albert
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mercoledì 12 marzo 2025
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l''arroganza di certi media
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Film probabilmente un po' sopravvalutato se lo si vuole accostare a "Quarto potere". Un potente giornalista di successo non vuole permettere alla propria sorella di sposare un suonatore di jazz, sia perché non lo ritiene all'altezza, sia perché ne è morbosamente legato. Servendosi di Sidney Falco, un addetto stampa succube e servile, fa in modo che il giovane jazzista sia accusato di essere un drogato. Alla fine il giornalista, tramite accuse menzognere, otterrà che sua sorella non veda più il giovane jazzista, ma , così facendo, verrà abbandonato dalla sorella e anche il viscido addetto stampa gli si ribellera'.
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Film probabilmente un po' sopravvalutato se lo si vuole accostare a "Quarto potere". Un potente giornalista di successo non vuole permettere alla propria sorella di sposare un suonatore di jazz, sia perché non lo ritiene all'altezza, sia perché ne è morbosamente legato. Servendosi di Sidney Falco, un addetto stampa succube e servile, fa in modo che il giovane jazzista sia accusato di essere un drogato. Alla fine il giornalista, tramite accuse menzognere, otterrà che sua sorella non veda più il giovane jazzista, ma , così facendo, verrà abbandonato dalla sorella e anche il viscido addetto stampa gli si ribellera'. Il regista ci offre uno spaccato di una società moralmente degradata, dove non vi è possibilità di redenzione. Curtis e Lancaster interpretano due personaggi abbietti, l'uno che perde il senso della realtà per il troppo potere detenuto, l'altro, disposto a tutto pur di far carriera. Le due star offrono una buona prova, ma non così convincente da rendere il film accostabile a " Quarto potere". Note positive vengono sia dalla fotografia di James Wong Howe, con un bianco e nero che rasenta la perfezione, sia dalla musica jazz di Bernstein, che fa da sottofondo al film. La sceneggiatura non convince appieno, perché molto disomogenea, visto che decolla solo nella parte finale, risultando la prima parte troppo piatta e fatica a farci entrare nella psicologia contorta dei protagonisti. Vi è circa un'oretta preparatoria, in vista del drammatico finale dove Lancaster da' il meglio di se stesso acquisendo una consistenza che prima non si era palesata.
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il befe
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giovedì 19 febbraio 2015
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grande cast
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leo pellegrini
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martedì 17 marzo 2009
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uno splendido noir ma non solo
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Alexander MacKendrick, autore della spietata satira "Lo scandalo del vestito bianco" (Oscar per la migliore sceneggiatura) e della celebre travolgente farsa "La signora omicidi", debutta ad Hollywood con questo splendido noir: ma il genere è solo un paravento per affrontare temi molto alti e complessi quali la crudeltà, l'avidità e la bramosia di potere dell'uomo, dei mass-media e di chi li controlla (ilDavinotti).
Un'opera giustamente famosa (ma perché non lasciarle il titolo originale, ben più allusivo e incisivo?) sia per la spietata e coraggiosa analisi che fa di un aspetto importante del mondo americano sia per il duetto Lancaster-Curtis che qui danno il meglio di sé.
Da evidenziare che Burt Lancaster, produttore del film, generosamente cede la scena a Tony Curtis, formidabile nel ritrarre uno dei personaggi più viscidi e meschini che il grande schermo ci abbia mostrato.
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Alexander MacKendrick, autore della spietata satira "Lo scandalo del vestito bianco" (Oscar per la migliore sceneggiatura) e della celebre travolgente farsa "La signora omicidi", debutta ad Hollywood con questo splendido noir: ma il genere è solo un paravento per affrontare temi molto alti e complessi quali la crudeltà, l'avidità e la bramosia di potere dell'uomo, dei mass-media e di chi li controlla (ilDavinotti).
Un'opera giustamente famosa (ma perché non lasciarle il titolo originale, ben più allusivo e incisivo?) sia per la spietata e coraggiosa analisi che fa di un aspetto importante del mondo americano sia per il duetto Lancaster-Curtis che qui danno il meglio di sé.
Da evidenziare che Burt Lancaster, produttore del film, generosamente cede la scena a Tony Curtis, formidabile nel ritrarre uno dei personaggi più viscidi e meschini che il grande schermo ci abbia mostrato. Le eccezionali qualità recitative del primo sono (ed erano) ben note, ma un Curtis così non si era mai visto (darà ulteriori prove del suo talento drammatico negli ottimi "La parete di fango" del 1958 e "Lo strangolatore di Boston" del 1968).
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lalla
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giovedì 21 giugno 2007
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meravigliosamente crudo
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Film che manifesta tutta la sua crudelta,in modo meraviglioso che vanta attori del calibro di TONY CURTIS e BURT LANCASTER.Indimenticabile.
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