Questo film appartiene al genere catastrofico che dagli anno ’30 viene riproposto al pubblico del grande schermo quasi a voler esorcizzare le catastrofi che descrive. Questa volta tocca alle eruzioni vulcaniche evocare recondite paure di improvvisi quanto inattesi eventi distruttivi e quindi non poteva che essere l’Italia lo scenario in cui si svolge la catastrofe che ricorda quella antica di Pompei ed Ercolano. Un’Italia con i suoi monasteri e i suoi monaci un po’ increduli, un po’ superstiziosi e un po’ opportunisti. Non è infatti il caso di far evacuare un’intera città per una presunta eruzione vulcanica da una montagna che vulcano non è mai stato.
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Questo film appartiene al genere catastrofico che dagli anno ’30 viene riproposto al pubblico del grande schermo quasi a voler esorcizzare le catastrofi che descrive. Questa volta tocca alle eruzioni vulcaniche evocare recondite paure di improvvisi quanto inattesi eventi distruttivi e quindi non poteva che essere l’Italia lo scenario in cui si svolge la catastrofe che ricorda quella antica di Pompei ed Ercolano. Un’Italia con i suoi monasteri e i suoi monaci un po’ increduli, un po’ superstiziosi e un po’ opportunisti. Non è infatti il caso di far evacuare un’intera città per una presunta eruzione vulcanica da una montagna che vulcano non è mai stato. Nella realtà d’altronde chi vive davvero sotto un vulcano deve convivere con le stesse angosce che riguardano chiunque viva alle pendici di una qualsiasi montagna che rischia di travolgere tutto in un mare di fango per quattro gocce di pioggia. Film profetico dunque oltre che catastrofico, tenuto conto che risale a otto anni fa e non è italiano benché si avvalga opportunamente della collaborazione di un’iperattiva quanto sottovalutata interprete italiana: Antonella Elia. E non si tratta di un semplice "cameo".
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