eugen
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domenica 19 maggio 2024
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film made in italy ann settanta
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Con un inizio che sembra quasi "lI Gattopardo"di Vsincti, in versione comico-gorttesca,"Mio Dio, come sono caduta in basso!"(Lugi Comencini, anche autore di history e screenplay con Ivo Perilli, 1974)realizzata questo film dove una giovane aristocratica, rimasta vedova di padre, sposa un borghese, cosi¿diventato notile, ma si scopre (notizia falsa)che i due sono marito e moglie. Fingono pero'una vita coiniguglae felcie(convenienze...)finche' durante il viaggio di nozze un nobile francese la corteggia rifiutandola pero' quando scopre che e'ancora vergine. Lei , ppoi, cedera'a un ardito autista che la seduce. il marito, dvientato deputato, scopre di non essere suo fratello e allora vorra'"coronare"anche sessualmente il matrimonio, ma perirra'in guerra.
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Con un inizio che sembra quasi "lI Gattopardo"di Vsincti, in versione comico-gorttesca,"Mio Dio, come sono caduta in basso!"(Lugi Comencini, anche autore di history e screenplay con Ivo Perilli, 1974)realizzata questo film dove una giovane aristocratica, rimasta vedova di padre, sposa un borghese, cosi¿diventato notile, ma si scopre (notizia falsa)che i due sono marito e moglie. Fingono pero'una vita coiniguglae felcie(convenienze...)finche' durante il viaggio di nozze un nobile francese la corteggia rifiutandola pero' quando scopre che e'ancora vergine. Lei , ppoi, cedera'a un ardito autista che la seduce. il marito, dvientato deputato, scopre di non essere suo fratello e allora vorra'"coronare"anche sessualmente il matrimonio, ma perirra'in guerra. Lei, intanto, sedotta anche dai romanzi di D'Annunzio, cedera'alla tentazione e provera'anche i piacere saffici, finendo nuovamente con l'autista, a guerra finita, anche se dovra'salvare le apprerenze.... Film degli anni 1970 di Comuncini, bravo regista spesso un po'in contraddizione con se'stesso, decisamente deisderoso di rendere conto della storia e delle sue"difficolta'"in specie nel periodo post.rigorgimentale, nel quale si trattava di rendere conto di ondate culturali diverse, dalla Sicilia profonda, opprressa dai condizionamenti di vario generre, alla Roma papalina ma anche laico-parlamentare, alla guerra e al suo mito, dove anche il dannunzianesimo nuvole la sua parte, quasi come"stampella culturale"della sessualita', che allora venitva riscoperta, anche grazie all'allenarsi della censura, non piu'oprressivmante praticata in quegli anni. Di Laura Antonelli e'difficle dire, salvo che era nel periodo"intellettuale", avendo lavorato con registi importanti come lo stesso Comencini, Patroni Griffi, Visconti, Chabrol, Alberto Lionetltlo era una garaznia,Jena Rocheofrt segna una partecipazione significativa, Michele Palcido era semiesordiente, Ugo Pagliai si limita a una partecipazione non determinante ai fini dela sua carriera, piu'0importante a livello teatrale che filmico. Eugen
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ralphscott
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martedì 19 novembre 2013
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boccaccesco di serie a
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I temi son quelli delle commedie di grana grossa che affollano il nostro cinema anni '70,ma Comencini ci sa fare e mette in scena una fantasiosa variazione sul tema. Il desiderio represso ha tante forme:quelle della divina creatura L. Antonelli-forse la più bella attrice italiana di sempre,sicuramente brava,quelle del grande istrione A.Lionello,quelle del seduttore M. Placido. Rochefort,il terzo incomodo,brama di passione prima di desistere davanti alla scoperta della verginità di Eugenia. Sceneggiatura e montaggio danno ritmo ed verve alla vicenda,ma da ricordare sono alcune battute,anche dei comprimari.
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guess70it
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mercoledì 14 gennaio 2009
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meraviglioso!
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é uno dei film più divertenti che abbia mai visto guess70it
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norma
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giovedì 18 settembre 2008
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mio dio quanto mi piace questo film...
