filippo catani
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giovedì 12 settembre 2013
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una piacevolissima commedia
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Un impiegato della posta britannica sta vivendo un momento difficile. A casa vive con due figliastri lasciatigli in eredità da una donna ormai sparita da tempo e uno dei quali è un piccolo delinquente. L'unica soddisfazione è la nipotina avuta dalla figlia di primo letto. La madre della ragazza è il grande amore del postino che però l'ha lasciata 30 anni prima senza darle spiegazioni. Come sempre l'uomo mette da parte i suoi problemi solo quando è nel pub con gli amici a tifare Manchester United. E sarà proprio da un immaginario dialogo con la leggenda del Manchester Cantona che la vita del postino avrà una svolta.
Loach anche quando opta per una commedia leggera lo fa senza perdere di vista il suo interesse principale e cioè quello di raccontare le difficoltà di piccole persone che stanno lontane dai riflettori e che ogni giorno sono alle prese con lavoro e problemi vari.
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Un impiegato della posta britannica sta vivendo un momento difficile. A casa vive con due figliastri lasciatigli in eredità da una donna ormai sparita da tempo e uno dei quali è un piccolo delinquente. L'unica soddisfazione è la nipotina avuta dalla figlia di primo letto. La madre della ragazza è il grande amore del postino che però l'ha lasciata 30 anni prima senza darle spiegazioni. Come sempre l'uomo mette da parte i suoi problemi solo quando è nel pub con gli amici a tifare Manchester United. E sarà proprio da un immaginario dialogo con la leggenda del Manchester Cantona che la vita del postino avrà una svolta.
Loach anche quando opta per una commedia leggera lo fa senza perdere di vista il suo interesse principale e cioè quello di raccontare le difficoltà di piccole persone che stanno lontane dai riflettori e che ogni giorno sono alle prese con lavoro e problemi vari. Attraverso le conversazioni tra amici al pub, il regista ha anche il modo per un'amara riflessione sul mondo del calcio e sui prezzi dello stadio. Un tempo tutti potevano andare a vedere dal vivo i propri beniamini mentre ora i prezzi proibitivi tengono la maggior parte dei tifosi lontano dallo stadio. Il tutto mentre i club passano in mani straniere e sono attenti solo al marketing. Il messaggio che esce da questo film è, contrariamente che in altri film di Loach, positivo: grazie all'aiuto degli amici si può cercare di superare le difficoltà. Certo il personaggio principale ha dovuto affrontare un'infanzia difficile e una paternità troppo precoce che lo hanno fatto fuggire e allo stesso tempo hanno alimentato i suoi rimpianti. Riuscirà però a riscattarsi. Ottima anche la prova di Cantona capace di grande autoironia sia in merito alle sue metafore sia in merito alla pesante squalifica a cui andò incontro. Insomma una bella commedia con un finale davvero spassoso.
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luca scial�
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lunedì 12 ottobre 2015
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il valore dell'amicizia, immaginaria e reale
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Eric è un cinquantenne allo sbando, con tre figli e una ex moglie che non vede da trent'anni. Si riavvicinerà a lei solo grazie alla nipotina, figlia della loro figlia. Mentre gli altri due figli che vivono con lui hanno preso una cattiva strada e non lo rispettano. Ad aiutarlo sull'orlo del precipizio sarà il suo mito, l'ex calciatore Eric Cantona.
Abbiamo imparato ad apprezzare Ken Loach per la sua filmografia impegnata, di dura critica al sistema politico britannico e sensibile agli ultimi. Ma cimentatosi nella commedia/drama è riuscito comunque a cavarsela molto bene. Geniale l'idea dell'amico immaginario incarnato dall'ex calciatore e campione del Manchester United Eric Cantona, da egli stesso interpretato.
