elgatoloco
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giovedì 20 agosto 2020
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certo il primo più nuovo, ovviamente, ma...
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"IL Secondo Tragico Fantozzi"(Luciano Salce, 1976, anche co-sceneggiatore con lo stesso VIllaggio e PIero de Bernardi e ancora Leo Benvenuti)riprende la storia del primo(soggetto sempre di VIlaggio, osisa il suoi libri su Fantozzi), Sempre catastrofiche le avventure del rag.Fantozzi, anche in compagnia del collega Filini, significativamente dell'Ufficio SInistri(Gigi Reder, morto forse poco prima o poco dopo VIllaggio stesso), con l'inizio "Notturno"e lo straordinario in ufficio per coprire le scapparelle del suo superiore, Duca Conte etc..e il rientro in ufficio quando viene trasportato di peso, fino alla"mitica"proiezione(CIneforum obbligatorio in ufficio -sic!)della"Corazzata Potiemkin"che Fantozzi definisce"Una cagata pazzesca"inducendo i colleghi a una rivolta finita male.
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"IL Secondo Tragico Fantozzi"(Luciano Salce, 1976, anche co-sceneggiatore con lo stesso VIllaggio e PIero de Bernardi e ancora Leo Benvenuti)riprende la storia del primo(soggetto sempre di VIlaggio, osisa il suoi libri su Fantozzi), Sempre catastrofiche le avventure del rag.Fantozzi, anche in compagnia del collega Filini, significativamente dell'Ufficio SInistri(Gigi Reder, morto forse poco prima o poco dopo VIllaggio stesso), con l'inizio "Notturno"e lo straordinario in ufficio per coprire le scapparelle del suo superiore, Duca Conte etc..e il rientro in ufficio quando viene trasportato di peso, fino alla"mitica"proiezione(CIneforum obbligatorio in ufficio -sic!)della"Corazzata Potiemkin"che Fantozzi definisce"Una cagata pazzesca"inducendo i colleghi a una rivolta finita male. Ma c'è anche dell'altro, con il varo di una nave, il finale a Natale, dove Fantozzi deve accettare di fare da parafulmine(in senso letterale)pena il licenziamento... Il repertorio villaggesco era almeno"enorme", una fotografia notevolissima dell'alienazione dell'homo burocraticus made in Italy, dove vari condizionamenti culturali impongono una rigida separazione "di casta"tra superiori e dipendenti, ma a ciò si aggiunge il fanatismo dell'autopunizione dell'"imbranato"Fantozzi(Fantocci, anzi, nella deformazione di molti superiori....)che da imbranato diviene"super-tale", asoslutamente alieno da ogni possibile rapporto sociale, a parte(ma in realtà anche quello è molto compromesso del triangolo con la moglie(allora attrice depuata era Liù Bosisio, poi sarà sempre Milena Vukotic, la mitica"Pina")e l'amante o la sognata amante.collega(Anna Mazzamauro). Salce segue Villaggio in pieno e lo dirige al meglio. El Gato
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rmarci05
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lunedì 7 maggio 2018
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leggermente inferiore al primo ma è un buon film
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Nella seconda avventura del ragioniere troviamo ancora una volta la " squadra vincente": il bravo regista Luciano Salce, che in questo episodio da più spazio alla comicità, lo strepitoso Paolo Villaggio e un cast di altri bravi attori sempre in gran forma. In questo episodio, più che nel primo, ci sono battute e scene geniali e indimenticabili, come la corazzata potemkin ( detta kotiomkin), la partita e il frittatone di cipolla ecc. il tutto servito sempre da una buona sceneggiatura e da dialoghi assurdi ma veri. Bella anche la fotografia. Ma allora cos'ha questo secondo episodio di meno rispetto al primo? Il regista, probabilmente spaventato dal fare un possibile flop al botteghino, copia la struttura del precedente con le stesse situazioni e le stesse scenografie, scelta mascherata dalle gag geniali.
