sara kavafis
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lunedì 29 settembre 2014
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una bridget jones neworkese
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Frances (Greta Gerwing) nel film interpreta una ragazza di 27 anni che tenta senza successo di diventare ballerina e entrare in un corpo di ballo.
La protagonista, una Bridget Jones neworkese, è una ragazza molto spontanea ma “ infrequentabile” data la sua evidente goffaggine.
Dopo che la sua miglior amica e coinquilina cambia appartamento, Frances è costretta a scontrarsi da sola con la realtà: accantona per un po’ il sogno di diventare ballerina e si accontenta del lavoro di segretaria per sbarcare il lunario. Imbranata , e con una buona dose di ingenuità, la protagonista è in realtà una donna ex-grege che si diversifica dai loro coetanei per la sua spontaneità, generosità e un modo di vivere molto fanciullesco.
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Frances (Greta Gerwing) nel film interpreta una ragazza di 27 anni che tenta senza successo di diventare ballerina e entrare in un corpo di ballo.
La protagonista, una Bridget Jones neworkese, è una ragazza molto spontanea ma “ infrequentabile” data la sua evidente goffaggine.
Dopo che la sua miglior amica e coinquilina cambia appartamento, Frances è costretta a scontrarsi da sola con la realtà: accantona per un po’ il sogno di diventare ballerina e si accontenta del lavoro di segretaria per sbarcare il lunario. Imbranata , e con una buona dose di ingenuità, la protagonista è in realtà una donna ex-grege che si diversifica dai loro coetanei per la sua spontaneità, generosità e un modo di vivere molto fanciullesco.
Noah Boumbach firma una commedia fresca dall’ aria un po’ “ senza tempo”, dai toni un po’ vintage grazie all’uso del bianco e nero. Così, richiamandoci alla memoria “l’ incolore “ Manhattan di Woody Allen, il regista da vita ad un film che risulta invece come una successione di quadri impressionisti, dove fotogramma dopo fotogramma si colgono gli attimi della movimentata vita della protagonista qui interpretata da una simpatica Greta Gerwing , fra l’altro co-autrice della divertente sceneggiatura a 4 mani con il regista Boumbach.
Al contrario della "Rapsodia in blu" George Gershwin, a fare da colonna sonora alle giornaliere corse di Francesca ,tra un quartiere e l’altro di Manhattan ,sono la più ritmata “modern love” di Bowie e musiche ispirate alla Nouvelle Vague.
Il merito del regista è quello di dare un ritratto vero e autentico della protagonista: Boumbach guarda con occhio affettuoso a Frances e , allo spettatore, sembra di conoscerla e si trova a fare il tifo per questa ragazza “ stramba” ma dalle mille sfaccettature colorate in contrapposizione al bianco e nero della fotografia.
Dopotutto , Frances , alla fine ci appare come una persona che vive la vita con più passione e non si accontenta di piccole storie d'amore perché vuole trovare “ quella cosa che….....”
Un film che, utilizzando una fotografia, una colonna sonora e una sceneggiatura che ci proiettano in un mondo un po’ fiabesco, regala momenti di pura autenticità e arriva al cuore dello spettatore.
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mario nitti
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sabato 27 settembre 2014
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protagonista e fotografia da oscar
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Sorprendente, magnifica, da Oscar: i tre aggettivi potrebbero essere utilizzati sia per la fotografia, sia per l’interpretazione della protagonista di questo strano film in bianco e nero, costruito mettendo insieme, come in un puzzle, frammenti della vita di una giovane donna, ritratta in un momento di passaggio in cui la sua esistenza, i suoi sogni, le sue relazioni, si ridefiniscono.
La protagonista, ormai alla fine del suo percorso, dice: “Mi piacciono le cose che sembrano errori”. La frase potrebbe essere n valido commento al modo con cui procede il racconto: tutto è narrato in modo frammentario, sconnesso, apparentemente senza uno schema preciso, ma alla fine ci si accorge che il ritratto di Frances, con il suo modo sorridente di affrontare le scelte della vita, è riuscito in modo efficace e convincente.
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Sorprendente, magnifica, da Oscar: i tre aggettivi potrebbero essere utilizzati sia per la fotografia, sia per l’interpretazione della protagonista di questo strano film in bianco e nero, costruito mettendo insieme, come in un puzzle, frammenti della vita di una giovane donna, ritratta in un momento di passaggio in cui la sua esistenza, i suoi sogni, le sue relazioni, si ridefiniscono.
La protagonista, ormai alla fine del suo percorso, dice: “Mi piacciono le cose che sembrano errori”. La frase potrebbe essere n valido commento al modo con cui procede il racconto: tutto è narrato in modo frammentario, sconnesso, apparentemente senza uno schema preciso, ma alla fine ci si accorge che il ritratto di Frances, con il suo modo sorridente di affrontare le scelte della vita, è riuscito in modo efficace e convincente.
