giovanni m.
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mercoledì 28 febbraio 2024
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un filmone!!!
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Un film intenso che non annoia , tiene sempre incollato lo spettatore allo schermo....
Un argomento difficile , importante , trattato in maniera fantastica legato alla storia giudiziaria sviluppato altrettando magistralmente....
capitolo attori......tutte interpretazioni straordinarie, matthew mcconaughey, sandra bullock, samuel lee jackson, kevin spacey...tutti superlaviti...
guardatelo, da non perdere...
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figliounico
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mercoledì 13 dicembre 2023
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il diritto di uccidere
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Tratto dall’omonimo primo romanzo di John Grisham del 1988, A time to kill, ispirato probabilmente dalla sua stessa attività di avvocato, il film è un legal thriller del ’96 diretto da Joel Schumacher e con un cast stellare che coniuga, sarebbe meglio dire confonde sapientemente, due temi centrali e a tutt’oggi ancora attuali nella vita sociale del Paese a stelle e strisce ossia il razzismo e la pena di morte. E’ incredibile come Grisham riesca funambolescamente a compiacere sia il lettore di sinistra, con l’ovvia condanna del suprematismo bianco, rappresentato nel profondo sud degli anni ottanta dagli incappucciati del Ku Klux Klan, sia quello più destrorso e conservatore, con la meno scontata giustificazione della legittima difesa, come nemmeno la lega in Italia potrebbe osare mai sperare ovvero come esercizio arbitrario delle proprie ragioni portato alle estreme conseguenze.
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Tratto dall’omonimo primo romanzo di John Grisham del 1988, A time to kill, ispirato probabilmente dalla sua stessa attività di avvocato, il film è un legal thriller del ’96 diretto da Joel Schumacher e con un cast stellare che coniuga, sarebbe meglio dire confonde sapientemente, due temi centrali e a tutt’oggi ancora attuali nella vita sociale del Paese a stelle e strisce ossia il razzismo e la pena di morte. E’ incredibile come Grisham riesca funambolescamente a compiacere sia il lettore di sinistra, con l’ovvia condanna del suprematismo bianco, rappresentato nel profondo sud degli anni ottanta dagli incappucciati del Ku Klux Klan, sia quello più destrorso e conservatore, con la meno scontata giustificazione della legittima difesa, come nemmeno la lega in Italia potrebbe osare mai sperare ovvero come esercizio arbitrario delle proprie ragioni portato alle estreme conseguenze. Nel plot, infatti, c’è, a fianco della lotta per ottenere un giusto giudizio per l’imputato di colore non viziato da pregiudizi razziali, la difesa a spada tratta, sia giuridica che etica e sentimentale, nell’appassionata arringa finale di Matthew McConaughey, del diritto del suo cliente afroamericano, Samuel Jackson, di uccidere e quindi irrogare privatamente la pena di morte ai due criminali che hanno stuprato la figlioletta di dieci anni senza scontare nemmeno un giorno di carcere. Opinabile per quanto riguarda i contenuti per lo meno per la loro incoerenza sospetta, il film è tuttavia da vedere per il cast stratosferico.
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alessandro de felice
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domenica 6 giugno 2021
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perché si...
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Perché un film valga...a volte devi vederlo anche 25 anni dopo. Esatto! Questa è una recensione molto post datata, ma che assume un senso quando guardando la televisione ti accorgi che il mondo non è cambiato.
Prendi un grande scrittore, prendi un manipolo di attori ( all'epoca) tutti sulla rampa di lancio della celebrità, prendi un regista , magari non eccelso ma sicuramente valido, prendi un argomento scottante ieri come oggi ed ecco che ti esce fuori un opera che merita di essere vista e rivista ...almeno ogni 25 anni..sperando che il mondo sia migliorato.
Vogliamo trovargli una pecca? Forse finisce troppo bene...ma in un mondo migliore questa sarebbe la fine giusta di ogni cosa .
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Perché un film valga...a volte devi vederlo anche 25 anni dopo. Esatto! Questa è una recensione molto post datata, ma che assume un senso quando guardando la televisione ti accorgi che il mondo non è cambiato.
Prendi un grande scrittore, prendi un manipolo di attori ( all'epoca) tutti sulla rampa di lancio della celebrità, prendi un regista , magari non eccelso ma sicuramente valido, prendi un argomento scottante ieri come oggi ed ecco che ti esce fuori un opera che merita di essere vista e rivista ...almeno ogni 25 anni..sperando che il mondo sia migliorato.
