ultimoboyscout
|
martedì 2 novembre 2010
|
reale e divertente.
|
|
|
|
Tratta di una realtà cinica, spietata e arrivista con la leggerezza tipica di Albertone, in un ruolo che gli permette di muoversi con l'istrionismo che tutti gli riconosciamo. Un bel film di una tragicomicità pazzesca ma che riesce a divertire in maniera incredibile. Davvero ben fatto, consigliatissimo.
|
|
[+] lascia un commento a ultimoboyscout »
[ - ] lascia un commento a ultimoboyscout »
|
|
d'accordo? |
|
parsifal
|
venerdì 12 gennaio 2018
|
l'altra faccia della medaglia
|
|
|
|
IL grande De Sica ci offre, grazie anche alla penna di Zavattini, la possibilità di vedere , con lucidità e freddezza, quella che può essere definita l'altra faccia della medaglia, ossia ciò che si nascondeva dietro il benessere economico italiano negli anni '60, fonte alla quale tutti volevano dissetare la propria bramosia di potere e denaro. Giovanni Alberti ( un ottimo e giovane Alberto Sordi), imprenditore rampante e pieno di iniziativa, vive al di sopra delle proprie possibilità, convinto che il grande momento stia per arrivare. Nel frattempo , continua ad avere un tenore di vita fin troppo elevato e le sue idee non sono così brillanti come crede.
[+]
IL grande De Sica ci offre, grazie anche alla penna di Zavattini, la possibilità di vedere , con lucidità e freddezza, quella che può essere definita l'altra faccia della medaglia, ossia ciò che si nascondeva dietro il benessere economico italiano negli anni '60, fonte alla quale tutti volevano dissetare la propria bramosia di potere e denaro. Giovanni Alberti ( un ottimo e giovane Alberto Sordi), imprenditore rampante e pieno di iniziativa, vive al di sopra delle proprie possibilità, convinto che il grande momento stia per arrivare. Nel frattempo , continua ad avere un tenore di vita fin troppo elevato e le sue idee non sono così brillanti come crede. Arriva dunque la resa dei conti; ed i conti sono in passivo. tenta di nascondere la verità alla giovane moglie ed alla famiglia, ma è tutto inutile, la verità viene a galla. Rimasto solo, con i propri errori ed i propri debiti, senza amici nè colleghi, riceve una proposta; inizialmente credeva si trattasse di mercimonio carnale , ma si profila ben altro all'orizzonte. Verrà indotto a vendere un organo per sanare le sue mancanze economiche. La moglie del ricco satrapo, privo di un occhio, saprà trovare i giusti argomenti per indurlo a donare ( non del tutto spontaneamente) quel che di più prezioso si possiede. Una vicenda forse portata agli estremi, ma non del tutto infondata, visto e considerato che il miracolo economico degli ani '60 aveva offuscato al vista di molti cittadini italiani, facendoli poi ricredere amaramente. Tagliente ed istruttivo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a parsifal »
[ - ] lascia un commento a parsifal »
|
|
d'accordo? |
|
fedeleto
|
venerdì 10 giugno 2016
|
l'altra faccia del boom economico..
|
|
|
|
Nella Roma del boom economico,Giovanni Alberti è un imprenditore che pur di far contenta la moglie con la bella vita,si indebita fino al collo con le finanziarie.Per fare parecchi soldi e chiudere i suoi debiti,gli viene presentata l'occasione di dare un occhio per settanta milioni.Inorridito e disgustato dalla proposta,cederà per i troppi debiti,e farà l'intervento.Vittorio De Sica(il tetto,la ciociara) dirige un piccolo capolavoro,dove la facciata oscura del boom economico emerge in maniera chiara e trasparente.Scritto da Zavattini,il film presenta notevoli punti di grande interesse,l'occhio è l'elemento di visione,dunque una parziale realtà che si deve esser pronti a sacrificare ben un bene materiale,in pratica l'uomo stesso diventa merce in vendita,e venendo privato dell'occhio non deve più vedere la realtà totale ma frammentaria,come quando ad Alberti gli vengono dati gli occhiali prima dell'intervento,un non guardare,un coprire ciò appare,e di apparenza si tratta fin dall'inizio del film.
