Irene Bignardi
Credo che siamo in tanti ad amare Truffaut. Ma nessuno, diceva saggiamente Billy Wilder, è perfetto. Neanche il grande François, che un giorno, in un momento di orgoglio gallico, se ne uscì a dire che l'espressione «cinema inglese» era una contraddizione in termini. Chissà come lo avranno amato per questo i registi di quella breve ma folgorante stagione del «cinema inglese» che è andata sotto il nome di Free Cinema: un cinema quasi coetaneo della Nouvelle Vague francese, legato intimamente alla generazione di giovani scrittori come John Osborne, Arnold Wesker, Alan Sillitoe, Harold Pinter, che divennero famosi come gli Angry Young Men, molto legato alla narrativa e al teatro, ribelle alle convenzioni di una «civiltà» britannica che stava perdendo il potere e il ruolo di potenza coloniale. [...]
di Irene Bignardi, articolo completo (2085 caratteri spazi inclusi) su 2008