paride86
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domenica 5 dicembre 2010
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insomma
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Dopo "I Racconti del Cuscino", Peter Greenaway torna al cinema ancora impregnato di influenze orientali.
"Otto donne e mezzo" è un omaggio a Fellini (mah!) e un film pruriginoso senza essere eccessivo, almeno nelle scene di sesso. La chiave di volta sta, secondo me, in uno dei dialoghi tra padre e figlio: "secondo te un regista usa i suoi film per mettere in scena le sue fantasie erotiche?" "sicuramente sì" - appunto.
Un film girato più per se stesso che per il pubblico, privo, tra l'altro, delle splendide scenografie e delle belle musiche che contraddistinguono il cinema di Greenaway.
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darth roxx
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mercoledì 1 giugno 2005
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guardare, non interpretare
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Sara' che l'ho visto DOPO la presentazione fattane da Greenaway stesso in un incontro con il pubblico, ma mi e' piaciuto.
Lui lo considera, a ragione, la sintesi e summa di tutta la sua opera fino a quel momento, DOPO si cambia.
Ritorna l'ossessione per il sesso, la morte, la decomposizione, la simmetria, il colore.
L'inquadratura quasi sempre fissa proclama che lui ci fa vedere delle immagini all'interno di una cornice: quadri in movimento.
I suoi film sono da GUARDARE. Alla mia domanda: quando ci raccontera' un'altra storia, lui ha risposto: mai, vi faro' solo vedere delle immagini.
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