liberalib
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domenica 9 giugno 2013
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veramente mediocre
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La trama poteva essere buona, ma un sacco di escamotage non funzionano. I personaggi fanno cose stupide, immotivate. Detective che invece di stare ad ascoltare il testimone lo scherniscono; poliziotti che non ti credono quando servono, e un finale che lascia veramente perplessi. Per chi si aspetta un thriller affascinante troverà tutt'altro. Forse il contesto dei film a luci rosse poteva catturare qualche attenzione 20 anni fa, ma oggi fa proprio ridere. Tempo perso.
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(di francesco2)
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poliziano
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martedì 20 dicembre 2011
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il miglior manierismo di de palma
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Body Double appartiene a quel drappello di pellicole di De Palma apertamente citazionali e virtuosistiche che si presentano come una dilatazione tecnica e manierata di motivi del cinema di Hitchcock; ci riferiamo fra gli altri a Obsession, Dressed to Kill, Blow Out, fino al più recente Snake Eyes, tutti film considerati generalmente 'minori' (in rapporto ai capolavori 'ufficiali' Carrie, Scarface, The Untouchables e Carlito's way). Al di là della discutibilità di tale assunto, non si può nascondere che Body Double sia il risultato migliore della ricerca di De Palma nella filiazione hitchcockiana; sull'impalcatura di un plot che è ormai sui generis ma che è in grado di generare doppi multipli (ad esempio, Bouchard è in realtà Revel ma è anche l'indiano che Revel avrebbe ingaggiato) e finanche di riavvolgersi o di annullarsi, De Palma opera un esercizio di smontaggio e rimontaggio delle logiche visive sino a raggiungere effetti di parodia vera e propria; e se gli inserti del porno e del b-movie sono azzeccati e addirittura esilaranti, la loro presenza concorre proprio a smembrare sino in fondo i meccanismi della finzione che il maestro Alfred aveva iniziato a forzare.
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Body Double appartiene a quel drappello di pellicole di De Palma apertamente citazionali e virtuosistiche che si presentano come una dilatazione tecnica e manierata di motivi del cinema di Hitchcock; ci riferiamo fra gli altri a Obsession, Dressed to Kill, Blow Out, fino al più recente Snake Eyes, tutti film considerati generalmente 'minori' (in rapporto ai capolavori 'ufficiali' Carrie, Scarface, The Untouchables e Carlito's way). Al di là della discutibilità di tale assunto, non si può nascondere che Body Double sia il risultato migliore della ricerca di De Palma nella filiazione hitchcockiana; sull'impalcatura di un plot che è ormai sui generis ma che è in grado di generare doppi multipli (ad esempio, Bouchard è in realtà Revel ma è anche l'indiano che Revel avrebbe ingaggiato) e finanche di riavvolgersi o di annullarsi, De Palma opera un esercizio di smontaggio e rimontaggio delle logiche visive sino a raggiungere effetti di parodia vera e propria; e se gli inserti del porno e del b-movie sono azzeccati e addirittura esilaranti, la loro presenza concorre proprio a smembrare sino in fondo i meccanismi della finzione che il maestro Alfred aveva iniziato a forzare. Tenacemente antidrammatico e antipsicologico, De Palma fa del film è una piccola cornucopia, un'officina del visibile e dell'inquadratura; Body Double è la filosofia del suo autore: se la macchina da presa mente di continuo, occorre rendere la menzogna un carosello per gli occhi, stemperarla in qualcosa di piacevole, anzi assumerla quale prima categoria estetica.
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hulk1
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venerdì 5 agosto 2011
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non solo hitc.
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Htc. certamente : La donna che visse due volte, La finestra sul cortile, ma il nostro darione a pacchi, anche se a De Palma ha sempre dato fastidio ammettere di 'Ispirarsi' , palgiare, copiare brutalmente, non solo Argento, ma tutto il nostro cinema di genere. Pino Donaggio arriva non via Sanremo, ma da una colonna sonora di un oscuro triller italiano, che il saccheggiatore avrebbe ascoltato. Questa arroganza e supponenza ha sempre urtato i miei giudizi nel confroti di De Palma. Oltre a non considerare affatto la sua origine italiana, a differenza di Scorsese, Coppola, lo stesso Tarantino. Ma dopo aver dichiarato appunto, quaesta sua estraneità ad ogni legamo italico, ti gira Il sicliano, un orrido pasticcio, con il negato Lambert 'Lo ha riconosciuto egli stesso di non essere un attore, fallirà anche come produttore naturalmente' .
