marione
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mercoledì 3 giugno 2015
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brutto e stupido
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Sono rimasto affascinato dal bellissimo "The Imitation Game" e dunque ho cercato altre opere del regista Morten Tyldum, trovando questo film con recensioni discrete. Una terribile delusione, all'inizio sembra un telefilm di serie B, con attori ingessati, trama e sceneggiatura banale e mediocre, poi man mano peggiora e quando a circa 60 minuti il protagonista sprofonda letteralmente nella m.... ti chiedi cosa di brutto hai fatto per meritare una simile tortura. Dopo l'abbandono non ho avuto alcun rimpianto per non aver visto come andava a finire. Rimane l' enigma di come lo stesso regista possa aver diretto a distanza di pochi anni un capolavoro e uno squallido B movie.
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Sono rimasto affascinato dal bellissimo "The Imitation Game" e dunque ho cercato altre opere del regista Morten Tyldum, trovando questo film con recensioni discrete. Una terribile delusione, all'inizio sembra un telefilm di serie B, con attori ingessati, trama e sceneggiatura banale e mediocre, poi man mano peggiora e quando a circa 60 minuti il protagonista sprofonda letteralmente nella m.... ti chiedi cosa di brutto hai fatto per meritare una simile tortura. Dopo l'abbandono non ho avuto alcun rimpianto per non aver visto come andava a finire. Rimane l' enigma di come lo stesso regista possa aver diretto a distanza di pochi anni un capolavoro e uno squallido B movie.
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kondor17
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giovedì 1 agosto 2013
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buon thriller pieno di colpi di scena
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Roger Brown è un cercateste norvegese di un metro e sessantotto, molto stimato nel suo settore, ma con una doppia identità. Investe infatti tutti i suoi guadagni, e anche di più, in una galleria d'arte e in gioielli per la bellissima (ed altissima) moglie, Diana, non si capisce se per amore o soprattutto per carpire informazioni sulle opere d'arte possedute dai collezionisti con cui viene in contatto. Una volta poi individuato un oggetto interessante, informa della cosa un complice pazzoide, Ove, da lui "collocato" nella più importante security di Oslo, responsabile degli allarmi a distanza, che ha il compito di disinserire-reinserire l'allarme, prima, e di ricettare l'opera, poi, non prima di aver fornito a Roger una "copia" da mettere al posto di quella rubata.
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Roger Brown è un cercateste norvegese di un metro e sessantotto, molto stimato nel suo settore, ma con una doppia identità. Investe infatti tutti i suoi guadagni, e anche di più, in una galleria d'arte e in gioielli per la bellissima (ed altissima) moglie, Diana, non si capisce se per amore o soprattutto per carpire informazioni sulle opere d'arte possedute dai collezionisti con cui viene in contatto. Una volta poi individuato un oggetto interessante, informa della cosa un complice pazzoide, Ove, da lui "collocato" nella più importante security di Oslo, responsabile degli allarmi a distanza, che ha il compito di disinserire-reinserire l'allarme, prima, e di ricettare l'opera, poi, non prima di aver fornito a Roger una "copia" da mettere al posto di quella rubata. Durante una vernice alla galleria, Diana presenta a Roger un aitante appassionato d'arte, Clas, ex manager olandese di una azienda di rilevatori a distanza, giunto ad Oslo, dice lui, per ristrutturare la casa della madre, ma con ben altri fini. Roger, vista la personalità e la sua esperienza, gli fissa subito un appuntamento, perchè, fatalità?, la grande concorrente dell'azienda per cui Clas lavorava, cerca un alto dirigente. Si tratta di sistemi di rintracciamento, segnali telefonici, intercettazioni, rilevatori a distanza, microchip e rilevatori, anche sottoforma di gel per capelli. Roger lascia poi la mostra e va da Lotte, la sua amante, che si dimostra però troppo invadente, tanto che Roger decide di non vederla più. Lotte infatti non si accontentava più delle sue visite private e voleva portarlo ad una cena pubblica, per presentargli qualcuno, che poi si scoprirà essere Clas. Durante la mostra, Clas racconta a Diana che la madre, ex amante di un ufficiale nazista, ha in casa un quadro autentico di Rembrandt, dal valore inestimabile, e Clas le chiede se, durante la ristrutturazione, potrebbe esporlo lei in galleria. DIana è al settimo cielo ed anche Roger, ma deve però muoversi: il quadro sta per lasciare la casa con destinazione galleria; sommerso dai debiti, brinda con Diana alla nuova vita futura. Diana fraintendendo il suo entusiasmo, o approfittando di quello, coglie allora l'occasione per chiedergli per l'ennesima volta un figlio e lui, seccato dalla sua insistenza, se ne va rispondendole in malo modo. Fornite poi le generalità al complice, Roger organizza quindi in fretta e furia il furto, ma viene nel contempo a sapere che Clas era anche un militare decorato al valore, membro di una task force speciale per la localizzazione ed il rintracciamento, che aveva preso parte a missioni pericolosissine in medio oriente ed in Africa. Quando poi Roger si insinua nella casa, trafugando il quadro e sostituendolo con una riproduzione, preso dall'entusiasmo e guardando dei bambini per strada giocare, decide di chiamare la moglie per acconsentire alla sua richiesta. Il telefono squillerà, ma da qui in poi, nulla e nessuno sarà come prima. Guardare per credere.
