Questa volta Django è un pistolero assetato di taglie con il volto e l’espressività (si fa per dire) di Jeff Cameron. Nell’ennesima versione il personaggio portato in scena per la prima volta da Sergio Corbucci è meno spietato del solito. Alla fine, infatti, rinuncia alla interessante taglia guadagnata sul campo in cambio dell’amore di Susan, la ragazza fatta schiava dai cattivi fratelli Cortez. Paolo Solvay, alias Luigi Batzelli, fa quel che può per tenere in piedi una storia traballante e tutt’altro che originale. Il film è girato all’insegna del risparmio assoluto con gli esterni ambientati su strade costeggiate da frivoli alberelli e con un grande uso della macchina da presa a spalla. Forse i cavalletti sforavano il budget.
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Questa volta Django è un pistolero assetato di taglie con il volto e l’espressività (si fa per dire) di Jeff Cameron. Nell’ennesima versione il personaggio portato in scena per la prima volta da Sergio Corbucci è meno spietato del solito. Alla fine, infatti, rinuncia alla interessante taglia guadagnata sul campo in cambio dell’amore di Susan, la ragazza fatta schiava dai cattivi fratelli Cortez. Paolo Solvay, alias Luigi Batzelli, fa quel che può per tenere in piedi una storia traballante e tutt’altro che originale. Il film è girato all’insegna del risparmio assoluto con gli esterni ambientati su strade costeggiate da frivoli alberelli e con un grande uso della macchina da presa a spalla. Forse i cavalletti sforavano il budget... A migliorare la confezione ariva inaspettato il sontuoso doppiaggio con le voci di Adalberto Maria Merli per Jeff Cameron e Renzo Montagnani per John Desmont
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