Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia

confermo il mio commento precedente, ma tolgo una stella; ripensandoci, due mi sembrano più adeguate.

  Il primo film con Lino Banfi protagonista, che non era ancora al massimo delle sue grandi potenzialità comiche, ma già se ne intuiva il valore. Agli amanti del genere consiglio di prestare particolare attenzione alla gag di Banfi con la faccia infangata, come un finto nero, che canta (o meglio, storpia)  "When the Saints Go Marchin' In" e alla rapidissima recita della "Requiem Aeternam" sullo yacht di Zoppas (Aldo Giuffré).

Un giovane Lino Banfi, nei panni di un ex poliziotto, sulle tracce di una banda di trafficanti di preziosi. Certamente non è il suo miglior film ne tantomeno la sua miglior interpretazione ma si lascia guardare volentieri. Qualche battutina e qualche situazione strappano la risata.

Sono un grandissimo fan di Banfi, non ho mai visto questo film, soltanto delle scene su Youtube. Mi è sembrato carino, ma adesso, valutandolo bene, è un capolavoro, poichè nel titolo Banfi esprime la sua vera identità, e anche personalmente ho dato cinque perchè sono un Carabiniere in congedo, promosso Vice Brigadiere di Complemento, essendomi congedato con i requisiti massimi del Carabiniere, adesso svolgo la professione di Guardia Municipale, ma mi sento Vice Brigadiere dell'Arma dentro, collega di Pasquale Zagaria.

commento alla recensione di marta: smettila con i superalcolici !

In questo geniale lungometraggio, il brigadiere, esponente epigono della frammentata rappresentazione borghese dello sciovinismo post-colonialista, esprime, nel lessico labronico basso molisano post-sessantottino, l'angoscia, condivisa del proletariato residuale suburbano, del sesso non vissuto dentro la fantasia della famiglia complice e immatura. Rivelatorio, il finale a smentirne le premesse.