felicity
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giovedì 29 dicembre 2022
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(im)possibilità di cambiare il proprio destino
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Presagio finale - First Snow delinea bene il progressivo disagio che si insinua nella psiche dell'uomo, lasciando che la paura prenda ben presto il sopravvento in un contesto via via più cupo, diretto inesorabilmente alla resa dei conti finale. Un film che costruisce una buona atmosfera latitando però in ritmo, tanto che la parte centrale risulta parzialmente tediosa in alcuni passaggi, trovando però istintiva forza drammatica nell'intensa performance di Guy Pearce, di nuovo alle prese con gli scherzi della mente dopo Memento, e nel notevole corollario di interpreti secondari in cui spicca il veggente on the road di J.K. Simmons.
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elgatoloco
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martedì 25 ottobre 2016
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grande querelle sull'esistenza
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"First Snow", intitolato un po'commercialmente in italiano "Presagio finale", spoetizzando chi conosca e capisca il titolo originale, poetico, relativo alla"prima neve", ripropone in modo intelligente, non "apocalittico-catastrofista", la grande querelle che "perseguita"almeno parte dell'umanità da sempre sul destino, il"karma", la "cabale"etc. Se c'è chi propone l'accettazione del "fatum"sempre e comunque, Stoici in primis, ma poi tanti, fino alemo a Nietzsche, ancora attualissimo e con molti"seguaci"("amor fati"), c'è anche chi invece(pare fosse lo Pseudo-Sallustio, ma molto di più non è in realtà dato sapere e in ogni caso non è certo.
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"First Snow", intitolato un po'commercialmente in italiano "Presagio finale", spoetizzando chi conosca e capisca il titolo originale, poetico, relativo alla"prima neve", ripropone in modo intelligente, non "apocalittico-catastrofista", la grande querelle che "perseguita"almeno parte dell'umanità da sempre sul destino, il"karma", la "cabale"etc. Se c'è chi propone l'accettazione del "fatum"sempre e comunque, Stoici in primis, ma poi tanti, fino alemo a Nietzsche, ancora attualissimo e con molti"seguaci"("amor fati"), c'è anche chi invece(pare fosse lo Pseudo-Sallustio, ma molto di più non è in realtà dato sapere e in ogni caso non è certo...)sostiene: "Faber est suae quisque fortunae"(ognuno è fabbro del suo destino)."First Snow"di Mark Fergus, del 2006, sembra, ma non dogmaticamente, non a caso dico prudentemente"sembra"schierarsi con i primi, ma il tutto potrebbe essere frutto di un"caso"comunque quantomeno bizzarro: il protagonista, rappresentante di commercio, dal passato anche abbastanza oscuro.intricato e intrigante, ha una"panne"in auto e consulta, qui sì per"caso", un indovino del tutto al di fuori dei canoni da"imbroglione-piazzista"in cui questa figura in genere si colloca e/o viene collocata... e costui, che ha avuto una visione traumatica relativa al suo futuro, dopo iniziali resistenze, gli svela, appunto, quanto"avverrà". Il resto è giocato con grande intelligenza(e"prudenza", come si diceva, sulla scelta definitiva di cui all'inizio, da"massimi sistemi", quasi...)tra suspense, poca"sorpresa"e altro, con forti iniezioni di"cabale", appunto, ma proposta non dogmaticamente, posta, invece, come interrogativo. Senza scomodare religioni o comunque il"sacro"(con tutte le contraddizioni che il lemma nasconde, si confronti, per es,il latino"sacer-sacra-sacrum"), senza citare quanto invece ho citato, modestamente, io stesso, "First Snow"stupisce positivamente, senza mai"spettacolarizzare"il tutto. Guy Pearce e gli altri(le altre, a iniziare da Piper Perabo, bella ma non troppo appariscente(sarebbe fuori posto come tale, in questo film)sono assolutamente "in parte", proprio senza "gigioneggiare"e senza pose istrionesche. El Gato
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ashtray_bliss
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venerdì 13 febbraio 2015
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conto alla rovescia per eludere il proprio destino
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Intrigante thriller dallo stampo nettamente indie che mette in evidenza il contrasto tra l'essere padroni e artefici del proprio destino e l'impossibilità di sfuggire da esso. Il regista alla sua opera prima, si impegna di indagare, in maniera decisamente interessante, quel sottile confine che divide la realtà dalla metafisica, la concretezza della nostra esistenza dal metempirico e trascendentale che interagisce comunque col nostro mondo pur non essendo dirttamente percebile dalla nostra esperienza (fisica).
