renato volpone
|
giovedì 2 febbraio 2012
|
la perversione della religione
|
|
|
|
Dove può portare il pensiero religioso? Siamo nella Bosnia post guerra, un paese dove il massacro per la religione è stato alla base del conflitto. Una coppia, lei figlia di musulmani assassinati durante il conflitto, lui ex guerriero ora più legato alla bottiglia, ma tra di loro c'è un amore tenero, vero, profondo, tanto che cercano in ogni modo di avere un figlio. Poi lui incontra un ex commilitone che ora guida una comunità musulmana di preghiera, isolata dal mondo, e trova nella religione la sua ragione di vita, sacrificando l'amore bellissimo per Luna. Ma dov'è "l'impurità?": nel fare l'amore prima del matrimonio? nel divertirsi la sera in discoteca? Nel cancellare l'amore per seguire un proprio credo? Nel voler cercare o voler perdere un bambino? Ottimo film, ben recitato, ma difficilissimo, una storia che lascia da pensare, che ti scava dentro, che non da risposte in un bellissimo il finale, le risposte sono dentro di noi, nella nostra anima.
[+]
Dove può portare il pensiero religioso? Siamo nella Bosnia post guerra, un paese dove il massacro per la religione è stato alla base del conflitto. Una coppia, lei figlia di musulmani assassinati durante il conflitto, lui ex guerriero ora più legato alla bottiglia, ma tra di loro c'è un amore tenero, vero, profondo, tanto che cercano in ogni modo di avere un figlio. Poi lui incontra un ex commilitone che ora guida una comunità musulmana di preghiera, isolata dal mondo, e trova nella religione la sua ragione di vita, sacrificando l'amore bellissimo per Luna. Ma dov'è "l'impurità?": nel fare l'amore prima del matrimonio? nel divertirsi la sera in discoteca? Nel cancellare l'amore per seguire un proprio credo? Nel voler cercare o voler perdere un bambino? Ottimo film, ben recitato, ma difficilissimo, una storia che lascia da pensare, che ti scava dentro, che non da risposte in un bellissimo il finale, le risposte sono dentro di noi, nella nostra anima. Bellissima la fotografia, meravigliosi i canti islamici, assolutamente da vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a renato volpone »
[ - ] lascia un commento a renato volpone »
|
|
d'accordo? |
|
pierowriter
|
mercoledì 1 febbraio 2012
|
la guerra è una malattia, a volte inguaribile.
|
|
|
|
Non ci si purifica dalla guerra. Mai completamente. Quelle macchie di atrocità senza inibizioni rimangono indelebili nel tempo. Nei pensieri, nei ricordi, negli incubi. Anche nei sorrisi. Si prova a riscendere "per strada" per rivendicare un’altra opportunità di vita, provando a lasciarsi alle spalle anni di orrore, di perdite, di pianti. Di impotenza. Si, perché la guerra spesso la si subisce. Incide le anime seminando scrupoli da sotterrare. Non ci si è riusciti dopo i conflitti storici della prima e della seconda guerra mondiale. Una letteratura variegata documenta un disagio e un debito morale, che l’umanità non saprà mai saldare del tutto. Ne sono coscienti i due protagonisti principali del film di Jasmila Zbanic.
[+]
Non ci si purifica dalla guerra. Mai completamente. Quelle macchie di atrocità senza inibizioni rimangono indelebili nel tempo. Nei pensieri, nei ricordi, negli incubi. Anche nei sorrisi. Si prova a riscendere "per strada" per rivendicare un’altra opportunità di vita, provando a lasciarsi alle spalle anni di orrore, di perdite, di pianti. Di impotenza. Si, perché la guerra spesso la si subisce. Incide le anime seminando scrupoli da sotterrare. Non ci si è riusciti dopo i conflitti storici della prima e della seconda guerra mondiale. Una letteratura variegata documenta un disagio e un debito morale, che l’umanità non saprà mai saldare del tutto. Ne sono coscienti i due protagonisti principali del film di Jasmila Zbanic. Eredi di un’altra guerra assurda, provano con il loro amore a riconoscersi in quest’altra "opportunità di vita". Lei, Luna, hostess di una compagnia aerea, vive il ritorno ad una normalità, descritta sapientemente dalla regista nelle immagini delle sale dell’aeroporto di Sarajevo, gremito e vociante di gente di contrapposte etnie religiose, che hanno creduto di poter giustificare un conflitto. Luna torna a casa, alla fine di ogni suo volo, spesso realizzato più con la mente, che dentro una carlinga. Torna per provare a ricostruire un’esistenza che sa di sogni di maternità, di dedizione amorosa verso il suo uomo Amar. Che sa di una voglia di nostalgia per la sua infanzia, per la nonna e sulle sue gambe infermi che continuano a darle rifugio sicuro contro gli orrori del mondo. Ma non ci si purifica dalla guerra, come già detto. Ancor di più se è una guerra religiosa, come quella che si è combattuta nella ex-Jugoslavia. Forse una guerra mai del tutto finita nelle coscienze dei sopravvissuti. In un momento di debolezza dei due protagonisti (Amar viene sospeso dal lavoro per uso di alcolici e Luna ricorre all’inseminazione artificiale non riuscendo a rimanere incinta), la reazione ambigua dell’uomo sarà quella di affidarsi ad un integralismo religioso, entrando in contatto con una comunità musulmana, i cui dogmi esasperati rimettono in discussione la libertà di un rapporto non così forte da riuscire ad opporsi a questa perdita di lucidità.
