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franco
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mercoledì 4 febbraio 2009
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film inutile
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credo di aver visto pochi film insulsi come questo, in un esibizionismo falso ,storicamente e artisticamente.
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sabato 31 gennaio 2009
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ok
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Ok, adesso riformula con parole tue.
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stufato
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lunedì 5 gennaio 2009
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stelle al polistirolo
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cosa vuoi per cena? "Lo stuuu..."! Da questa frase parte una crisi isterica famigliare brevissima e incomprensibile. Ogni stanza vagamente esotica richiama la presenza di un corpo nudo di donna. Che dire poi del polistirolo al posto della neve e delle dita di Schiele divaricate come i soggetti dei suoi quadri!
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lucianatagliapietra
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mercoledì 21 maggio 2008
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commento al film klimt
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Sono completamente d'accordo con la recensione di giorgio
calmisani.
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marcopuri
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mercoledì 2 aprile 2008
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magico
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stupenda la frase finale!!!
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giorgio camisani
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domenica 11 novembre 2007
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la leggerezza anticulturale di certo cinema
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Klimt di Raúl Ruiz è un film che vuole essere un’opera d’arte o, detto meglio, è un prodotto prettamente commerciale che si vuole vendere come film artistico. Le immagini rappresentano una serie di eventi psichici ed onirici di un Klimt agonizzante, ricoverato in una clinica in attesa della morte, con accanto l’amico Egon Schiele. L’organizzazione delle scene non è data da un percorso cronologico o biografico, ma dalla presenza e corrispondenza di alcune ossessioni, iscrivibili all’interno del turbinio dell’eros, vero protagonista del film, che si ripresentano e si approfondiscono fino a sfociare nella dissoluzione dell’identità dell’artista. Prevale l’artificiosità sull’arte, e ciò che sembra più autentico in tutto il film è la somiglianza tra lo sguardo dell’interprete di Klimt, John Malkovich, e il vero Gustav Klimt così come appare nelle foto che ci sono giunte.
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Klimt di Raúl Ruiz è un film che vuole essere un’opera d’arte o, detto meglio, è un prodotto prettamente commerciale che si vuole vendere come film artistico. Le immagini rappresentano una serie di eventi psichici ed onirici di un Klimt agonizzante, ricoverato in una clinica in attesa della morte, con accanto l’amico Egon Schiele. L’organizzazione delle scene non è data da un percorso cronologico o biografico, ma dalla presenza e corrispondenza di alcune ossessioni, iscrivibili all’interno del turbinio dell’eros, vero protagonista del film, che si ripresentano e si approfondiscono fino a sfociare nella dissoluzione dell’identità dell’artista. Prevale l’artificiosità sull’arte, e ciò che sembra più autentico in tutto il film è la somiglianza tra lo sguardo dell’interprete di Klimt, John Malkovich, e il vero Gustav Klimt così come appare nelle foto che ci sono giunte.
Definire Klimt come un film biografico è pretestuoso, perché non vuole seguire la strada, ben più complessa ed ardua, della ricostruzione del contesto storico-culturale dell’art nouveau e della Secessione viennese che vide l’artista protagonista. Ruiz avrebbe potuto utilizzare come mezzi espressivi e simbolici del film alcuni riferimenti al gusto e alla cultura musicale, architettonica o scultorea dell’epoca. Invece, il film segue la via più immediata e sicura dell’erotismo e della sensualità femminile, mostrate come unica fonte d’ispirazione dell’artista, e che ci vengono proposte non tanto con le decorazioni e le allegorie di Klimt, quasi del tutto assenti nel film, ma attraverso il corpo nudo delle modelle.
Per leggere la recensione completa collegati a www.filmagazine.it
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[+] hai ragione, klimt meritava di più!!!!
(di fausto)
[ - ] hai ragione, klimt meritava di più!!!!
[+] d'accordo, l'arte rimane in secondo piano.
(di graisano)
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nerofelix
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sabato 29 settembre 2007
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il film di un film
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Beh, visto che nessun critico si è prodigato in una vera recensione di questo film, e visto che quello che c'è scritto come "trama" è fuorviante, mi permetto di scrivere due righe chiarificatrici io.
Innanzitutto non è una vera biografia del pittore ma solo il racconto (in buona parte visionario) di una limitatissima porzione di vita di Klimt. E' il resoconto di alcune sue visioni, è la trasposizione fantastica della sua concezione della vita e dell'arte. Quello che viene messo in scena è il film di un film, come nella migliore tradizione di Ruiz (si veda ad esempio "Genealogia di un crimine" o "Autopsia di un sogno"). Il film è, infine, impreziosito da una patina di decorativismo art nouveau.
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Beh, visto che nessun critico si è prodigato in una vera recensione di questo film, e visto che quello che c'è scritto come "trama" è fuorviante, mi permetto di scrivere due righe chiarificatrici io.
Innanzitutto non è una vera biografia del pittore ma solo il racconto (in buona parte visionario) di una limitatissima porzione di vita di Klimt. E' il resoconto di alcune sue visioni, è la trasposizione fantastica della sua concezione della vita e dell'arte. Quello che viene messo in scena è il film di un film, come nella migliore tradizione di Ruiz (si veda ad esempio "Genealogia di un crimine" o "Autopsia di un sogno"). Il film è, infine, impreziosito da una patina di decorativismo art nouveau. Si poteva osare di più... ma il risultato, alla fine, è discretamente suggestivo e la tecnica registica di Ruiz è, come al solito, impeccabile. Tre stelle.
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