cristalline
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martedì 1 marzo 2011
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un film bello che rivedresti senza stancarti mai
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Winter’s bone: un film di quelli un po’ indipendenti, da Sundance Festival infatti, che è riuscito a farsi strada tra signori film fino ad essere inserito tra i 10 concorrenti all’Oscar degli Oscar – miglior film ovviamente (vinto come ben saprete dal Discorso del Re)!! E già per questo merita che se ne parli
La storia è ambientata in un paesino sperduto tra le montagne del Missouri, che non ti sembra quasi neanche America.
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Winter’s bone: un film di quelli un po’ indipendenti, da Sundance Festival infatti, che è riuscito a farsi strada tra signori film fino ad essere inserito tra i 10 concorrenti all’Oscar degli Oscar – miglior film ovviamente (vinto come ben saprete dal Discorso del Re)!! E già per questo merita che se ne parli
La storia è ambientata in un paesino sperduto tra le montagne del Missouri, che non ti sembra quasi neanche America. Ree è una ragazzina 17enne che bada ai fratelli dopo che il padre è finito in carcere e la madre per questo s’è chiusa in un mondo tutto suo. Non racconto altro perché la storia è un po’ intricata e non voglio svelare troppo, ma il film è davvero valido. La fotografia è magistrale, trasmette proprio preciso il senso di solitudine e di freddo, tra boschi silenziosi, legna da tagliare, e poco cibo da mettere a tavola. A me è sembrato inoltre un film asciuttissimo, cioè non c’è niente di troppo, anzi, forse in alcuni casi restano dei dubbi su cosa sia successo veramente; questo dà a tutto il film quell’aura thriller che ti tiene incollato davanti allo schermo cercando di non farti sfuggire nulla (vabbè, può essere pure dovuto al fatto che l’ho guardato in inglese sottotitolato, per cui non potevo distrarmi un secondo..)
Ci sono alcuni personaggi, come appunto la protagonista, e lo zio, indimenticabile antieroe, che rendono il film ancora più bello.
Un altro accenno merita la colonna sonora, perfetta per ogni singola scena, una musica che va dritta al cuore e accompagna alla perfezione le scene migliori.
Piccolo avviso: il film lascia allo spettatore una sensazione di straniamento, non voglio dire angoscia, ma la storia e i luoghi restano impressi.
Insomma: pienamente consigliato
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ce1973
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lunedì 14 marzo 2011
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un film crudo e duro perfettamente riuscito
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un bel film
certamente.
Ti permette di entrare in contatto con una America lasciata a se stessa, fatta di povertà e abbandono
dove la legge del più forte sancisce i rapporti umani.
Bellissima fotografia.
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epidemic
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giovedì 24 marzo 2011
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il missouri che non ti aspetti
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L'altra faccia dell'america, lontano dagli stereotipi capitalistici delle due coste. La provincia coi suoi rapporti ostili, la sua povertà e i suoi territori sconfinati. Un film coraggioso come la sua protagonista...tutto da vedere
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ilpareredelpubblico
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domenica 29 maggio 2011
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l'america che non conosciamo..
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Un gelido inverno è l'ulteriore prova che non ci vanno per forza tanti soldi e star di primo livello per fare un buon film..La pellicola di Debra Granik ci mette di fronte sin dalle prime scene a una realtà drammatica,una ragazza che senza padre e con madre debilitatà si trova a dover lottare per la sua sopravvivenza e quella dei fratelli;in un america diversa da quella che conosciamo..povera abbandonata fredda e dove la giustizia non sempre riesce ad arrivare dappertutto.Il film ha una grande atmosfera capace di tenerci incollati allo schermo mentre cerchiamo di intuire la verità è questo è il suo principale punto di forza,ottima anche l'interpretazione in generale e in particolare quella di Jhon Hawkes.