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Htc. certamente : La donna che visse due volte, La finestra sul cortile, ma il nostro darione a pacchi, anche se a De Palma ha sempre dato fastidio ammettere di 'Ispirarsi' , palgiare, copiare brutalmente, non solo Argento, ma tutto il nostro cinema di genere. Pino Donaggio arriva non via Sanremo, ma da una colonna sonora di un oscuro triller italiano, che il saccheggiatore avrebbe ascoltato. Questa arroganza e supponenza ha sempre urtato i miei giudizi nel confroti di De Palma. Oltre a non considerare affatto la sua origine italiana, a differenza di Scorsese, Coppola, lo stesso Tarantino. Ma dopo aver dichiarato appunto, quaesta sua estraneità ad ogni legamo italico, ti gira Il sicliano, un orrido pasticcio, con il negato Lambert 'Lo ha riconosciuto egli stesso di non essere un attore, fallirà anche come produttore naturalmente' .
Il film bello ma di passaggio, utilizza stilisticamente ancora i movimenti di macchina, le inquadrature, a tratti la stessa illuminazione del cinema tipicamentea anni 70, incrociandolo però con il patinato, asettico, fondale videoclipparo tipico degli anni 80. Le parti più ruscite stilisticamente sono il metafilm vampiresco, luci, scenografie, etc. hanno una loro coerenza liguistica. Il Videoclip è presente con la sequenza di Relax, insomma come ho sempre sostenuto De Palma è un pasticcione dotato di un certo talento.
con la Griffith , al tempo bellezza , gioia per tutti nerds era veramente il top, le sequenze, i costumi, la grazia , la bellezza , la sfrontatezza, mettono in cantina qualsiasi film hard, blue, erotic etc, era da sballo. Ed il fetentone gioca, racconta la leggenda che tra le tante bionde Htkcochiane, Tiippi la madre di Melani faceva letteralmente impazzire il maestro, tanto da bearsi per ore nel rivedere provini, scene inutilizzate, insomma tutto quanto girato ufficialmente e di nscosto. Tanto è vero che dopo Marnie, Tippi ha mollato il maestro e i rapporti sono stati troncati. Facile il giochetto di sostituire il nostro guardone di omicidio, con il maestro ed immaginare.......Purtoppo non si tratta di elucurbazioni, ma di commeti riportati da riviste, biografie etc. Le tanto utlizzate infermità dei protagonisti Hitcochiani, metafora dell'impotenza sessuale, o comunque traumatizzarta riguardavano lui medesimo. La figlia 'Sempre detestate, mai considerata' , forse non era sua.
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gianfranco guerini
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mercoledì 16 febbraio 2011
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complimenti
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i miei complimenti vanno al recensionista flegian tn,il quale ha saputo scrivere una recensione straordinariamente eloquente,precisa,dettagliata,ma soprattutto che ha saputo cogliere la vera essenza di questo film,trasmettendo al lettore emozioni e tutta una serie di riflessioni personali.
non ho mai letto una recensione talmente bella e straordinaria,sei un grande flegian e il numero 1 su questo sito!
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quake86.
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domenica 31 ottobre 2010
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ma questa pellicola è da incenerire
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Una cagata pazzesca.. Lento nello svolgimento, noioso, scoppiazzato a destra e a manca, inverossimile nella maggior parte delle scene.