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Nella seconda avventura del ragioniere troviamo ancora una volta la " squadra vincente": il bravo regista Luciano Salce, che in questo episodio da più spazio alla comicità, lo strepitoso Paolo Villaggio e un cast di altri bravi attori sempre in gran forma. In questo episodio, più che nel primo, ci sono battute e scene geniali e indimenticabili, come la corazzata potemkin ( detta kotiomkin), la partita e il frittatone di cipolla ecc. il tutto servito sempre da una buona sceneggiatura e da dialoghi assurdi ma veri. Bella anche la fotografia. Ma allora cos'ha questo secondo episodio di meno rispetto al primo? Il regista, probabilmente spaventato dal fare un possibile flop al botteghino, copia la struttura del precedente con le stesse situazioni e le stesse scenografie, scelta mascherata dalle gag geniali. Buon film anche questo. Voto 7.5.
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rmarci05
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domenica 11 febbraio 2018
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al livello del primo 3 stelle e mezzo
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Questo secondo capitolo è simile al primo come stile, prsonaggi e storia, ma ha alcune trovate geniali e certe battute sono diventate storiche. La scena della corazzata potemkin è tra le più belle di tutta la saga e le gag sono divertenti quanto quelle del precedente. Anche la gag della cena a casa dei serbelloni-mazzanti vien dal mare è geniale e godibile. Gli attori sono bravi ma non eccezionali. Liù bosisio non mi piace come moglie di Fantocci...no, Fantozzi, preferisco Milena vukotic. Le vacanze con la Silvani sono godibili ma le gag sono un pò scontate. Il finale è inverosimile ma commovente. Comunque i primi 2 fantozzi sono i migliori della saga.
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Questo secondo capitolo è simile al primo come stile, prsonaggi e storia, ma ha alcune trovate geniali e certe battute sono diventate storiche. La scena della corazzata potemkin è tra le più belle di tutta la saga e le gag sono divertenti quanto quelle del precedente. Anche la gag della cena a casa dei serbelloni-mazzanti vien dal mare è geniale e godibile. Gli attori sono bravi ma non eccezionali. Liù bosisio non mi piace come moglie di Fantocci...no, Fantozzi, preferisco Milena vukotic. Le vacanze con la Silvani sono godibili ma le gag sono un pò scontate. Il finale è inverosimile ma commovente. Comunque i primi 2 fantozzi sono i migliori della saga. Voto 8
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shingo tamai
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mercoledì 17 agosto 2016
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la corazzata fantozzi
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Indubbiamente l'artista Villaggio verrà ricordato per questo splendido personaggio,spesso eccessivo ma in cui,in fondo, in molti possono riconoscersi.
Un borghese semplice ed onesto,spesso sfortunato e che vive quotidianamente angoscianti peripezie a causa di un carattere in fondo troppo mite.
Lo accompagnano nelle sue avventure altre mitologiche figure come l'ingegnere Filini e la moglie Pina,(nei capitoli successivi ci sarà spazio anche per la figlia Mariangela,uno spettacolo innaturale).
Sono passati più di quaranta anni dall'apparizione del ragionere più famoso di sempre eppure anche le nuove generazioni non riescono ad ignorarne un fascino indiscusso.
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Indubbiamente l'artista Villaggio verrà ricordato per questo splendido personaggio,spesso eccessivo ma in cui,in fondo, in molti possono riconoscersi.
Un borghese semplice ed onesto,spesso sfortunato e che vive quotidianamente angoscianti peripezie a causa di un carattere in fondo troppo mite.
Lo accompagnano nelle sue avventure altre mitologiche figure come l'ingegnere Filini e la moglie Pina,(nei capitoli successivi ci sarà spazio anche per la figlia Mariangela,uno spettacolo innaturale).
Sono passati più di quaranta anni dall'apparizione del ragionere più famoso di sempre eppure anche le nuove generazioni non riescono ad ignorarne un fascino indiscusso.
Ancora oggi se qualcuno ti fa uno sgarbo potremmo rispondergli con un "oh come è buono lei" che in fondo riassume la goliardia del personaggio.
Scene come quella della "corazzata Kotiomkin" resteranno nella memoria di molti.