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Un gelido inverno è l'ulteriore prova che non ci vanno per forza tanti soldi e star di primo livello per fare un buon film..La pellicola di Debra Granik ci mette di fronte sin dalle prime scene a una realtà drammatica,una ragazza che senza padre e con madre debilitatà si trova a dover lottare per la sua sopravvivenza e quella dei fratelli;in un america diversa da quella che conosciamo..povera abbandonata fredda e dove la giustizia non sempre riesce ad arrivare dappertutto.Il film ha una grande atmosfera capace di tenerci incollati allo schermo mentre cerchiamo di intuire la verità è questo è il suo principale punto di forza,ottima anche l'interpretazione in generale e in particolare quella di Jhon Hawkes. Unica pecca del film è forse un filo di lentezza e una storia un po' lineare ma nel complesso è un buon film..diverso dal cinema Hollywoodiano che siamo abituati a vedere VOTO 3/5
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jacopo b98
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mercoledì 1 maggio 2013
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un gelido inverno di debra granik-capolavoro
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In un America di provincia la diciassettenne Ree (Lawrence) si occupa dei due fratellini e della madre pazza. Quando scopre che il padre spacciatore, come peraltro tutti nella zona, si è impegnato tutto per uscire di galera, Ree dovrà cercarlo a tutti i costi, anche ha rischio della propria vita. Secondo film della Granik (tratto dal romanzo di Daniel Woodrell) è uno dei migliori prodotti del cinema indipendente americano degli ultimi anni. Ha avuto un notevole successo (di critica) grazie alla vittoria sia al Sundance (film e sceneggiatura) che al Torino Film Festival (film e attrice). Finito sotto i riflettori è stato perciò anche presentato a Berlino e ha ottenuto quattro inattese nomination agli Oscar (film, attrice, attore non protagonista [Hawkes] e sceneggiatura [della regista e Anne Rossellini]) ma naturalmente non ha vinto, nell’anno del pur bello Il discorso del re.
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In un America di provincia la diciassettenne Ree (Lawrence) si occupa dei due fratellini e della madre pazza. Quando scopre che il padre spacciatore, come peraltro tutti nella zona, si è impegnato tutto per uscire di galera, Ree dovrà cercarlo a tutti i costi, anche ha rischio della propria vita. Secondo film della Granik (tratto dal romanzo di Daniel Woodrell) è uno dei migliori prodotti del cinema indipendente americano degli ultimi anni. Ha avuto un notevole successo (di critica) grazie alla vittoria sia al Sundance (film e sceneggiatura) che al Torino Film Festival (film e attrice). Finito sotto i riflettori è stato perciò anche presentato a Berlino e ha ottenuto quattro inattese nomination agli Oscar (film, attrice, attore non protagonista [Hawkes] e sceneggiatura [della regista e Anne Rossellini]) ma naturalmente non ha vinto, nell’anno del pur bello Il discorso del re. È un duro film sull’America che non si conosce, ambientato in un’atmosfera da incubo dove vige una sola importante regola: non parlare. Infatti le donne, schiave dei propri mariti, si occupano di far star zitto chiunque si osi intromettere negli affari dei loro uomini che le maltrattano. Tuttavia c’è sempre uno spiraglio di luce: l’amore che Ree prova per i fratelli è commovente. Una famiglia devastata dal dolore ma sempre unita nel bene e nel male. Potente e ispirata la sceneggiatura dipinge una protagonista coraggiosa e carismatica che solo in una scena di disperazione prova a chiedere aiuto, quando nel bosco supplica la madre di aiutarla un’unica volta. È incantevole in molte scene e potrebbe tranquillamente essere definito un thriller. Numerose le sequenze sconvolgenti, Ree che insegna a sparare ai fratellini, la protagonista torturata dalle megere nel garage e su tutte l’ultima terribile scena con Ree costretta, per salvare la famiglia, a tranciare con la motosega le mani del padre: “Hai guadagnato questi soldi con il sangue” dice il garante della cauzione (Taylor, futuro regista di The Help). Interpretato da un ottimo cast di attori, la Lawrence ci regala un’interpretazione di quelle che raramente si vedono al cinema, francamente migliore della pur brava Natalie Portman de Il cigno nero, premiata dall’Academy.