La donna che x 20 minuti di film non si accorge di essere pedinata se non quando quello le salta addosso, ancora + stupida che dopo che hanno tentato di strangolarla resta mezzora con l'omicida nella stanza a farsi ammazzare con un trapano, inciampa nel letto e perde conoscenza nemmeno fosse caduta dal terzo piano e altre cose che mi fa schifo solo scrivere.. Film, se così si può chiamare, da prendere e bruciare interamente x non essere più proiettato da nessuna parte. Nel 1984, anno di questo filmaccio, Depalma ricevette il premio di peggior regista dell'anno, e questo dice tutto.
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Una cagata pazzesca.. Lento nello svolgimento, noioso, scoppiazzato a destra e a manca, inverossimile nella maggior parte delle scene.
La donna che x 20 minuti di film non si accorge di essere pedinata se non quando quello le salta addosso, ancora + stupida che dopo che hanno tentato di strangolarla resta mezzora con l'omicida nella stanza a farsi ammazzare con un trapano, inciampa nel letto e perde conoscenza nemmeno fosse caduta dal terzo piano e altre cose che mi fa schifo solo scrivere.. Film, se così si può chiamare, da prendere e bruciare interamente x non essere più proiettato da nessuna parte. Nel 1984, anno di questo filmaccio, Depalma ricevette il premio di peggior regista dell'anno, e questo dice tutto.
Peccato che meno di una stella non si possa votare.
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travis_bickle
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sabato 6 febbraio 2010
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omicidio a luci rosse.
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Omicidio a luci rosse mi ricorda vagamente Fuori Orario di Martin Scorsese.
Nel suo complesso non mi convince e mi aspettavo davvero molto di più da questo così tanto acclamato CULT.
Classica pellicola con i colori tipici degli anni 80.
Il De Palma di Carlito's way e Scarface è lontano anni luce.
Voto 5/6
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paride86
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giovedì 4 febbraio 2010
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quasi interamente scopiazzato!
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Ingredienti per "Omicidio a Luci Rosse":
prendete "La Donna che Visse Due Volte"
(da cui De Palma prende, nell'ordine: la fobia del protagonista, trasformandola da vertigini a claustrofobia; l'omicidio realizzato con uno scambio di donne; il testimone "involontariamente" complice dell'omicidio; la conoscenza e l'uso a suo vantaggio, da parte dell'assassino, della fobia del protagonista),
aggiungete una buona dose de "La Finestra sul Cortile",
(da cui De Palma prende il vouyerismo del protagonista che, incollato al telescopio per spiare la vicina di casa, scopre un omicidio),
un pizzico de "Il Delitto Perfetto",
(da cui De Palma prende pari pari la prima parte dell'omicidio di Gloria, quando l'assassino la assale alle spalle e tenta di strangolarla col filo del telefono),
condite il tutto con una salsa kitsch anni '80 comprensiva di ambientazione porno-horror, ed ecco a voi il film.
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Ingredienti per "Omicidio a Luci Rosse":
prendete "La Donna che Visse Due Volte"
(da cui De Palma prende, nell'ordine: la fobia del protagonista, trasformandola da vertigini a claustrofobia; l'omicidio realizzato con uno scambio di donne; il testimone "involontariamente" complice dell'omicidio; la conoscenza e l'uso a suo vantaggio, da parte dell'assassino, della fobia del protagonista),
aggiungete una buona dose de "La Finestra sul Cortile",
(da cui De Palma prende il vouyerismo del protagonista che, incollato al telescopio per spiare la vicina di casa, scopre un omicidio),
un pizzico de "Il Delitto Perfetto",
(da cui De Palma prende pari pari la prima parte dell'omicidio di Gloria, quando l'assassino la assale alle spalle e tenta di strangolarla col filo del telefono),
condite il tutto con una salsa kitsch anni '80 comprensiva di ambientazione porno-horror, ed ecco a voi il film.
Non è una novità che Brian De palma sia un fan di Alfred Hitchcock: il suo cinema è pieno di citazioni e rimandi al grande maestro americano, da "Complesso di Colpa" a "Black Dahlia"; ma qui non si parla più di spunti o omaggi, questa sceneggiatura è un vero e proprio plagio!
Non solo, anche parecchie inquadrature sono identiche a quelle dei capolavori originali a cui sono "ispirate".
