emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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la fine del mondo secondo gregg araki
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Il film parla di Smith, diciottenne con gli ormoni a mille che intraprende diverse relazioni, sia etero che omo. Il ragazzo è ossessionato da un sogno ricorrente, dove sono presenti due ragazze che non conosce. Durante una festa incontrerà le due ragazze del sogno: la prima ha una relazione con la sua migliore amica Stella, la quale sostiene che la compagna è una strega; la seconda viene uccisa davanti ai suoi occhi da individui che indossano maschere di animali.
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Il film parla di Smith, diciottenne con gli ormoni a mille che intraprende diverse relazioni, sia etero che omo. Il ragazzo è ossessionato da un sogno ricorrente, dove sono presenti due ragazze che non conosce. Durante una festa incontrerà le due ragazze del sogno: la prima ha una relazione con la sua migliore amica Stella, la quale sostiene che la compagna è una strega; la seconda viene uccisa davanti ai suoi occhi da individui che indossano maschere di animali. Quanto di questo è vero e quanto deriva dall'uso di droghe assunte durante la festa?
Il titolo è un'onomatopea e rappresenta il suono di un'esplosione.
Il folle Gregg Araki racconta la fine del mondo a modo suo: il film inizia come una commedia brillante, con dialoghi pungenti e svariate scene di sesso di vario genere (niente di troppo sconvolgente o esplicito), poi scende sempre di più nel bizzarro con diversi riferimenti a teorie complottiste, ipotetici superpoteri, sogni premonitori, ecc.... Niente sembra avere senso, ma alla fine i tasselli andranno al loro posto. Inoltre il tutto è raccontato con mano leggera e una gran dose di ironia. Il regista ha fatto sicuramente di meglio, ma anche in un prodotto minore riesce ad esprimere un'anarchia narrativa rara nel cinema moderno.
Curiosità: Presentato fuori concorso nelle Proiezioni di Mezzanotte alla sessantatreesima edizione del Festival di Cannes, ha vinto la Queer Palm per il miglior film a tematica LGBT del Festival.
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(di mrs hide)
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therao
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mercoledì 30 marzo 2016
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brutta copia di "albakiara"
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Sono riuscito a vedere solo i primi quaranta minuti di questo noiosissimo film. Il mistero dei tizi con le maschere da animali non è avvincente e il resto è una brutta copia del nostro "AlbaKiara", che era già brutto di suo ma almeno in alcuni punti faceva ridere (anche se non intenzionalmente).
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mimmototo
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lunedì 29 luglio 2013
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boiata a dir poco...
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Capisco che ognuno possa avere la propria opinione di un film ma parlare bene di questo KABOOM è follia.
Per il sottoscritto una boiata colossale.
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bruno_69
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sabato 30 aprile 2011
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registi predestinati
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Ci sono registi predestinati a una carriera luminosa e sicuramente Gregg Araki è uno di questi. Sempre elogiato dalla critica e vincitore di premi cinematografici, si cimenta in un film dove l'unica cosa chiara è la promiscuità etero/omo dei protagonisti, promiscuità portata talmente all'eccesso da risultare ridicola più che trasgressiva e inserita in una storia -sette, poteri paranormali - che poteva avere ben altro sviluppo. La sensazione è che il regista volesse stupire e compiacere un pubblico "da college" esibendo sesso a gettone anzichè approfondire le personalità dei personaggi, talmente assetati di sesso da far sembrare i personaggi del film "Porky's" dei seminaristi. Peccato per il soggetto invero interessante che poteva avere ben altro sviluppo da parte del regista.
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Ci sono registi predestinati a una carriera luminosa e sicuramente Gregg Araki è uno di questi. Sempre elogiato dalla critica e vincitore di premi cinematografici, si cimenta in un film dove l'unica cosa chiara è la promiscuità etero/omo dei protagonisti, promiscuità portata talmente all'eccesso da risultare ridicola più che trasgressiva e inserita in una storia -sette, poteri paranormali - che poteva avere ben altro sviluppo. La sensazione è che il regista volesse stupire e compiacere un pubblico "da college" esibendo sesso a gettone anzichè approfondire le personalità dei personaggi, talmente assetati di sesso da far sembrare i personaggi del film "Porky's" dei seminaristi. Peccato per il soggetto invero interessante che poteva avere ben altro sviluppo da parte del regista. Francamente non riesco a capire le quasi 4 stelle attribuite al film, lo stile da videoclip è sufficiete per raggiungere questi giudizi?
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