Durante il film più volte si resta ammirati della sequenza di inquadrature raffinate, perfette, tanto che si ha l'impressione di assistere ad uno spettacolo nello spettacolo. Infine la recitazione Greta Gerwig regala momenti indimenticabili.
Se si sommano tutti gli elementi si deve ammetere che questa storia minima, quasi marginale, è stata trasformata da Baumbach in una grande prova di come si fa del buon cinema.
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vanessa zarastro
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domenica 21 settembre 2014
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una figlia di woody allen?
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Divertente e spumeggiante la storia di Frances Ha, una Woody Allen in gonnella. Le scene sono tutte precedute dal loro indirizzo in una Manhattan ripresa in bianco e nero che sembra essere un esplicito tributo. Perfino la contrapposizione con la California – Frances va a passare un Natale dai genitori a Sacramento – è una tema caro a Woody Allen (ricordate Annie Hall?). Anche il milieu è simile (forse dei suoi figli e nipoti): artisti, ballerini, avvocati e perfino una senatrice sono i personaggi che si incrociano sul palcoscenico newyorkese.
Gaffes, goffaggini e disavventure connotano questa ragazza giovane ma non giovanissima (27 anni viene detto più volte) con la sindrome di “Peter Pan” che sembra non voler proprio imparare né a vivere né ad avere rapporti sociali semplici.
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Divertente e spumeggiante la storia di Frances Ha, una Woody Allen in gonnella. Le scene sono tutte precedute dal loro indirizzo in una Manhattan ripresa in bianco e nero che sembra essere un esplicito tributo. Perfino la contrapposizione con la California – Frances va a passare un Natale dai genitori a Sacramento – è una tema caro a Woody Allen (ricordate Annie Hall?). Anche il milieu è simile (forse dei suoi figli e nipoti): artisti, ballerini, avvocati e perfino una senatrice sono i personaggi che si incrociano sul palcoscenico newyorkese.
Gaffes, goffaggini e disavventure connotano questa ragazza giovane ma non giovanissima (27 anni viene detto più volte) con la sindrome di “Peter Pan” che sembra non voler proprio imparare né a vivere né ad avere rapporti sociali semplici. I maggiori problemi sembrano nascere quando Frances deve imparare a badare a se stessa perché la sua migliore amica nonché roomate Sophie, si innamora di Patch e va a vivere con lui. Sophie rappresenta una sorta di alter ego, tanto precisa, pulita e ordinata quanto Frances disordinata e trasandata. “L’essere e l’apparire” è il suo dramma quotidiano che in tal mondo perde affetti, lavoro e piaceri: ad esempio il suo week-end a Parigi è uno dei week-end più disastrati visti sullo schermo.
La sceneggiatura è scritta dal regista Noah Baumbach e dalla stessa attrice Greta Gerwig che sembra cucirsi addosso il personaggio. Ottima la colonna sonora e il riferimento alla danza della Pina Bausch.
Come i film di Allen di una volta il ritmo è serrato e molto verboso quindi in alcuni punti si fatica anche un po’ a starle dietro. Forse dieci minuti in meno avrebbero giovato al suo successo.
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[+] non bastano 10 minuti
(di alex62)
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epidemic
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giovedì 18 settembre 2014
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grunge-dance
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a mio parere un simpatico b/n, una commedia dal tocco grunge, ad ampio respiro. La scrittura è libera, e forse questo potrà non piacere a qualcuno (che abituato a un ritmo classico lo troverà probabilmente sconclusionato), ed evidentemente oltre a lla protagonista è questa la sua forza.
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flyanto
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lunedì 15 settembre 2014
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alla fine tutto si aggiusta...
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Film in cui si racconta di una giovane donna di nome Frances, aspirante ballerina, la quale vive la propria esistenza inseguendo sogni per lo più irrealizzabili e subendo in tutto e per tutto il fascino della sua amica Sophie con cui divide l'appartamento.Quando quest' ultima lascia la casa per andare a convivere col proprio fidanzato, per Frances inizia un periodo di continui spostamenti e traslochi presso vari appartamenti di amici e non e di svariate occupazioni lavorative con cui a mala pena riesce ad arrivare a fine mese. Finchè, dopo numerose vicissitudini e sempre affrontando le giornate con spirito spensierato e pieno di fiducia riuscirà anch'ella a trovare la giusta collocazione nella propria esistenza, tanto da poter finalmente e definitivamente apporre all'ingresso della propria porta di casa il cartellino col proprio nome, sia pure troncato (Frances Ha anzichè Halliday).
