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danilaroma
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lunedì 9 aprile 2012
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da non perdere
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Non sarà il film dell'anno ma va visto perchè è dolce, surreale, ironico. La scena più bella, per me, è al commissariato. Quanto è liberatoria quella testata.
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melania
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lunedì 2 aprile 2012
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tenero,coinvolgente
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Un bel film,delicato,empatico,fa molto riflettere sulla vita e sulle strane coincidenze che essa ci riserva.Bravissimo Ricardo Darin.Davvero consigliabile!
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writer58
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sabato 31 marzo 2012
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la strana coppia
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Prendete una persona che ha vissuto un trauma nella sua giovinezza e che, alle soglie dei 50 anni, si trincera dietro una routine rigida e ossessiva: va a dormire alle 11 in punto, si reca con una puntualità svizzera nel suo negozio di ferramenta, mangia da solo, legge il giornale alla ricerca di notizie "impossibili" che ritaglia e ordina con precisione in un quaderno, guida una preistorica Fiat 1500, conta le viti che ha richiesto al suo fornitore una per una, si protegge con la solitudine dai rischi di un coinvolgimento affettivo e avrete un ritratto fedele del protagonista, Roberto, di questo film del regista argentino Borensztein.
Su di lui- un efficacissimo e godibile Ricardo Darin- "piove" un giovane cinese che si è trasferito a Buenos Aires alla ricerca di suo zio, dopo una tragedia che ha segnato la sua esistenza.
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Prendete una persona che ha vissuto un trauma nella sua giovinezza e che, alle soglie dei 50 anni, si trincera dietro una routine rigida e ossessiva: va a dormire alle 11 in punto, si reca con una puntualità svizzera nel suo negozio di ferramenta, mangia da solo, legge il giornale alla ricerca di notizie "impossibili" che ritaglia e ordina con precisione in un quaderno, guida una preistorica Fiat 1500, conta le viti che ha richiesto al suo fornitore una per una, si protegge con la solitudine dai rischi di un coinvolgimento affettivo e avrete un ritratto fedele del protagonista, Roberto, di questo film del regista argentino Borensztein.
Su di lui- un efficacissimo e godibile Ricardo Darin- "piove" un giovane cinese che si è trasferito a Buenos Aires alla ricerca di suo zio, dopo una tragedia che ha segnato la sua esistenza. Non parla una parola di Spagnolo,è alla deriva in una città a lui totalmente sconosciuta, si aggrappa a Roberto come un naufrago a un salvagente. Roberto lo considera una calamità che minaccia di stavolgere la sua esistenza monotona e ripetitiva, ma finirà per accoglierlo e si metterà alla ricerca dei suoi parenti, dopo aver coinvolto l'ambasciata e tentato di raccogliere informazioni nel quartiere cinese della capitale argentina.
"Cosa piove dal cielo" -brutta traduzione del titolo originale "Un cuento chino"- sviluppa in chiave surreale il tema un po' abusato della "strana coppia" e degli effetti che provoca sull'universo chiuso e clustrofobico del protagonista. Lo fa con ironia, regalando qualche momento di divertimento, grazie all'eccellente caratterizzazione di Darin che, un po' per volta, abbandona il suo atteggiamento di misantropo amareggiato, in lotta con il mondo, per accedere a una dimensione più vitale e aperta alle relazioni.
Più che il "Canto di Natale" di Dickens, questo film mi ha fatto venire in mente il recente "Quasi amici": in entrambi l'incontro casuale tra due personaggi molto diversi tra di loro produce percorsi di riscatto personale e genera connessioni di senso nel quotidiano. Il lavoro di Borensztein è meno incisivo e trascinante del film francese, ma rimane comunque, a mio avviso, una proposta dignitosa e fruibile positivamente dal pubblico.
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pressa catozzo
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giovedì 29 marzo 2012
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dopo la pioggia il sole
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Ogni film offre una sua emozione, questa opera merita tutti i riconoscimenti, delicato coinvolgente se non fosse scritto "tratto da un fatto realmenyte accaduto " mi sarei chiesto se mai fosse stato possibile che avvenisse un fatto come questo. Bello intenso da rivedere alla prima occasione. Ribadisco che il cinema ha bisogno di spettatori e non di critici. saluti da edgardo
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renato volpone
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giovedì 29 marzo 2012
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una storia "quasi" vera
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Il film nasce da un accadimento vero, la caduta dal cielo di una mucca, scaricata da un aereo, che colpisce e uccide una ragazza in Cina. Da qui la storia del film e di un ragazzo, il fidanzato della giovane, che rimasto solo e orfano parte per l'Argentina, senza conoscere la lingua, alla ricerca di uno zio. Qui incontra un personaggio nevrotico e abitudinario, Roberto, che, impietosito, lo accoglie a casa sua facendosi, involontariamente, sconvolgere la vita. È un racconto delicato, umano, romantico, con le scene che passano volutamente da un'argentina antica ad una moderna, così com'é il percorso nella mente e nei cuori dei diversi personaggi. Per capire in che epoca sei devi guardare le macchine per strada.
