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lunedì 1 ottobre 2018
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lei lo amasse?
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arwen88
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martedì 1 maggio 2018
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tristino
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Un film originale per essere di fantascienza, il finale e commovente
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wazzy
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mercoledì 1 febbraio 2017
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commovente
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ogni volte che lo rivedo ne rimango commosso, e la scena finale mi strappa regolarmente le lacrime..
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gianleo67
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venerdì 1 gennaio 2016
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lacrimevole destino di burattini catalani
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Al ritorno nel piccolo paesino di montagna in cui è cresciuto e sede di un attivissimo centro universitario, il giovane e talentuoso Álex viene coinvolto in un avveniristico progetto nel campo della robotica ma anche nelle vicende familiari che aveva lasciato in sospeso. Impegnato nella progettazione di un piccolo androide cui infondere sentimenti umani, troverà un modello nella giovane e vivace nipotina Eva, figlia del fratello e di una sua ex collega di cui è ancora innamorato. Quello che lo aspetta però, sarà una scoperta sorprendente che muterà radicalmente il suo modo di concepire la natura umana e la sua responsabilità verso le creature positroniche che dovrebbero imitarla.
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Al ritorno nel piccolo paesino di montagna in cui è cresciuto e sede di un attivissimo centro universitario, il giovane e talentuoso Álex viene coinvolto in un avveniristico progetto nel campo della robotica ma anche nelle vicende familiari che aveva lasciato in sospeso. Impegnato nella progettazione di un piccolo androide cui infondere sentimenti umani, troverà un modello nella giovane e vivace nipotina Eva, figlia del fratello e di una sua ex collega di cui è ancora innamorato. Quello che lo aspetta però, sarà una scoperta sorprendente che muterà radicalmente il suo modo di concepire la natura umana e la sua responsabilità verso le creature positroniche che dovrebbero imitarla.
Attestato dell'ottimo stato di salute di un cinema catalano che riesce ad interpretare generi e soggetti apparentemente abusati secondo un gusto ed una originalità di stile non comuni, l'opera d'esordio del regista televisivo Kike Maíllo è una favoletta fantascientifica che combina le tematiche più classiche della bioetica al tempo dei robot con il dramma sentimentale in chiave familistica, prediligendo alla rutilante magniloquenza dei polpettoni distopici in compurter grafica le atmosfere dimesse di un tranquillo eremo alpestre, dove coltivare un nuovo umanesimo di creature inconsapevoli nel solco di una consolidata tradizione di relazioni ed incomprensioni tra creature umane in carne ed ossa. Quello che ne esce è un immaginario retro-futuristico alla Hugo Cabret, in cui la classica morale cara a Collodi incontra le frontiere dell'etica robotica care ad Asimov, risolvendo la questione con una parolina magica dalle 'Mille e una Notte' in grado di annichilire le pericolose derive eversive di un 'modello due' che, come i replicanti di Blade Runner, pretendano con rabbiosa frustrazione di aderire compiutamente al dualismo stevensoniano della natura umana che sono stati chiamati ad emulare. Se gli argomenti quindi non appaiano genuinamente originali, nè tantomeno affrontati con l'autoironia che di solito accompagna le omologhe produzioni d'oltreoceano, il film di Maíllo le cala in una dimensione familiare dove si confondano affetti contrastati e doveri dell'etica, proiettando la natura artificiosa di creature fatte ad immagine e somiglianza del loro creatore nell'incanto favolistico che da sempre accompagna l'età dell'innocenza ed avvicinadole sempre di più alla comprensione profonda dello smarrimento dell'uomo di fronte all'ineluttabilità del proprio destino (chi ricorda HAL9000?). Decisamente ingenuo in fase di scrittura e con diverse incongruenze nella tenuta narrativa, rischia più volte di cadere nel melodramma o nei prevedibili sussulti in chiave 'soap' (di chi sarà mai figlia questa graziosa bambina?) agitando un menage a trois che non va da nessuna parte e chiudendo l'ellissi di un incipit tragico nell'epilogo scontato del suicidio assistito di chi non ha ancora imparato a sognare ("Dimmi cosa vedi quando chiudi gli occhi?"). Belle le ambientazioni in esterno tra i Pirenei e le Alpi svizzere, come pure gli straordinari effetti speciali di una interfaccia olo-grafica che rimanda ai complessi meccanismi vintage di De Vaucanson, giustamente premiati al Sitges - Festival internazionale del cinema della Catalogna 2012. Tra i due attori principali, un Daniel Bruhl arruffato e romantico ed una graziosa e vispa Claudia Vega, la spunta il maggiordomo 'bicentenario' ed empatico di un impressionante Lluís Homar che si aggiudica uno dei tre riconoscimenti autoctoni concessi alla premiazione dei Goya 2012. Lacrimevole destino di burattini catalani.