Come se non bastasse, la trama a volte è un po' troppo "facilona" e forzata nel suo svolgimento, nonché ridicola in alcuni passaggi:
Gloria si toglie le mutande in uno spogliatoio con la tendina aperta e poi getta quelle vecchie in un secchio della spazzatura, ma perché?
Insomma, De Palma ha fatto di meglio.
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kento
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lunedì 19 gennaio 2009
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perplesso
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Premetto che sono un estimatore di De Palma e apprezzo la maggior parte dei suoi film, ma questo mi ha lasciato perplesso..vuoi per le scene stirate allo stremo (capisco la volontà di immedesimazione del pubblico ma qui si supera la soglia, andando nella monotonia),vuoi per la sensazione nettissima di stare a vedere un B-movie,vuoi per le scene in simil-film-porno e per le inquadrature e la fotografia che appaiono "superate" già all'epoca di uscita del film... per non parlare delle scene dell' omicidio decisamente surreale (tentativo di horror??) e della trama poco avvincente, che gira attorno a un personaggio sfigato che nessun spettatore vorrebbe avere come amico. Fattostà che non trovo punti a favore nel film, e a ancora meno ne troverei leggendo il nome del regista, da aspettative maggiori senza dubbio.
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flegiàs tn
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martedì 1 aprile 2008
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ingredienti: claustrofobia, terrore, perversioni..
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Con una falsa partenza / autocitazione, a cui il suo cinema ci ha da tempo abituati, De Palma ci porta subito al cuore del tema del film. Fondali dipinti in trompe -I'oeil, scenografie, impianti d'illuminazione, macchine da presa: ci troviamo all'interno di uno stabilimento cinematografico, luogo di interscambio necessario tra realtà e finzione, anello indispensabile nella catena di produzione d'immaginario dal quale (e dalla quale) ormai tutti, chi più chi meno, dipendiamo. Lo humour di De Palma si manifesta immediatamente: nel suo loculo, il vampiro di turno (cuoio, borchie e trucco da punk sado-maso, naturalmente) soffre nientemeno che di claustrofobia! Guaio serio per una produzione di serie B, che non può certo permettersi lunghe pause perché gli attori si diano una regolata e ritornino in forma, foss'anche il protagonista, come si presume sia questo il caso.
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Con una falsa partenza / autocitazione, a cui il suo cinema ci ha da tempo abituati, De Palma ci porta subito al cuore del tema del film. Fondali dipinti in trompe -I'oeil, scenografie, impianti d'illuminazione, macchine da presa: ci troviamo all'interno di uno stabilimento cinematografico, luogo di interscambio necessario tra realtà e finzione, anello indispensabile nella catena di produzione d'immaginario dal quale (e dalla quale) ormai tutti, chi più chi meno, dipendiamo. Lo humour di De Palma si manifesta immediatamente: nel suo loculo, il vampiro di turno (cuoio, borchie e trucco da punk sado-maso, naturalmente) soffre nientemeno che di claustrofobia! Guaio serio per una produzione di serie B, che non può certo permettersi lunghe pause perché gli attori si diano una regolata e ritornino in forma, foss'anche il protagonista, come si presume sia questo il caso. Ma l'ulteriore inconveniente di un incendio che guasta l'apparato scenografico costringe la troupe a una pausa forzata: il prologo si conclude sull'apertura di un periodo di vacanza, durante il quale per Jack, vampiro malandato, le coordinate si confonderanno, si invertiranno le funzioni «normalmente» operanti, in un adeguamento, molto più sensato di quanto non sembri, tra i suoi sintomi ansiogeni e la nuova posizione che andrà ad assumere nella circuitazione d'immagini che Io coinvolgerà. In conseguenza del suo anticipato ritorno a casa, Jack finirà per ritrovarsi sulla strada, e, in breve tempo, per una serie di «coincidenze», si installerà in un lussuosissimo osservatorio panoramico, nella posizione privilegiata per potersi gustare ogni sera con dovizia di particolari le evoluzioni autoerotiche della donna che sta nella casa sulla collina di fronte. Con una consequenzialità certamente più lineare e più «classica» che non in Blow out, per esempio (dove peraltro il prologo era destinato a caricarsi di senso per altri itinerari), la falsa partenza ingrana sulla disposizione drammatica che dà il via al corpo centrale del film, alla storia vera e propria.
