dandy
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mercoledì 8 ottobre 2014
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in un mare di alcol.
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Pilot della fortunatissima serie ideata e scritta da Terence Winter(sceneggiatore de "I Soprano")diretto da Scorsese(produttore della serie assieme a Mark Whalberg)con la consueta eleganza e raffinatezza.C'è tutto quello che ci si aspetta:sontuosa ricostruzione d'epoca,cast di prim'ordine,bei dialoghi,humor e qualche tocco violento e sexy più esplicito rispetto ai canoni dei prodotti televisivi.Spettacolo assicurato,nei limiti del già visto.Tutti i cliché del genere sono rispettati e non vi sono innovazioni nelle situazioni e nei personaggi."I Soprano" degli anni 20 insomma.Ma chi ha gradito la serie con il compianto James Gandolfini o le serie in generale sarà ampiamente soddisfatto.Anche perché certe serie tv degli ultimi anni sono diventate più audaci e intriganti di un certo tipo di cinema,che talvolta si definisce pure "d'autore".
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Pilot della fortunatissima serie ideata e scritta da Terence Winter(sceneggiatore de "I Soprano")diretto da Scorsese(produttore della serie assieme a Mark Whalberg)con la consueta eleganza e raffinatezza.C'è tutto quello che ci si aspetta:sontuosa ricostruzione d'epoca,cast di prim'ordine,bei dialoghi,humor e qualche tocco violento e sexy più esplicito rispetto ai canoni dei prodotti televisivi.Spettacolo assicurato,nei limiti del già visto.Tutti i cliché del genere sono rispettati e non vi sono innovazioni nelle situazioni e nei personaggi."I Soprano" degli anni 20 insomma.Ma chi ha gradito la serie con il compianto James Gandolfini o le serie in generale sarà ampiamente soddisfatto.Anche perché certe serie tv degli ultimi anni sono diventate più audaci e intriganti di un certo tipo di cinema,che talvolta si definisce pure "d'autore".Dall'omonimo romanzo di Nelson Johnson.
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filippo_24
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lunedì 6 aprile 2020
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una delle migliori serie tv che la storia ricordi, il ritratto maestoso di un'epoca leggendaria.
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In cabina di regia c'è Martin Scorsese, un nome che è garanzia. Il meraviglioso affresco che l'italo-americano descrive dell'America proibizionista è destinato a diventare leggenda. C'è poco da dire, il prodotto che Scorsese confeziona è qualcosa di semplicemente monumentale. Un mosaico di malavita, tradimenti, trasgressioni, alleanze, corruzione, amori proibiti, buoni, cattivi, forti e deboli contemplato dagli occhi di Enoch "Nucky" Thompson, un politico-gangster di Atlantic City che, come tutti all'epoca, tenta una leggendaria scalata al potere per prendere in mano le redini della malavita. Una serie in cui tutto funziona come meglio non potrebbe, dalle suggestive scenografie e ambientazioni sugli sfondi di città invecchiate ma rese comunque nello splendore dei ruggenti anni del Sindacato, alle interpretazioni perfette di tutto il cast, primo su tutti uno Steve Buscemi che fa scuola con una maestà e una capacità di impersonare il ruolo equiparabile a quella dei grandi dei gangster movie che hanno tracciato la storia del genere.
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In cabina di regia c'è Martin Scorsese, un nome che è garanzia. Il meraviglioso affresco che l'italo-americano descrive dell'America proibizionista è destinato a diventare leggenda. C'è poco da dire, il prodotto che Scorsese confeziona è qualcosa di semplicemente monumentale. Un mosaico di malavita, tradimenti, trasgressioni, alleanze, corruzione, amori proibiti, buoni, cattivi, forti e deboli contemplato dagli occhi di Enoch "Nucky" Thompson, un politico-gangster di Atlantic City che, come tutti all'epoca, tenta una leggendaria scalata al potere per prendere in mano le redini della malavita. Una serie in cui tutto funziona come meglio non potrebbe, dalle suggestive scenografie e ambientazioni sugli sfondi di città invecchiate ma rese comunque nello splendore dei ruggenti anni del Sindacato, alle interpretazioni perfette di tutto il cast, primo su tutti uno Steve Buscemi che fa scuola con una maestà e una capacità di impersonare il ruolo equiparabile a quella dei grandi dei gangster movie che hanno tracciato la storia del genere. La maestria di Scorsese nelle inquadrature e nei movimenti di camera la conosciamo, una menzione speciale va fatta alla sceneggiatura che rende ancora più onore ai miti del tempo. Incredibilmente la serie è in crescendo per tutte e cinque le stagioni, senza sbagliare un passaggio nonostante l'aggiunta di personaggi sempre più particolari e variegati tra loro, primi tra tutti l'ex militare Richard Harrow (che ha conquistato il cuore di tutti), la tormentata mrs. Darmody e il vanaglorioso mobster italo-americano Gyp Rosetti. Il processo di introspezione dei personaggi è costruito su meccanismi che, nonostante rivelino le fragilità di ognuno, ne mantengono la dignità criminale in maniera sorprendente, creando in un certo senso "buoni e cattivi" in un mondo in cui di buono non c'è niente, nemmeno il tormentato agente dell'FBI Nelson Van Alden che rappresenta una giustizia sommaria e ormai giunta al totale sfacelo dinanzi all'etica criminale che ha ormai conquistato l'intera America. Ogni microcosmo malavitoso, italiano, irlandese o ebraico che sia, è a sé stante e ben distinto dagli altri ma finisce comunque per incappare nei piani delle altre organizzazioni, creando una rete infinita di trame e alleanze che mantiene la narrazione su un livello estremo di tensione, imprevedibilità ma soprattutto di universalità, riunendo sotto un'unica grande campana di vetro tutto il crimine organizzato del tempo. Una serie, questa, che ha dipinto l'età più folle dell'epoca contemporanea con una maestria tale da renderla in un certo senso poetica. E dunque, via il cappello per l'ennesimo capolavoro di Scorsese, ennesima perla di una carriera eccelsa, forse tra le più sottovalutate ma decisamente degna di essere ammirata per sempre. Un masterpiece che è destinato a rimanere negli annali delle serie televisive, un capolavoro di quelli che faranno scuola in eterno.
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