peer gynt
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venerdì 15 ottobre 2010
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una tempesta coloratissima e avvincente
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Lussureggiante trasposizione del capolavoro shakespeariano, figurativamente molto fantasiosa, illuminata inoltre sia dall’ottima Helen Mirren nella parte di un Prospero in versione femminile, sia dalla vibrante carnalità di tutti gli altri attori (dal nero Calibano di Djimon Hounsou allo smilzo Trinculo di Russell Brand al grosso ubriacone Stephano di Alfred Molina), sia infine dalla delicata sognante bellezza della 26enne attrice inglese Felicity Jones nella parte di Miranda. La regista Julie Taymor padroneggia il testo con piglio sicuro, rivestendolo di fantasiosi ma mai eccessivi effetti speciali, che colorano di avventura il classico shakespeariano.
Film capace di conquistare anche i non appassionati di cinema letterario.
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Lussureggiante trasposizione del capolavoro shakespeariano, figurativamente molto fantasiosa, illuminata inoltre sia dall’ottima Helen Mirren nella parte di un Prospero in versione femminile, sia dalla vibrante carnalità di tutti gli altri attori (dal nero Calibano di Djimon Hounsou allo smilzo Trinculo di Russell Brand al grosso ubriacone Stephano di Alfred Molina), sia infine dalla delicata sognante bellezza della 26enne attrice inglese Felicity Jones nella parte di Miranda. La regista Julie Taymor padroneggia il testo con piglio sicuro, rivestendolo di fantasiosi ma mai eccessivi effetti speciali, che colorano di avventura il classico shakespeariano.
Film capace di conquistare anche i non appassionati di cinema letterario.
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donni romani
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martedì 19 giugno 2012
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che sorpresa: prospero è helen mirren
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Ogni attore inglese dà del tu a Shakespeare. Lo frequenta fin da giovane sui palcoscenici, conosce le versioni più audaci ed estreme di registi geniali e coraggiosi, lo vive come un vecchio amico, che talvolta si rispetta ma talvolta si può anche demitizzare, perciò siamo abituati a ogni genere di approccio ai capolavori del Bardo.
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Ogni attore inglese dà del tu a Shakespeare. Lo frequenta fin da giovane sui palcoscenici, conosce le versioni più audaci ed estreme di registi geniali e coraggiosi, lo vive come un vecchio amico, che talvolta si rispetta ma talvolta si può anche demitizzare, perciò siamo abituati a ogni genere di approccio ai capolavori del Bardo. Ma quello che Helen Mirren affronta in questa nuova versione della Tempesta è una di quelle sfide che si ricorda per la vita, e cioè interpretare Prospero, uno tra i personaggi più complessi e sfaccettati delle tragedie shakesperiane, volgendolo al femminile, rendendole una grazia e una umanità tutta nuova. La Tempesta è una fra le opere più simboliche e metaforiche di Shakespeare e in questo senso la versione diretta da Taymor non delude, con scelte audaci come gli effetti speciali che accompagnano i movimenti dello spirito Ariel. La trama ci racconta di Prospero, duca di Milano, appassionato di alchimia e studioso di scienze, che, tradito dal fratello alleato al Re di Napoli, viene esiliato da Milano e abbandonato da un pietoso servitore su un' isola deserta con la figlia Miranda. Da lì continuerà a dominare gli elementi e a farsi obbedire dai suoi due schiavi, lo spirito Ariel e l'umano Caibano, due figure complementari e fortemente simboliche che rappresentano la parte carnale e bassa dell'uomo l'uno e lo spirito fatto di pensiero elevato l'altro. Quando la nave con il Re di Mapoli e suo fratello si troverà in acque vicine all'isola Prospero scatenerà una tempesta per farli naufragare lì, e complice Ariel, farà innamorare il figlio del re della propria figlia e farà perdere il senno ai traditori. Il perdono finale e l'abbandono dell'arte alchemica di cui Prospero è maestro sono un gesto pietoso di ampissimo respiro in un bellissimo monologo della Mirren. Ottimi i tempi comici dei due fools Stefano e Trinculo e di grande effetto la messa in scena delle bassezze di Calibano e l'ambizione alla libertà di Ariel. Immensa la Mirren che non fa rimpiangere lo status maschile di Prospero e anzi, dà una connotazione più materna ai suoi propositi finalizzati a riprendere il controllo del ducato di Milano e a dare un futuro felice alla figlia che ha vissuto in esilio tutta la sua esistenza. E come al solito si resta incantati dall'attualità e dall'universalità delle strofe di Shakespeare. Opera visionaria ed onirica per eccellenza questa Tempesta si mantiene lieve e profonda anche nella messa in scena e ci ricorda ancora una volta che noi "siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni".
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