Vogliamo trovargli una pecca? Forse finisce troppo bene...ma in un mondo migliore questa sarebbe la fine giusta di ogni cosa ...e quindi ben ha fatto Grisham a metterci dentro tutt'e le speranze possibili.
...non ci resta che aspettare la prossima visione, sperando che...
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r.a.f.
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giovedì 19 settembre 2019
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meritavano di morire?
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Emozionante legal thriller tratto dall’ennesimo capolavoro di Grisham. In una piccola cittadina del Mississippi due balordi bianchi rapiscono e stuprano una bambina di colore, dopo averla legata e presa a sassate. La bimba sopravvive ma rimane irrimediabilmente compromessa nel fisico, oltre che umiliata e ferita psicologicamente. Quando il padre si rende conto che non potrà avere giustizia, e che i due balordi la faranno franca in quanto bianchi, imbraccia il fucile e li ammazza senza pensarci due volte. Ne segue un processo che dividerà l’intero paese, e metterà a dura prova anche l’avvocato (bianco) che difende l’accusato. Sarà uno scontro senza esclusione di colpi, che coinvolgerà chiunque prenda le difese dell’imputato a qualunque titolo, travolgendo la famiglia, gli amici e i collaboratori dell’avvocato al punto da fargli mettere in discussione tutte le sue certezze.
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Emozionante legal thriller tratto dall’ennesimo capolavoro di Grisham. In una piccola cittadina del Mississippi due balordi bianchi rapiscono e stuprano una bambina di colore, dopo averla legata e presa a sassate. La bimba sopravvive ma rimane irrimediabilmente compromessa nel fisico, oltre che umiliata e ferita psicologicamente. Quando il padre si rende conto che non potrà avere giustizia, e che i due balordi la faranno franca in quanto bianchi, imbraccia il fucile e li ammazza senza pensarci due volte. Ne segue un processo che dividerà l’intero paese, e metterà a dura prova anche l’avvocato (bianco) che difende l’accusato. Sarà uno scontro senza esclusione di colpi, che coinvolgerà chiunque prenda le difese dell’imputato a qualunque titolo, travolgendo la famiglia, gli amici e i collaboratori dell’avvocato al punto da fargli mettere in discussione tutte le sue certezze. Il film coinvolge profondamente, ponendo alla coscienza dello spettatore una serie di quesiti etici di non facile soluzione, ma la domanda fondamentale è se sia ammissibile farsi giustizia da sé. La risposta più ovvia sarebbe negativa, ma il film ci porta inevitabilmente ad un’altra conclusione. Pericolosa, certo, ma dannatamente umana. Perché alla fine del processo, il cui risultato appare incerto fino all’ultimo, e dopo un’arringa difensiva da far tremare i polsi, si avrà la sensazione liberatoria che giustizia sia stata fatta, sia pure a caro prezzo. Uno dei migliori legal thriller degli ultimi anni, sostenuto dall’ottima recitazione dei protagonisti, tutti meravigliosamente in parte: dalla Bullock, che interpreta una giovane avvocatessa alle prime armi, deliziosamente ingenua e idealista, ad un sempre signorile Donald Sutherland, nella parte di un avvocato esperto ma con problemi di alcool; dal giovane Kiefer Sutherland, qui nell’ennesimo ruolo da cattivo che più cattivo non si può, fino a Samuel Jackson, padre disperato e umiliato per cui è impossibile non parteggiare. Il procuratore che sostiene l’accusa è un arrogante e presuntuoso Kevin Spacey, mai così antipatico, ma su tutti spicca un McConaughey in stato di grazia, sempre più simile, nel fisico come nella recitazione, al Paul Newman degli anni d’oro: si dice che la scena della sua arringa finale sia stata girata tutta d’un fiato, per non interromperne il ritmo, e che, alla fine, tutta la troupe sia scoppiata in un fragoroso applauso. Meritatissimo.