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levo95
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martedì 5 luglio 2011
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ree un'eroina moderna
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Col padre scappato e la madre malata, che si rifiuta di parlare, Ree (17 anni) cresce da sola il fratello di 12 anni e la sorellina di 6. Insegna loro a cucinare, e a procacciarsi il cibo. A maneggiare le armi e da loro dure lezioni di vita. Un giorno viene a sapere che per pagare la propria cauzione suo padre ha ipotecato la loro casa e tutti i loro possedimenti. Per non rimanere senza casa Ree parte alla ricerca del padre, con l'intenzione di dimostrare che egli è morto per non perdere la casa.
Per la sua giusta causa Ree scenderà nell'inferno dando fastidio a chi non dovrebbe, ma la sua motivazione è potente: suo fratello e sua sorella. Esternamente gelida come l'inverno, la nostra eroina cresce i suoi fratellini con un amore smisurato.
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Col padre scappato e la madre malata, che si rifiuta di parlare, Ree (17 anni) cresce da sola il fratello di 12 anni e la sorellina di 6. Insegna loro a cucinare, e a procacciarsi il cibo. A maneggiare le armi e da loro dure lezioni di vita. Un giorno viene a sapere che per pagare la propria cauzione suo padre ha ipotecato la loro casa e tutti i loro possedimenti. Per non rimanere senza casa Ree parte alla ricerca del padre, con l'intenzione di dimostrare che egli è morto per non perdere la casa.
Per la sua giusta causa Ree scenderà nell'inferno dando fastidio a chi non dovrebbe, ma la sua motivazione è potente: suo fratello e sua sorella. Esternamente gelida come l'inverno, la nostra eroina cresce i suoi fratellini con un amore smisurato.
Commovente storia dove regna il disncanto, che mostra la provincia americana con crudezza e pessimismo. Nulla è lasciato intendere tutto è esplicato. Jennifer Lawrence è grandiosa, un pezzo di ghiaccio che lentamente lungo il film va sciogliendosi, rivelando tutta l'abilità dell'attrice. La Lawrence è l'ultima delle scoperte al femminile che questo 2010 ci ha portato (insieme all'esplosivs Chloe Moretz e alla bravissima Elle Fanning).
Un film dalla trama lineare, e dalla regia altrttanto semplice, che ricorda un po' quello che era il neo-realismo italiano. Tutto va avanti come in un sogno (un incubo), in un'atmosfera rarefatta, fino alla conclusione da antologia. Ree si rivolge ai propri fratelli/figli e recita la frase bellissima "Sarei persa senza il vostro peso sulle spalle".
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giusepon
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sabato 19 marzo 2011
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un inferno gelido per la lawrence
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Candidato come miglior film all'ultima assegnazione dei premi Oscar "Un gelido inverno" lascia al proprio pubblico un America molto lontana da quella dei lustrini, delle belle e premiate ragazze e delle commedie. Non certo per caso possiamo rimare gelati e atrofizati dalle scene che scorrono davanti a noi, la situazione è sempre la stessa: una ragazza nemmeno maggiorenne che accudisce a due bambini e alla madre malata cercando disperatamente il padre spacciatore non per condividere il dolore della sua vita, ma per non perdere l'unica cosa che le rimane per trascinare avanti la baracca, la sua casa. Nulla importa ai personaggi che la circondano, ai loro occhi è solo un'altra anima dannata che patisce il loro stesso inferno, un girone fatto di droga e di poca umanità , anche per i cadaveri sott'acqua.