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Film in cui si racconta di una giovane donna di nome Frances, aspirante ballerina, la quale vive la propria esistenza inseguendo sogni per lo più irrealizzabili e subendo in tutto e per tutto il fascino della sua amica Sophie con cui divide l'appartamento.Quando quest' ultima lascia la casa per andare a convivere col proprio fidanzato, per Frances inizia un periodo di continui spostamenti e traslochi presso vari appartamenti di amici e non e di svariate occupazioni lavorative con cui a mala pena riesce ad arrivare a fine mese. Finchè, dopo numerose vicissitudini e sempre affrontando le giornate con spirito spensierato e pieno di fiducia riuscirà anch'ella a trovare la giusta collocazione nella propria esistenza, tanto da poter finalmente e definitivamente apporre all'ingresso della propria porta di casa il cartellino col proprio nome, sia pure troncato (Frances Ha anzichè Halliday).
L'ultima opera di Noah Baumbach risulta nel suo complesso un'opera fresca, spensierata e colma di positività come, del resto, è il suo personaggio principale Frances. Peraltro essa è stata scritta a quattro mani con la stessa protagonista del film Greta Gerwig, che ottimamente impersona la figura di una donna, forse sotto certi aspetti, ancora immatura ed impreparata ad affrontare la vita ma piena di sogni ed ideali che l'aiutano a non buttarsi mai giù di morale completamente. Grazie proprio al suo spirito ottimista, altruista e sempre ben disposto nei confronti di tutti e tutto, riuscirà a superare i momenti più difficili ed a trovare anch'ella una collocazione tutta a sè riservata.
Il film è girato in bianco e nero e per questo aspetto vuole richiamare direttamente molte pellicole di Woddy Allen (vedi "Manhattan") dove la protagonista diventa anche, se non solo, la città di New York stessa. Ma, sebbene non raggiunga gli apici ed ovviamente l'originalità del grande Allen, in ogni caso esso riesce comunque nel suo intento di raccontare una storia moderna, in chiave un poco favolistica, ed a risultare pertanto alquanto piacevole a vedersi.
Buona anche la sceneggiatura colma di svariate battute spiritose ed intelligenti. Insomma, un vero e piccolo gioiello di film.
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[+] incredibile
(di sara kavafis)
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goldy
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sabato 13 settembre 2014
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mah!
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Si può fare tutto e il contrario di tutto. Normalmente le sconfitte e le difficoltà del quotidiano fanno male ed è proprio l'insofferenza al male che ci spinge a cercare un'alternativa. Il film propone invece di vivere la sconfitta con la stessa leggerezza con cui vivi i i momenti di successo. E' una strategia narrativa che letterariamente può funzionare, è suggestiva, ma sul piano della credibilità lascia molto preplessi. La mancanza di cartegorie in Greta fa si che tutto rimanga indistinto e non riesca mai a trovare un punto per deviare un percorso e fare delle scelte. Tutto le scivola via e alla fine si esce dalla sala con la sensazione di non voler assomigliare a lei.
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Si può fare tutto e il contrario di tutto. Normalmente le sconfitte e le difficoltà del quotidiano fanno male ed è proprio l'insofferenza al male che ci spinge a cercare un'alternativa. Il film propone invece di vivere la sconfitta con la stessa leggerezza con cui vivi i i momenti di successo. E' una strategia narrativa che letterariamente può funzionare, è suggestiva, ma sul piano della credibilità lascia molto preplessi. La mancanza di cartegorie in Greta fa si che tutto rimanga indistinto e non riesca mai a trovare un punto per deviare un percorso e fare delle scelte. Tutto le scivola via e alla fine si esce dalla sala con la sensazione di non voler assomigliare a lei.
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luxlux
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giovedì 11 settembre 2014
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toccante
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ottimo film, tocca le corde del cuore e fà sorridere
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gianleo67
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sabato 2 agosto 2014
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una peter pan dalle parti di broadway
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Aspirante ballerina ed apprendista precaria in una compagnia di danza della Grande Mela, la giovane ed imprevedibile Frances è uno spirito libero che con soave goffaggine arranca tra relazioni sentimentali inconcludenti, la tenera e divertita convivenza con l'amica del cuore prima e con una coppia di ragazzi con smanie da artisti poi, senza raggiungere un vero e proprio equilibrio tra le sue confuse ambizioni professionali ed una burrascosa vita privata. Almeno finchè l'amica non la molla per sposare il suo ragazzo e la responsabile della compagnia non la estromette senza preavviso dal corpo di ballo...
Scritto a quattro mani con la protagonista principale e ricostruendo la romantica monocromia dei quartieri 'off Broadway' in un indovinato bianco e nero, il regista di Brooklyn sembra ripetere l'exploit del precedente 'Greenberg' (2010) ripercorrendo con moto retrogrado il cammino di una ricerca esistenziale e umana dalle assolate location di una California lontana e provinciale (Sacramento, la città degli alberi?) alle velleità artistiche ed ai fermenti culturali di una New York di spettacoli occasionali, coreografie per l'infanzia ed affitti a fine mese.