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sverin
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domenica 13 maggio 2018
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ottimo film, saggiamente giustizialista
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Finalmente un film non intriso di buonismo e retorica progressista! Qualsiasi essere umano , di qualsiasi colore e razza e religione, che compie una nefandezza del genere, come lo stupro di una bambina, merita , a mio parere, di morire per pena capitale d'Uffficio o ,a scelta dei familiari della vittima , sottoporlo a pena di morte o ergastolo (ma coi lavori forzati, non ozio perpetuo o lavoretti di pubblica utilità!). Un film che nonostante la lunghezza fila senza annoiare e narra coerentemente i sentimenti umani senza influenze politiche e stereotipi di tendenza. Da notare le ingenerose critiche del Merenghetti e del Morandini che , contortamente , lo bollano con una sola stella perchè lo giudicano "reazionario" e "giustizialista"! Bravi gli attori.
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Finalmente un film non intriso di buonismo e retorica progressista! Qualsiasi essere umano , di qualsiasi colore e razza e religione, che compie una nefandezza del genere, come lo stupro di una bambina, merita , a mio parere, di morire per pena capitale d'Uffficio o ,a scelta dei familiari della vittima , sottoporlo a pena di morte o ergastolo (ma coi lavori forzati, non ozio perpetuo o lavoretti di pubblica utilità!). Un film che nonostante la lunghezza fila senza annoiare e narra coerentemente i sentimenti umani senza influenze politiche e stereotipi di tendenza. Da notare le ingenerose critiche del Merenghetti e del Morandini che , contortamente , lo bollano con una sola stella perchè lo giudicano "reazionario" e "giustizialista"! Bravi gli attori. Da vedere.
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fedezena
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giovedì 12 gennaio 2017
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ottimo film
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Film ben fatto, ottimo cast, giusta dose di tensione.
Difficile non farsi coinvolgere dalla trama. Vi consiglio di vederlo.
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luigi chierico
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sabato 1 agosto 2015
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discutibile
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sostituisce precedente,
Ancora una volta Hollywood ci propone un coraggioso film sul razzismo che ha sconvolto l’America nel passato, forse fino a Martin Luther King, ucciso pochi anni dopo John Fitzgerald Kennedy, intorno ad appena mezzo secolo scorso.
Sono proprio tanti i film ed altri ancora ce ne saranno dopo “12 anni schiavo” a trattare questo secolare tema del razzismo.
Il film è condotto benissimo con una eccellente squadra di attori, imputati, accusatori e difensori, giudice e giurati. Un film lungo che però non stanca, sebbene spazi poco fuori dall’aula in cui si svolge il processo. In questo si deve difendere un negro reo confesso di aver deliberatamente ucciso due bianchi. A difendere Carl Lee Hailey, un ottimo Samuel L.
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sostituisce precedente,
Ancora una volta Hollywood ci propone un coraggioso film sul razzismo che ha sconvolto l’America nel passato, forse fino a Martin Luther King, ucciso pochi anni dopo John Fitzgerald Kennedy, intorno ad appena mezzo secolo scorso.
Sono proprio tanti i film ed altri ancora ce ne saranno dopo “12 anni schiavo” a trattare questo secolare tema del razzismo.
Il film è condotto benissimo con una eccellente squadra di attori, imputati, accusatori e difensori, giudice e giurati. Un film lungo che però non stanca, sebbene spazi poco fuori dall’aula in cui si svolge il processo. In questo si deve difendere un negro reo confesso di aver deliberatamente ucciso due bianchi. A difendere Carl Lee Hailey, un ottimo Samuel L. Jackson, c’è un giovanissimo avvocato Jake Brigance, interpretato dall’altrettanto ottimo Matthew McConaughey, il terzo uomo all’accusa, sotto il nome di Rufus Buckley,è Kevin Spacey, sempre all’altezza del suo ruolo. Carl non solo non nega e non può negare l’evidenza, ma non vuole neanche usufruire della semi infermità mentale. A rendere ancora più difficile il compito della difesa c’è che l’avvocato Jake Brigance è un bianco. In un ambiente di Ku Klux Klan, dove il razzismo è esasperato al punto che alla base del delitto commesso da Carl Lee Hailey c’è proprio un terribile episodio di due bianchi contro una minore di colore,un negro non può che essere condannato a furor di popolo. E’ una lotta impari tra il giovane avvocato e l’intera città, l’aiuta una giovane collega Ellen Roark, la cui parte a mio avviso è giustificata solo per la presenza nel ruolo della nota Sandra Bullock che in questo film è perdente rispetto alla dolcezza di Ashley Judd nel ruolo di Carla Brigance, moglie di Jake.