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Candidato come miglior film all'ultima assegnazione dei premi Oscar "Un gelido inverno" lascia al proprio pubblico un America molto lontana da quella dei lustrini, delle belle e premiate ragazze e delle commedie. Non certo per caso possiamo rimare gelati e atrofizati dalle scene che scorrono davanti a noi, la situazione è sempre la stessa: una ragazza nemmeno maggiorenne che accudisce a due bambini e alla madre malata cercando disperatamente il padre spacciatore non per condividere il dolore della sua vita, ma per non perdere l'unica cosa che le rimane per trascinare avanti la baracca, la sua casa. Nulla importa ai personaggi che la circondano, ai loro occhi è solo un'altra anima dannata che patisce il loro stesso inferno, un girone fatto di droga e di poca umanità , anche per i cadaveri sott'acqua. La pellicola dai colori freddi stacca da una scena all'altra senza inquadrature sfumate ma nette, paesaggi desolati per gente desolate, la campagna americana che tanto ci ispire libertà ma che poca ne concede alla Lawrence, che qui recita senza sbagliare una virgola, senza uscire dalla parte, senza perdere quella rabbia e quella disperazione coperta dall'orgoglio che la rende invicibile alle altre donne sulla scena. Sicuramente non è il miglior film dell'anno ne per la commissione degli Oscar 2011 ne per buona parte del pubblico compreso il sottoscritto ma è un film da vedere, da apprezzare o da dimenticare perchè non esistono mezzi toni per qualcosa di davver gelido.
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marcel cerdan
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lunedì 28 marzo 2011
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un western nell'america del dopo 11 settembre
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Il sogno americano era finito probabilmente già negli anni settanta con film come Midnight Cowboy (Un uomo da marciapiede), ma vedendo una pellicola come Un gelido inverno sembra proprio che non ne sia rimasta neanche la minima traccia. La provincia del Missouri è quanto di più disumano possa esserci, persino i rapporti famigliari non si esprimono in solidarietà. Si cerca di sopravvivere e chi non ce la fa è costretto a soccombere. Sembra il destino della giovane protagonista Ree, che vede affacciarsi per lei e la sua famiglia un destino disperato. Il padre spacciatore ha messo a garanzia della sua cauzione la casa e il bosco appartenenti alla sua famiglia. Non presentandosi al processo ha praticamente condannato i tre figli e la moglie malata allo sfratto.
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Il sogno americano era finito probabilmente già negli anni settanta con film come Midnight Cowboy (Un uomo da marciapiede), ma vedendo una pellicola come Un gelido inverno sembra proprio che non ne sia rimasta neanche la minima traccia. La provincia del Missouri è quanto di più disumano possa esserci, persino i rapporti famigliari non si esprimono in solidarietà. Si cerca di sopravvivere e chi non ce la fa è costretto a soccombere. Sembra il destino della giovane protagonista Ree, che vede affacciarsi per lei e la sua famiglia un destino disperato. Il padre spacciatore ha messo a garanzia della sua cauzione la casa e il bosco appartenenti alla sua famiglia. Non presentandosi al processo ha praticamente condannato i tre figli e la moglie malata allo sfratto. Nessuno sembra volerla aiutare a ritrovare il padre ma la ragazza non si perde d'animo e caccia fuori un carattere degno di un grande personaggio di film western. Riuscirà contro tutti a risolvere la situazione, guadagnandosi la stima dei -"colleghi" del padre, tipi non proprio a modo... La scena finale è un pugno sullo stomaco, decisamente cruda ma che si inserisce perfettamente in un film in cui le carezze sono vietate.
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thai2492
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sabato 7 maggio 2011
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jennifer lawrence
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Jennifer Lawrence, la giovane attrice porta la cruda storia ambientata in un America di stento ed emarginazione, violenza, con umanità sullo schermo. La forza della protagonista e i suoi principi morali mai traditi, l' omertà che regna, e che deve essere rispettata per sopravvivere, in taluni ambienti danno un senso di realtà a tutto il film.
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luana
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sabato 19 marzo 2011
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l'ostentazione del vuoto
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Un film davvero pessimo dove la sceneggiattura, risibile, è un optional che si sovrappone in modo sgradevolissimo e falsato sul potenziale che ha la fotografia. Non c'è storia che abbia un minimo spessore. Non c'è pathos che faccia parlare le immagini e si soffermi sulla descrizione di un ambiente in cui bambini e cani sono l'aspetto più tenero ma qui più sprecato. Un mondo dove la rudezza prende la piega di una non credibile galleria degli orrori che sono i grugni degli abitanti in cui le donne come femminilità non si distinguono. Sembra la brutta copia di una puntata della casa nella prateria. Da lasciar perdere con decisione!
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