Forse l'unico limite dell'artista è che ha trascinato per troppi anni questo suo personaggio e troppi sono stati i seguti del primo e (almeno per l'epoca) affascinante capitolo.
Comunque una famiglia e un uomo, tutti da gustare.
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ecalo
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domenica 20 marzo 2016
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il più comico della serie. ma non il più bello.
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Ne "Il secondo tragico Fantozzi" la comicità surreale ed esagerata (ma sempre apprezzabile, curata e mai offensiva), diviene più evidente. E da qui fino al resto della serie sarà l'elemento più importante, a scapito della denuncia alla società borghese e alle sue miserie, rappresentata attraverso costanti ripetizioni dal primo "Fantozzi" e poche altre originalità.
Rimane il fatto che questo è il film più esilarante di Paolo Villaggio. A mio parere uno dei film più divertenti della storia.
Ma non è solo spassoso. Chi non ricorda le scene che sono ormai icone del cinema come la Corazzata Potiomkin (ops, scusate, Kotiomkin), il viaggio a Montecarlo con il duca conte, l'assurda battuta di caccia che si trasforma in una guerra mondiale con tanto di aereo bombardiere, il varo della nave e relativa cena con la contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare.
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Ne "Il secondo tragico Fantozzi" la comicità surreale ed esagerata (ma sempre apprezzabile, curata e mai offensiva), diviene più evidente. E da qui fino al resto della serie sarà l'elemento più importante, a scapito della denuncia alla società borghese e alle sue miserie, rappresentata attraverso costanti ripetizioni dal primo "Fantozzi" e poche altre originalità.
Rimane il fatto che questo è il film più esilarante di Paolo Villaggio. A mio parere uno dei film più divertenti della storia.
Ma non è solo spassoso. Chi non ricorda le scene che sono ormai icone del cinema come la Corazzata Potiomkin (ops, scusate, Kotiomkin), il viaggio a Montecarlo con il duca conte, l'assurda battuta di caccia che si trasforma in una guerra mondiale con tanto di aereo bombardiere, il varo della nave e relativa cena con la contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare. Insomma: non si può smettere di ridere.
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aristoteles
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martedì 21 luglio 2015
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fantozzi
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Per me il piu' bello della serie, la cena/battaglia con ivan il terribile,la contessa servelloni mazzanti e tutta la parte della corazzata kotiomkin rimaranno scolpite nelle nostre mandibole a furia di ridere. Grande paolo villaggio ,mitico il ragioner Filini. L'impiegato piu' triste del mondo ci fa morire dal ridere
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great steven
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martedì 6 gennaio 2015
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prosegue il filone della mezza tacca più sfruttata
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IL SECONDO TRAGICO FANTOZZI (IT, 1976) diretto da LUCIANO SALCE. Interpretato da PAOLO VILLAGGIO, ANNA MAZZAMAURO, GIGI REDER, LIU’ BOSISIO, GIUSEPPE ANATRELLI, PAOLO PAOLONI, PLINIO FERNANDO, ANTONINO FAA’ DI BRUNO, NIETTA ZOCCHI, MAURO VESTRI, UGO BOLOGNA, PIETRO ZARDINI, AMERIGO ALBERANI, EOLO CAPRITTI, ARNALDO COLOMBAIONI
Secondo capitolo delle disavventure cinematografiche (in origine letterarie) del travet più scalognato che il cinema e la letteratura italiani abbiano mai concepito, e come il predecessore (del quale corregge i difetti e le imperfezioni e ne migliora il ciclo ormai gettato a capofitto dal regista Salce), è suddiviso in episodi: 1) Fantozzi, costretto agli straordinari notturni, è riportato in ufficio da un’orda di macchine guidate dai colleghi, ed è casualmente sorteggiato per accompagnare al Casinò di Montecarlo il duca conte ingegner Pier Carlo Semenzara; 2) insieme al ragionier Filini, il nostro partecipa ad una battuta di