«Un cinema di paradigma e di repertorio, in cui poetica e retorica coincidono», così definisce R. Nepoti il cinema di De Palma nel suo «Castoro» (…). E S. Daney («Cahiers du cinéma» 334/335): «Forse De Palma fa come Hitchcoch, ma delle due parole «fa» è la più importante» (…). Anche in questo Body Double il racconto si va mettendo in scena subito come esplicita assunzione di luoghi del repertorio hitchcockiano. Il telescopio e la donna da spiare, che altro è se non La finestra sul cortile, dove pure si mostrava esplicitamente il nesso voyeurismo - eccitazione - pornografia nella visione ostentata del sedere della bionda che si agita per casa semisvestita in attesa di visite? E così la seconda parte del film prenderà a prestito l'idea narrativa di Vertigo; e numerosi potrebbero essere poi i riferimenti, subliminali o macroscopici, decifrabili ancora nello svolgimento della storia (da Intrigo internazionale, a Cocktail per un cadavere, a Gli uccelli, e sicuramente altri ancora). Ciò che conta è che De Palma agisce su (e con) gli elementi di questa retorica cinematografica largamente popolare perseguendo costantemente un suo progetto di cinema in cui il piacere relativo alla pratica di raccontare storie per immagini e suoni in movimento faccia tutt'uno con la consapevolezza dell'entità simbolica delle medesime, e delle relazioni che necessariamente si instaurano tra di esse e l'individuo 1 spettatore che se ne imbeve. In questa direzione, Body Double è certamente, a parere di chi scrive, il risultato più organico e completo a cui il regista americano sia finora arrivato; dopo la divagazione, per molti aspetti, anomala, costituita da Scarface, e, prima ancora, quella puntata sul versante del suono (Blow out: ma del resto al cinema il desiderio di sentire non fa tutt'uno con quello di vedere, almeno dall'inizio del sonoro?), Body Double torna al nodo costituito dai modi dell'attrazione spettatore / scena primordiale, e dalle implicazioni che ne derivano per le coppie parallele che questa chiama in causa: reale / immaginario, attivo / passivo, impotenza /feticismo.
Quando la luce del giorno scompare, tutte le sere, alla medesima ora, la finestra della camera da letto della casa di fronte si illumina e «ha inizio lo spettacolo»; l'inquadratura - schermo, gli avvicinamenti ottici che il telescopio permette in misura dell'aumento dell'eccitazione e del desiderio voyeuristico che le evoluzioni della donna favoriscono: l'identificazione tra Jack e lo spettatore in sala si compie attraverso la catena dei raddoppiamenti fondamentali (schermo - occhio dello spettatore - proiettore - macchina da presa - telescopio - occhio di Jack - finestra come schermo), che dà luogo ad un anello simbolico perfettamente conchiuso, dichiarato nella sua evidenza irriducibilmente cinematografica. Agganciato dal sortilegio della visione, Jack non ha scampo: come ogni spettatore, anche lui finisce vittima di quella passività pressoché totale che fa preferire il «vedere come va a finire» a qualsiasi intervento, da cui deriva l'impotenza ad appropriarsi dell'oggetto fantastico del proprio desiderio (e, ovviamente, il feticismo destinato a colmarne l'assenza). Il voyeurismo mantiene la distanza con il proprio oggetto, la frattura, l'insoddisfazione stessa, che è fonte di «soddisfazione» propriamente voyeuristica. Favorisce l'eccitazione e dunque prepara all'orgasmo da raggiungere nel momento in cui quella distanza sarà colmata. Ma per Jack questo non potrà accadere: il godimento gli verrà negato, la distanza ripristinata dopo il fugace momento del contatto, del bacio (non a caso momento fortemente onirico, e segnatamente simbolico già in quanto autocitatorio). L'incapacità di portare soccorso alla donna nel momento del pericolo mortale non è che la conseguenza ultima e inevitabile del meccanismo messo in moto precedentemente: completamente incapace ormai di agire secondo un pragmatico principio di realtà, Jack si comporta nel modo migliore per favorire l'omicidio, invece di scongiurarlo. Momento forte, ma anche carico d'ironia, il trapanamento del bel corpo della vittima (scena primordiale la cui visione è riservata ai soli spettatori in sala) è raccontata con il più classico degli ingranaggi narranti cinematografici (suspence, montaggio alternato) nel quale il nostro Jack 1 attore - spettatore è irretito senza alcuna possibilità d'intervento. (…)
