Un film "spaccato in quattro"per la sua semplicità: terra in cui si trova una sorgente petrolifera(il mito inesauribile del petrolio, ancora a fine anni Cinquanta del 1900 e anche dopo...), trama semplice(lui, ingannato, torna nel luogo dell'inganno, contro di lui c'è una congiura del silenzio..., un indiano"colpevolizzato"è innocente, cioè ben prima di"Soldato Blu"i pellerossa sono riscattari da orribili menzogne razziste, l'amore tra uomo e donna, nonostante tutto, ossia nonostante le circostanze dure e difficili da sopportare...). Colpisce la musica, l'interpretazione rude e quasi"tagliata con l'accetta"dei due attori principali, in questo"Joe Dakota", a suo modo ben diretto da Richard Bartlett, che non è certo John Ford, ma sa raccontare bene, in modo rude, rudimentale, ma con sequenze appunto secche e"taglienti"una storia d'onore e di vendetta non consumata... Bello il technicolor, che ormai, a quasi sessant'anni di distanza, tende ad"arrossarsi", ma rimane, appunto, rudemente"efficace". El Gato
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