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venerdì 16 marzo 2012
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anything goes
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Nel 1975 un professore della London School of economics scrisse il testo fondamentale dell'anarcihsmo epistemologico, dando una svolta agli studi sulla filosofia della scienza post-popperiana, si intitolava "Contro il metodo" e sosteneva che, contro la nozione del rigore scientifico basato su procedure standard, nella costruzione del sapere scientifico "anything goes": tutto va bene, la scoperta non ha procedure ma può arrivare attraverso qualsiasi tipo di percorso conoscitivo. Mi sono chiesto molte volte cosa concretamente significasse questa idea, questo film mi ha fatto fare qualche passo avanti nella comprensione del clima culturale in cui quelle idee maturavano, il prof.
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Nel 1975 un professore della London School of economics scrisse il testo fondamentale dell'anarcihsmo epistemologico, dando una svolta agli studi sulla filosofia della scienza post-popperiana, si intitolava "Contro il metodo" e sosteneva che, contro la nozione del rigore scientifico basato su procedure standard, nella costruzione del sapere scientifico "anything goes": tutto va bene, la scoperta non ha procedure ma può arrivare attraverso qualsiasi tipo di percorso conoscitivo. Mi sono chiesto molte volte cosa concretamente significasse questa idea, questo film mi ha fatto fare qualche passo avanti nella comprensione del clima culturale in cui quelle idee maturavano, il prof. Terrace e la sua equipe procedono in modo del tutto casuale ed irregolare e qualcosa effettivamente scoprono. Anche la follia è una strategia conoscitiva.
Quale sia poi questa scoperta, a ognuno giudicare, probabilmentedi natura morale e non psico-linguistica.
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martedì 13 marzo 2012
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da vedere!
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rongiu
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domenica 11 marzo 2012
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save me!
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Novembre 1973: Un piccolo di scimpanzé nasce in cattività a Norman \ Oklahoma / in un centro di ricerca suiprimati. Pochi giorni dopo, il cucciolo viene sottratto alla madre, già abituata a questo stillicidio, dopo averla abbattutacon un dardo contenente tranquillante. Il piccolo di scimpanzé viene successivamente inserito in un contesto “familiare umano”. Ad accudirlo è una ex studentessa, benestante, laureata in psicologia \ Stephanie LaFarge / e con un bel po’ di figli sommando i suoi a quelli del suo nuovo marito.
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Novembre 1973: Un piccolo di scimpanzé nasce in cattività a Norman \ Oklahoma / in un centro di ricerca suiprimati. Pochi giorni dopo, il cucciolo viene sottratto alla madre, già abituata a questo stillicidio, dopo averla abbattutacon un dardo contenente tranquillante. Il piccolo di scimpanzé viene successivamente inserito in un contesto “familiare umano”. Ad accudirlo è una ex studentessa, benestante, laureata in psicologia \ Stephanie LaFarge / e con un bel po’ di figli sommando i suoi a quelli del suo nuovo marito.
Ha inizio così il progetto Nim, forse l'esperimento più radicale nel suo genere, che mira a dimostrare le possibilità che ha di comunicare uno scimpanzé attraverso la lingua dei segni, se allevato, nutrito ed educato come un bambino umano. La direzione dell’esperimento è affidata ad un professore di psicologia della Columbia University \ Herbert S. Terrace /. Una volta acquisito il linguaggio dei segni, o meglio il maggior numero di parole ed un po’ di grammatica rudimentale, si spera di poter carpire il suo pensiero, i suoi stati d’animo. In caso di successo, le conseguenze sono a dir poco dirompenti, l’incomunicabilità tra l’uomo e il suo parente più prossimo è abbattuta e per sempre, nuove frontiere sulla comunicazione si aprono e via di questo passo. La domanda: - Che cosa significa essere un umano? – è tutta da ridefinire.
