Campione di incassi in patria, il 35° titolo di Youssef Chahine ( autore di svolta per tutto il cinema arabo con i suoi film “Stazione Cairo” del ’57,e “Jamila l’algerina”, del’58,opere entrambe di stampo neorealista ma già rossellinianamente più in là) si segnala come una sorta di summa teorica del melodramma, genere da sempre prediletto nei paesi arabi. Chahine ritorna con “Silenzio, si gira” alla grande lezione della Hollywood a cavallo fra gli anni ’40 e ’50, che lo vide entusiasta apprendista negli Studios losangelini. Esperienze queste che egli riverserà nella quadrilogia autobiografica aperta nel ’78 con il premiato “”Alessandria …perché ?” e chiusa nel 2004 con “Alessandria…New York”, in mezzo “La memoria”,’82, e “Alessandria, ancora e sempre”,’90.
[+]
Campione di incassi in patria, il 35° titolo di Youssef Chahine ( autore di svolta per tutto il cinema arabo con i suoi film “Stazione Cairo” del ’57,e “Jamila l’algerina”, del’58,opere entrambe di stampo neorealista ma già rossellinianamente più in là) si segnala come una sorta di summa teorica del melodramma, genere da sempre prediletto nei paesi arabi. Chahine ritorna con “Silenzio, si gira” alla grande lezione della Hollywood a cavallo fra gli anni ’40 e ’50, che lo vide entusiasta apprendista negli Studios losangelini. Esperienze queste che egli riverserà nella quadrilogia autobiografica aperta nel ’78 con il premiato “”Alessandria …perché ?” e chiusa nel 2004 con “Alessandria…New York”, in mezzo “La memoria”,’82, e “Alessandria, ancora e sempre”,’90. La trama di “Silenzio…si gira”, che narra le vicende sentimentali di Malak, cantante di successo in attesa di divorzio impegnata sul set di un film musicale e innamorata di un giovane interessato soprattutto ai suoi soldi al punto di tentare di concupirne la figlia Paula, credendola l’unica erede designata della nonna che tanto lo aveva avversato in vita, consente a Chahine di intrecciare le radici popolari del cinema arabo alla sofisticata drammaturgia di maestri storici del melodramma made in Usa quali Douglas Sirk (cineasta di origine tedesca molto caro Fassbinder) e Delmer Daves, senza dimenticare la grande lezione di Federico Fellini, neanche tanto sottesa in molti dei suoi ultimi film. Il cinema nel cinema e l’ambientazione contemporanea offrono, inoltre, al regista egiziano l’opportunità di analizzare con ironia e sagacia la nuova società araba, sempre più occidentalizzata nella divisione fra le classi e nell’arrivismo come comportamento dominante. E le inquadrature dall’alto delle affollate spiagge del Cairo non possono non far venire in mente i “boom movies” del nostro grande Dino Risi. Il tutto a geniale anticipazione del suo ultimo e drammatico film “Il caos”,’07,a sua volta profetico nell’inquadrare i motivi della rivolta popolare che ha costretto Mubarak alla fuga. In “Silenzio,si gira”, Chahine riesce ad amalgamare i tanti motivi del suo cinema con una leggerezza che sembra trasformare gli ambienti ed i corpi dei protagonisti in ombre colorate e sospese, grazie anche all’uso prodigioso della splendida musica di sottofondo ed alla magica voce della pop star araba Latifa. Ogni elemento narrativo, dal dramma alla commedia al musical, diventa così occasione per il grande cineasta egiziano di mostrare ancora una volta tutte le potenzialità del cinema inteso come linguaggio universale che riesce ad incantare comunque, solo che lo si concepisca come strumento pronto ad accogliere,da ogni angolo della realtà, sogni ad occhi aperti.
[-]
|
|