caccia in una foresta che finisce poi per trasformarsi in un’autentica battaglia con tanto di dispiegamento d’armi; 3) dopo il varo disastroso di una nave, Fantozzi e colleghi sono invitati a cena dalla Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare, che per lo sfortunato impiegato si tramuta in un susseguirsi patetico di peripezie gastronomiche e legate ad un ferocissimo cane appartenente ai ricchi padroni; 4) a casa si finge malato ma non vuole rinunciare ad andare a vedere il circo americano, così si traveste, ma il suo capoufficio lo smaschera e lo spara in aria da un cannone; 5) obbligato insieme ai colleghi alla visione di un noiosissimo film russo muto in bianco e nero (parodia de La corazzata Potemkin di Ejzenstejn), si ribella al direttore Guidobaldo Maria Riccardelli e lo cinge d’assedio per due notti, finendo poi per dover rigirare tutta la scena principale del “capolavoro”; 6) mentre Pina la moglie e la figlia Mariangela sono in Abruzzo per motivi famigliari, è costretto dall’odiato geometra Calboni a lavorare nottetempo ad un progetto, che poi si conclude in un night-club dove lui, Calboni e Filini spendono tutti i risparmi; 7) la Signorina Silvani, apparentemente stufa del marito fedifrago Calboni, decide di rifarsi una nuova vita, e Fantozzi coglie al volo l’occasione proponendole un viaggio di nozze a Capri, durante il quale combinerà guai come suo solito e, alla ricomparsa inattesa di Calboni, tenterà il suicidio buttandosi in mare; 8) recuperato da una pescheria e comprato dalla moglie “tutto intero”, Fantozzi potrebbe passare un sereno Natale in famiglia, se solo non gli telefonasse il Megapresidente Galattico per reintrodurlo nell’azienda da cui s’era licenziato nella veste di parafulmine.
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IL SECONDO TRAGICO FANTOZZI (IT, 1976) diretto da LUCIANO SALCE. Interpretato da PAOLO VILLAGGIO, ANNA MAZZAMAURO, GIGI REDER, LIU’ BOSISIO, GIUSEPPE ANATRELLI, PAOLO PAOLONI, PLINIO FERNANDO, ANTONINO FAA’ DI BRUNO, NIETTA ZOCCHI, MAURO VESTRI, UGO BOLOGNA, PIETRO ZARDINI, AMERIGO ALBERANI, EOLO CAPRITTI, ARNALDO COLOMBAIONI
Secondo capitolo delle disavventure cinematografiche (in origine letterarie) del travet più scalognato che il cinema e la letteratura italiani abbiano mai concepito, e come il predecessore (del quale corregge i difetti e le imperfezioni e ne migliora il ciclo ormai gettato a capofitto dal regista Salce), è suddiviso in episodi: 1) Fantozzi, costretto agli straordinari notturni, è riportato in ufficio da un’orda di macchine guidate dai colleghi, ed è casualmente sorteggiato per accompagnare al Casinò di Montecarlo il duca conte ingegner Pier Carlo Semenzara; 2) insieme al ragionier Filini, il nostro partecipa ad una battuta di caccia in una foresta che finisce poi per trasformarsi in un’autentica battaglia con tanto di dispiegamento d’armi; 3) dopo il varo disastroso di una nave, Fantozzi e colleghi sono invitati a cena dalla Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare, che per lo sfortunato impiegato si tramuta in un susseguirsi patetico di peripezie gastronomiche e legate ad un ferocissimo cane appartenente ai ricchi padroni; 4) a casa si finge malato ma non vuole rinunciare ad andare a vedere il circo americano, così si traveste, ma il suo capoufficio lo smaschera e lo spara in aria da un cannone; 5) obbligato insieme ai colleghi alla visione di un noiosissimo film russo muto in bianco e nero (parodia de La corazzata Potemkin di Ejzenstejn), si ribella al direttore Guidobaldo Maria Riccardelli e lo cinge d’assedio per due notti, finendo poi per dover rigirare tutta la scena principale del “capolavoro”; 6) mentre Pina la moglie e la figlia Mariangela sono in Abruzzo per motivi famigliari, è costretto dall’odiato geometra Calboni a lavorare nottetempo ad un progetto, che poi si conclude in un night-club dove lui, Calboni e Filini spendono tutti i risparmi; 7) la Signorina Silvani, apparentemente stufa del marito fedifrago Calboni, decide di rifarsi una nuova vita, e Fantozzi coglie al volo l’occasione proponendole un viaggio di nozze a Capri, durante il quale combinerà guai come suo solito e, alla ricomparsa inattesa di