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obiscan
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giovedì 10 settembre 2015
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un film molto bello ma anche molto triste
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Ho visto questo film per puro caso e mi ha colptito tantissimo soprattutto quando ho scoperto che il regista era spagnolo e anche la bambina.
Il film, specialmente nel finale, mi riporta alla tristezza che ho provato nel vedere Intelligenza Artificiale.
"Cosa vedi quando chiudi gli occhi?"
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gimbola
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domenica 19 luglio 2015
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bel film, intenso e importante.
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Una storia bella di affetto , nell'ambiente freddo e bianco della neve che copre tutto. Quasi a sottolineare lo stridente contranto fra il calore degli affetti, le personalità variegate e mutevoli, c'è la coltre bianca nevosa che tutto eguaglia.
Non dico come finisce, ma vale la pena guardare il film con attenzione per cogliere tutte le sfunmature di significato di cui è pieno.
PS: Voglio anche io un maggiordomo-cameriere-tuttofare così in casa..... :-)
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kronos
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sabato 5 aprile 2014
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tecnica e sbadigli
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La buona notizia è che "Eva" è un raro esempio di fantascienza europea (spagnola nella fattispecie) di livello tecnico-estetico confrontabile con gli standard Hollywoodiani.
Quella cattiva è che dopo un inizio carico d'aspettative la storia perde di mordente, si sgonfia e lo sbadiglio regna sovrano fino ai titoli di coda.
Una lode particolare va comunque alle suggestive, inedite, location iberiche invernali.
VOTO REALE: due stelline e mezzo
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aigle des alpes
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giovedì 20 febbraio 2014
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suggestivo
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Dovremmo proprio imparare da queste produzioni. Un film con qualche difetto ma con una forte caratterizzazione, a distanza di tempo mi sorprendo a ripensare alle sue atmosfere.
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kyotrix
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domenica 24 febbraio 2013
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veramente ben fatto!
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Ottimo film di fantascienza terrestre. Bisogna solo accettare questo mondo particolare, dove dal punto di vista tecnologico sono all'avanguardia ( robot, computer, macchine comandate elettronicamente ) mentre tutto il resto e' uguale a noi, vedi edilizia e meccanica...un contrasto che un pò stona. Ma per il resto, il film mi ha catturato dall'inizio alla fine. Bel film di fantascienza ( piu' sentimentale che fantascienza ), bravi tutti gli attori, in particolare la piccola Eva (bella e brava protagonista). Continuo a non capire come francia e spagna riescano a tirar fuori delle perle, mentre il cinema italiano sforna solo i soliti film ridicoli. Straconsigliato.
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cenox
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sabato 2 febbraio 2013
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il futuro in un film non americano
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Quando si parla di fantascienza difficilmente non si sta parlando di un film con alto budget americano perchè questo risulti credibile...inevce no, in questo caso il film è spagnolo ed ha buoni effetti speciali! Già questa è una notizia, ma anche il film, per quanto sia piuttosto malinconico non è niente male, e racconta la storia di uno scienzato geniale, in un futuro non precisato al quale sarà dato l'incarico di costruire un robot-bambino ed il compito ancora più arduo di trasmettergli tutte le nozioni necessarie per fargli provare le emozioni. Il lavoro sarà ben più difficoltoso del previsto, ma l'incontro con una misteriosa bambina lo convincerà a continuare il compito.
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Quando si parla di fantascienza difficilmente non si sta parlando di un film con alto budget americano perchè questo risulti credibile...inevce no, in questo caso il film è spagnolo ed ha buoni effetti speciali! Già questa è una notizia, ma anche il film, per quanto sia piuttosto malinconico non è niente male, e racconta la storia di uno scienzato geniale, in un futuro non precisato al quale sarà dato l'incarico di costruire un robot-bambino ed il compito ancora più arduo di trasmettergli tutte le nozioni necessarie per fargli provare le emozioni. Il lavoro sarà ben più difficoltoso del previsto, ma l'incontro con una misteriosa bambina lo convincerà a continuare il compito.
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