Anche i testimoni chiamati a riferire sulle reali capacità dell’imputato di distinguere il bene dal male non aiutano,anzi naufragano lasciando la difesa in disarmo. Sarà un anziano collega, che non può più esercitare, ad incoraggiare Jake a non abbandonare il cliente, a non arrendersi e a difendere l’indifendibile,l’ attore è il bravissimo Donald Sutherlan, sempre molto misurato nei ruoli di non protagonista. Lo scopo del film è sostenere la necessità di avvalersi della pena di morte come condanna degli omicidi allo scopo di evitare che l’offeso si faccia giustizia da sé, come si è visto in tanti altri film, per es. “Il giustiziere della notte”. Un dilemma amletico che l’avvocato scioglierà con una difesa assolutamente eccezionale. Un’arringa che è un racconto analitico, dettagliato e scrupoloso di come si sono svolti i fatti che hanno dato origine ai due omicidi,una descrizione veramente da rabbrividire, atroce,non è una narrazione ma una fotografia d’una crudeltà e di un verismo che non si è mai sentita. I giurati sono chiamati ad ascoltare ad occhi chiusi,in questa maniera non si può distinguere il bianco dal nero, il vero dal falso, il giusto dall’ingiusto,viene fuori il sentimento e l’odio di fronte all’incertezza di vedere andare assolti due criminali che non hanno avuto pietà. Carl Lee Hailey accusa il suo difensore di essere anche lui un bianco e che quindi lo che vede come un negro, alla pari degli altri. Si domanda se giammai consentirà a sua figlia di giocare con la sua di pelle nera. Ma è veramente il colore della pelle, che differenza le razze, a distinguere i buoni dai cattivi? Il film positivo dà una risposta che è e deve essere la risposta di ieri,di oggi e di domani. chibar22@libero.it
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luigi chierico
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sabato 1 agosto 2015
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discutibile
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Ancora una volta Holliwood ci propone un coraggioso film sul razzismo che ha sconvolto l’America nel passato, forse fino a Martin Luther King ucciso pochi anni dopo John Fitzgerald Kennedy, intorno ad appena mezzo secolo scorso.
Sono proprio tanti i film ed altri ancora ce ne saranno dopo “12 anni schiavo”.
Il film è condotto benissimo con una eccellente squadra di attori, imputati, accusatori e difensori, giudice e giurati. Un film lungo che però non stanca sebbene spazi poco fuori dall’aula in cui si svolge il processo. In questo si deve difendere un negro reo confesso di aver deliberatamente ucciso due bianchi. A difendere Carl Lee Hailey, un ottimo Samuel L. Jackson, c’è un giovanissimo avvocato Jake Brigance, interpretato dall’altrettanto ottimo Matthew McConaughey, il terzo uomo all’accusa, sotto il nome di Rufus Buckley, c’è Kevin Spacey, sempre all’altezza del suo ruolo.
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Ancora una volta Holliwood ci propone un coraggioso film sul razzismo che ha sconvolto l’America nel passato, forse fino a Martin Luther King ucciso pochi anni dopo John Fitzgerald Kennedy, intorno ad appena mezzo secolo scorso.
Sono proprio tanti i film ed altri ancora ce ne saranno dopo “12 anni schiavo”.
Il film è condotto benissimo con una eccellente squadra di attori, imputati, accusatori e difensori, giudice e giurati. Un film lungo che però non stanca sebbene spazi poco fuori dall’aula in cui si svolge il processo. In questo si deve difendere un negro reo confesso di aver deliberatamente ucciso due bianchi. A difendere Carl Lee Hailey, un ottimo Samuel L. Jackson, c’è un giovanissimo avvocato Jake Brigance, interpretato dall’altrettanto ottimo Matthew McConaughey, il terzo uomo all’accusa, sotto il nome di Rufus Buckley, c’è Kevin Spacey, sempre all’altezza del suo ruolo. Carl non solo non nega e non può negare l’evidenza, ma non vuole neanche usufruire della semi infermità mentale. A rendere ancora più difficile il compito della difesa c’è che l’avvocato Jake Brigance è un bianco. In un ambiente di Ku Klux Klan, dove il razzismo è esasperato al punto che alla base del delitto commesso da Carl Lee Hailey c’è proprio un terribile episodio di due bianchi contro una minore di colore,un negro non può che essere condannato a furor di popolo.. E’ una lotta impari tra il giovane avvocato e l’intera città, l’aiuta una giovane collega Ellen Roark, la cui parte a mio avviso è giustificata solo per la presenza nel ruolo della nota Sandra Bullock che in questo film è perdente rispetto alla dolcezza di Ashley Judd nel ruolo di Carla Brigance, moglie di Jake.
