nanook
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mercoledì 14 luglio 2010
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dopo quella notte basta galletta
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noioso, banale, dialoghi insignificanti e ridicoli, bruttissima fotografia, privo totalmente di ritmo, scene scollegate tra loro, finto, incapace di trasmettere una sola emozione (visto l'argomento trattato)...questa la prima mezz'ora di proiezione perchè al 31 minuto sono uscita, impossibile continuare a guardare questo film - voto fibnale: non classificato
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(di sky972)
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mlocker
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martedì 13 luglio 2010
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dopo questo (improbabile) film
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Dopo questo film ho provato - invano - di cercare un senso e una ragion d’essere alla storia e al suo messaggio che, già di per sé abbastanza zuccheroso, è espresso in maniera banale e puerile. Innanzitutto trovo gracile e inconsistente la sceneggiatura, i cui episodi, avendo poco a che fare l’uno con l’altro, ci danno la visione di qualcosa di casuale e pasticciato. Agli attori, molti dei quali sono al limite dell’incapacità, non vengono - poverini - nemmeno incontro i dialoghi, spesso forzati e inadeguati. Antipaticissimo sullo schermo Antonio Vianelli, il cui personaggio, Francesco, muore per un incidente stradale turbando profondamente la vita del variegato gruppo di amici (detto in confidenza, il fatto che se ne sia andato dopo neanche venti minuti di film è stata una liberazione).
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Dopo questo film ho provato - invano - di cercare un senso e una ragion d’essere alla storia e al suo messaggio che, già di per sé abbastanza zuccheroso, è espresso in maniera banale e puerile. Innanzitutto trovo gracile e inconsistente la sceneggiatura, i cui episodi, avendo poco a che fare l’uno con l’altro, ci danno la visione di qualcosa di casuale e pasticciato. Agli attori, molti dei quali sono al limite dell’incapacità, non vengono - poverini - nemmeno incontro i dialoghi, spesso forzati e inadeguati. Antipaticissimo sullo schermo Antonio Vianelli, il cui personaggio, Francesco, muore per un incidente stradale turbando profondamente la vita del variegato gruppo di amici (detto in confidenza, il fatto che se ne sia andato dopo neanche venti minuti di film è stata una liberazione). La storia del ragazzo gay è patetica quanto il tentativo di propinarci sempre e comunque qualche scottante tematica sociale: lo so, va di moda, ma a volte è bene essere anche un po’ anti-conformisti. Gli unici due attori degni di nota sono Lucrezia Piaggio (Flavia) e Maurizio Mattioli (don Daniele), a cui però l’abito del sacerdote saggio e buon confidente - vuoi per la pancia, vuoi perché l’abbiamo visto spesso in parti di diverso genere - sta un po’ stretto. A loro due aggiungo Maria Grazia Cucinotta (la psicanalista), che però, ahinoi, rende davvero maluccio.
“Dopo quella notte”, in sostanza, è il solito prodotto cinematografico all’italiana: costruiamo una trama più o meno sensata (non ha importanza se l’edificio barcolla, basta che resti in piedi), infarciamola di luoghi comuni che, credono loro, possono comunque far leva sul pubblico e fregiamola di qualche attore e attrice bellocci ma avversi alla recitazione. La minestra è pronta, ragazzi. Io perlomeno l'ho ingerita con una tessera Cinema 3 risparmiando 7 euro e ho evitato di rigurgitarla.
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