Bubble |
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Un film di Steven Soderbergh.
Con Debbie Doebereiner, Dustin James Ashley, Misty Wilkins, Omar Cowan, Laurie Lee
Drammatico,
durata 73 min.
- USA 2005.
uscita venerdì 12 maggio 2006.
MYMONETRO
Bubble
valutazione media:
3,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Contenuti (molto) specialidi FrancescoFeedback: 0 |
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mercoledì 9 agosto 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Perche' i Dvd hanno cambiato il modo di godere del cinema? Perche' noleggi in un Blockbuster il disco di 'Bubble', guardi il film, poi fai scivolare il dito sui 'contenuti speciali' e assisti ai provini dei tre attori principali. Scoprendo - credetemi, oppure provate - uno spaccato di vita americana autentica ben piu' inquietante di quello che emerge nel film di Soderbergh. Martha, nella vita, e' una manager di un fast food che si e' tirata fuori da un matrimonio frettoloso lavorando a 2 dollari e qualcosa all'ora, cominciando come cassiera e adesso, a sentirla parlare, e' tutta "orgoglio di chi ce l'ha fatta", indurito al sole di anni di fatica. Ma pare fiera di appartenere a una societa' in cui, sottolinea lei stessa, ci sono centri commerciali aperti 24 ore su 24. Il trionfo del dominio del lavoro sull'uomo. Rose, la ragazza destinata a morire, nella vita ha 30 anni, 4 figli, un lavoro per sbarcare il lunario, il sogno di una macchina piu' bella, parenti che non vede mai. Passa i sabati al centro commerciale e non ha amici perche', come gli altri due attori principali, non e' nata dove vive e dove e' stato girato il film. Quanto a Kyle, soffre davvero di ansia quando si trova in mezzo alla gente. Ha piantato la scuola, vive facendo il magazziniere in un negozio di pizze (Napoli's) e divide un appartamento con la sua ragazza, commessa. Spera di trasferirsi altrove. Il ritratto che ne emerge fa riflettere. Prima, certo, c'e' il film. Interessante, a mio parere, soprattutto per il modo in cui e' girato, con uno sguardo attonito che ben racconta il vuoto di una provincia profonda in cui personaggi altrattanto attoniti (come bambole) e privi di emozioni lavorano per (soprav)vivere e (soprav)vivono per lavorare. Diventando magari pozzi di solitudine, come Martha, ai quali e' spaventoso affacciarsi. Resta una strana sensazione, non positiva per il film: che Soderbergh sia piu bravo a filmare che a raccontare. E che questo mix formato da un giallo-pretesto che a un certo punto sembra invadere lo schermo, la folle normalita' di un'assassina che vale da sola tutto il film (e forse è l'aspetto più fertile e sinistro) e uno sguardo sulla provincia Usa profonda lasci tutto in superficie. Inquietante ma in superficie.
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