Calboni, tenterà il suicidio buttandosi in mare; 8) recuperato da una pescheria e comprato dalla moglie “tutto intero”, Fantozzi potrebbe passare un sereno Natale in famiglia, se solo non gli telefonasse il Megapresidente Galattico per reintrodurlo nell’azienda da cui s’era licenziato nella veste di parafulmine. Commediaccia all’italiana spinta verso la farsa surreale a forza di iperboli comiche. Rispetto al Fantozzi del 1975, questo secondo capitolo è più unitario e meglio congegnato, e sfrutta maggiormente le gag divertenti e spassose per impedire allo spettatore di annoiarsi e per allontanarlo (almeno illusoriamente) dall’immedesimazione con il personaggio principale, il cui comune denominatore di tutte le avventure è la mancanza totale di reazione di fronte alle sciagure che si trova suo malgrado ad affrontare, sempre senza andarle a cercare e confinando ingenuamente in un’esistenza dignitosa. In sala i film di Fantozzi sono sempre accompagnati da uragani di risate dagli illusi che si credono alquanto diversi da questo italiano medio perseguitato dalle disgrazie e da una dose di autocommiserazione che però non fa di lui un uomo cattivo, in quanto il ragionier Ugo resta pur sempre un brav’uomo, fondamentalmente, benché si comporti da tiranno e belva scatenata in casa e sia invece servile e sottomesso in ufficio tanto coi colleghi più furbi di lui quanto con i feroci, inflessibili e dispotici direttori. Oltre al cast regolare (Bosisio, Reder, Mazzamauro, Anatrelli, Fernando, tutti bravissimi), si aggiungono in questo secondo exploit A. Fàa di Bruno nella parte dello scaramantico ingegner Semenzara, N. Zocchi nel ruolo della spocchiosa contessa che imbandisce il gran galà per gli impiegati della Megaditta e M. Vestri nelle vesti del cinefilo direttor Riccardelli che costringe i sottoposti a estenuanti proiezioni ad ogni occasione. La sceneggiatura (tratta dal primo e dal secondo libro su Fantozzi, scritti di proprio pugno da Villaggio) non perde un colpo, risulta ben calibrata ai tempi comici e si dimostra all’altezza di un carattere che ormai è entrato nell’immaginario collettivo degli italiani, nel bene e nel male.
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toty bottalla
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domenica 24 febbraio 2013
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sequel apprezzabile!
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"Il secondo tragico fantozzi" smentisce una volta tanto la regola di sequel deludenti e smitizzanti (vedi "l'allenatore nel pallone 2" o la "mandracata") solo per fare due esempi, fantozzi 2 non cambia il senso dell'amara farsa ma rilancia, con scene fatte di gag esilaranti come quella della corazzata potempkin in cui lo sfigato ad un certo punto si ribella diventando eroe acclamato dai colleghi che poi l'abbandonano...in fondo siamo tutti italiani! Saluti.
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paride86
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mercoledì 15 dicembre 2010
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buono
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Dopo la parabola satirica del primo "Fantozzi", il filone prosegue puntando di più - a torto - sulla comicità sadica e accanita sul protagonista che sulla vena satirica grottesca che contraddistingueva il primo film. Non mancano, comunque, momenti interessanti.
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goruz
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mercoledì 1 settembre 2010
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strepitoso fantozzi
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strepitoso xD e da notare che Fantozzi non dice "corazzata Potemkin", ma "corazzata Kotiomkin". Il titolo venne cambiato (e anche il nome del regista, da Ejzenstejn in Einstein) da Salce, in rispetto di un film che è stato ed è tutt'oggi importantissimo. Fantozzi ironizza sull'intellettuale finto comunista dell'epoca che aveva la pretesa di istruire il popolo, e non era capace di vederne le reali necessità (starsene a casa in santa pace a godersi una partita dopo il lavoro).
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