Paolo D'Agostini
La Repubblica
Non solo Michael Moore né solo America. La fioritura dei documentario o “cinema del reale” - anche Francesca Comencini sul mobbing con Mi piace lavorare, Il dono di Michelangelo Frammartino sull’emigrazione italiana, L’orizzonte degli eventi di Daniele Vicari hi lavorazione in Abruzzo - trova risalto sui media e nelle sale come era impensabile prima di Bowling for Columbine e Fahreneit 9/11.
Mentre a Bologna si riuniscono gli Stati Generali del Documentario, i cinema ospitano un altro “caso”, dal Canada. È The Corporation di Mark Achbar e Jennifer Abbot con Joel Bakan, professore di diritto e autore del libro “The Corporation: la patologica ricerca dei profitto e del potere” (Fandango Libri). 40 interviste a rappresentanti degli interessi e della filosofla delle multinazionali prima che alle voci critiche. Trai nomi illustri Noam Chomsky e Milton Friedman, Jeremy Rifklin e Naomi Klein. L’inchiesta prevale sul protagonismo umoristico alla Moore, sebbene non manchi, uscendo amaramente dai dati, un filo d’ironia, La crescita smisurata del potere finanziario, la religione dei profitto a scapito di ogni valore sociale, la fede nella privatizzazione hanno prodotto una situazione malata. La degenerazione di un capitalismo senza regole, senza legge e senza morale mette in pericolo l’ambiente, la salute, la vita delle persone; e, nell’ambito di un processo che vede i governi rinunciare ad ogni controllo, mette in pericolo la democrazia. Non è la tesi aprioristica di un pamphlet, lo riconoscono candidamente decine di responsabili di compagnie petrolifere, farmaceutiche, di abbigliamento, informatica e settori specializzati nella manipolazione del consenso, pubbliche relazioni e marketing.
E le occasioni si moltiplicano. Circolano o circoleranno in Italia: September Tapes dall’Afghanistan, il francese Il mondo secondo Bush, La memoria del saccheggio sul governo Menem, Salvado rAllende di Patricio Guzrnan e Comandante ritratto di Castro firmato da Oliver Stone, The Fog of War intervista a McNamara segretario di Stato Usa durante il Vietnam, The Agronomist di Jonatham Demme sulla dittatura di Duvalier ad Haiti, Un silenzio particolare che Stefano Rulli ha dedicato all’autismo di suo figlio, Il muro e Route 181 sul confiitto israelo-palestinese come Un infinito cerchio di Claudio Camarca, di Guido Chiesa Alice è in paradiso su Radio Alice e Sono stati loro sul delitto di Novi Ligure,lo spagnolo La pelota vasca sul separatismo, I dischi del sole sulla storia della canzone italiana di protesta, A scuola di Leonardo Di Costanzo, Una storia americana su un controverso caso di accusa per pedofilia. Da Bologna, sotto i] patrocinio di un grande vecchio del documentario italiano come Vittorio De Seta, gli autori dell’associazione Doc/It sfidano indifferenze e reticenze istituzionali o commerciali lanciando un “manifesto per il rilancio dei documentario”. Titolo “C’è un paese da raccontare”.
Da La Repubblica, 23 ottobre 2004
di Paolo D'Agostini, 23 ottobre 2004