Il nuovo inquilino ha un approccio affettivamente immediato e positivo con la famiglia adottiva e non gli dispiace certo la residenza nell’Upper West Side di Manhattan dove gli spazi larghi e soprattutto tanta, tantissima gente gli permettono di potersi esprimere al meglio. Impara velocemente e nel breve volgere di pochi mesi inizia a comunicare le sue esigenze. Ama giocare con i fratelli umani acquisiti, e spesso le suppellettili di casa subiscono deformazioni materiali consistenti. Furbo, abile, diventa sempre più scaltro, anche il suo fisico inizia ad irrobustirsi. Nim ormai è troppo grande per questa famiglia, \ sooobbh!/ viene così trasferito in una grande villa di proprietà della Columbia University. Ma perché Jennie LaFarge è sollevata dall’incarico? A parere del prof. Terrace l’intera famiglia LaFarge ha nei confronti di Nim un atteggiamento più libertino che “pedagogico”. Ad occuparsene sono una serie di studentesse; prima fra queste \ Laura-Ann Petitto /, che a detta della LaFarge sembra essere stata scelta soprattutto per il suo fisico. Ad ognuna di esse, Nim lascia sulla pelle i segni indelebili dei suoi canini, specie quando percepisce una situazione per lui pericolosa.
All’età di cinque anni, ha acquisito “solo” un vocabolario di oltre 130 parole, e niente grammatica; troppo poco per continuare nell’esperimento. 130 parole non sono certo sufficienti per dire la tua nei diversi campi del sapere – Sigh! L’esperimento ha termine. La nuova residenza di Nim è in un centro di ricerca sui primati in Oklahoma. In questo posto dovrà imparare a convivere con i suoi simili che non aveva mai visto prima. \ Bum! Bum! Benedetto homo sapiens sapiens./Una decisione che è un vero disastro!
L’aver acquisito un po’ di umana cultura consente a Nim, nel centro d’accoglienza, di istaurare relazioni positive con il personale addetto alla sorveglianza, manutenzione e compagnia bella. Con loro, di tanto in tanto, beve birra e non disdegna il fumo. Anche questa struttura deve fare i conti con il proprio bilancio; che, rosso da diverso tempo, spera in una pioggia di verdi dollari. La pioggia non arriva. Nim è così venduto ad un laboratorio che si interessa di ricerca scientifica applicata ai farmaci sita nello stato di New York. Puah!
Nim non conosce la metafora umana del tamtam. La notizia del suo attuale stato viene messa in risalto dalla stampa ed è un avvocato fuori dai canoni che si adopra per ridargli la libertà che merita. Nim viene acquistato da un attivista dei diritti degli animali e condotto in un rifugio in Texas. Lì resta fino alla sua morte avvenuta per arresto cardiaco nel 2000.
Nim ha sicuramente perdonato, ma molti umani che con lui hanno avuto contatti di collaborazione scientifica, più o meno lunghi, probabilmente soffrono ancora oggi di insonnia perché ossessionati dal suo viso.
James Marsh \ regista / del documentario, è stato premio oscar nel 2009 per \ Man on Wire – Il funambolo delle torri gemelle /. Project Nim, è ispirato al romanzo “Nim Chimpsky” –
The Chimp Who Would be Human” di Elizabeth Hess.
Il documentario è stato presentato fuori concorso al Festival Internazionale del Film di Roma nell’ottobre 2011.
Luckiness!
« Nonno, perché gli uomini combattono? -
Il vecchio, gli occhi rivolti al sole calante, al giorno che stava perdendo la sua battaglia con la notte, parlò con voce calma.
- Ogni uomo, prima o poi, è chiamato a farlo. Per ogni uomo c’è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perché lo scontro più feroce è quello che avviene fra i due lupi. -
- Quali lupi, nonno? -
- Quelli che ogni uomo porta dentro di sé. –
Il bambino non riusciva a capire. Attese che il nonno rompesse l’attimo di silenzio che aveva lasciato cadere fra loro, forse per accendere la sua curiosità. Infine, il vecchio che aveva dentro di sé la saggezza del tempo riprese con il suo tono calmo.
- Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di odio, gelosia, invidia, risentimento, falso orgoglio, bugie, egoismo. -
Il vecchio fece di nuovo una pausa, questa volta per dargli modo di capire quello che aveva appena detto.
- E l’altro? -
- L’altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede. -
Il bambino rimase a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena raccontato. Poi diede voce alla sua curiosità e al suo pensiero.
- E quale lupo vince? -
Il vecchio Cherokee si girò a guardarlo e rispose con occhi puliti.
- Quello che nutri di più. – »
[Antica favola indiana tratta da "Io sono Dio" di Giorgio Faletti]
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owlofminerva
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sabato 10 marzo 2012
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lo scimpanzé sa "parlare", l'uomo non sa amare.
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Un film documentario che analizza più l'antropocentrismo e l'egoismo umano che la capacità di linguaggio di uno scimpanzé. Negli anni 70 in Oklahoma Nim, un cucciolo di scimpanzé, selezionato per un progetto di ricerca rivolto a dimostrare che l'animale può imparare il linguaggio umano attraverso i segni, viene sottratto alla madre e allevato da una famiglia umana, come fosse un bambino. Tuttavia a causa del metodo hippie in voga in quegli anni e quindi per l'assenza di regole all'interno della vita familiare e di un programma di ricerca ben definito, ben presto Nim viene portato via e affidato, nel corso del tempo, ad una serie di insegnanti, tutte donne giovani in qualche modo coinvolte sentimentalmente con Herb Terrace, il cinico professore, promotore dell'esperimento.
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Un film documentario che analizza più l'antropocentrismo e l'egoismo umano che la capacità di linguaggio di uno scimpanzé. Negli anni 70 in Oklahoma Nim, un cucciolo di scimpanzé, selezionato per un progetto di ricerca rivolto a dimostrare che l'animale può imparare il linguaggio umano attraverso i segni, viene sottratto alla madre e allevato da una famiglia umana, come fosse un bambino. Tuttavia a causa del metodo hippie in voga in quegli anni e quindi per l'assenza di regole all'interno della vita familiare e di un programma di ricerca ben definito, ben presto Nim viene portato via e affidato, nel corso del tempo, ad una serie di insegnanti, tutte donne giovani in qualche modo coinvolte sentimentalmente con Herb Terrace, il cinico professore, promotore dell'esperimento.
Project Nim è la ricostruzione di un esperimento improbabile e crudele dove le interviste commosse, caute e sincere dei protagonisti raccontano senza moralismi gli obiettivi e i sentimenti di un progetto non riuscito. Il senso di colpa sembra stampato sui volti degli intervistati forse responsabili di aver sottratto al piccolo scimpanzé la "natura" animale per imporgli la "cultura" umana. Sono incalzanti gli interrogativi che la pellicola pone. Perché il professor Herb dichiara lo scimpanzè incapace di apprendere il linguaggio umano e dunque l'esperimento fallito, se dopo un anno riesce a formulare la frase "Dammi una banana", perché afferma che Nim utilizza i segni appresi solo perché furbo e per raggiungere ciò che vuole se poi più volte dà voce indubitabilmente alle sensibilità di Nim, al suo chiedere scusa, al suo riconoscere un amico senza ombre o alla capacità di perdonare chi l'ha abbandonato, dopo un anno senza dare segni di aggressività.
Un grande esperimento che ha fatto storia e che oggi raccontato nello straordinario documentario del premio Oscar James Marsh dimostra che lo scimpanzé sa parlare ma è l'uomo che non sa amare.
Ci si intenerisce e poi di colpo ci si stupisce di come l'uomo riesca sempre ad essere un animale. Amaro e triste.
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nickolson
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mercoledì 29 febbraio 2012
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ci sta
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