oblomov
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domenica 28 luglio 2002
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bello e struggente
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Oltre che il quadro di un'epoca, gli anni '60 e le bande giovanili, questo film è anche una intensa testimonianza del disagio giovanile: confesso che quando lo vidi mi riconobbi molto nel protagonista del film. Spero di non fare la stessa fine, visto che ho anch'io uno scooter!
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parsifal
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venerdì 14 aprile 2017
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rabbia e stile
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"A Way of Life" così recitaval o slogan del film , sovraimpresso sulle locandine dell'epoca. E lo stile di vita era quello dei Mods, tribù metropolitana inglese degli anni '60. IL giovane James Michael Cooper alias Jim ( Phil Daniels), vive nei sobborghi di Londra. Non ama il suo lavoro, vive con i genitori , con i quali non ha un buon rapporto , a loro volta non si comprendono tra coniugi e non comprendono la scontentezza esistenziale del figlio. E' totalmente proiettato nell'atmosfera che scaturisce dalla sua scelta di vita; le serate al pub con gli amici mods , le scorribande in scooter, lo stile dell' abbigliamento, la cura maniacale dell' aspetto come volontà di riscatto sociale e tentativo di elevarsi al di sopra della mediocrità che circonda, come spiega un giorno al suo amico d'infanzia Kevin, incontrato in albergo diurno e di ritorno da una missione militare come volontario.
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"A Way of Life" così recitaval o slogan del film , sovraimpresso sulle locandine dell'epoca. E lo stile di vita era quello dei Mods, tribù metropolitana inglese degli anni '60. IL giovane James Michael Cooper alias Jim ( Phil Daniels), vive nei sobborghi di Londra. Non ama il suo lavoro, vive con i genitori , con i quali non ha un buon rapporto , a loro volta non si comprendono tra coniugi e non comprendono la scontentezza esistenziale del figlio. E' totalmente proiettato nell'atmosfera che scaturisce dalla sua scelta di vita; le serate al pub con gli amici mods , le scorribande in scooter, lo stile dell' abbigliamento, la cura maniacale dell' aspetto come volontà di riscatto sociale e tentativo di elevarsi al di sopra della mediocrità che circonda, come spiega un giorno al suo amico d'infanzia Kevin, incontrato in albergo diurno e di ritorno da una missione militare come volontario. Kevin è un rocker ma non attribuisce alcun valore a ciò , mentre è di importanza vitale per Jim. Anche gli scontri tra opposte fazioni lo sono, e sarà proprio durante una di queste risse che i due amici si troveranno su opposte barricate. JIm ripone tutte le sue speranze nel raduno di Brighton, visto come un'occasione d epocale di incontro e confronto tra simili.Inoltre spera ardentemente di conquistare Steph, bella e apparentemente ben disposta a discapito di Peter , il suo ragazzo ufficiale e di Monkey (Toyah Wilcox) graziosa , ma non certo una Femme Fatale come Steph, innamorata di JIm e non corrisposta. Arriva il gran giorno e tutti , Mods e Rockers , convergono su Brighton. All'arrivo, grande tensione e contentezza di tutti i presenti , felici di essere tutti insieme. Appare brillando Ace the Face, un giovane ed agguerrito Sting, bello e crudele come non mai. In quel frangente, Jim vivrà il crollo delle certezze, la fine dei sogni tanto da arrivare ad un epilogo drammatico , ma non quanto può sembrare. Diretto e sceneggiato da Frank Roddam, tratto dall'immensa Rock-Opera omonima degli WHO, è una vera e propria pietra miliare del cinema Musicale del '900. INdimenticabile.
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rambo
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giovedì 31 maggio 2001
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love reign o'er me
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Anni '60 a Brighton Beach. Il giovane Jimmy (Daniels) cerca il riscatto di una vita squallida facendo parte del gruppo dei Mods e nelle frequenti risse coi Rockers.
Trasposizione in immagini dell' omonima rock-opera degli Who (ma scritta interamente dal geniale chitarrista Pete Townshend) per un rabbioso dramma giovanile bravo soprattutto nel ricostruire l’ atmosfera dei 60’s e nell’ intenso ritratto psicologico del protagonista. Debutto per il regista e per la rockstar Sting.
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jules & jim
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sabato 10 giugno 2006
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my generation
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Seconda opera rock anche se meno pretenziosa rispetto a Tommy per uno dei migliori gruppo rock della storia ma purtroppo molto sottovalutati qui da noi in Italia ...
