astromelia
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martedì 6 maggio 2014
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deprecabile
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visto in dvd,credo il più insulso movie che io abbia visto,ma la cosa che mi lascia interdetta è che nei titoli ci sta scritto" di interesse culturale".....capirai che capolavoro!!!!
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rub123
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giovedì 17 aprile 2014
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la capacità estraniante che rivela.
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Film di tale natura non possono rientrare nel mercato "mainstream" e non possono essere letti con occhio razionale. La composizione del film è onirica e conduce lo spettatore verso un viaggio non definito. Al di là dei riferimenti letterari, il fil vive di luce propria. L'estetica del film è molto pervasiva, la Sardegna vista in una luce surreale ma forse anche calzante (ipotizzo, ma non sono sardo). Di certo bisogna dare atto ai finanziatore per il coraggio avuto.
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safae
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lunedì 30 settembre 2013
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pessimo kaspar hauser.
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Un insulso Kaspar Hauser in salsa Cinico Tv che si trascina stancamente, tra luoghi comuni e dialoghi imbarazzanti.
Se non si ha nulla da dire forse è meglio tacere.
Si può mascherare il tutto con stranezze, finte innovazioni e ogni tanto alzare il volume della musica, ripetendo il tutto (dalle parole ai gesti), ma la sensazione è che il tutto venga fatto solo per girare un lungometraggio anzichè un corto.
L'unica cosa salvabile è l'ambientazione del film, ma rimane troppo poco.
Tralascio la recitazione che per alcuni versi è imbarazzante.
Non so se mi spiace più per il denaro speso o per il tempo sprecato nel vederlo.
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Un insulso Kaspar Hauser in salsa Cinico Tv che si trascina stancamente, tra luoghi comuni e dialoghi imbarazzanti.
Se non si ha nulla da dire forse è meglio tacere.
Si può mascherare il tutto con stranezze, finte innovazioni e ogni tanto alzare il volume della musica, ripetendo il tutto (dalle parole ai gesti), ma la sensazione è che il tutto venga fatto solo per girare un lungometraggio anzichè un corto.
L'unica cosa salvabile è l'ambientazione del film, ma rimane troppo poco.
Tralascio la recitazione che per alcuni versi è imbarazzante.
Non so se mi spiace più per il denaro speso o per il tempo sprecato nel vederlo.
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fay ray
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martedì 3 settembre 2013
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un imbarazzante fallimento totale
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Manuli, grazie probabilmente alla sua rete di conoscenze, riesce a produrre e a distribuire (pure all'estero!) quello che è senza dubbio il peggiore film dell'ultimo decennio.
Egli prende il mito di Kaspar Hauser, la sardegna dello spaghetti western, Ciprì e Maresto, Pasolini, l'underground americano, il post-moderno, il peggior teatro italiano, un paio di riferimenti religiosi-shakespeariani-mitici (che fa sempre figo), li mischia insieme e ne fa una bella polpettona, riuscendo nel difficile compito di tirar fuori il peggio da tutti gli ingredienti. Il risultato è persino troppo idiota per diventare un piccolo cult per cine-malati.
Il fascino del film "sperimentale" tramonta già dalla seconda scena, tanto è già chiara la piattezza del lavoro.
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Manuli, grazie probabilmente alla sua rete di conoscenze, riesce a produrre e a distribuire (pure all'estero!) quello che è senza dubbio il peggiore film dell'ultimo decennio.
Egli prende il mito di Kaspar Hauser, la sardegna dello spaghetti western, Ciprì e Maresto, Pasolini, l'underground americano, il post-moderno, il peggior teatro italiano, un paio di riferimenti religiosi-shakespeariani-mitici (che fa sempre figo), li mischia insieme e ne fa una bella polpettona, riuscendo nel difficile compito di tirar fuori il peggio da tutti gli ingredienti. Il risultato è persino troppo idiota per diventare un piccolo cult per cine-malati.
Il fascino del film "sperimentale" tramonta già dalla seconda scena, tanto è già chiara la piattezza del lavoro. E il vero dramma non è la leggenda di Kaspar, ma che manca ancora un'ora e mezza. Il pubblico cade in un sonno profondo causa la ripetitività di dialoghi e scene (bisognava allungare il brodo, se no ne veniva fuori un cortometraggio).