Nel «tempo sospeso» successivo alla drammatica fine del suo sogno d'amore, Jack ritrova casualmente in un pornofilm il corpo che lo aveva turbato e stregato durante le sere precedenti: ma questa volta possiede anche un volto (ovvio, dal momento che generalmente il cinema - anche il pornocinema - nasconde sempre le dinamiche simboliche che lo reggono sotto un camuffamento «realistico»). È il surplus di fascinazione a cui la sensibilità di Jack era stata sottoposta (e che, evidentemente, l'ingegnoso assassino non aveva previsto) a far ripartire l'azione, modificando radicalmente il rapporto tra Jack e gli elementi della storia, e contemporaneamente permettendoci di intervenire, a posteriori, sulla messa in scena della prima parte, enucleandone nuove definizioni tematiche.
Se la tensione desiderante instauratasi tra il protagonista e la vittima non era altro che la proiezione di un desiderio in realtà scatenato dalla visione di un altro corpo, il testo del film, in un primo momento apparentemente costruito nella ambito della semplice finzione cinematografica, si arricchisce ora della fondamentale relazione tra questa e il reale di cui essa è trasfigurazione. La pornostar Holly Body è allora la realtà di cui il cinema si serve come proprio dato di partenza, che, raddoppiato e trasformato in immagine, assumerà i connotati dell'oggetto di desiderio (Gloria), agognato quanto irraggiungibile nella sua assenza. Nell'esistenza di questa donna bionda che Jack ritrova e «realmente» possiede (ma, ancora una volta, sul set di un pornofilm dove la troupe di Body Double si raddoppia a sua volta in uno specchio, in un movimento di contemporanea scissione e identificazione con la troupe di questo), trovano loro spazio e giustificazione teorica la volgarità e il ridicolo in quanto antitesi della coppia sublime / affascinante, di pertinenza di Gloria, la cui «realtà» era il frutto del processo instaurante una finzione. L'irruzione di Melania Griffith (figlia di Tippy Hedren) nel ruolo di Holly è di una precisione di toni e movimenti sorprendentemente piacevole; la volgarità del suo personaggio, sempre sul filo dell'esagerazione parodica, ma sempre controllata al di qua della troppo facile farsa, è davvero deliziosa. (…)
La storia di Jack ha inizio su un set cinematografico, e sul medesimo set finisce, dove si va girando un horror a basso costo, B-movie cormaniano che fonda il suo funzionamento su espedienti elementari, vecchi come il cinema, eppure sempre efficaci: violenza e sesso, il trucco, la presenza della controfigura, il montaggio che costruisce l'illusione della continuità e dell'identità. In fin dei conti, finzione e realtà stanno bene così come sono, educate da novant'anni di storia del cinema a presentarsi mescolate ed intercomunicanti. È questa consapevolezza che annulla ogni possibile presunzione del discorso decodificante di De Palma, pur lasciandone intatta la verità, e promuove il livello dello spettacolo, senza pretendere sue trasformazioni, del resto impossibili (almeno in questo ambito), in qualcosa d'altro.
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gianfranco
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sabato 22 marzo 2008
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body double
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uno deim migliori film di de palma,buona la sceggiatura,ottima la trama,bravissimo l'attore protagonista craig wasson,un thriller ad alta tensione dalle atmosfere tanto inquietanti quanto cariche di erotismo.
insomma veramente un gran bel thriller!
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