samanta
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domenica 3 novembre 2024
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il grande john
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Il film uscito nel 1971 appartiene all'ultimo periodo cinematografico di John Wayne seguiranno ad esempio pellicole come: I cowboys o Quel maledetto colpo al Rio Grande Express, per concludersi con Il Pistolero un bel film crepuscolare di Don Siegel del 1976, con un Wayne malato ormai da 2 anni di cancro, che però non gli impedì di presenziare agli Oscar del 1978, morì nel giugno convertendosi al cattolicesimo. In questo periodo vennero girati dei buoni film come questo che ha la regia di George Sherman un artigiano di Hollywood con molti western e d'azione all'attivo (Tomawack scure di guerra, Il tesoro di Pancho Villa).
Il protagonista John McCandles riassume le caratteristiche di molti personaggi di John Wayne, è un uomo duro, allevatore di bestiame, abile con la pistola, parecchi anni prima ha lasciato la moglie Martha (Maureen O'Hara) che vive in una grande proprietà terriera con i 3 figli avuti da Jake: Jeffi (Bobby Winton) il più grande, James (Patrick Wayne) e il giovane Michael (Cristopher Mitchum), siamo nel Texas del 1908.
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Il film uscito nel 1971 appartiene all'ultimo periodo cinematografico di John Wayne seguiranno ad esempio pellicole come: I cowboys o Quel maledetto colpo al Rio Grande Express, per concludersi con Il Pistolero un bel film crepuscolare di Don Siegel del 1976, con un Wayne malato ormai da 2 anni di cancro, che però non gli impedì di presenziare agli Oscar del 1978, morì nel giugno convertendosi al cattolicesimo. In questo periodo vennero girati dei buoni film come questo che ha la regia di George Sherman un artigiano di Hollywood con molti western e d'azione all'attivo (Tomawack scure di guerra, Il tesoro di Pancho Villa).
Il protagonista John McCandles riassume le caratteristiche di molti personaggi di John Wayne, è un uomo duro, allevatore di bestiame, abile con la pistola, parecchi anni prima ha lasciato la moglie Martha (Maureen O'Hara) che vive in una grande proprietà terriera con i 3 figli avuti da Jake: Jeffi (Bobby Winton) il più grande, James (Patrick Wayne) e il giovane Michael (Cristopher Mitchum), siamo nel Texas del 1908. La proprietà viene assalita da una banda di fuorilegge criminali capeggiata da John Fain (Richard Boone) vengono uccisi parecchi dipendeenti, viene ferito gravemente Jeff e rapito suo figlio di 8 anni Jake jr., i banditi lasciano una lettera in cui chiedono un riscatto di 1 milione di $. Martha chiama in soccorso l'ex marito che arriva facendosi aiutare da un vecchio indiano Cane Storto (Bruce Cabot) abile guida e per la ricerca si accodano, con qualche malumore, i 2 figli James e Michael, partecipano alla caccia anche un gruppo di rangers, Jake in accordo con Martha decide di pagare il riscatto e di portarlo in Messico. I rangers capeggiati dal capitano Dugan (John Doucette) però cadono in un agguato dei banditi che danneggiano le loro auto nel deserto e poi si rifugiano in Messico. In estrema sintesi Jake si mette in contatto con i banditi, ma al momento del pagamento del riscatto Jake riesce a regolare i conti con loro e a liberare il nipote.
Il film si presenta come un solido e robusto western tradizionale, la trama è abbastanza originale: John Wayne è qui un affettuoso nonno anche se rimane il duro che si fa giustizia da solo e non sopporta i prepotenti: all'inizio del film è inquadrato mentre salva dal linciaggio un pastore scozzese da parte un gruppo di cowboys che non volevano le pecore e nel finale al capo dei banditi avverte brutalmente "Se qualcosa va storto ... qualsiasi cosa ... colpa tua, mia non importa ti farò saltare la testa". La vicenda poi un kidnapping si svolge quasi come un thriller, ci sono vari colpi di scena anche nel finale liberatorio dalla suspence. Ovviamente è la personalità preponderante di Wayne a dare l'impronta al film e ad attirare l'interesse dello spettatore, però è accortamente circondato da giovani attori che permettono di alleggerire i momenti di violenza con gags umoristiche. Oltre ai 2 giovani interpreti , sono presenti validi e consumati attori a cominciare dalla bella Maureen O'Hara dai fulgidi capelli rossi indimenticabile partner di John Wayne in L'uomo tranquillo oltre a bravi caratteristi: Bruce Cabot (I comanceros, Prima vittoria, Carovana di fuoco, 007 Una cascata di diamanti) che recita in modo ineccepibile la parte del vecchio pellerossa e Richard Boone (in molti film cattivo: I 3 banditi, Il principe guerriero, Hombre, Il pistolero), La fografia è in uno splendido Tecnicolor che esalta l'ambientazione dei suggestivi paesaggi messicani dove sono stati girati gli esterni, in una vicenda sottolineata dalla bella colonna sonora del bravissimo Elmer Bernstein.
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paolodilautreamont
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martedì 12 novembre 2013
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e' un film sull'obbedienza in chiave libertaria
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E' un film sull'obbedienza, una specie di testamento lasciato dal Grande John sulle macerie del Movement delle università americane degli anni '60, su quelle del movimento yippie, su quelle del movimento per i diritti dei neri. Il messaggio può suonare sgradito a chi ha ideologizzato il Movimento del '68, ma suona bene a chi lo ha recepito a fondo e senza paraocchi, ma ha fatto sintesi con quanto dicevano i "vecchi". Tutto il film è costruito sul mito, sul rito, sul consiglio, sulla pratica della "obbedienza". Non è un'obbedienza ieratica, militaresca, fine a se stessa. E' un'obbedienza western, aperta, libertaria.
