Blow-up |
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Un film di Michelangelo Antonioni.
Con David Hemmings, Sarah Miles, Vanessa Redgrave, Jane Birkin.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 108 min.
- Gran Bretagna, Italia 1966.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 2 ottobre 2017.
MYMONETRO
Blow-up ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Apoteosi della fotografia e suo fallimento
di L.M.Feedback: |
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giovedì 20 settembre 2001 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
In Blow up il reale si dimostra subito artificioso e falso (il fotografo finge di essere un barbone, la sua professione è votata al profitto e alla fama, le modelle sono manichini...per non parlare del successivo concerto e della serata all'insegna delle droghe) rendendo più complicata la sua percezione da parte del soggetto e della macchina fotografica. Sembra ci siano tre livelli nel rapporto tra realtà e sua rappresentazione: 1)Obbiettivo fotografico più vero della realtà e capace di modificarla quando scorge l'uomo con la pistola dietro la siepe. Il protagonista crede di aver sventato un omicidio grazie al suo strumento. 2)realtà e rappresentazione sullo stesso livello: la macchina non ha scongiurato l'omicidio e la foto dunque non penetra nel reale fino a modificarlo, ne è solo una neutra rappresentazione (l'evento-simbolo è il click fotografico nella notte che si confonde con il grilletto di una pistola, o viceversa). 3)La realtà è ambigua più della rappresentazione che tutto sommato ha coadiuvato la prima nel cambiamento: è la prima ad invadere la seconda ribaltando ciò che l'oggettività della macchina aveva colto.L'evento chiave è il corpo non ritrovato e la finta partita a tennis. Dunque se la rappresentazione è un'ombra della realtà e la realtà è essa stessa una finzione, dunque un'ombra, la rappresentazione sarà un'ombra di un'ombra e quello che potrà percepire è solo la sgranatura della realtà come dimostrano i vari ingrandimenti. La realtà inoltre è già dominata dal culto dell'immagine e la foto, un'immagine, non può che coglierne solo la superficie senza approfondirla e il risultato è una scoloritura del reale, una sua lettura incompleta se non superflua. La tecnologia invade il reale e ne offre una lettura falsa inducendo il reale ad intervenire su se stesso automodificandosi e ad assumere tutte le forme della falsità stessa, le stesse della tecnologia che la rappresenta: il risultato è una realtà indebolita e sempre più legata alla superficie. Essendo questo tema terribilmente attuale credo che il film non resti legato solo al suo periodo storico, ma va assumendo nuove letture per l'abilità di un regista eccezionale e tecnicamente sempre all'avanguardia, uno dei massimi di ogni tempo che offre in Bolw up uno dei suoi lavori più compiuti.
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