fedeleto
|
lunedì 12 dicembre 2011
|
mica male truffaut
|
|
|
|
E' bella ,e' vispa,e' sensuale,ma soprattutto e' pericolosa!Stiamo parlando della protagonista di MICA SCEMA LA RAGAZZA ,diretto dal grande Francois Truffaut(le due inglesi,fahrenheit 451,baci rubati).Un sociologo,e' incuriosito dalla criminalita' femminile,e al fine di poterne far uscire un libro che esaudisca questo tema ,si reca da una ragazza che sembra abbia avuto nella sua vita vari problemi e sia stata accusata (forse ingiustamente di omicidio).Tenteranno attraverso alcuni dettagli di far luce sulla sua innocenza e infine persino a scarcerarla,peccato che dopo ci finisca il sociologo in galera...Truffaut come sempre stupisce e disorienta con un film davvero divertente e interessante.
[+]
E' bella ,e' vispa,e' sensuale,ma soprattutto e' pericolosa!Stiamo parlando della protagonista di MICA SCEMA LA RAGAZZA ,diretto dal grande Francois Truffaut(le due inglesi,fahrenheit 451,baci rubati).Un sociologo,e' incuriosito dalla criminalita' femminile,e al fine di poterne far uscire un libro che esaudisca questo tema ,si reca da una ragazza che sembra abbia avuto nella sua vita vari problemi e sia stata accusata (forse ingiustamente di omicidio).Tenteranno attraverso alcuni dettagli di far luce sulla sua innocenza e infine persino a scarcerarla,peccato che dopo ci finisca il sociologo in galera...Truffaut come sempre stupisce e disorienta con un film davvero divertente e interessante.La tematica non e' quella dell'amore ma del'inganno,ovvero dell'apparenza inganna.La ragazza e' in realta' un mezzo per arrivare a capovolgere la medaglia,giocando da soggeto studiato a studiare l'oggetto e usare l'astuzia.Non mancano scene e personaggi davvero divertenti,ad esempio il rattizzatore,un uomo che parla del suo lavoro come un dovere e ogni volta cede dei soldi alla ragazza con la speranza che li acceti ed in cambio non chiede nulla,infine fa' sorridere anche la scena in cui un uomo per raggiungere l'orgasmo ha bisogno del suono delle macchine di formula 1.Un truffaut inedito,davvero ottimo.MICA MALE TRUFFAUT
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fedeleto »
[ - ] lascia un commento a fedeleto »
|
|
d'accordo? |
|
piovani84
|
giovedì 2 ottobre 2008
|
mica scema la ragazza, di claudio arresta
|
|
|
|
Mica scema la ragazza (1972)
Il titolo dice molto di quello che Truffaut voleva mostrarci con il personaggio di Camille Bliss, donna di certo tutt’altro che stupida. In realtà il titolo è solo la traduzione italiana. L’originale è “una belle fille comme moi” che pone l’accento sulla bellezza di Camille, come arma per raggiungere ogni obiettivo. Mica scema la ragazza invece da un’altra chiave di lettura: l’arma non è la bellezza, o non solo, ma la furbizia. Bellezza e furbizia saranno le due parole chiavi per descrivere superficialmente Camille Bliss, ma noi cercheremo di approffondire il tema, cominciando dall’inizio, dove Truffaut ama addentrarsi per dare ai suoi film la giusta completezza logica e psicologica, l’infanzia.
[+]
Mica scema la ragazza (1972)
Il titolo dice molto di quello che Truffaut voleva mostrarci con il personaggio di Camille Bliss, donna di certo tutt’altro che stupida. In realtà il titolo è solo la traduzione italiana. L’originale è “una belle fille comme moi” che pone l’accento sulla bellezza di Camille, come arma per raggiungere ogni obiettivo. Mica scema la ragazza invece da un’altra chiave di lettura: l’arma non è la bellezza, o non solo, ma la furbizia. Bellezza e furbizia saranno le due parole chiavi per descrivere superficialmente Camille Bliss, ma noi cercheremo di approffondire il tema, cominciando dall’inizio, dove Truffaut ama addentrarsi per dare ai suoi film la giusta completezza logica e psicologica, l’infanzia.