Non a caso il leit motif della pellicola, con la quale tra l'altro il film si apre e si conclude è :ogni uomo crea il proprio destino.
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Intrigante thriller dallo stampo nettamente indie che mette in evidenza il contrasto tra l'essere padroni e artefici del proprio destino e l'impossibilità di sfuggire da esso. Il regista alla sua opera prima, si impegna di indagare, in maniera decisamente interessante, quel sottile confine che divide la realtà dalla metafisica, la concretezza della nostra esistenza dal metempirico e trascendentale che interagisce comunque col nostro mondo pur non essendo dirttamente percebile dalla nostra esperienza (fisica).
Non a caso il leit motif della pellicola, con la quale tra l'altro il film si apre e si conclude è :ogni uomo crea il proprio destino. Niente diverte gli dei più di questa affermazione. Una frase emblematica attorno alla quale viene costruita la storia di Jimmy Starks, e che paradossalmente potrebbe esser resa benissimo secondo l'assioma della Legge di Murphy: se qualcosa può andare male, andrà male!
Jimmy Starks è un imprenditore ma cerca in tutti i modi di far decollare la propria attività cercando di vendere jukebox rinnovati nei bar piazzati lungo le desertiche highways del Sud degli States. Un giorno però, mentre aspetta che la sua auto venga riparata, decide di ingannare l'attesa facendosi predire il futuro da un indovino ambulante. Jimmy ovviamente è un uomo pragmatico, coi piedi per terra che non crede e non acetta minimamente l'idea che esista un destino già scritto per tutti. Tantomeno crede nella sorte o nella capacità di predire il futuro. Il suo infatti è solo un modo per distrarsi e divertirsi nell'attesa che la sua auto venga riparata.
L'indovino tuttavia predice in modo accurato e dettagliato l'esito di una partita di basket e di una -fortunata- manovra economica di Jimmy. Quando però si tratta della vita personale dell'uomo, l'indovino visibilmente turbato interrompe la seduta e si rifiuta di parlare.
Da lì a poco lo stesso Jimmy seguirà sbalordito il verificarsi degli eventi predetti dal indovino ma contemporaneamente si vedrà anche travolto da una serie di sfortunati eventi che minano la sua stessa sicurezza e incolumità. Presto gli verrà dignosticato uno scompenso cardiaco, mentre un suo ex amico dal passato burrascoso e difficile (fatto di droghe e anni passati in carcere) verrà rilasciato e si metterà sulle sue traccie cercando vendetta, ritenendo Jimmy il diretto responsabile dalla sua sorte.Jimmy sempre più preoccupato si vede soffocare dentro una cornice da lui stesso creata, e angosciato per l'esito della situazione, decide di chiedere un nuovo consulto col indovino. Costrui, messo sotto pressione da Jimmy, gli rivelerà che ha tempo a disposizione solo fino a quando cadrà la prima neve (la First Snow del titolo originale), poi morirà.
E Jimmy da quel istante si intrappola in una spirale vertiginosa di paranoia, insicurezza e ossessione mentre cerca in tutti i modi di mettere insieme i tasselli del puzzle per capire di più sul come e quando potrebbe morire e ovviamente, si sforza a escogitare un modo per evitare che tale presagio si avveri.
Mark Fergus nella sua opera prima richiama le più primitive e ataviche paure dell'uomo, le sue incertezze, fobie e titubanze relative a ciò che riguarda l'ignoto. Ognuno di noi prima o poi si pone domande esistenziali che rimandano all'innato biosgno umano di avere delle risposte e certezze concrete, dato che la nostra intera esistenza è un mistero, un perenne cammino sul filo che potrebbe spezzarsi da un momento all'altro.