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Il film nasce da un accadimento vero, la caduta dal cielo di una mucca, scaricata da un aereo, che colpisce e uccide una ragazza in Cina. Da qui la storia del film e di un ragazzo, il fidanzato della giovane, che rimasto solo e orfano parte per l'Argentina, senza conoscere la lingua, alla ricerca di uno zio. Qui incontra un personaggio nevrotico e abitudinario, Roberto, che, impietosito, lo accoglie a casa sua facendosi, involontariamente, sconvolgere la vita. È un racconto delicato, umano, romantico, con le scene che passano volutamente da un'argentina antica ad una moderna, così com'é il percorso nella mente e nei cuori dei diversi personaggi. Per capire in che epoca sei devi guardare le macchine per strada. È un ritorno all'intimo, fino alla scena di un cortile dove il ragazzo cinese lascerà un ultimo toccante ricordo a roberto. Film vincitore al festival di Roma. Da vedere per una piacevole serata.
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edoardo belli
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lunedì 26 marzo 2012
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piovono mucche
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Esistono storie inventate che sembrano vere e storie vere che sembrano inventate. Proprio come quelle che Roberto (Riccardo Darin) ama collezionare dai ritagli di giornale. Episodi di vita surreali, tragici, ma allo stesso tempo ridicoli, capaci -secondo lo sguardo disincantato del protagonista- di racchiuderne e di esprimerne l’assurdità. Di fronte a questa beffa continua, quindi, niente vale la pena di essere vissuto veramente, né l’amicizia di Leonel (Ivan Romanelli), né l’amore della dolce Mari (Muriel Santa Ana). L’unica risposta che Roberto è i grado di dare, infatti, è solamente quella di rinchiudersi in una vita solitaria, dentro un volontario esilio fatto di rancori e di ricordi,cristallizzati nella forma di una rigida routine .
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Esistono storie inventate che sembrano vere e storie vere che sembrano inventate. Proprio come quelle che Roberto (Riccardo Darin) ama collezionare dai ritagli di giornale. Episodi di vita surreali, tragici, ma allo stesso tempo ridicoli, capaci -secondo lo sguardo disincantato del protagonista- di racchiuderne e di esprimerne l’assurdità. Di fronte a questa beffa continua, quindi, niente vale la pena di essere vissuto veramente, né l’amicizia di Leonel (Ivan Romanelli), né l’amore della dolce Mari (Muriel Santa Ana). L’unica risposta che Roberto è i grado di dare, infatti, è solamente quella di rinchiudersi in una vita solitaria, dentro un volontario esilio fatto di rancori e di ricordi,cristallizzati nella forma di una rigida routine . Finché un giorno da un taxi -o forse sarebbe proprio il caso di dire dal cielo- piove un cinese, anche lui solo, spiantato e bisognoso d’aiuto. Come in una fiaba moderna, allora, il protagonista è costretto ad uscire dal suo “guscio” per aiutare lo sfortunato forestiero a ritrovare lo zio. Così, dopo aver superato numerose resistenze e anche dopo qualche “passaggio a vuoto”, il protagonista comincia finalmente ad aprirsi all’ altro. Una vera e propria terapia d’urto che gli consente di abbandonare lentamente il suo nichilismo radicale, fino a scoprire che lo sconosciuto piombato all’ improvviso, in qualche modo non era mai stato un vero e proprio estraneo.
Ormai al suo terzo lungometraggio, Sebastian Borensztein, ci regala un delicato“affresco” di vita dal sapore dolceamaro. Attraverso la parabola di Roberto, interpretato magistralmente da un ottimo Ricardo Darin, il film offre una brillante riflessione sul ruolo fondamentale dell’ “altro” all’ interno del processo di crescita individuale. Il tutto poi, viene condito con una giusta dose di un’ironia straniata, quasi surreale, che conferisce incisività e freschezza ad una trama altrimenti troppo scontata.