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E' un film sull'obbedienza, una specie di testamento lasciato dal Grande John sulle macerie del Movement delle università americane degli anni '60, su quelle del movimento yippie, su quelle del movimento per i diritti dei neri. Il messaggio può suonare sgradito a chi ha ideologizzato il Movimento del '68, ma suona bene a chi lo ha recepito a fondo e senza paraocchi, ma ha fatto sintesi con quanto dicevano i "vecchi". Tutto il film è costruito sul mito, sul rito, sul consiglio, sulla pratica della "obbedienza". Non è un'obbedienza ieratica, militaresca, fine a se stessa. E' un'obbedienza western, aperta, libertaria. E' l'obbedienza al Primo Emendamento,ben diversa da quella fascista o da quella sovietica, e persino da quella democratica/burocratica di matrice europea. I figli qui prendono a pugni il padre, lo insultano pesantemente. Da parte sua il padre non ha nulla del bacchettone europeo: ha abbandonato moglie e figli per andare alla ventura nel West, per giunta con un Apache. In questo caso, quindi, "obbedienza" significa "cooperazione non buonista".
Il messaggio del Padre Wayne è: Se vuoi che le cose funzionino, impara dal vecchio. Se vuoi superare il vecchio, prima impara da lui. Non fermarti ai suoi errori: vai oltre, vai più in là. Puro spirito della Frontiera.
Qua e là anche importanti frammenti di realismo fordiano, e qualche scena di crudeltà pura: niente a che vedere col western in stile Lassie, per capirci. E' qui che ha attinto a piene mani il grande romanziere Cormack McCarthy. Se avete visto il film, leggete la sua trilogia della frontiera. Cinema e letteratura o viaggiano insieme o muoiono insieme. Detto in altri termini: senza sceneggiatura non c'è che una cattiva fotografia. Il cinema è poesia+immagini+movimento/azione.
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dandy
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sabato 26 marzo 2011
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concordo con roberto,tutt'altro che noioso.
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Diretto da Wayne stesso(che subentrò al regista,veterano dei film di genere qui al suo ultimo lavoro,ritiratosi dopo poco per motivi di salute)Un western non certo innovativo o originalissimo,ma grintoso e accattivante.Si mescolano reminiscenze classiche(da "Hondo" a "Sentieri selvaggi")alla violenza sanguinosa stile Peckinpah e Aldrich.C'è anche una bella riflessione sulla morte del vecchio west:oltre alla citazione iniziale di "L'assalto al treno",ci sono macchine,moto,pistole automatiche e fucili con mirino.Ma i vecchi leoni come McCandles non ci stanno a farsi defraudare così come niente,e tantomeno si lasciano rapire i familiari.
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Diretto da Wayne stesso(che subentrò al regista,veterano dei film di genere qui al suo ultimo lavoro,ritiratosi dopo poco per motivi di salute)Un western non certo innovativo o originalissimo,ma grintoso e accattivante.Si mescolano reminiscenze classiche(da "Hondo" a "Sentieri selvaggi")alla violenza sanguinosa stile Peckinpah e Aldrich.C'è anche una bella riflessione sulla morte del vecchio west:oltre alla citazione iniziale di "L'assalto al treno",ci sono macchine,moto,pistole automatiche e fucili con mirino.Ma i vecchi leoni come McCandles non ci stanno a farsi defraudare così come niente,e tantomeno si lasciano rapire i familiari.Discreto l'umorismo,nel rappresentare i rapporti tra questi e i due figli scapestrati.Pur non essendo "Ombre rosse",o "Un dollaro d'onore",si guarda molto volentieri.Il 64enne Wayne è sempre in forma,e si circonda dell'abituale schiera di caratteristi,tra i quali solo Boone gli tiene testa.Patrick Wayne è figlio di John.Christopher Mitchum, di Robert Mitchum
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roberto
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lunedì 13 agosto 2007
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un buon film
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Sfiorerebbe, o toccherebbe, le 4 stelle se non fosse per la lentezza nel cambio immagine.
C'è una certa lentezza nel cambiare scena tra l'espressione dell'inquadrato e l'azione conseguente.
Non so perchè Wayne abbia riesumato Sherman (che erano anni che non girava), forse per antica amicizia e vecchi debiti, ma il film è assolutamente valido, ricco di battute interessanti e non mi trova assolutamente d'accordo la critica del dizionario.
Cambio generazionale tra padre e figlio, tra vecchio e nuovo west, tra cavalli e auto, tra vecchie colt e armi automatiche ma è difficile ripagare lo sguardo compiaciuto della O'Hara quando l'ex marito dimostra ancora la sua virilità, ma anche il suo sguardo stupito quando gli guarda gli occhiali.
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Sfiorerebbe, o toccherebbe, le 4 stelle se non fosse per la lentezza nel cambio immagine.
C'è una certa lentezza nel cambiare scena tra l'espressione dell'inquadrato e l'azione conseguente.
Non so perchè Wayne abbia riesumato Sherman (che erano anni che non girava), forse per antica amicizia e vecchi debiti, ma il film è assolutamente valido, ricco di battute interessanti e non mi trova assolutamente d'accordo la critica del dizionario.
Cambio generazionale tra padre e figlio, tra vecchio e nuovo west, tra cavalli e auto, tra vecchie colt e armi automatiche ma è difficile ripagare lo sguardo compiaciuto della O'Hara quando l'ex marito dimostra ancora la sua virilità, ma anche il suo sguardo stupito quando gli guarda gli occhiali..."solo per leggere" dice pronto lui.
No, non è solo per gli amanti di Wayne, è per gli amanti del cinema in generale.
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