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Eric è un cinquantenne allo sbando, con tre figli e una ex moglie che non vede da trent'anni. Si riavvicinerà a lei solo grazie alla nipotina, figlia della loro figlia. Mentre gli altri due figli che vivono con lui hanno preso una cattiva strada e non lo rispettano. Ad aiutarlo sull'orlo del precipizio sarà il suo mito, l'ex calciatore Eric Cantona.
Abbiamo imparato ad apprezzare Ken Loach per la sua filmografia impegnata, di dura critica al sistema politico britannico e sensibile agli ultimi. Ma cimentatosi nella commedia/drama è riuscito comunque a cavarsela molto bene. Geniale l'idea dell'amico immaginario incarnato dall'ex calciatore e campione del Manchester United Eric Cantona, da egli stesso interpretato. Anche il finale, sebbene sia un Happy ending, tutto sommato non risulta banale.
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stefano capasso
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venerdì 1 aprile 2016
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il valore del gruppo e della solidarietà
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Eric è un impiegato delle poste di mezza età con alle spalle una vita di fallimenti. A cominciare dal suo primo matrimonio finito perché pur amando la moglie, era incapace di reggere l’ansia che questo generava. Il suo carattere remissivo, la paura di prendere iniziative, nei 30 anni successivi lo portano in uno stato di pessimismo e depressione. Per sua fortuna qualche amico e la passione per il Manchester gli danno quella piccola speranza per andare avanti.
Ma quando, per via della figlia che hanno in comune Eric è costretto a rivedere la prima moglie, la situazione precipita: la sua incapacità di incontrare la moglie che pure desidera vedere acuiscono la crisi.
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Eric è un impiegato delle poste di mezza età con alle spalle una vita di fallimenti. A cominciare dal suo primo matrimonio finito perché pur amando la moglie, era incapace di reggere l’ansia che questo generava. Il suo carattere remissivo, la paura di prendere iniziative, nei 30 anni successivi lo portano in uno stato di pessimismo e depressione. Per sua fortuna qualche amico e la passione per il Manchester gli danno quella piccola speranza per andare avanti.
Ma quando, per via della figlia che hanno in comune Eric è costretto a rivedere la prima moglie, la situazione precipita: la sua incapacità di incontrare la moglie che pure desidera vedere acuiscono la crisi. A questo punto arriva un mentore in suo aiuto: Eric Cantona, il calciatore del Manchester, suo idolo.
Grazie al supporto di questo nuovo amico che lo aiuta tra le altre cose a ripercorrere la sua storia comincia una lenta risalita che culminerà in una impresa che vale quanto quelle compiute dal calciatore che ama.
E’ un film molto bello questo di Ken Loach, che alterna momenti di divertimento ad altri drammatici, pause di rifllessione ad azioni concitate e nel finale commuove.
Le grandi difficoltà del protagonista cominciano a trovare una soluzione proprio quando è chiamato ad una azione importante. In quel momento si attivano le sue risorse, stabilisci un contatto con un amico immaginario, che in qualche modo rappresenta un'altra parte di sé. Superando i blocchi che la paura gli impone, prendendo qualche rischio e cambiando le abitudini protettive della sua vita, il protagonista migliora il contatto con sè stesso e quindi con gli altri. La solidarietà degli amici, la forza del gruppo diventano un potente mezzo per risolvere questioni molto complesse
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nigel mansell
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venerdì 15 ottobre 2010
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provaci ancora sam alla loach
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Un provaci ancora Sam alla Loach, con un Cantona al posto di un Bogart. Diciamo che Loach sono anni oramai che fa lo stesso film, una sorta di eterno serial. Il risultato è sempre divertente, ma non è che si lasci il cinema ricordando il tocco del regista od una particolare recitazione. Sono film così, di queste periferie che potrebbero essere quelle di ogni posto e degli uomini che cercano di non dimenticarsi di essere tali ed alla fine riescono a vivere in modo dignitoso. Un fil di uomini con uomini, le donne sono una cosa parte e pare che non vengano toccate dalla feccia del mondo, loro risultano essere superiori a tutto e tutti.
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