Nei panni di Camille c’è una vecchia conoscenza: Bernardette Lafont, la protagonista di Les mistons. Camille era una bambina nata da 2 genitori rissosi e collerici che viveva in una fattoria. Il padre sfogava la sua rabbia e la sua frustazione prendendo Camille a calci nel culo e questa cosa le dava molto fastidio perchè, come diceva lei , ha un culo molto delicato, quindi un giorno quando il padre come costume saliva su al pagliaio a prendere il fieno lei le tolse la scala di legno ed il vecchio precipito giù. Insultava sempre la moglie dicendole “Stai zitta puttana. Le donne sono tutte puttane tranne mia madre”. Una volta caduto da lassù non potè più dirlo. Morto e Camille in riformatorio.
Quando il sociologo Stanislao Previne intervistandola nel carcere dove era rinchiusa le chiese perchè avesse fatto quel gesto, lei rispose che la scala le serviva per pulire. Camille, donna mora con la sguardo da bambina, un corpo snello e un atteggiamento da Lolita, è come detto una donna molto furba e smaliziata. Usa un linguaggio piccante e diretto e dice cose assurde con una naturalezza disarmante. Molte sono le caratteristiche che fino a questo momento la fanno assomigliare a Antoine Doinel, bambino anche lui disubbidiente, anche lui cresciuto in un riformatorio e anche lui da li fuggito. Entrambi hanno avuto una famiglia che non li amava e rispettava, ma la differenza sostanziale è che Antoine si è sempre portato dietro anche nelle sue relazioni amorose la sua iniziale carenza di affetto, mentre Camille non ha mai cercato neglio uomini con cui è stata una sorta di compensazione. Per lei gli uomini sono come un lavoro, uno sforzo, un sacrificio da fare se si vuole ottenere quello che si desidera.
Dicevamo della fuga dal riformatorio, avvenuta grazie alla seduzione di alcune persone che la potevano fare scappare “Il postino il fornaio e il dottore, quello si che le sapeva fare le ignezioni..”. Famosa è la scena in cui Camille scavalca un muro portando con se un sacco. Cosa si nasconde dentro questo sacco? Cibo? Vestiti? Oggetti personali? Qualcosa che la può aiutare nella fuga? Niente di tutto questo, la furba ragazza sapeva che l’unica cosa di cui aveva bisogno per scappare erano un paio di tacchi a spillo per attuare più convincentemente l’autostop. E aveva ragione... A fermarsi è un certo Clovis, professione benzinaio che nei modi assomigliava molto al padre di Camille. Clovis è il classico mammone quarant’enne che vive ancora con la madre isterica e gelosa perchè non è ancora riuscito a trovare una donna che lo sopportasse. Dapprima era Clovis a dettare i giochi con Camille, la costringeva a dormire in garage, a mangiare gli avanzi della loro cena e a fare sesso tutte le volte che lui ne avesse voglia, del resto lui era il suo salvatore, lei aveva un debito con lui, lui poteva sfruttarla a suo piacimento. Ma mica è scema la ragazza. Ben presto si fa vedere dalla madre di lui dicendole che è incinta e che vuole sposarsi con Clovis, scatenando le ire di lei. Situazione capovolta: lei adesso è la signora Bliss e grazie alla menzogna del bambino adesso deve essere mantenuta economicamente e lasciata libera di guardare la tv in santa pace. Dal film non è molto chiare se e quali passioni avesse nella vita Camille, ma appare evidente da quello che dice che amasse il mondo dello spettacolo e che da piccola suonasse il banjo, uno strumento che anche da grande rimane nei suoi pensieri. Non sappiamo con certezza se queste fossero davvero passioni sincere o solo distrazioni che fanno parte del personaggio, di certo è che sono due desideri molto simbolici: lo spettacolo cioè il mondo dell’apparenza, un mondo senza valori etici, sinonimo di successo e di ascesa sociale e il banjo forse lo strumento più portatile dopo l’armonica a bocca, simbolo di libertà ed espressione del proprio io. Non è un caso che il suo primo banjo venne rotto con un calcio dal padre, interrompendo così quella che era la sua più grande passione, nonchè possibilità di distrarsi ed estraniarsi da quell’ambiente familiare.