[+]
Nella Roma del boom economico,Giovanni Alberti è un imprenditore che pur di far contenta la moglie con la bella vita,si indebita fino al collo con le finanziarie.Per fare parecchi soldi e chiudere i suoi debiti,gli viene presentata l'occasione di dare un occhio per settanta milioni.Inorridito e disgustato dalla proposta,cederà per i troppi debiti,e farà l'intervento.Vittorio De Sica(il tetto,la ciociara) dirige un piccolo capolavoro,dove la facciata oscura del boom economico emerge in maniera chiara e trasparente.Scritto da Zavattini,il film presenta notevoli punti di grande interesse,l'occhio è l'elemento di visione,dunque una parziale realtà che si deve esser pronti a sacrificare ben un bene materiale,in pratica l'uomo stesso diventa merce in vendita,e venendo privato dell'occhio non deve più vedere la realtà totale ma frammentaria,come quando ad Alberti gli vengono dati gli occhiali prima dell'intervento,un non guardare,un coprire ciò appare,e di apparenza si tratta fin dall'inizio del film.De Sica è attento ai particolari,le feste mondane,la fila a chiedere prestiti,proprio perché Alberti vuole far contenta sua moglie e omologarsi al suo ambiente benestante,l'annullamento dell'io ceduto a quello della società manipolatrice.Alberto Sordi è in forma e incolla lo spettatore che si appassiona alla vicenda con il suo protagonista.Un De Sica lungimirante(basta pensare al traffico d'organi) che grazie alla sceneggiatura di Zavattini condisce il tutto con l'ironia giusta,senza dubbio un piccolo capolavoro.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fedeleto »
[ - ] lascia un commento a fedeleto »
|
|
d'accordo? |
|
stefanocapasso
|
giovedì 5 luglio 2018
|
la rincorsa al successo e i legami affettivi
|
|
|
|
Nella sfrenata caccia al successo della Roma dei primi anni 60, Giovanni Alberti tenta la fortuna nell’edilizia, senza avere capacità particolare e senza avere denari. Pur di mantenere di fronte alla moglie l’immagine del successo mantiene uno stila di vita proibitivo che lo porta dapprima a rivolgersi ad agenzie di prestito senza scrupoli e poi a chiedere prestiti agli amici. Quando la moglie scopre che persino la loro casa è stata ipotecata, lo lascia e a quel punto per Giovanni si presenta un’insolita e drammatica prospettiva di cambiamento.
Esemplare della commedia all’italiana del boom di Vittorio De Sica, i protagonisti sono tutti mostrati con lucida e feroce lucidità.
[+]
Nella sfrenata caccia al successo della Roma dei primi anni 60, Giovanni Alberti tenta la fortuna nell’edilizia, senza avere capacità particolare e senza avere denari. Pur di mantenere di fronte alla moglie l’immagine del successo mantiene uno stila di vita proibitivo che lo porta dapprima a rivolgersi ad agenzie di prestito senza scrupoli e poi a chiedere prestiti agli amici. Quando la moglie scopre che persino la loro casa è stata ipotecata, lo lascia e a quel punto per Giovanni si presenta un’insolita e drammatica prospettiva di cambiamento.
Esemplare della commedia all’italiana del boom di Vittorio De Sica, i protagonisti sono tutti mostrati con lucida e feroce lucidità. Emerge la figura del protagonista, vero intruso e personaggio simbolo della storia che non riuscendo a far ei conti con i suoi stessi limiti si pone in condizioni che si rivelano presto impraticabili. Siamo all’apice del boom, la depressione post crescita comincia ad intravedersi all’orizzonte e ognuno dei personaggi è sempre più attento solo al proprio tornaconto personale, senza nessuno scrupolo e moralità. Quello che il protagonista ha più degli altri è l’amore per la moglie e la famiglia che lo porterà a rinunciare ad una parte di se pur di continuare ad averla al suo fianco.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefanocapasso »
[ - ] lascia un commento a stefanocapasso »
|
|
d'accordo? |
|
giulio andreetta
|
venerdì 16 aprile 2021
|
commedia amara sul materialismo capitalistico
|
|
|
|
Il grande Vittorio De Sica si reinventa maestro della commedia all'italiana, dopo la grande stagione del neorealismo: un tentativo del tutto riuscito, a dire il vero, anche grazie alla formidabile maschera tragicomica di Alberto Sordi, che in questo caso offre veramente un'interpretazione di tutto rilievo. La trama mette in ridicolo le ambizioni alto-borghesi di una famigliola che subisce un tracollo economico. Il finale è veramente sorprendente e di grande effetto estetico. Attori tutti in parte e professionali. La narrazione si svolge in modo un a tratti un po' troppo uniforme, soprattutto nella parte centrale del lungometraggio, e ciononostante la cura nei dialoghi - mai banali - , e nelle riprese di una Roma fotografata in bianco e nero - e i cui contorni così come dipinti dalla macchina da presa assumono anche un rilievo storico/documentario - fanno del film un'opera di primo piano.