Tuttavia ci si risveglia di botto nei momenti in cui la pessima recitazione raggiunge picchi imbarazzanti. Cani tutti, Gerini in testa (ma anche Gallo non scherza).
Solo la fotografia si salva, ma a questo punto è troppo tardi.
Uscendo dal cinema prima della fine (non ricordo l'ultima volta che è successo, e in questo almeno Manuli ha vinto) ci si chiede come si possa vendere questo fallimento senza vergogna. Perchè in noi l'imbarazzo è grande, e il pensiero va a tutte le buone maestranze che hanno perso dignità a causa di questa cosa. Vitalic in primis, come è potuto succedere?
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fabiofeli
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giovedì 20 giugno 2013
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la leggenda di kaspar hauser: ufo, sciamano, dj
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La leggenda di Kaspar Hauser di Davide Manuli
Comincia con tre ufo sfreccianti nel cielo e finisce con gli stessi Ufo il bizzarro film di Manuli. Anche Kaspar Hauser (l’androgina Silvia Calderoni, una specie di David Bowie nel memorabile L’uomo che cadde sulla terra) è a suo modo un oggetto in attesa di identificazione del tutto diverso da quello (famoso, apprezzato ed apprezzabile) di Werner Herzog. Arriva con addosso una tuta Adidas su una spiaggia della Sardegna. Ha il nome scritto sul torace e questo nome ripete ossessivo come fosse l’incipit di un rap.
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La leggenda di Kaspar Hauser di Davide Manuli
Comincia con tre ufo sfreccianti nel cielo e finisce con gli stessi Ufo il bizzarro film di Manuli. Anche Kaspar Hauser (l’androgina Silvia Calderoni, una specie di David Bowie nel memorabile L’uomo che cadde sulla terra) è a suo modo un oggetto in attesa di identificazione del tutto diverso da quello (famoso, apprezzato ed apprezzabile) di Werner Herzog. Arriva con addosso una tuta Adidas su una spiaggia della Sardegna. Ha il nome scritto sul torace e questo nome ripete ossessivo come fosse l’incipit di un rap. Lo raccoglie lo sceriffo/pusher (Vincent Gallo, bravissimo con il suo americano con smaccato accento texano, misto all’italiano). Lo riempie di premure e di elementari lezioni con lo scopo di sfruttare con la complicità del fratello (sempre Gallo) e della “Granduchessa” (Claudia Gerini) quella specie di pupazzo di cera, modellabile a piacimento, che sembra non avere cognizioni né passato. Il prete (Fabrizio Gifuni, che parla un comico e sguaiato dialetto pugliese) sembra interessarsi al ragazzo, ma vuole smantellarne l’aura di oracolo che lo riveste: in effetti Kaspar Hauser di doti ne deve avere, anche se l’epilessia che lo affligge pare destinarlo al massimo ad un ruolo di sciamano. E diventerà proprio un Dj di successo. In fondo un Dj che cosa è se non uno sciamano?
Un ottimo bianco e nero veste personaggi e luoghi delle splendida isola con impeccabile rigore, spostandosi da Oristano a San Vero Milis e alle spiagge deserte con torri di avvistamento diroccate. La ossessiva musica techno di Vitalic viene sparata a tutto volume; coinvolge, emoziona ed assume un ruolo di vero personaggio della storia.
La prova di Gallo nobilita il film, sfoderando anche gli stilemi del grande cinema western americano, con le sfide e i duelli alla Ok corral. Accanto alla Calderoni spiccano anche la Gerini e il bravo Gifuni, ormai figura fissa in molto buon cinema italiano. Il linguaggio filmico privilegia i piani sequenza, sempre appropriati e mai ridondanti. Anche le scelte espressive dei dialetti spingono il film nell’area della originale diversità.
Un’ottima prova di Manuli, sulla scia di Beket, purtroppo non visto perché a suo tempo poco distribuito.
Valutazione *** 1/2
FabioFeli
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