Lo sguardo al femminile verso il fanatismo religioso, attraverso gli occhi di Luna, musulmana anch’ella, che prova a riconquistare il suo uomo e la sua vita, combattendo contro la crisi di coscienza di Amar che finirà per rinnegare il suo recente passato, rifiutando i rapporti sessuali pre-matrimoniali, considerandoli un’offesa contro il suo dio, è l’analisi trascinante del film.
Il pregio della giovane regista, è quello di descriverci le contraddizioni di un sentimento eccessivo verso la religione, pretesto millenario di conflitti sanguinosi in qualsiasi angolo del mondo. E lo fa sfiorando appena i motivi e le conseguenze del recente conflitto.
Due momenti, tra i tanti, particolarmente convincenti e riflessivi del film: la scena in cui Luna torna a visitare la dimora della sua infanzia, dove incontra una bambina, la cui famiglia ha acquistato la casa, e che al crollo nel pianto della protagonista davanti al ricordo, le chiede "Perché te ne sei andata?" - una domanda scolpita nel primo piano degli occhi sognanti di Luna, seguita da un nostalgico silenzio.
Il secondo momento lo troviamo nell’ultima scena del film, che preferiamo non rivelare in anticipo, ma il cui messaggio poetico e di speranza, ci pone al cospetto di un’opera cinematografica di altissimo livello.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pierowriter »
[ - ] lascia un commento a pierowriter »
|
|
d'accordo? |
|
ashtray_bliss
|
martedì 24 febbraio 2015
|
le divergenze religiose che separano le persone.
|
|
|
|
Il Sentiero è un film più che mai attuale e importante che indaga in maniera genuina le problematiche femminili (viste e raccontate rigorosamente dal punto di vista femminile) sovrapposto a quelle religiose. E precisamente il film cerca di esplorare in maniera coerente e senza eccessi l'universo dei musulmani ortodossi, in particolare della frangia wahhabita, dal punto di vista di un donna occidentale e areligiosa, Luna. La protagonista si vede travolgere da due aspetti diversi della stessa medaglia; la crisi coniugale con Amar, e la rinascita di costui grazie all'approccio della comunità bosniaca degli integralisti musulmani.
[+]
Il Sentiero è un film più che mai attuale e importante che indaga in maniera genuina le problematiche femminili (viste e raccontate rigorosamente dal punto di vista femminile) sovrapposto a quelle religiose. E precisamente il film cerca di esplorare in maniera coerente e senza eccessi l'universo dei musulmani ortodossi, in particolare della frangia wahhabita, dal punto di vista di un donna occidentale e areligiosa, Luna. La protagonista si vede travolgere da due aspetti diversi della stessa medaglia; la crisi coniugale con Amar, e la rinascita di costui grazie all'approccio della comunità bosniaca degli integralisti musulmani.
Gli sconvolgimenti nella vita di coppia saranno inevitabili così come i sottostanti e imminenti scontri culturali tra progressismo laico e integralismo religioso all'interno dello stesso paese.
Un paese prima segnato e piegato dalla guerra, poi rimesso in piedi sotto una vetrata di democrazia e amorevole convivenza. Le ombre di queste divergenze mai superate spuntano fuori quando meno te lo aspetti e feriscono profondamente, portando all'alienazione e l'allontanamento anche una coppia che si ama profondamente, come Luna e Amar.