Certe persone attribuiscono il susseguirsi di eventi delle nostre vite al destino, altri rinnegano ferventemente quest'ipotesi supportando l'idea che ognuno di noi è artefice del proprio destino e che siamo noi a scrivere pagina dopo pagina il libro della nostra vita.
Fatto sta che anche i più scettici e pragamatici che rifiutano la prospettiva fatalista dell'esistenza vorrebbero conoscere gli eventi a venire, e ovviamente modificarli, riordinarli o in estremis evitarli. La stessa cosa succede col protagonista del film che inzia una disperata corsa contro il tempo per sfuggire al proprio -inevitabile- destino mentre cerca di riassestare la propria vita e rimediare agli errori del passato.Decisamente un'opera di stile e ben riuscita First Snow che vanta una scelta ottimale nel mettere il carismatico e versatile Guy Pearce nei panni di J.Starks. Per il resto la pellicola non vanta di un soggetto originale, ma il regista forse ha coscientemente preferito di non azzardare e puntare su una carta sicura che mescola le giusti dosi di metafisica e concretezza, mettendo a nudo le paure primordiali che si annidano nell'animo umano.
Impreziosito di una solida sceneggiatura e una scarna fotografia, che evidenzia le highways e lande desertiche del New Mexico, missate a colori accesi e vividi il film richiama quella sensazione di desolazione che vige anche nella psiche del protagonista. Un prodotto del tutto valido ben strutturato e congeniato con un attore-garanzia al suo interno.
Decisamente degno di nota specialmente per gli amanti delle chicche indipendenti.
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kondor17
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lunedì 29 dicembre 2014
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buona la prima
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Buon psico-thriller che tiene incollati allo schermo dall'inizio alla fine. Bravi Guy Pierce e gli altri. Voto 7
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gibovendra
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lunedì 18 agosto 2014
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la desolazione del paesaggio e dell'anima
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Ottimo film. Un po come la canzone "Samarcanda" di Vecchioni: non si sfugge dal proprio destino. Le brutte storie di un venditore spregiudicato come ce ne sono tanti. Tradimenti e vizi della middle class americana. A me è piaciuto molto.
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onufrio
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venerdì 11 ottobre 2013
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a ognuno il proprio destino
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Thriller che ha come protagonista Guy Pearce che per l'occasione veste i panni di un venditore girovago, tra le strade d'America. In una di queste, viene incuriosito dalla presenza di un camper nel quale vi riceve una sorta di sensitivo, interpretato da J.K.Simmons; si farà leggere il futuro ed il sensitivo avrà una brutta visione, ma il protagonista lo guarda con aria quasi divertita, lo saluta e se ne va. A distanza di pochi giorni,nota con estremo stupore che gli avvenimenti che il sensitvo gli aveva predetto si erano avverati,ed allora comincia a mettersi in agitazione ed a preoccuparsi riguardo alla reazione avuta da J.K.Simmons nella fase finale della lettura del suo futuro, ritornerà da lui chiedendo ulteriori spiegazioni su quella reazione così forte, e la verità sarà dura da accettare.
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ultimoboyscout
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sabato 14 agosto 2010
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privo del benchè minimo interesse.
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Davvero un film vuoto, senza mordente, molle e con un Guy Pearce sprecatissimo, nel nulla più completo della pellicola. Dopo 45 minuti di visione mi sono chiesto cosa stessi guardando, alla fine del film perchè l'ho gardato. Tra i film più brutti che abbia mai visto.
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astromelia
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mercoledì 4 agosto 2010
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il destino
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non sono d'accordo con la frase di apertura e chiusura del film,cos'è il destino ed esiste veramente un destino? tante volte si è costretti ad intraprendere una strada estranea alla propria volontà,ma questa è materia per addetti ai lavori e per chi fa ricerca introspettiva
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