laulilla
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giovedì 15 maggio 2008
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così non fan tutte
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Sono così numerosi i richiami culturali evocati dal film, che si è davvero imbarazzati nello scrivere una recensione: l'eterno problema del rapporto fra sesso e amore, che nell'ambito della cultura francese (principalmente, ma non solo) è stato minutamente analizzato, soprattutto dalla fine del settecento, trova in questa pellicola una nuova rappresentazione.
Le numerose domande che il film ci pone possono essere ricondotte alle due seguenti: l'attrazione sessuale , che è un fatto ormonale, può essere "governata" dalla nostra razionalità, oppure le emozioni che certi incontri "fatali" suscitano in noi sono incoercibili e finiranno per prevalere?
Che cosa impedirebbe a Emilie di concedere a Gabriel un innocente bacio, se non la consapevolezza che alle emozioni
non si può opporre argine alcuno?
Il gioco delle coppie che metterà in crisi il matrimonio fra Judit e Eric, convinti dell'intercambiabilità dei rispettivi partners, si ripropone, rovesciato, nel consapevole rifiuto di Emilie: all'artificio un po' ipocrita dei due vecchi compagni di liceo, corrisponde l'artificio del tutto razionale e moralmente motivato di Emilie, ma che di artificio si tratti ce lo dicono le immagini dolorosissime e davvero coinvolgenti della sequenza finale del film: il bacio tanto atteso non è affatto innocente, anzi,come premessa del distacco definitivo, lascia intuire future inquietudini, se non lacerazioni.
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Sono così numerosi i richiami culturali evocati dal film, che si è davvero imbarazzati nello scrivere una recensione: l'eterno problema del rapporto fra sesso e amore, che nell'ambito della cultura francese (principalmente, ma non solo) è stato minutamente analizzato, soprattutto dalla fine del settecento, trova in questa pellicola una nuova rappresentazione.
Le numerose domande che il film ci pone possono essere ricondotte alle due seguenti: l'attrazione sessuale , che è un fatto ormonale, può essere "governata" dalla nostra razionalità, oppure le emozioni che certi incontri "fatali" suscitano in noi sono incoercibili e finiranno per prevalere?
Che cosa impedirebbe a Emilie di concedere a Gabriel un innocente bacio, se non la consapevolezza che alle emozioni
non si può opporre argine alcuno?
Il gioco delle coppie che metterà in crisi il matrimonio fra Judit e Eric, convinti dell'intercambiabilità dei rispettivi partners, si ripropone, rovesciato, nel consapevole rifiuto di Emilie: all'artificio un po' ipocrita dei due vecchi compagni di liceo, corrisponde l'artificio del tutto razionale e moralmente motivato di Emilie, ma che di artificio si tratti ce lo dicono le immagini dolorosissime e davvero coinvolgenti della sequenza finale del film: il bacio tanto atteso non è affatto innocente, anzi,come premessa del distacco definitivo, lascia intuire future inquietudini, se non lacerazioni. I partners sono individui, con le cui emozioni il gioco non è consentito: è
questo il significato del film, forse. Scrivo forse, perché , almeno secondo me, il film non propone una verità definitiva, evidenzia, semmai, una contraddizione sempre presente nelle relazioni amorose. Perfetto, comunque, per una lettura di questo tipo, l'accompagnamento della musica del romantico Schubert, e non del razionalista Mozart di Così fan tutte, che potrebbe, in qualche momento, sembrare più adatto al tema trattato. Il fatto è, invece, che così non fan tutte, per motivi che hanno a che vedere col cuore, più che con la ragione, o per dirla ancora con Pascal, con "l'esprit de finesse" più che con "l'esprit de geometrie". Bellissimo e convincente
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elisa
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domenica 11 maggio 2008
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bacio e dissolvenza
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E' il secondo film nell'arco di un paio di mesi a giocarsi tutto sull'attesa del bacio finale (l'altro era Wong Kar-Wai, certo tutt'altra faccenda). Che stia diventando una moda? Pare di vederci la nostalgia per l'amore ai tempi della Hollywood anni '50, quando il sipario si alzava su quello che nella vita è l'inizio, sul bacio appassionato trionfo del sentimento finalmente compiuto dei protagonisti, lasciando tutta la serie di noiosi inconvenienti, la spesso misera quotidianità della vita di coppia fuori dalla pellicola. E' un ritorno simpatico, soprattutto quando garbatamente ironico e palesemnete non ingenuo come nel soave film di Mouret. Francese che più francese non si può, anche se il dialogo meno brillante dell'usuale lascia dilagare la suggestione delle immagini (favolosi piani americani degli attori accanto a ritratti di Schubert, a quadri rinascimentali e neoclassici) e della musica che non sbaglia un colpo.
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E' il secondo film nell'arco di un paio di mesi a giocarsi tutto sull'attesa del bacio finale (l'altro era Wong Kar-Wai, certo tutt'altra faccenda). Che stia diventando una moda? Pare di vederci la nostalgia per l'amore ai tempi della Hollywood anni '50, quando il sipario si alzava su quello che nella vita è l'inizio, sul bacio appassionato trionfo del sentimento finalmente compiuto dei protagonisti, lasciando tutta la serie di noiosi inconvenienti, la spesso misera quotidianità della vita di coppia fuori dalla pellicola. E' un ritorno simpatico, soprattutto quando garbatamente ironico e palesemnete non ingenuo come nel soave film di Mouret. Francese che più francese non si può, anche se il dialogo meno brillante dell'usuale lascia dilagare la suggestione delle immagini (favolosi piani americani degli attori accanto a ritratti di Schubert, a quadri rinascimentali e neoclassici) e della musica che non sbaglia un colpo. Appena un pelino troppo caricata la comicità della situazione "sesso deciso a tavolino", che ha scatenato in sala risate nervose per l'imbarazzo di riconoscersi...
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(di elisa)
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