Tornando a Clovis e Camille, ancora una volta abbiamo una prova che questa donna è una maga, o per meglio dire una strega. In una scena che potrebbe apparire superflua, vediamo Camille intrufolarsi in cantina alla ricerca dei risparmi di una vita nascosti della suocera, senza trovare nulla. Si vede però Camille maneggiare e manomettere un meccanismo che serve a far aprire una finestra di ferro. Questa è una scena che aquisterà di significato narrativamente solo alla fine, ma che Truffaut ci ha fatto vedere a questo punto del film per evidenziare quest’aspetto del personaggio Camille, il programmare tutto, il pensare sempre a tutto e in anticipo, l’essere lungimirante. Camille è una donna così lineare e ripetiviva da non farla sembrare contriddittoria, in realtà questo suo pianificare e riflettere sulle decisioni da prendere contrasta notevolmente con la personalità di una campagnola ignorante e maleducata dalla quale ci si aspetta un atteggiamento distratto e superficiale alla vita. Ma Camille non è come le altre, non è un’assassina che si è vendicata del padre per non essere stata amata e protetta, le sue azioni sono sempre calcolate al millimetro, pensate e ripensate per avere un tornaconto. Anche l’uccisione del padre va vista sotto questa luce “Io ho fatto una scommessa col destino: gli levo la scala. Se lui se ne accorge, urla come un dannato, qualcuno rimette la scala, lui scende e i calci arrivano a coppia fino a quando diventano dispari, ma se non la vede boom, vinco io”. Se davvero avesse voluto uccidere il padre per odio lo avrebbe fatto con meno rischi, invece lei lo ha fatto per avere un occasione, la possibilità di vivere liberamente come voleva.
Le cose con Clovis andavamo piùttosto bene, se non fosse che lui volesse fare sesso quando lei guarda la tv, cosa che le piace molto. Ma per Camille la vita con Clovis era solo un punto di partenza per non morire di fame e non dormire sotto un ponte, quindi convince il marito a rubare una parte striminzita dei risparmi della madre e fuggire, direzione Parigi. La fuga in macchina con il malloppo più che una citazione di Psyco sembra essere uno schema narrativo che Truffaut ha ritenuto funzionale al suo film. Del resto questo non è un film che si possa definire Hitchcockiano per l’assenza di un particolare patos. Per ironia della sorte ed ironia cinematografica, l’auto dei due coniugi si ferma per un guasto al motore per tanto la felice coppia non può giungere a Parigi, ma è costretta a fermarsi a vivere e a lavorare presso un night-pub (Colt Saloon) dove la sera si esibisce un certo Sam Golden, un uomo bello ed elegante, spavaldo con le donne e con se stesso che quando fa l’amore ama mettere un disco con la registrazione dei rsubitoombi dei motori delle auto durante una gara di formula 1.
Camille appare prontamente attratta da quest uomo che non smette mai di guardarla mentre fa la cameriera durante i suoi spettacoli e anche il marito-barista Clovis se ne accorge. Camille oltre che ad un bell’uomo vede in Sam la possibilità di sfondare nel mondo dello spettacolo, quindi quale migliore occasione per sedurlo se non quella di approfittare in una lite con il marito che pur di non farle vedere la tv le spara con un fucile. Si, proprio così: spara con un fucile, ma non alla moglie ma direttamente alla tv, mandando Camille su tutte le furie. Questo che potrebbe apparire come solo un gesto disperato è anche una scena simbolica, che Truffaut ci vuol far leggere tra le righe, o per meglio dire tra le immagini. Clovis è dipendente da tre cose, dall’alcol, dal sesso e da sua moglie Camille. Per lei ha rinunciato a tutto e anche di fronte ad un ultimatum lanciatole dalla moglie, o me o tua madre, lui scelse Camille, anche se la sua bocca disse “mia madre”. Non è un caso che Clovis abbia usato quel fucile proprio contro la tv e non contro sua moglie la quale invece non pensava ad altro che al mondo dello spettacolo e non è un caso che proprio a causa di quella lite Camille andò da Sam, simbolicamente a ristabilire l’ordine, la gerarchia, il potere.
Camille vuole sfondare nel mondo dello spettacolo a tutti costi, guai ostacolarla.
Così sotto i rombi della formula uno Camille si gettò tra le braccia di Sam nel suo camerino e questo accadde più volte, ma i due vennere ben presto scoperti a causa di una spia, un muto che invece cantò tutto. Clovis incominiciò a sparare contro l’insegna del Colt Saloon e poi scappa, ma ricordatevi le lezione truffautiana, quando l’uomo capisce o scopre la donna, è troppo tardi, qualcosa succede. Infatti correndo si fa investire da una macchina.