Anche i testimoni chiamati a riferire sulle reali capacità dell’imputato di distinguere il bene dal male non aiutano,anzi naufragano lasciando la difesa in disarmo. Sarà un anziano collega che non può più esercitare ad incoraggiare Jake a non abbandonare il cliente, a non arrendersi per difendere l’indifendibile,l’ attore è il bravissimo Donald Sutherlan sempre molto misurato nei ruoli di non protagonista. Lo scopo del film è sostenere la necessità di avvalersi della pena di morte come condanna degli omicidi allo scopo di evitare che l’offeso si faccia giustizia da sé, come si è visto in tanti altri film, per es. “Il giustiziere della notte”. Un dilemma amletico che l’avvocato scioglierà con una difesa assolutamente eccezionale. Un racconto analitico, dettagliato e scrupoloso di come si sono svolti i fatti che hanno dato origine ai due omicidi,una descrizione veramente da rabbrividire, atroce,non è una narrazione ma una fotografia d’una crudeltà e di un verismo che non si è mai sentita. I giurati sono chiamati ad ascoltare ad occhi chiusi,in questa maniera non si può distinguere il bianco dal nero, il vero dal falso, il giusto dall’ingiusto. Carl Lee Hailey chiede al suo difensore accusandolo di essere anche lui un bianco e come tale non potrà mai lo vede non vederlo come un negro con la cui figlia giammai giocherà la sua di pelle bianca. Ma è veramente il colore della pelle che differenza le razze a distinguerli come ii buoni dai cattivi? Il film positivo dà una risposta che è e deve essere la risposta di ieri,di oggi e di domani. chibar22@libero.it
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gambardella
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domenica 14 giugno 2015
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ha ha ha roba a da chiodi!
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a volte mi viene letteralmente da sghignazzare quando leggo critiche su mymovies e altri siti famosi. un film di grossa caratura come questo viene liquidato con qualche frase elusiva ,si becca 2,8 di votazione e il recensore ufficiale non trova nulla di meglio che definirlo "film vecchia maniera"! grazie a dio che esiste ancora la vecchia maniera di fare cinema e che anche qualche americano riesca a recuperarla. il film si avvale di un cast spettacolare ,giovani promesse confermate ed istrioni patentati, in mano ad un regista in stato di grazia che sa perfettamente come orchestrare ed inscenare uno spettacolo avvincente e commovente due ore e passa di tensione, commozione e lacrime ,magari con qualche peccatuccio ,ma i capolavori assoluti sono rari.
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a volte mi viene letteralmente da sghignazzare quando leggo critiche su mymovies e altri siti famosi. un film di grossa caratura come questo viene liquidato con qualche frase elusiva ,si becca 2,8 di votazione e il recensore ufficiale non trova nulla di meglio che definirlo "film vecchia maniera"! grazie a dio che esiste ancora la vecchia maniera di fare cinema e che anche qualche americano riesca a recuperarla. il film si avvale di un cast spettacolare ,giovani promesse confermate ed istrioni patentati, in mano ad un regista in stato di grazia che sa perfettamente come orchestrare ed inscenare uno spettacolo avvincente e commovente due ore e passa di tensione, commozione e lacrime ,magari con qualche peccatuccio ,ma i capolavori assoluti sono rari. tenetevi i vostri hobbyt, i vostri super eroi , i vostri maghetti e cavalieri oscuri che io mi tengo film come questo!
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[+] assurdo il recensore ufficiale di mymovies...
(di scrignomagico)
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no_data
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sabato 7 febbraio 2015
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semplicemente fenomenale!!!!!!!
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Ma io non vi capisco veramente per me questo è un film da 4 stelle.
Un trhiller giudiziario cosi avvincente non si era ma visto. Con un cast oltretutto femomenale e la grandissima interpretazione di Matthew Mc Gonaghey.
Assolutamente da vedere!!!!
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