre) che stanno consumando la loro vita nell’assoluta mancanza di ogni valore, morale - etico – affettivo. Non stanno vivendo ma sopravvivendo.
Simon, simpatico ladro che diventa perfino cleptomane nell’episodio del furto dell’orologio alla signora inglese (non aveva alcun senso quel furto), ha un bisogno estremo di affetto che gli altri non sanno cogliere a partire dalla sorella-madre personaggio “fuori” che raggiunge l’ abiezione di farselo pagare questo affetto (200 franchi per dormire accanto a lei).
Emblematica la scena finale dell’incontro tra le cabine della funivia, loro non si incontreranno “affettivamente” mai.
Ursula Meier ci ha lanciato un toccante segnale sulle cause della mancanza di sentimenti affettivi che possono annientare al vita. La stagione sciistica finisce, la neve se ne va e finiti i furti non rimane che il “nulla” nella sua piena accezione.
Se si vuole ricercare quanto possa essere triste e nulla la vita senza i sentimenti un buon film, ma un barlume di speranza in più me lo sarei aspettato. Troppo triste e senza speranza per essere un film perfetto.
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[+] singolare
(di ginoantoniomario)
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pensierocivile
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lunedì 15 aprile 2013
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il doppio binario
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Non si può non ammettere che si è di fronte ad un film particolare, che costringe ad imprigionarsi in una famiglia senza speranza, senza un passato, con un presente più che incerto, un futuro realmente impossibile, con un bambino lontano miglia dalla dolcezza della giovane età ed una "sister" aggrappata alla vita coi denti, spesso travolta, spesso travolgente. Non si riesce mai ad alzare lo sguardo e ad ambire ad un momento di speranza, il confine del dramma non lascia scampo, ripercuotendosi su una serie di speranze ben presto deluse. Il finale in funivia appare "banalmente" adeguato: adeguato al corso dei sentimenti che procedono parallelamente alla storia, banale perché in fondo, tutta la storia è abbastanza banale per un film, ricchissima per un corto e, spesso la l'astrazione autoriale pesa troppo sul reale necessario.
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