Importante è la scena in cui Clovis viene investito in cui una da una folla di gente che accorre per soccorrerlo spunta perentoria Camille con fare sconvolto, che qualche secondo prima era una nel letto di Sam Goldon, e arriva gridando “Fate passare la vedova, Clovis ti hanno ammazzato, non hai mai fatto mai del male ad una mosca e ti hanno ammazzato, come farò senza di te?” In realtà Clovis non era morto, ma solo molto fratturato e costretto a stare in ospedale per molto tempo, tempo che permetteva a Camille di continuare con i suoi metoducci per arrivare dove voleva. Ma perchè Camille si è messa a fare quella commedia davanti a quella gente e soprattutto perchè ripeteva la parola vedova e ammazzato? La risposta è semplice e coerente con quanto abbiamo detto fino ad’ora. Camille non lo ha certo fatto perchè ci teneva alla sua reputazione, ma naturalmente per convenienza: fare la parte della vedova addolorata avrebbe suscitato una reazione di pena e pietà nella gente, cosa da poter sfruttare a proprio piacere in ogni momento. In un certo qual modo così fu, ma non con quella gente, bensì con un uomo di nome Arthur, professione derattizzatore al quale raccontò un sacco di frottole sulla stessa falsa riga della scenata da vedova. Gli disse che era una povera vittima della società, che aveva i genitori alcolizzati ed un fratello all’ospedale. Passare per vittima è una strategia calcolata che Camille sapeva attuare molto bene al punto che Arthur per compassione faceva per lei tutto quello che lei voleva e le dava pure del denaro per comprare le medicine per il fratello. “Povero, piccolo, uccelletto...” la chiamava. Arthur era un uomo cattolico che ammazzava i topi per professione. Di carattere molto ingenuo e timido, viveva con l’eterno dubbio su cosa fossero peggiori tra gli uomini e le bestie che Camille aveva conosciuto infilindosi sul suo furtivamente sul suo furgone per cercare di scappare dalla moglie gelosa di Sam Goldon. Ma non sono finiti qui gli uomini-vittime di Camille, c’è anche un certo Marcello Morein, l’avvocato di Clovis che cercava in tutti i modi di intraprendere un iter legale per far avvere al suo assistito un risarcimento danni per l’incidente. L’avvocato era un triste scapolo che per lenire la sua solitudine si batteva per la giustizia. Camille lo sedusse al primo incontro con l’intento di portarsi a casa il risarcimento per suo marito. Per un pò di tempo quindi Camille intrattente rapporti sessuali con 3 uomini e mezzo (Clovis era in ospedale) perchè le servivano tutti e 4: il marito e l’avvocato per il risarcimento, Sam Goldon per la carriera e il derattizzatore per i passaggi in furgone e per le mance che lui le dava spontaneamente. Del resto Arthur riuscì a causa della provocante Camille a tradire la sua ideologia e ad abbandonarsi alla carne. Un lato riccorrente di Camille è il lamentarsi che gli uomini da lei vogliano il sesso, che la trattino come una puttana. In realtà anche questa è una tattica per impietosire il prof. Stanislao dal quale cerca qualcosa in cambio. Camille è la classica donna che ne sa una più del diavolo: conosce benissimo l’effetto che hanno le sue gambe sugli uomini, i suoi occhi si i loro, ma ancor di più le sue parole. Con la sua dialettica e il suo linguaggio da strada è sempre riuscita a farla franca, a ribaltare la realtà delle cose. Lei seduttrice quasi di professione che si butta attivamente e spontaneamente sugli uomini che si lamenta di essere un oggetto sessuale. Il povero Arthur non avrebbe mai pensato di sedurla o di metterle le mani addosso, ma ci ha pensato lei perchè sapeva benissimo che quello è il modo perfetto per avere il controllo totale su di lui e sugli altri uomini. Famosa è la scena in cui Camille racconta al sociologo la prima volta con Arthur, da lì si capisce molto di quanto appena scritto “C’era un tappeto arrotolato, non l’ho visto e così sono finita distesa lunga per terra allora l’ammazza topi si è messo a blaterare come se fossi finita sotto una locomotiva. Mi è venuto addosso e pareva fatto solo di mani; dal principio forse voleva solo aiutarmi, ma poi per caso mi ha preso per le cose, hai capito? Allora mi sono detta che era il destino che tirava in ballo di nuovo e ho pensato di dargli una mano. Ho notato un divano in fondo al solaio allora ho acchiappato Arturo come se non potessi alzarmi da sola e ho fatto in modo di trovarmi con il viso sotto al suo (...). La cosa divertente è che ogni volta ricominciava tutto come la prima volta perchè doveva sembrare che accadesse per caso e così dai ad inciampare sui gradini o sui tappeti e a scivolare sui pavimenti e poi dopo la ginnastica tornava a galla il baciapeal.”