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Il film di Comencini, a mio parere, è una delle commedie italiane - insieme a "Straziami ma di baci saziami" di Scola e "L'armata brancaleone" di Monicelli - non solo meglio riuscite ma (strano a dirsi in un bailamme di filmucoli che giocano su doppi sensi scontati e battute misogene e sessiste) intelligenti, sia a livello di ricostruzione storica che a livello di sceneggiatura, dove anche il ripetersi ad libitum della frase "dopo questo, la morte", recitata da un'Antonelli stupefacente prima di ogni rapporto extra-coniugale diventa irresistibilmente esilarante. Un film aperto, tollerante, impreziosito dal virtuosismo scenico di un Lionello indimenticabile. In realtà l'unico argomento trattato e sfatato abilmente dal film è il tabù sessuale ed il conseguente senso di colpa, imposto ed avvertito soprattutto, mi permetto di dirlo, dal genere femminile.
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Il film di Comencini, a mio parere, è una delle commedie italiane - insieme a "Straziami ma di baci saziami" di Scola e "L'armata brancaleone" di Monicelli - non solo meglio riuscite ma (strano a dirsi in un bailamme di filmucoli che giocano su doppi sensi scontati e battute misogene e sessiste) intelligenti, sia a livello di ricostruzione storica che a livello di sceneggiatura, dove anche il ripetersi ad libitum della frase "dopo questo, la morte", recitata da un'Antonelli stupefacente prima di ogni rapporto extra-coniugale diventa irresistibilmente esilarante. Un film aperto, tollerante, impreziosito dal virtuosismo scenico di un Lionello indimenticabile. In realtà l'unico argomento trattato e sfatato abilmente dal film è il tabù sessuale ed il conseguente senso di colpa, imposto ed avvertito soprattutto, mi permetto di dirlo, dal genere femminile. Quindi viva Comencini, che ci ha regalato l'opportunità di affrontare con leggerezza un tema tanto difficile e spinoso.
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giorgio
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mercoledì 16 luglio 2008
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troppa carne al fuoco
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Il film di Comencini è sporcato, a mio avviso, dall'intento di voler essere molte, troppe cose: una commedia di costume che satireggia certo perbenismo italico (non solo siculo!); una commedia che prende in giro il mondo d'annunziano; un film tout court erotico per l'esibita e strombazzata malizia di laura Antonelli. Nel voler mettere molta carne al fuoco, nel voler piacere a troppe tipologie di pubblico, il film affastella troppi argomenti così che il film si rivela discontinuo, prolisso, con un intreccio statico che gira francamente a vuoto. Solo a barlumi, si intravvede il talento satirico e di costume di comencini. Resta memorabile la scena della 'prima spoliazione' dell'Antonelli nel pagliaio; l'impagabile malizia dell'inquadratura dell'Antonelli in guepièere e giarrettiera che legge in una camera di Parigi 'la vita dei santi'.
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Il film di Comencini è sporcato, a mio avviso, dall'intento di voler essere molte, troppe cose: una commedia di costume che satireggia certo perbenismo italico (non solo siculo!); una commedia che prende in giro il mondo d'annunziano; un film tout court erotico per l'esibita e strombazzata malizia di laura Antonelli. Nel voler mettere molta carne al fuoco, nel voler piacere a troppe tipologie di pubblico, il film affastella troppi argomenti così che il film si rivela discontinuo, prolisso, con un intreccio statico che gira francamente a vuoto. Solo a barlumi, si intravvede il talento satirico e di costume di comencini. Resta memorabile la scena della 'prima spoliazione' dell'Antonelli nel pagliaio; l'impagabile malizia dell'inquadratura dell'Antonelli in guepièere e giarrettiera che legge in una camera di Parigi 'la vita dei santi'. Decisamente sotto-tono la 'performance' di Alberto Lionello che non 'unge' i personaggi come suo solito, ma che sembra recitare di 'mala voglia'. Si deve, però, dare atto dell'esattezza del ritratto del protagonista, almeno relativamente alla rappresentazione del contorto significato di 'castità': Lionello è la rappresentazione del tipo siculo all'insegna del 'meglio comandare che fottere' e con questo ne risultano molto ridicolizzate e ridimensionate le velleità di lui di possedere 'arti amatorie' da 'vivere inimitabile'. E il paradosso è che, nonostante tanti contorcimenti prima religisi, poi d'annunziani, lui (e lei) marito e moglie, alla fine, non consumano mai!
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