Il percorso di rinascita spirituale e religiosa per quest'ultimo è lenta ma progressiva, innarestabile. I cambiamenti apportati nel modus vivendi di Amar scombussolano a pari modo l'esistenza di Luna, mentre mettono in evidenza gli ostacoli che derivano nella convivenza forzata di correnti di pensiero diametricalmente opposte.
Da una parte c'è Luna, che rappresenta senza ombra di dubbio il progresso, l'emancipazione femminile, la rivendicazione della propria identità come giovane donna europea che lotta per i suoi diritti. Dall'altra invece c'è Amar, debole e mellifluo uomo tormentato dai fantasmi della guerra appena passata che intraprende un percorso spiritual-religioso che agiterà tutte le dinamiche della coppia e gli equilibri fin a quel tempo ottenuti. Entrambi sono due faccie opposte della stessa medaglia, dello stesso popolo. Dà una parte vige la voglia di cambiare e progredire, diventare un luminoso esempio di libertà, democrazia e progresso. Ma l'altra metà sbandiera fieramente i propri credo religiosi, basati sul fondamentalismo, sulla rigida divisioni dei sessi ma anche dei diritti, doveri e mansioni di questi.
Lo scontro tra questi due modi di concepire il mondo non tardano a venire in superficie, trasformando lo scontro culturale e religioso in una vera e propria crisi di coppia tra Luna e Amar.
Se prima lui manifesta piccoli cambiamenti comportamentali e ideologici (crescita della barba, pratica della Salaat etc) progressivamente diventerà restio anche ad avere rapporti sesssuali con la compagna, si pronuncierà contrario alla ricerca di un bambino attraverso la fecondazione assistita, si assenterà sempre più spesso da Luna per recarsi in moschea a pregare e predicare insieme ai suoi fratelli in fede.
Amar è solo un pretesto. Un personaggio fittizzio che serve lo scopo di questa pellicola per evidenziare e sensibilizzare sullo scontro, l'incomunicabilità, la divisione che tutt'ora sussiste in un paese diviso in due, e che la coppia del film rappresentano in modo superlativo ed emblematico. Una divisione che ci tiene a ricordarci che non tutti gli ostacoli ideologici e religiosi sono facili da superare o da abbattere.
Talvolta tali ostacoli allontanano e separano le persone per sempre, a causa della grossa incompatibilità tra due modi opposti di percepire il mondo.
Ecco perchè questo piccolo capolavoro indipendente è attuale e rilevante. Nonostante l'apparente semplicità della sceneggiatura, che ci immerge nella quotidianità piu' genuina di una coppia, ci fà sentire la campana d'allarme su una delle sfide più dibattute dell'Occidente in generale; quella dell'islam radicale che non vuole compromettersi nè corrompersi, non vuole ascoltare e talvolta nemmeno rispettare la legislatura di uno stato; emblematica in questo caso è la scena del matrimonio musulmano dove l'uomo prende in sposa una minorenne. E mentre Luna sbotta contro Amar "questo và contro le leggi del nostro Stato", Amar replica che "la legge di Dio è più importante di quella dello Stato".
Uno statement che nella sua semplicità racchiude anche il messaggio del film. Talvolta discutere o trovare una via di mezzo non è de facto possibile. Non per mancanza di volontà o di apertura mentale (entrambi i coniugi provano ad aprirsi l'uno all'altra e tollerarsi e difendersi a vicenda) ma perchè il fondamentalismo e l'assolutismo di certe idee prevale sul buon senso, sul dialogo democraticamente instaurato, sulla pluralità.
E in quel preciso instante, l'unica strada disponibile, l'unico sentiero da seguire è quello della separazione.
Regia impeccabile, solida, asciutta come la fotografia del posto; scarna, a volte dura ed isolatoria come la comunità wahhabita della quale farà parte per qualche giorno Luna. Interpretazione convincente e verosimile. Fin troppo da pensare che stai seguendo un documentario.
Prezioso, importante e attualissimo. Una vera chicca di cinema europeo, fieramente indipendente che c'entra l'obbiettivo e stimola a pensare, meditare, osservare più acutamente cio' che accade intorno a noi.
Visione necessaria. 4 stelle e mezzo assicurate.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ashtray_bliss »
[ - ] lascia un commento a ashtray_bliss »
|
|
d'accordo? |
|
|