Il piano di Camille stava andando bene, ma qualcosa andò storto. L’avvocato l’aveva ingannata,non era l’avvocato del marito bensì della moglie di Sam Golden. Aveva fatto firmare delle carte a Camille in cui dichiarava di essere l’amante di Sam per cui la moglie di lui poteva divorziare avendo diritto ad un risarcimento oneroso. Vendicarsi dell’avvocato era la prossima mossa, ma Camille spinge perchè si Artur a occuparsi di questo (di uccidere una bestia umana), ma Artur si rifiuta, cattolico come è lui. Camille, allora decide come sempre di fare di testa sua e di prendere in mano il gioco: fa venire l’avvocato in casa di Artur, mentre lui è fuori per lavoro, ma si presenta anche Clovis che scopre sua moglie ha un amante derattizzatore che crede che sia l’avvocato vedendolo arrivare. I due si colpiscono e svengono a terra, Camille decide di ucciderli con il gas velenoso per topi. Analizziamo bene questa vicenda. Camille decide di liberarsi dei due perchè non le servono più: il finto avvocato e il finto risarcimento. Sa benissimo che l’unico modo per liberarsi di loro è eliminarli fisicamente perchè per avere il controllo assoluto su di loro ha dovuto instaurare con loro un legame, più o meno sessuale, dal quale loro non potevano separarsi se non morendo. “Era una sfida col destino, due contro uno” disse Camille a Stanislao raccontandogli dell’accaduto. Ancora una volta nella sua vita, quando un uomo non le serve, Camille tenta di ucciderlo e di sfidare il destino. Col padre le andò bene, con quei due no perchè salvati dal magnanimo Artur che ritornava a casa giusto in tempo. La moralità o l’ingenuità di Artur era così grande da pensare di poter convincere Camille a suicidarsi con lei per espiare i peccati. Camille, donna mai banale, rispose di si e lo ingannò. Non si buttarono insieme dalla torre, si buttò solo lui. Artur non le serviva più, anzi sapeva delle sue bassità, le era di intralcio, Artur muore, Camille si salva. Ancora una volta con l’inganno Camille è riuscita a cavarsela, ma come tema ricorrente in questo film, qualcosa va storto: la polizia accusa Camille di aver spinto Artur giù dalla torre. La solita sfida con il destino: ogni volta che lei fa qualcosa di male poi il destino lo fa a lei e viceversa. Un circolo vizioso nel quale Camille vuole apparire la vittima. Come dicevamo prima, ogni mossa di questa donna è calcolata per raggiungere un scopo. Il suo linguaggio, il lessico usato, il modo di porsi, di guardare e di atteggiarsi non sono spontanei, nessuno sa come sia Camille veramente, neache il prof. Stanislao che l’ha studiata da vicino. Ma lei vince anche sulla scienza, riesce con il suo vittimismo e coi suoi racconti piccanti a far invaghire il sociologo che ben presto sarà schiavo di lei: le porterà le sigarette, il banjo e farà di tutto per farla uscire da prigione. Ci riuscirà grazie a delle riprese girate da un giovane-piccolo regista il giorno del suicidio di Artur in cui è chiara la scena che non è Camille a spingerlo. Camille per la legge non è un assassina. Curiosa è la scena in cui Stanislao e la sua segretaria incontrano il giovane regista per chiedergli di mostrare loro le riprese e lui inizialmente si rifiuta perchè il suo film non era ancora finito enfatizzando ironicamente un’eccesso di professionalità del mestiere fuori luogo per un bambino di 13 anni. Come ben sanno i fun di Truffaut, il regista francese amava mettere nei suoi film squarci di vita e di pensieri che non hanno nulla a che vedere con la storia. Amava Truffaut giocare con queste digressioni, rompere gli schemi era il suo lavoro.