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Aspirante ballerina ed apprendista precaria in una compagnia di danza della Grande Mela, la giovane ed imprevedibile Frances è uno spirito libero che con soave goffaggine arranca tra relazioni sentimentali inconcludenti, la tenera e divertita convivenza con l'amica del cuore prima e con una coppia di ragazzi con smanie da artisti poi, senza raggiungere un vero e proprio equilibrio tra le sue confuse ambizioni professionali ed una burrascosa vita privata. Almeno finchè l'amica non la molla per sposare il suo ragazzo e la responsabile della compagnia non la estromette senza preavviso dal corpo di ballo...
Scritto a quattro mani con la protagonista principale e ricostruendo la romantica monocromia dei quartieri 'off Broadway' in un indovinato bianco e nero, il regista di Brooklyn sembra ripetere l'exploit del precedente 'Greenberg' (2010) ripercorrendo con moto retrogrado il cammino di una ricerca esistenziale e umana dalle assolate location di una California lontana e provinciale (Sacramento, la città degli alberi?) alle velleità artistiche ed ai fermenti culturali di una New York di spettacoli occasionali, coreografie per l'infanzia ed affitti a fine mese. Il risultato è una commedia spassosa ed eccentrica che ricava nella cornice di un sognante realismo metropolitano (Mahnattan?) un divertito e leggero ritratto di giovane donna (forse non così giovane ma neache tanto vecchia non ostante i suoi 27 anni) colta nel pieno di una inespressa crisi dell'età adulta ed indecisa sul proprio futuro sentimentale e professionale, tallonandola nelle sue imprevedibili peregrinazioni lungo le tappe casuali o forzate degli accidenti del cuore (l'amica che si accasa) o del lavoro (la compagnia che la scarica) ed a cui reagisce con le spiazzanti e contraddittorie mosse di una inveterata sognatriche con i piedi ben piantati per terra. Infilzando una serie di trovate più o meno furbesche ed avvalendosi della recitazione disarmante di una meravigliosa e soave Greta Gerwig, Baumbach si destreggia tra i toni grottesci e poetici di un idiosincrasia esistenziale fatta di intemperanze caratteriali e tenerezze infantili e forse cogliendo la verità umana di un personaggio di fantasia che vorremmo tanto esistesse veramente. Tradendo la matrice teatrale di uno script che si articola nella insistita trama dei dialoghi e trovando momenti di sublime leggerezza formale (la danza sul marciapiede sulle note della travolgente 'Modern Love' di David Bowie) il film dello scrittore Newyorkese ha quanto meno il merito di non eccedere nella misura e negli ammiccamenti festivalieri che pure gli si addicono tutti. Nomination ai Golden Globe come miglior attrice per la Gerwig.
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no_data
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venerdì 10 gennaio 2014
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che problemi avete?
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Un film di Baumbach su greta gerwig, e di greta gerwig su baumbach. Se vi piace il genere ma vi hanno deluso i precedenti perchè siete dei brontoloni perdigiorno e vi leggete il forum di mymovies, questo film fa per voi.
Baumbach sembra aver trovato la sua penna, lenisce il solito furore introspettivo col candore e l'esuberanza fisica di Frances. Sopra l'imbarazzo, la vergogna, la frustrazione e tutto il concime dell'hipsterismo newyorkese emerge e a volte trionfa la grazia di Frances come ninfea in uno stagno. Il film nei primi 100 secondi tradisce tutti i glitch culturali di questa generazione, e non ci mette più di cinque minuti ad accorgersene: ma è quello che fate tutti: se riuscirete a mantenere un po' di concentrazione, senza twittare alle vostre amiche che mxxxa che è il film, vi potrebbe capitare di assistere a un piccolo miracolo:smettere di ridere, accettarvi per come siete.
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Un film di Baumbach su greta gerwig, e di greta gerwig su baumbach. Se vi piace il genere ma vi hanno deluso i precedenti perchè siete dei brontoloni perdigiorno e vi leggete il forum di mymovies, questo film fa per voi.
Baumbach sembra aver trovato la sua penna, lenisce il solito furore introspettivo col candore e l'esuberanza fisica di Frances. Sopra l'imbarazzo, la vergogna, la frustrazione e tutto il concime dell'hipsterismo newyorkese emerge e a volte trionfa la grazia di Frances come ninfea in uno stagno. Il film nei primi 100 secondi tradisce tutti i glitch culturali di questa generazione, e non ci mette più di cinque minuti ad accorgersene: ma è quello che fate tutti: se riuscirete a mantenere un po' di concentrazione, senza twittare alle vostre amiche che mxxxa che è il film, vi potrebbe capitare di assistere a un piccolo miracolo:smettere di ridere, accettarvi per come siete.
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marienbad
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giovedì 9 gennaio 2014
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che noia
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