Il film di per se' non e' cinema alla massima espressione pero' offre uno spaccato di anni '60 forse poco conosciuto qui da noi.
Colonna sonora superba e curiosa partecipazione di Sting che ad un certo punto del film profeticamente scompare su una cellulare delle forze dell'ordine con ben impressa la scritta POLICE sul retro ...
Consigliabile ai nostalgici anni 60' e perche' no alle nuove generazioni ignare forse di una stagione irripetibile.
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jonnylogan
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lunedì 25 maggio 2020
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the swinging london
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Londra anni ’60. Jimmy Cooper vive con i genitori e la sorella in una casa alla periferia della città e lavora come fattorino di un’agenzia pubblicitaria. I suoi soli interessi sono stordirsi con le anfetamine, bere, curare la sua lambretta e il suo guardaroba e trascorrere tempo assieme ai suoi amici Mods. Il ritrovo annuale per la festività per il Bank Holiday offrirà ai Mods di regolare finalmente i conti con i rivali Rockers, un altro gruppo di ragazzi dediti al mito delle motociclette e affascinati da una vita al limite.
Inno generazionale scritto da Pete Townshend nei primi anni ’70 e opera rock che inizialmente riguardava le quattro personalità che componevano il gruppo degli Who, oltre che un inno della subcultura Mod che da quasi due decadi, e partendo dalla Terra d’Albione, aveva invaso prima gli Stati Uniti e di lì a breve, in una seconda ondata favorita proprio dalla storia di un giovane fattorino Londinese, avrebbe trovato nuova linfa vitale anche nel nostro paese.
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Londra anni ’60. Jimmy Cooper vive con i genitori e la sorella in una casa alla periferia della città e lavora come fattorino di un’agenzia pubblicitaria. I suoi soli interessi sono stordirsi con le anfetamine, bere, curare la sua lambretta e il suo guardaroba e trascorrere tempo assieme ai suoi amici Mods. Il ritrovo annuale per la festività per il Bank Holiday offrirà ai Mods di regolare finalmente i conti con i rivali Rockers, un altro gruppo di ragazzi dediti al mito delle motociclette e affascinati da una vita al limite.
Inno generazionale scritto da Pete Townshend nei primi anni ’70 e opera rock che inizialmente riguardava le quattro personalità che componevano il gruppo degli Who, oltre che un inno della subcultura Mod che da quasi due decadi, e partendo dalla Terra d’Albione, aveva invaso prima gli Stati Uniti e di lì a breve, in una seconda ondata favorita proprio dalla storia di un giovane fattorino Londinese, avrebbe trovato nuova linfa vitale anche nel nostro paese. Il merito difatti della pellicola di Franc Roddam, futuro ideatore del format MasterChef, è stata quella non di rappresentare il canto del cigno di uno stile di vita, ma bensì il perpetuarsi di questi nel corso del tempo. Quadrophenia seppur datato e figlio di un’epoca nel corso della quale abbigliamenti e gusti musicali potevano facilmente identificare i giovani, già afflitti da divergenze di opinioni e ideali con i loro genitori, ancora oggi viene rivisto in continuazione da orde di appassionati di sub culture, da amanti del cinema, della musica, e ovviamente dai Mods più incalliti, divenendo quello che Easy Rider è per la cultura hippy. Una sceneggiatura lineare modificata rispetto all’opera rock per risultare meno onirica e più ancorata a vicende comuni, vede nel protagonista, impersonato da Phil Daniels il deus ex machina della narrazione. Scelto per il ruolo grazie a una carriera teatrale di tutto rispetto, nonostante gli appena venti anni, e che invece lo ha visto in seguito sempre ricordato per il ruolo di Jimmy Cooper subendo la medesima sorte toccata anche a Mark Hamill con Star Wars. Differente invece la sorte toccata al giovane Sting, protagonista di una breve apparizione nel ruolo di Ace, il più carismatico dei Mods, e che di lì a breve avrebbe iniziato una radiosa carriera non cinematografica ma musicale come frontman dei Police.
A fine pellicola, o alla fine della sua ennesima visione, Quadrophenia è certamente inquadrabile come ben più di un apprezzabile film ma bensì come la perfetta commistione di musica e tendenze culturali, spaccato della condizione giovanile dei ’60 e di riflesso dei ’70 e osservatorio privilegiato su un mondo che ha saputo rigenerarsi dalle proprie ceneri.
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