Una volta fuori di prigione Camille realizza il suo sogno, fare la cantante e in una sera nella quale stava per festeggiare intimamente il suo successo con Stanislao nel suo camerino, irrompe Clovis con i soldi della madre morta a causa di un incidente in cantina (ricordate Camille che manomette la finestra di ferro nella cantina della suocera?), ma Clovis trovando Stanislao nel letto della moglie lo aggredisce e lo fa svenire al suolo, poi minaccia la moglie, ma lei si difende sparandogli un colpo di pistola che pulirà dalle impronte e metterà tra le mani del povero svenuto Stanislao che quindi finirà in carcere al posto suo. Ancora una volta era stata lei a sedurre Stanislao, il quale impacciato com’era non avrebbe mai avuto il coraggio di toccarla, ma è stata anche lei che lo ha fato finire in prigione ribaltando completamente il quadro iniziale, quando era Stanislao ad andare a trovare Camille in carcere per poterla intervistare per il suo libro. La sua unica salvezza ora è accusare Camille di aver ucciso la madre di Clovis manomettendo con una bottiglia di vetro la chiusura di una finestra di ferro che ha tagliato la testa alla vecchia. Stanislao si mette nelle mani del suo avvocato che avrebbe dovuto provare ad estorcere una confessione a Camille, ma che fine poteva fare l’avvocato? Sedotto anche lui e demolita la casa della vecchia, quindi eliminata ogni prova che la potesse incastrare. Ha vinto lei. Adesso è ricca, apprezzata socialmente e ha fa ha sfondato nel mondo dello spettacolo, fa la cantante. E gli uomini? Quelli lei se li mangia come diceva quella canzoncina che cantava in prigione.
Mica scema la ragazza è un film che potremmo definire commedia per il sviluppo rocambolesco degli eventi, per il tono di alcuni dialoghi, ma sicuramente non per i contenuti. In questo film sono presenti gran parte dei temi cari a Francois Truffaut: l’infanzia, la società che è causa ed effetto dei mali, la donna così superiore all’uomo in certe cose, l’amore che non trionfa, e il declino della scienza come misura dei fenomeni sociali. Stanislao è un sociologo che si nascondeva dietro la sua materia per mascherare le sue pulsioni: non era solo il fenomeno Camille Bliss che lo interessava, ma era che la Camille donna, non era solo per un’infanzia sfortunata o per una società escludente, come diceva Stanislao che Camille si comportava così, ma anche per motivi intrensechi alla sua personalità. Forse aveva ragione la sua segretaria che innamorata di lui le diceva che l’unico modo per classificare Camille era dandole della “puttanella”, ma non era un termine scentifico e quindi non andava bene. La voce della segretaria è la voce della società, in questo caso è una voce femminile insensibile alle lusinghe di Camille che normalmente annebbia la lucidità di critica degli uomini, ma è la voce della società intera che dall’esterno giudica Camille. In realtà Camille è stata di questa società più forte e più furba; non era una semplice puttanella perchè per lei il sesso era un mezzo, non un fine. Lei stessa disse una votlta a Stanislao “Ovvio che avessi qualche interesse ad andare a letto con loro, non sono mica una prostituta?” , ciò la dice lunga sul personaggio sul quale Truffaut ha voluto imperniare il film, procedendo con impianto narrativo articolato, fatto di flashback, ritorni e colpi a sorpresa. Anche la scelta di non far vedere Camille che spara a Clovis, ma di sentirne soltanto il rumore non è casuale: riteniamo che si fosse voluto enfatizzare il concetto di non colpevolezza. Nessuno l’ha vista quindi ha ragione lei, come accade con l’uccisione del padre. Camille personaggio che nessuno conosce veramente è una donna che non è mai stata sincera neanche con se stessa; Truffaut voleva mostrarci anche questo tipo di donna, acutizzando le sue vicissitudini, ma non fornendoci mai degli elementi che la facessero odiare al pubblico, per questo ritraendola cinematograficamente sempre allegra e sorridente, amante della vita, coraggiosa e soprattutto bella e passionale, come piaceva a lui. Mica scema la ragazza, eh no...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a piovani84 »
[ - ] lascia un commento a piovani84 »
|
|
d'accordo? |
|
|