Dalla quiete di un normale abile ladro norvegese si passa ad un susseguirsi tumultuoso di eventi, tanto adrenalinico che necessita poi della dovuta spiegazione finale, per capirci qualcosa.
Non ci troviamo di fronte alla trilogia di Stieg Larrson, beninteso, ma comunque il film è godibile, dall'inizio alla fine, con personaggi ben resi ed un ottimo ritmo.
Assolutamente guardabile, ma forse dovrei rivederlo o leggermi il romanzo. La spiegazione finale, fin troppo sbrigativa, non mi ha del tutto convinto.
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(di bertold john)
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beppe baiocchi
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sabato 16 maggio 2015
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una piacevole scoperta
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Visto The Imitation Game e lodandone la capacità del regista, Morten Tyldum, era dovere scavare nella sua filmografia. Scopro con piacere che il regista norvegese detiene un record. E’ stato il regista del film norvegese che detiene il record di maggiore incasso di tutti i tempi. Ottimo! Ed è anche un thriller! ed è tratto da un romanzo di Jo Nesbo!
Bene.
Raccontare la trama senza dire troppo non è semplice, perché il film è pieno di intrighi e colpi di scena.
Roger Brown, piccoletto e bruttino, nonostante un buon lavoro che consiste nel selezionare manager per grandi aziende (definibile come cacciatore di teste), per sostenere il suo stile i vita e le esigenze della moglie (più che altro per paura di perderla) ruba quadri di valore e gli scambia con falsi grazie anche ad un complice inserito nel circuito della video sorveglianza.
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Visto The Imitation Game e lodandone la capacità del regista, Morten Tyldum, era dovere scavare nella sua filmografia. Scopro con piacere che il regista norvegese detiene un record. E’ stato il regista del film norvegese che detiene il record di maggiore incasso di tutti i tempi. Ottimo! Ed è anche un thriller! ed è tratto da un romanzo di Jo Nesbo!
Bene.
Raccontare la trama senza dire troppo non è semplice, perché il film è pieno di intrighi e colpi di scena.
Roger Brown, piccoletto e bruttino, nonostante un buon lavoro che consiste nel selezionare manager per grandi aziende (definibile come cacciatore di teste), per sostenere il suo stile i vita e le esigenze della moglie (più che altro per paura di perderla) ruba quadri di valore e gli scambia con falsi grazie anche ad un complice inserito nel circuito della video sorveglianza. Conosce una persona, e una serie di eventi porterà Roger da cacciatore... a cacciato.
Tyldum è un regista molto capace, riesce a coinvolgere, a mantenere un ritmo serrato di eventi e situazioni, senza mai confondere lo spettatore e coinvolgendolo molto, riuscendo anche a mantenere lo stile del romanzo. Un Thriller con venature da commedia nera che prende e pure tanto. Tanto surreale quanto verosimile. Il merito è anche della sceneggiatura tratta dal romanzo di Nesbo, maestro del thriller nordico che tesse bene gli eventi di questo thriller “familiare”. Gli attori sono purtroppo a me totalmente sconosciuti, ma bravo (e coraggioso!) è il protagonista (Askel Hennie). Ma onestamente buono il lavoro di tutti.
Un film davvero godibile, che prende tanto. Non sarà certamente un capolavoro assoluto, ma sicuramente è una piacevole scoperta per gli amanti del thriller e non.
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(di gambardella )
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fabio1957
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martedì 30 giugno 2015
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niente di speciale
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Per quanto ben preparato e accurato questo film non prende,effettivamente è nordico per produzione e per temperamento,nel senso di essere freddo e distaccato,poco coinvolgente.Il carattere degli scandinavi probabilmente è così e quindi la pellicola risponde alle esigenze dei suoi spettatori.
I noir americani sono più travolgenti.
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