Forse non è poi così necessario sprecare parole per un'opera tanto mediocre come questa seconda riduzione cinematografica del grandissimo romanzo di William Golding, tuttavia può essere interessante capire dove sta il grosso errore di lettura da parte del regista Harry Hook.
Se infatti è chiara l'idea di Golding per cui "l'uomo produce il male come le api producono il miele", è altrettanto chiaro che non per caso i bambini naufragati sull'isola tropicale provengono dalle migliori famiglie della borghesia inglese. Ecco perché si commette un errore di fondo scegliendo per personaggi di questo film dei ragazzini con movenze e vocabolario da "ghetto metropolitano" provenienti da un collegio punitivo statunitense.
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Forse non è poi così necessario sprecare parole per un'opera tanto mediocre come questa seconda riduzione cinematografica del grandissimo romanzo di William Golding, tuttavia può essere interessante capire dove sta il grosso errore di lettura da parte del regista Harry Hook.
Se infatti è chiara l'idea di Golding per cui "l'uomo produce il male come le api producono il miele", è altrettanto chiaro che non per caso i bambini naufragati sull'isola tropicale provengono dalle migliori famiglie della borghesia inglese. Ecco perché si commette un errore di fondo scegliendo per personaggi di questo film dei ragazzini con movenze e vocabolario da "ghetto metropolitano" provenienti da un collegio punitivo statunitense.
A causa di questa scelta la deriva sociale in cui poco a poco essi inevitabilmente precipitano non ha più il senso che l'autore del romanzo cercava di comunicare a noi: un agghiacciante ritratto dell'infanzia, di tutta l'infanzia, finalmente liberata dagli inverosimili quanto inutili stereotipi che la vogliono età della felicità e della bontà. E finisce per sembrare una storia meno universale, la storia di alcuni ragazzini delinquenti e cattivi che si fanno del male a vicenda a causa della loro maleducazione e provenienza.
La pellicola di Hook presenta, oltre a questa, altre grandi e piccole inspiegabili incongruenze quasi sempre coincidenti con i momenti in cui le scene girate smettono di essere l'evidente copia di scene e scelte già fatte dal regista Peter Brook nel precedente film.
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