[+]
Il grande Vittorio De Sica si reinventa maestro della commedia all'italiana, dopo la grande stagione del neorealismo: un tentativo del tutto riuscito, a dire il vero, anche grazie alla formidabile maschera tragicomica di Alberto Sordi, che in questo caso offre veramente un'interpretazione di tutto rilievo. La trama mette in ridicolo le ambizioni alto-borghesi di una famigliola che subisce un tracollo economico. Il finale è veramente sorprendente e di grande effetto estetico. Attori tutti in parte e professionali. La narrazione si svolge in modo un a tratti un po' troppo uniforme, soprattutto nella parte centrale del lungometraggio, e ciononostante la cura nei dialoghi - mai banali - , e nelle riprese di una Roma fotografata in bianco e nero - e i cui contorni così come dipinti dalla macchina da presa assumono anche un rilievo storico/documentario - fanno del film un'opera di primo piano. Il vero punto di forza della pellicola consiste però a mio avviso nel messaggio: una critica serrata al modello consumistico che proprio in quegli anni esplodeva in modo prepotente. 4 stelline
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giulio andreetta »
[ - ] lascia un commento a giulio andreetta »
|
|
d'accordo? |
|
figliounico
|
giovedì 17 agosto 2023
|
il periodo della decadenza
|
|
|
|
Nel 1960 con La Ciociara si chiude il decennio di arte, di inventiva, di innovazione e di poesia del cinema italiano, di cui De Sica e Zavattini, rispettivamente regista e sceneggiatore de’ Il Boom, furono protagonisti assoluti ed inizia il triste lungo declino della commedia all’italiana di cui questo film, scialbo e noioso, del 1953 è uno dei tanti prodotti commerciali. Le inquadrature insistite sul sedere della Buccella sono la cifra stilistica di questo genere cinematografico ed icasticamente rappresentano il periodo di decadenza di uno dei più grandi maestri del Neorealismo. La satira di costume, nonostante le buone intenzioni degli autori, che si fa fatica a riconoscere come gli stessi di Ladri di biciclette e di Miracolo a Milano, annega in un mare di banalità, di gag che non fanno ridere ed infine nel melodrammatico e nel patetico.
[+]
Nel 1960 con La Ciociara si chiude il decennio di arte, di inventiva, di innovazione e di poesia del cinema italiano, di cui De Sica e Zavattini, rispettivamente regista e sceneggiatore de’ Il Boom, furono protagonisti assoluti ed inizia il triste lungo declino della commedia all’italiana di cui questo film, scialbo e noioso, del 1953 è uno dei tanti prodotti commerciali. Le inquadrature insistite sul sedere della Buccella sono la cifra stilistica di questo genere cinematografico ed icasticamente rappresentano il periodo di decadenza di uno dei più grandi maestri del Neorealismo. La satira di costume, nonostante le buone intenzioni degli autori, che si fa fatica a riconoscere come gli stessi di Ladri di biciclette e di Miracolo a Milano, annega in un mare di banalità, di gag che non fanno ridere ed infine nel melodrammatico e nel patetico. Alberto Sordi, una delle maschere in celluloide della commedia all’italiana mutuata dal teatro dell’arte, appare poco convincente in un ruolo drammatico che non gli permette di sfoggiare, se non in qualche scena, tutto il suo repertorio di ammiccamenti, risolini e battute in romanesco che ha fatto la sua fortuna e contribuito ad involgarire il nostro cinema.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a figliounico »
[ - ] lascia un commento a figliounico »
|
|
d'accordo? |
|
|