Osannato in patria e vincitore del Premio Marco Aurelio nell’ edizione 2012 del Festival del cinema di Roma, Cosa piove dal cielo, è il degno rappresentate di un cinema argentino emergente in forte ascesa, in grado di primeggiare nello stesso anno anche a Locarno, con Abrir puertas Y ventanas di Milagros Mumenthaler. Se queste sono le premesse, siamo certi che altre gradite sorprese non tarderanno ad arrivare,anzi a “piovere dal cielo”.
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flyanto
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lunedì 26 marzo 2012
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ogni accadimento ha un suo significato
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Commedia un pò surreale sul significato dell'amore e dell'altruismo. Intelligentemente ironica e divertente nonchè delicata ed amara allo stesso tempo. Molto bravo, come sempre, Ricardo Darin che qui riveste appunto un ruolo più comico e "leggero" dei suoi più consueti ruoli drammatici.
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fabrizio dividi
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domenica 25 marzo 2012
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anche le mucche possono volare
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Roberto -Ricardo Darin- trascorre una vita monotona tra le mura della sua ferramenta e le sue nevrosi quotidiane fatte di riti, airspotting e letture di quotidiani di mezzo mondo dai quali ritaglia le notizie delle morti più bizzarre e fantasiose: ecco, la vita di Roberto è tutta qui, tra cinismo poche frequentazioni e molti brontolii.
Poi l'inaspettato incontro con un giovane cinese che per alterne vicende si trasferisce a casa sua in attesa che ritrovi un parente mette in moto situazioni e sentimenti remoti che nella più classica delle fiabe rimettono a posto la vita di entrambi.
Una trama semplice, spesso appesa ad un filo per coerenza e verosimiglianza, riesce comunque a trasferire emozioni ed interesse ad un film che proprio dalla sua semplicità trae una forza non scontata.
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Roberto -Ricardo Darin- trascorre una vita monotona tra le mura della sua ferramenta e le sue nevrosi quotidiane fatte di riti, airspotting e letture di quotidiani di mezzo mondo dai quali ritaglia le notizie delle morti più bizzarre e fantasiose: ecco, la vita di Roberto è tutta qui, tra cinismo poche frequentazioni e molti brontolii.
Poi l'inaspettato incontro con un giovane cinese che per alterne vicende si trasferisce a casa sua in attesa che ritrovi un parente mette in moto situazioni e sentimenti remoti che nella più classica delle fiabe rimettono a posto la vita di entrambi.
Una trama semplice, spesso appesa ad un filo per coerenza e verosimiglianza, riesce comunque a trasferire emozioni ed interesse ad un film che proprio dalla sua semplicità trae una forza non scontata. Fra le pieghe di un intreccio lineare e a tratti ripetitivo, infatti, si toccano temi sociali come immigrazione, incomunicabilità e solidarietà.
Un film contro le parole inutili e la burocrazia, dove non sempre il potere fatto di consoli e poliziotti rema a favore dell'individuo e in cui i legami amicali e famigliari sono l'unica via di salvezza. Dove la Storia ha il suo peso e le sue conseguenze e un buon patriota argentino non può accettare di vendere punte da trapano indistruttibili ma di fabbricazione inglese. Dove il destino di una mucca che cade dal cielo aprendo il film con una tragico incidente può anche essere motivo per un finale poetico e inaspettato.
Non sappiamo se senza la presenza autorevole di Darin avremmo apprezzato un film forse non memorabile, ma è grazie a lui e alla sua spalla-Pierrot che un "piccolo "film merita senz'altro di essere visto. Fabrizio Dividi
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nalipa
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domenica 25 marzo 2012
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delizioso !
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Certo non é un Filmone....ma é molto, molto gradevole.
La storia sembra bizzarra ma, man mano che il film va avanti, lo é sempre meno e diventa....assurda ... ma del resto cosa nella vita non é assurdo? Sembra un paradosso?
"Cosa può accomunare una mucca piovuta del cielo, che finisce su una barchetta di due fidanzati in Cina ad uno scorbutico gestore di una ferramenta in Argentina?"
Concordo con Caprara che ha scritto riferendosi al film: E' un misto di Kickens e Garcia Marquez, in quanto é , forse, un po' favolistico, ma anche molto, molto umano.
Da vedere, ASSOLUTAMENTE!
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alex2044
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domenica 25 marzo 2012
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lieve e gentile
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Un mezzo voto in più per la sua gentilezza. Il film ,però, non è completamente riuscito. Non si può dire di uscire dal cinema scontenti ma la leggerezza ,oltre un certo livello, è un difetto.
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